giovedì 31 maggio 2018

CCNL METALMECCANICI, AUMENTI E NUOVI MINIMI CONTRATTUALI IN VIGORE DAL 1° GIUGNO 2018


TASI E IMU: 18 GIUGNO SCADENZA PER VERSARE L'ACCONTO 2018

La principale scadenza di giugno è quella per le imposte sugli immobili: entro lunedì 18 giugno va versato l'acconto (o la rata unica) di TASI e IMU per il 2018, tramite F24 o con l'apposito bollettino postale. Ricordiamo che il secondo acconto e conguaglio andranno versati entro il 17 dicembre.
La TASI (Tributo sui Servizi Indivisibili) è l'imposta che copre i costi per i servizi comunali rivolti alla collettività, come per esempio la manutenzione delle strade, giardini e illuminazione. L'IMU, l'imposta municipale unica è la tassa sui beni immobili di proprietà, che viene pagata sulla prima casa di lusso, sulle seconde case e altri tipi di immobili come capannoni, uffici, negozi ecc.
Dal 2016 non sono più soggetti al pagamento dell'imposta le abitazioni principali e relative pertinenze, con eccezione degli immobili cosiddetti di lusso (accatastati come A1, A8 e A9) che continuano a pagare sia la Tasi che l'Imu. 
Anche il coniuge separato che lascia la casa coniugale per andare in affitto, avrà diritto all'abolizione delle imposte, per cui sarà esente dal pagamento di IMU e TASI sulla prima casa.
Su box, cantine e soffitte, non si pagano Imu e Tasi ma solo per una "pertinenza" per tipo. Ad esempio chi ha un box e una cantina non versa nulla, ma se si tratta di due box o due cantine, uno dei due sarà soggetto sia a Tasi che Imu.
Chi possiede abitazioni date in locazione è ovviamente soggetto al pagamento di Imu e Tasi, ma se sono affittate a canone concordato è prevista una riduzione del 25% della base imponibile. 
La riduzione è invece del 50% in caso di immobili concessi in uso gratuito tra genitori e figli (parenti in linea retta di primo grado). Attenzione però alle condizioni per godere della riduzione d'imposta: innanzitutto il comodato deve essere stato registrato presso l'Agenzia delle Entrate, chi concede l'abitazione oltre all'immobile dato in comodato deve risiedere nello stesso comune e può possedere al massimo un'altra abitazione che deve essere nello stesso comune, adibita ad abitazione principale e non di lusso. Quindi non si applicherà la riduzione se il comodante possiede 3 o più immobili ad uso abitativo (anche in percentuale), se i 2 immobili si trovano in comuni diversi, se si risiede in un comune diverso da quello dell'immobile e infine se l'abitazione data in comodato non è abitazione principale del comodante. Il comodatario però non verserà più la Tasi per gli inquilini, se si tratta di abitazione principale.
Veniamo ora agli inquilini che non essendo proprietari non pagano l'IMU ma potrebbero dover parare la TASI: se l'immobile affittato è l'abitazione principale non la pagheranno, come tutti i proprietari, se invece non è l'abitazione principale, pagheranno una Tasi "light" che va dal 10% al 30%.
I terreni sono soggetti a IMU con aliquota variabile dal 4,6 per mille al 10,6 per mille. Si confermano però le esenzioni per i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti alla previdenza agricola (a prescindere dall'ubicazione del terreno). Esenti anche i terreni siti in un Comune classificato come montano - mentre se il terreno è sito in un Comune parzialmente montano, l'esenzione spetta solo se il terreno ricade in una zona c.d. "svantaggiata" - e per i terreni ubicati nei Comuni delle isole minori. Non pagano anche i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.
Entro il 18 giugno si deve versare il 50% dell'imposta annua, calcolata sulle aliquote ed eventuali detrazioni deliberate dai Comuni, tramite F24, bollettino di conto corrente o altre modalità di pagamento elettronico autorizzate.
Per i Comuni che non hanno ancora deliberato per il 2018, le aliquote per il calcolo Imu Tasi da usare per l'acconto rimangono quelle in vigore nel 2017, da conguagliare poi con la scadenza del saldo di dicembre.
Non ci saranno però grosse sorprese: anche per il 2018 è stato decretato il blocco degli aumenti dei tributi per gli enti locali (articolo 1, comma 37 della legge di Bilancio 2018). Le amministrazioni locali non potranno incrementare aliquote e tariffe rispetto a quelle deliberate nel 2015, perché la stessa misura era in vigore anche nel 2016 e 2017. 
Il blocco degli aumenti non si applicherà nei Comuni istituiti in seguito alla loro fusione. La norma della legge di Bilancio ha confermato, inoltre, il potere di mantenere in vita la maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille, purché già confermata nel 2016 e 2017. Sono inoltre escluse dal blocco la Tari (Tassa sui RIfiuti) e tutte le entrate che hanno natura patrimoniale, come il canone occupazione spazi e aree pubbliche e il canone idrico. 

