sabato 30 novembre 2019

VERTENZA WHIRLPOOL NAPOLI, POSIZIONI IMMUTATE


Resta inchiodata al palo la vertenza Whirlpool riguardante il sito di Napoli produttore di lavatrici. Dopo quasi sei mesi, dallo scorso 31 maggio, 7 incontri di cui sei in sede istituzionale al Mise, l'ultimo dei quali lo scorso  17 settembre, l'incontro con il premier Giuseppe Conte, una buona dose di scioperi, culminati con la manifestazione generale del gruppo a Roma, lo scorso 4 ottobre, le posizioni rimangono sostanzialmente immutate. Questa in estrema sintesi la chiave di lettura dell’ennesimo incontro svoltosi il 27 novembre, a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico in via Molise. Presente il ministro, Stefano Patuanelli, le Istituzioni locali, i rappresentanti del management aziendale, le segreterie nazionali e regionali di Fiom-Fim-Uilm, e il coordinamento delle Rsu del gruppo. 
Alla ripresa del confronto al Mise, con cui governo e sindacati cercano di evitare la cessione del plant, che arriva un mese dall'annuncio del congelamento delle operazioni di vendita della fabbrica di lavatrici d'alta gamma, fino al prossimo marzo 2020, alla svizzera Prs, avvenuto il 30 ottobre, ossia un giorno prima della dead line, la posizione del management italiano della holding americana del bianco, resta quella di sempre: il sito di Napoli non è sostenibile e vanno trovate soluzioni alternative, ha ribadito durante il confronto il contry manager per l'Italia, l'ad Luigi La Morgia.
"Non abbiamo mai detto che avremmo disdettato il piano del 25 ottobre 2018, ma solo che abbiamo delle difficoltà a garantire la sostenibilità della produzione di lavatrici a Napoli. La garantiremo certo fino a marzo e siamo anche disposti a discuterne ma ad oggi, l’unica soluzione che garantirebbe l’occupazione è una riconversione", ha ribadito La Morgia ai sindacati continuando così a guardare ancora verso la soluzione di una cessione a Prs. "La società è ancora disponibile e garantirebbe tutti i lavoratori e noi non possiamo rimanere a Napoli, abbiamo difficoltà produttive", avrebbe aggiunto La Morgia declinando qualsiasi altra motivazione. La regione Campania, presente al tavolo per bocca dell'assessore al lavoro, ha  annunciato di voler mettere sul tavolo 20 milioni di euro e la copertura delle eventuali esigenze di formazione del personale, per impedire che il sito di via Argine non abbia più un futuro.
"C'è bisogno di trovare una soluzione per tutti i lavoratori. Il governo- come dichiarato da Patuanelli- è disponibile a fare qualsiasi cosa per trovare una soluzione che garantisca la compatibilità del piano industriale firmato lo scorso anno", annunciando l'avvio di una serie di tavoli tecnici e una riunione plenaria da convocare per il 20 gennaio prossimo.
"Si avvia adesso quella che considero la parte più sfidante del percorso di rilancio produttivo del sito di Napoli che dovrà vedere istituzioni, azienda e sindacati coinvolte in maniera sinergica, al fine di trovare celermente una soluzione industriale definitiva in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento e tutelare i lavoratori, anche attraverso gli strumenti già messi a disposizione dal Governo e altri che potranno essere individuati prossimamente”, ha detto Patuanelli.
Ma ovviamente quale aria tirerà e se il vento cambierà lo si capirà ben prima del 20 gennaio, già dai prossimi tavoli tecnici.

martedì 12 novembre 2019

FONDO COMETA : VALORE QUOTA MESE DI OTTOBRE 2019


Lievissima flessione dei comparti di Cometa nel mese di ottobre, eccezion fatta per Crescita che anche in questo mese mostra il segno positivo. L'asset crescita, ossia quello più dinamico, pensato per le generazioni più giovanti sfiora ormai un rendimento a due cifre e comunque anche tutti gli altri si mantengono in terreno positivo da inizio 2019. (s.b.)

mercoledì 6 novembre 2019

CUNEO FISCALE, CHE COSA E'?

Si è molto parlato e si continua a parlare in queste settimane, mesi del taglio del cuneo fiscale, uno dei provvedimenti della Legge di Bilancio 2020. Il taglio del cuneo fiscale consisterà in una riduzione delle tasse sul lavoro e un conseguente incremento in busta paga, che dovrebbe partire dopo la metà del prossimo anno, anche se è ancora da definire quale sia la platea dei soggetti interessati e la eventuale rimodulazione in base al reddito individuale. 
Già ma cosa è il cuneo fiscale? L'effetto del cuneo fiscale è quello in pratica, di far raddoppiare in Italia il costo del lavoro. Si perchè si tratta dell'insieme delle imposte e dei contributi sociali che di fatto fanno la differenza tra le retribuzione netta che ogni mese finisce nelle tasche del lavoratore e il costo del suo datore di lavoro. Una forbice, un differenziale, un cuneo appunto tra quello che prende il lavoratore e quello che spende l'azienda. 

