mercoledì 21 gennaio 2015

LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA IL REFERENDUM ABROGATIVO SULLA LEGGE FORNERO, MA L'INTERVENTO PER AVERE PENSIONI PIU' GIUSTE E' QUANTO MAI NECESSARIO

La legge Fornero non sarà sottoposta a referendum abrogativo. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dalla Lega sulla norma che ha riformato le pensioni.
La sentenza, che sarà depositata prossimamente, permetterà di capire perché la Corte ha `bocciato´ il referendum. Certo, un peso lo avrebbe avuto il fatto che il quesito referendario si proponeva di abbattere l’art. 24 del decreto legge 201/2011, la manovra cosiddetta Salva-Italia: l’art. 75 della Costituzione dice che non è ammesso il referendum per leggi tributarie e di bilancio e tra la tenuta dei conti dello Stato e la riforma delle pensioni c’è un nesso, reso più stringente dai vincoli sul pareggio di bilancio previsti in Costituzione, da quando l’art.81 della Carta è stato modificato.
La riforma Fornero varata con il Salva Italia ha elevato i requisiti per le pensioni di vecchiaia delle donne, ha dato un giro di vite sull’anzianità contributiva eliminando le quote e innalzando il limite per l’uscita, ha esteso a tutti il metodo di calcolo contributivo al posto del retributivo. La norma ha prodotto il fenomeno degli esodati, persone che avevano concordato un’uscita anticipata dal lavoro con le aziende e, per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile, si sono ritrovate all’improvviso senza stipendio, senza assegno di pensione e anche senza ammortizzatori sociali.
"L'inammissibilità del quesito referendario per la cancellazione della legge Fornero non vanifica la necessità di rivedere le regole del sistema pensionistico". Lo ha dichiarato il Segretario Generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile la proposta referendaria abrogativa della legge Fornero.
"I problemi previdenziali derivanti dalla cancellazione delle pensioni di anzianità, l'esigenza di rafforzare le tutele previdenziali per i lavoratori più giovani e per tutti coloro che partecipano al mercato del lavoro con carriere discontinue e retribuzioni ridotte, il diritto a pensioni più giuste ed adeguate e la necessità di rilanciare la previdenza complementare rendono indispensabile rivedere l'impianto del sistema previdenziale modificato dagli interventi legislativi adottati negli ultimi 10 anni, anche per rispondere alla complessità della crisi economica e alle nuove emergenze sociali", sottolinea Furlan. "Per questi motivi il Governo deve avviare quanto prima il confronto con le Parti sociali per trovare un nuovo equilibrio fra la sostenibilità finanziaria e la sostenibilità sociale del sistema previdenziale. Occorre rimettere nella disponibilità dei lavoratori e delle lavoratrici le scelte legate al pensionamento anche per rispondere più efficacemente ai problemi derivanti dalla gestione delle crisi aziendali e al tema dei lavori più faticosi e pesanti. Bisogna riscrivere un nuovo Patto fra le generazioni, per i giovani, per il lavoro e per una previdenza più equa e sostenibile", ha concluso Furlan.

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