Come sempre, la sede Caf Cisl più vicina a è disposizione per fornire assistenza nel calcolo e predisporre il bollettino. 

(FONTE:CAFCISL.IT)

martedì 29 maggio 2018

BUSTA PAGA PESANTE, PROROGATA LA RESTITUZIONE A GENNAIO 2019, IN SESSANTA RATE

Il governo uscente Gentiloni ha approvato oggi il decreto che proroga la scadenza di norme a favore dei territori colpiti dal sisma del 2016. Per quanto riguarda la busta paga pesante, si prevede di posticipare la data di inizio del rimborso dal 31 maggio 2018 al 16 gennaio 2019. E la durata temporale del periodo di rateizzazione viene estesa da 24 mesi a 60 mesi.  Proroga della scadenza della busta paga pesante, proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari e contributivi, sospensione del pagamento del canone Rai e delle principali utenze domestiche. Prorogato al 1 gennaio 2019, l’inizio del pagamento dei premi di assicurazione, dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, con la possibilità di spalmarlo in 60 rate.
Posticipato, inoltre, anche l’inizio del pagamento sia del canone Rai fino al 2021, sia delle utenze domestiche, luce, gas, telefonia e assicurazioni fino al primo gennaio 2019.
La Cisl Marche aveva raccolto tremila firma in pochi giorni per supportare la richiesta.

domenica 20 maggio 2018

FOCUS FISCO: NON SOLO 730, IL 18 GIUGNO SCADE L'ACCONTO IMU (E DOVE PREVISTA LA TASI)

Non solo 730 time. Infatti la scadenza di Imu e Tasi 2018 si avvicina. Tra poco meno di un mese i possessori di immobili ubicati nel territorio italiano,dovranno tornare alla cassa e mettere mano al portafoglio per effettuare il versamento dell’acconto IMU/TASI 2018.   La prima (o unica) rata dell’IMU dovuta per il 2018, ad eccezione di determinati immobili, deve essere pagata entro il 18 giugno 2018 sulla base delle aliquote nonché detrazioni stabilite dai singoli Comuni per l’anno 2017. Nei casi in cui il Comune abbia già deliberato le aliquote IMU per il 2018, il contribuente potrà (non vi è obbligo, è una facoltà) far riferimento alle delibere relative al 2017 anche per il pagamento della prima rata 2018. Tenendo presente, comunque, che il Comune potrà intervenire sulle proprie delibere 2018 fino al 15 ottobre 2018 (in quanto il 14 ottobre cade di domenica).
Invece, la seconda rata 2018 (a saldo della prima) va pagata entro il 17 dicembre 2018 (in quanto anche il 16 dicembre cade di domenica), prendendo a riferimento le aliquote nonché detrazioni approvate dai singoli Comuni per l’anno 2018, a condizione che le delibere di approvazione delle aliquote e detrazioni dei Comuni siano inviate al Ministero dell’economia e delle finanze, per il tramite dell’apposito “portale del federalismo fiscale” entro il 15 ottobre 2018 (in quanto il 14 ottobre cade di domenica), in modo che il Ministero possa provvedere alla loro pubblicazione nel proprio sito entro il termine del 29 ottobre 2018 (in quanto il 28 ottobre cade di domenica). Nei casi in cui il Comune non provveda all’invio della propria deliberazione entro il 15 ottobre 2018, la seconda rata a conguaglio della prima andrà versata prendendo a riferimento le aliquote approvate nel 2016.

lunedì 14 maggio 2018

ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE, L'INPS RENDE NOTE LE NUOVE TABELLE 2018-2019