Lo schema è presto fatto quindi:
CUNEO FISCALE  =  COSTO TOTALE DEL LAVORO  -  RETRIBUZIONI NETTE
O ancora più nello specifico:
CUNEO FISCALE = IMPOSTE E CONTRIBUTI A CARICO DELL'AZIENDA (IRAP, INAIL, INPS) + IMPOSTE E CONTRIBUTI TRATTENUTI AL DIPENDENTE IN BUSTA PAGA (IRPEF e INPS).

Il cuneo fiscale italiano risulta essere uno dei più pesanti al mondo. In Italia la percentuale media del cuneo fiscale, è stimata al 47,9%, secondo quanto diffuso dall'Ocse nel suo rapporto Taxing wages 2019, dedicato al cuneo fiscale, per un lavoratore standard single e senza figli a carico è sottoposto a un cuneo fiscale del 47,9%. La percentuale è composta per il 16,7% di imposte personali sul reddito e per 31,2% di contributi previdenziali che ricadono in parte sul lavoratore (7,2%) e in parte sul datore di lavoro (24,0%). Ciò vuole dire che su 100 euro spesi dall'azienda per un rapporto di lavoro dipendente, 47,9 € vanno allo Stato sotto forma di imposte e contributi, mentre 52,1 € sono quelli incassati effettivamente dal dipendente. In pratica per ogni mille euro di stipendio netto, la sua azienda deve spenderne poco meno di duemila. 
La finalità del taglio, sarebbe quindi quella di aumentare i salari netti dei lavoratori e conseguentemente dare una spinta ai consumi. Le stime prevedono un benefit di circa 40 € netti in busta paga per coloro che posseggono un reddito compreso tra 8000 e 35000 euro annui.

INFORMACONTRATTO 2020 - 2022, AL VIA LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE

venerdì 1 novembre 2019

WHIRLPOOL, VERTENZA NAPOLI "CONGELATA"

Zero a zero e palla al centro. L'infuocata vertenza dello stabilimento Whirlpool di Napoli, con l'annuncio della sospensione della procedura della dismissione del sito campano, mediante la cessione del ramo d'azienda alla società svizzera Prs, rimette indietro le lancette di cinque mesi, al 31 maggio scorso. La decisione annunciata dapprima dal reggente del dicastero dello sviluppo economico Stefano Patuanelli su Facebook e poi dall'azienda con un comunicato ufficiale, rinvia in prossimità della deadline fissata proprio per il 31 ottobre, la cessione al prossimo marzo 2020. Dunque cinque mesi in più per trovare una soluzione condivisa, anche se la volontà dichiarata di Whirlpool rimane intatta, ossia quella di arrivare ad una soluzione industriale diversa dalla produzione di lavatrici per il sito di Napoli, entro la scadenza indicata di marzo 2020. Secondo il management della holding americana infatti, i 20 milioni di euro di perdite annuali, il fatto che in un semestre l'impianto avrebbe perso il 26% della produzione, a causa dei dazi Usa, di quelli indiani e del crollo del mercato argentino, fattori che renderebbero insostenibile la fabbrica, contrariamente a quanto stabilito al Mise proprio un anno fa, il 25 ottobre 2018. Lo stop scongiura nell'immediato l'avvio della procedura per il licenziamento immediato dei 420 addetti al plant dove vengono prodotte lavatrici. “La decisione, condivisa con il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, è stata presa con l’obiettivo di ripristinare un clima costruttivo nella trattativa con il Governo e con le Organizzazioni Sindacali -si legge nella nota dell’azienda-. Whirlpool EMEA ritiene, infatti, che le attuali tensioni siano controproducenti nella ricerca di una soluzione condivisa, a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine”. Per questo motivo “Whirlpool è convinta che, con maggior tempo a disposizione, si possa ristabilire un dialogo costruttivo e raggiungere una soluzione condivisa per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine allo stabilimento di Napoli e ai suoi 400 dipendenti. Alla luce di questo nuovo e importante sviluppo, nei prossimi giorni ripartirà il tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte. A tal proposito è intervenuto anche il segretario Generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli che apprendendo la notizia ha commentato in una nota spiegando che “ci sarà una tregua fino a Marzo. Whirlpool – ha detto Bentivogli – conferma il progressivo calo di mercato e la volontà di cessione resta solo rinviata a inizio 2020. Non siamo alla soluzione – chiarisce il segretario della Fim-Cisl – ma guadagnare tempo prezioso è utile e bisogna ringraziare i lavoratori di Napoli e di tutto il Gruppo che non si sono mai rassegnati e hanno continuato a lottare”. Si apre quindi un piccolo spiraglio di sereno nel cielo plumbeo del sito di Napoli, anche se il futuro è tutto da costruire.