Restituire certezze alle popolazioni colpite dagli eventi sismici partendo da risposte immediate su tempi e criteri di restituzione della busta paga pesante. È quanto chiedono Cgil Cisl e Uil delle Marche a poche settimane dalla scadenza del 31 maggio indicata per l’avvio della restituzione dell’Irpef e dei contributi sospesi nelle aree del cratere sismico.
I sindacati hanno inviato una richiesta formale ad Inps e Agenzia delle Entrate regionali per avere una indicazione corretta circa le modalità di restituzione: il rischio, che Cgil Cisl e Uil intendono in ogni modo scongiurare, è che si opti per una restituzione in unica soluzione. Ma anche nel caso sia confermato il pagamento in 24 mensilità, i contribuenti delle zone colpite dal terremoto si troveranno a versare la normale Irpef, la cui riscossione è ripresa da gennaio 2018, maggiorata della rata di restituzione delle imposte sospese. In sostanza per un lavoratore o un pensionato questo significherà pagare ogni mese almeno il 50% in più di imposte sul reddito.
Le poche indicazioni pervenute ad oggi dall’Agenzia delle Entrate non danno indicazioni complete sulle modalità della restituzione. Non ci sono codici tributo e modelli per il versamento autonomo delle imposte sospese da parte del contribuente e dalle amministrazioni pubbliche arrivano indicazioni discordanti sulla possibilità o meno di far detrarre direttamente dallo stipendio le imposte da restituire. Ad oggi il dipendente privato e il pensionato non hanno ancora strumenti per comunicare la volontà di rateizzazione, il numero delle rate prescelto e per effettuare i relativi versamenti.
Come se non bastasse, il 31 maggio scade anche la sospensione dei termini di pagamento per le utenze di acqua, luce e gas delle abitazioni inagibili ed entro il 31 agosto i gestori emetteranno per tutti gli utenti del cratere un’unica fattura di conguaglio relativa a tutto il periodo di sospensione e rateizzabile in 36 mesi.
Un vero e proprio effetto stangata, con le buste paga e le pensioni che rischiano di risultare insufficienti a far fronte alla ripresa in contemporanea di tutte le riscossioni. È un pericolo che denunciamo da tempo e che, proprio ora che la terra non smette di tremare, si sta facendo sempre più concreto.
Proprio per questo motivo, Cgil Cisl e Uil nazionali hanno chiesto al Governo che venga prorogata fino alla fine dell'anno la riscossione delle ritenute. Per le organizzazioni sindacali, «è opportuno valutare, come è avvenuto in precedenti occasioni legate a eventi sismici, una riconsiderazione del termine previsto per la ripresa della riscossione. La richiesta considerata congrua dai territori sarebbe quella di dicembre 2018 (invece di maggio 2018) per l'inizio del versamento attraverso un intervento urgente. Occorre utilizzare strumenti nazionali o regionali per consentire di posticipare il termine e dare quindi una risposta alle necessità delle popolazioni colpite dal sisma».
(FONTE: CISLMARCHE.IT)
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