Con la circolare numero 68 dell' 11 maggio 2018 l’INPS ha reso note le nuove tabelle per il calcolo degli assegni familiari valide dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019.
La legge n. 153/88 stabilisce che i livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare sono rivalutati annualmente, con effetto dal 1° luglio di ciascun anno, in misura pari alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, calcolato dall’ISTAT, intervenuta tra l’anno di riferimento dei redditi per la corresponsione dell’assegno e l’anno immediatamente precedente. A differenza degli ultimi 2 anni, importi e limiti di reddito contenuti nelle tabelle sono variati a causa dell’aumento dell’1,1% dei prezzi al consumo calcolata dall’ISTAT.
Pertanto l’INPS come ogni anno pubblica le tabelle contenenti i nuovi livelli reddituali, nonchè i corrispondenti importi mensili della prestazione, da applicare dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019, alle diverse tipologie di nuclei familiari.
Ricordiamo ai lavoratori subordinati e parasubordinati, nonchè ai percettori di pensioni da lavoro dipendente e i percettori di ammortizzatori sociali, che dovranno ripresentare rispettivamente ai datori di lavoro e all’INPS i nuovi modelli compilati, contenenti i redditi percepiti dal proprio nucleo familiare nell’anno 2014 e dichiarati con CU o dichiarazione dei redditi.
Sulla base di tali livelli di reddito, in corrispondenza al proprio nucleo familiare, saranno determinati gli importi giornalieri, settimanali, quattordicinali e quindicinali degli assegni per il nucleo familiare che saranno corrisposti agli aventi diritto durante il periodo 1 luglio 2018 – 30 giugno 2019.
Qui di seguito alleghiamo le nuove tabelle assegni familiari così come pubblicate dall’INPS, il modulo per la richiesta e una guida all'ANF.

Cliccando sul link sottostante potrete visualizzare e scaricare la circolare Inps e le tabelle contenute in allegato.

DOPPIA VERIFICA PER L'ITALY MASTER PLAN DI WHIRLPOOL


Questa volta dovrebbe essere quella buona. Dopo diversi rinvii, dovuti anche alle vicende nazionali inerenti la formazione del nuovo Governo, si terrà il prossimo 17 maggio, l’incontro tra organizzazioni sindacali e il management di Whirlpool Emea a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico. E’ passato oltre un anno dall’inaugurazione dello stabilimento di Melano. La “model factory” come unico hub della zona Emea di Whirlpool da cui escono tutti i piani cottura di tutti i tipi commercializzati nel vecchio continente, nell’area mediterranea, mediorientale e Africa. La trasformazione fisica del plant avviata nel 2015 è stata portata a termine nelle scorse settimane con l’avvio della seconda maxipressa, spostata da Albacina e quindi può tranquillamente dirsi che quanto previsto dall’Italy Master Plan, sia andato a compimento. Uno stabilimento “top class”, come definito dal management Whirlpool, quella fabbrica verticalmente integrata, nel quale entra il coil di lamiera ed esce il piano cottura imballato, pronto per essere commercializzato. Dunque Melano, è posizionata su un crinale strategico, nella geografia produttiva di Whirlpool, per la zona Emea.
Ma sul sito di Melano, purtroppo si riverberano tutte le complicazioni e le difficoltà che sta incontrando la Whirlpool a livello di area Emea, nell’intercettare la crescita del mercato del bianco, che ha risvolti concreti con la contrazione delle produzioni e il ricorso diverse giornate di stop produttivo, mediante l’utilizzo della cassa integrazione. L’azienda ha dichiarato di avere ancora difficoltà e problemi per portare a compimento l’integrazione tra Whirlpool e Indesit, soprattutto per quello che concerne l’organizzazione commerciale e i sistemi informatici. Dodici mesi di ritardo, rispetto alle previsioni di tre anni fa, che richiederà un altro anno di cassa integrazione da chiedere al nuovo governo. Il 2017, come del resto ammesso dallo stesso management dell’azienda di Benton Harbor, nell’incontro di coordinamento lo scorso 31 gennaio a Roma, è stato un anno orribile nel risiko del mercato del bianco, sempre più complicato e dinamico e con competitor sempre più aggressivi.
Melano, come ribadito più volte dalla dirigenza, è cruciale e strategico all’interno di quella politica industriale di sviluppo a lungo termine di Whirlpool. Inoltre si è terminata la vicenda dell’acquisizione di Albacina da parte di Ariston Thermo, con la firma del contratto per la cessione del plant e quindi nei prossimi mesi cinquanta lavoratori circa, saranno coinvolti su base volontaria, al cambio di casacca. Albacina, come noto, dovrebbe diventare, entro un paio di anni a partire da questa estate, un centro di competenza per la progettazione e produzione di prodotti che utilizzeranno tecnologie rinnovabili avanzate per il comfort termico, il riscaldamento di acqua e ambienti con sofisticati livelli di connettività. Un’operazione che intreccia romanticismo familiare e strategie industriali.
E dopo il complicato mese di marzo, i primi timidi segnali di ripresa, legati alle strategie aziendali distributive, per uscire dalle paludi stagnanti, sembrerebbero intravvedersi, ad ogni modo una successiva verifica si avrà con il successivo tavolo territoriale che si svolgerà il prossimo 24 maggio a Fabriano e che vedrà esaminata anche la situazione delle sedi impiegatizie. (s.b.)

giovedì 10 maggio 2018

730 2018, TUTTE LE SPESE DEDUCIBILI E DETRAIBILI

Quando si presenta la dichiarazione dei redditi i contribuenti possono portare in detrazione o deduzione compilazione alcune spese od oneri eri sostenuti nell'anno precedente. Per non perdere nessuna opportunità di risparmio riepiloghiamo le spese che danno diritto ad una riduzione delle tasse dovute: detraendole, che significa sottraendole dalle imposte da versare, o deducendole e quindi sottraendole dal reddito complessivo sul quale si calcola l'imposta. 
Vediamo quali sono le principali detrazioni previste dal 730 a partire da quella per i familiari a carico: per essere considerati a carico, coniuge figli o altri familiari non devono aver avuto un reddito superiore a euro 2.840,51. Per tutti i familiari a carico è possibile portare in detrazione le spese sostenute: in particolare per i figli si potranno detrarre le spese di istruzione, dal nido al diploma (136,23 massimo per ogni figlio) e le spese per le tasse universitarie, e anche le spese per l'iscrizione ad attività sportive dilettantistiche per i figli tra i 5 e i 18 anni (massimo 39.9 euro a figlio). 
Anche l'abitazione è oggetto di numerose opportunità di risparmio fiscale, sia per chi sta in affitto sia per i proprietari. Chi acquista casa può detrarre il 19% sia le spese di intermediazione immobiliare (fino a 190 euro) che gli interessi passivi del mutuo (massimo 760 euro). Ci sono poi i bonus legati a ristrutturazione (50%) e risparmio energetico (65%) il bonus mobili (50%) e il bonus sicurezza (50%). Anche gli inquilini in affitto possono godere di detrazioni che variano in base al reddito dell'inquilino e dal tipo di contratto. Prevista anche una detrazione del 19% fino a 2633 euro per gli studenti fuori sede. Veniamo alla detrazione più frequente: le spese mediche, che possono essere detratte nella misura del 19% con una franchigia di 129,11 euro. Con un limite massimo di 387,34 euro, godono della stessa detrazione anche le spese veterinarie. 
Si detrae anche la generosità: beneficienza ed erogazioni a favore di onlus, ong, istituti religiosi, partiti, università, ed enti di ricerca sono tutti detraibili. Queste invece sono le spese deducibili: Ticket del Servizio Sanitario Nazionale; assegni periodici per il mantenimento dell'ex coniuge (ma non quelli per il mantenimento dei figli). Sono inoltre deducibili i contributi previdenziali ed assistenziali e volontari versati alla gestione della forma pensionistica obbligatoria d'appartenenza, anche se sostenuti per i familiari fiscalmente a carico come i contributi per fondi integrativi del servizio sanitario nazionale, forme pensionistiche complementari e individuali (fino a 5.164,57 euro), l'assicurazione casalinghe, il riscatto degli anni di laurea o la ricongiunzione dei contributi, contributi versati a favore di colf e badanti, per la parte a carico del datore di lavoro (fino a 1.549,37 euro). 
Nel caso di persone disabili, sono deducibili le spese sanitarie, per l'assistenza infermieristica e riabilitativa (con prescrizione medica). In caso di ricovero non è deducibile la retta, ma solo le spese mediche e di assistenza specifica. 

(FONTE: CAFCISL.IT)

mercoledì 9 maggio 2018

FONDO COMETA: VALORE QUOTA MESE DI APRILE 2018


Sembra attenuarsi la fase di incertezza sui mercati finanziari dei mesi scorsi, con la volatilità che aveva un impatto negativo sulle performance degli asset dei fondi, soprattutto per quello che riguarda le linee bilanciate e dinamiche. Ad aprile, tranne monetario plus tutti i comparti del fondo di previdenza dei metalmeccanici fanno infatti registrare un andamento positivo.(s.b.)

domenica 6 maggio 2018

METASALUTE E FLEXIBLE BENEFIT 2018


In riferimento a quanto previsto dal rinnovo del CCNL dell’Industria Metalmeccanica e dell’Installazione di Impianti del 26 novembre 2016, Titolo IV art. 17 – Welfare – entro il mese di maggio 2018, i lavoratori iscritti al Piano Base potranno scegliere di destinare l’importo previsto dal Flexible Benefit, relativo all’anno 2018 e pari a 150,00 euro, a mètaSalute con l’attivazione del Piano Sanitario Integrativo C.
I lavoratori interessati dovranno compilare e consegnare il modulo di richiesta alla propria azienda la quale provvederà ad attivare il Piano Sanitario C. 

Per maggiori informazioni si raccomanda un'attenta lettura dell'art. 3 dell'allegato al Regolamento e delle circolari n.3/2018 (Aziende e Lavoratori).


venerdì 4 maggio 2018

TERREMOTO: RISPOSTE IMMEDIATE SU BUSTA PAGA PESANTE. PROROGARE A FINE ANNO LA RISCOSSIONE DELLE RITENUTE

Restituire certezze alle popolazioni colpite dagli eventi sismici partendo da risposte immediate su tempi e criteri di restituzione della busta paga pesante. È quanto chiedono Cgil Cisl e Uil delle Marche a poche settimane dalla scadenza del 31 maggio indicata per l’avvio della restituzione dell’Irpef e dei contributi sospesi nelle aree del cratere sismico.
I sindacati hanno inviato una richiesta formale ad Inps e Agenzia delle Entrate regionali per avere una indicazione corretta circa le modalità di restituzione: il rischio, che Cgil Cisl e Uil intendono in ogni modo scongiurare, è che si opti per una restituzione in unica soluzione. Ma anche nel caso sia confermato il pagamento in 24 mensilità, i contribuenti delle zone colpite dal terremoto si troveranno a versare la normale Irpef, la cui riscossione è ripresa da gennaio 2018, maggiorata della rata di restituzione delle imposte sospese. In sostanza per un lavoratore o un pensionato questo significherà pagare ogni mese almeno il 50% in più di imposte sul reddito.
Le poche indicazioni pervenute ad oggi dall’Agenzia delle Entrate non danno indicazioni complete sulle modalità della restituzione. Non ci sono codici tributo e modelli per il versamento autonomo delle imposte sospese da parte del contribuente e dalle amministrazioni pubbliche arrivano indicazioni discordanti sulla possibilità o meno di far detrarre direttamente dallo stipendio le imposte da restituire. Ad oggi il dipendente privato e il pensionato non hanno ancora strumenti per comunicare la volontà di rateizzazione, il numero delle rate prescelto e per effettuare i relativi versamenti.
Come se non bastasse, il 31 maggio scade anche la sospensione dei termini di pagamento per le utenze di acqua, luce e gas delle abitazioni inagibili ed entro il 31 agosto i gestori emetteranno per tutti gli utenti del cratere un’unica fattura di conguaglio relativa a tutto il periodo di sospensione e rateizzabile in 36 mesi.
Un vero e proprio effetto stangata, con le buste paga e le pensioni che rischiano di risultare insufficienti a far fronte alla ripresa in contemporanea di tutte le riscossioni. È un pericolo che denunciamo da tempo e che, proprio ora che la terra non smette di tremare, si sta facendo sempre più concreto.
Proprio per questo motivo, Cgil Cisl e Uil nazionali hanno chiesto al Governo che venga prorogata fino alla fine dell'anno la riscossione delle ritenute. Per le organizzazioni sindacali, «è opportuno valutare, come è avvenuto in precedenti occasioni legate a eventi sismici, una riconsiderazione del termine previsto per la ripresa della riscossione. La richiesta considerata congrua dai territori sarebbe quella di dicembre 2018 (invece di maggio 2018) per l'inizio del versamento attraverso un intervento urgente. Occorre utilizzare strumenti nazionali o regionali per consentire di posticipare il termine e dare quindi una risposta alle necessità delle popolazioni colpite dal sisma».

(FONTE: CISLMARCHE.IT)