venerdì 29 novembre 2013

VERTENZA INDESIT: TIC TOC TIC TOC, ED IL SETTIMO GIORNO LA TRATTATIVA SI RIAPRI'


Esattamente una settimana dopo la consegna nelle mani delle RSU del documento che sanciva l'apertura della procedura di licenziamento per 1400 lavoratori ( di cui 480 tra Melano ed Albacina) ed una settimana di passione nella quale i lavoratori, di tutti i siti italiani della holding fabrianese dell'elettrodomestico, hanno palesemente mostrato la volontà che la trattativa si debba riaprire, ecco che il Ministero dello Sviluppo Economico ha riconvocato la parti alle ore 16,00 del 3 dicembre.
La trattativa sulla vertenza Indesit che si era interrotta lo scorso 19 novembre quando l'azienda, dopo una notte di confronto, aveva annunciato l'intenzione di portare avanti unilateralmente il piano di riorganizzazione, che come detto era stata manifestata con l'avvio della procedura di mobilità. Dal 22 Novembre erano scattati i 75 giorni di consultazione sindacale ed amministrativa, entro i quali si deve addivenire ad un accordo prima dell'invio (malaugurato) delle lettere di licenziamento, passo che tutti si augurano si possa e si debba evitare.

APPROVATA L'ABOLIZIONE DEL SALDO IMU 2013 SULLA PRIMA CASA (PARZIALE) E SUI TERRENI AGRICOLI

Mentre la data del 16 dicembre, quando scadrà il versamento del saldo IMU 2013, si avvicina inesorabilmente, forse e sottineiamo forse si sgombrano il campo da tanti dubbi, dissipati però da amare sorprese, visto che probabilmente i proprietari di dieci milioni di abitazioni principali rischiano di essere chiamati alla cassa il 16 gennaio 2014, per pagare una fetta dell'Imu 2013, ossia gli abitanti dei Comuni che hanno alzato l'aliquota nel 2012 o 2013 rispetto ai parametri standard e che non possono essere esentati del tutto dal pagamento perchè la copertura statale non è sufficente.
È stata ufficializzata l'abolizione della seconda rata IMU sull'abitazione principale ad eccezione degli immobili classificati nelle categoria A/1, A/8 e A/9: lo ha annunciato il Consiglio dei Ministri, con comunicato stampa 27 novembre 2013 che anticipa il contenuto del Decreto Legge recante"Disposizioni urgenti concernenti l'Imu, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia".
In particolare il Comunicato precisa che:
l'abolizione non è per tutti: per quanto riguarda infatti il gettito ulteriore atteso dai comuni che hanno deliberato per l'anno 2013 aliquote superiori a quella standard, la metà dell'importo viene ristorata dallo Stato e l'altra metà verrà versata dai contribuenti interessati entro il 16 gennaio 2014; 
sono, inoltre, esentati dal versamento dell'IMU i fabbricati rurali e gli imprenditori agricoli relativamente ai terreni. 

MANISA, TURCHIA, NON SOLO ELETTRODOMESTICI, MA ANCHE LA NUTELLA APRE UNA FABBRICA NEL PAESE DELLA MEZZALUNA

Quando diciamo Manisa, in Turchia, pensiamo agli elettrodomestici, alla Indesit Company alla Faber ( oggi Franke Company), che da un pò, hanno dei siti produttivi nella terra della mezzaluna e che stà diventando il nuovo eldorado produttivo, ma.....Un buongiorno con Nutella fa più buona la vita. Uno slogan commerciale, però, che non a niente a che fare con il fatto che Nutella sia diventata più turca. Non molti lo sanno, ma da 30 anni la Ferrero si rifornisce di nocciole sul mar Nero: il colosso di Alba ha acquistato il 30% della produzione della Turchia, che rappresenta l'80% del totale mondiale. Nutella e Rocher già turchi nel cuore. Non deve stupire che il gruppo alimentare italiano abbia inaugurato un impianto produttivo a Manisa, che ha comportato un investimento di 90 milioni di euro. Impiegherà a regime 200 dipendenti diretti e altrettanti nell'indotto. L'investimento della Ferrero riassume perfettamente la qualità e l'importanza delle relazioni tra Turchia e Italia: il nostro Paese è il quinto partner commerciale della Turchia e sono più di mille le imprese italiane che operano in questo paese. Una partnership strutturale e strategica che oggi si arricchisce di un pezzo pregiato ed importante. 
L'apertura dell'impianto si inserisce all'interno della strategia di sviluppo in Turchia della compagnia, che punta in futuro a soddisfare una parte del suo fabbisogno con nocciole provenienti dalla regione turca del Mar Nero. L'impegno è imponente: un costo complessivo 90 milioni di euro; un'area di 146.000 mq, di cui 22.000 coperti; una produzione iniziale di 30.000 tonnellate che con un piccolo investimento possono arrivare a 50.000.

"Positivo il commento del sindacato. "L'investimento in Turchia - esordisce Stefano Faiotto, segretario nazionale Fai Cisl - significa che Ferrero amplia la produzione nel mondo, che già conta 20 stabilimenti e circa 25 mila addetti. E questa operazione non avrà ricadute negative sugli stabilimenti italiani, non ci sarà una redistribuzione sul lato dell'occupazione. Anzi". 
D'altronde, sembra logico che un gruppo multinazionale che voglia entrare nel mercato turco, acquisisca un impianto in quell'area, anche perchè parliamo del primo produttore di nocciole al mondo. Un trampolino di lancio anche per i mercati dell'Est. "Noi siamo soddisfatti - sottolinea Faiotto - perchè Ferrero compenserà il calo delle vendite in Italia proiettandosi in un altro mercato e aumentando così la produzione di Nutella. Senza dimenticare che nasceranno nuove linee produttive anche in Italia a cominciare da Alba con un nuovo snack". Il sogno? "Forse il mercato cinese - dice la Fai - anche se questo richiede una educazione alimentare di lungo periodo e una abitudine dei cinesi ad utilizzare il pane, necessario per il consumo della Nutella".
Ferrero è in Turchia da quattro anni, la prima pietra della fabbrica è stata posata nel marzo 2012: l'attivazione delle linee produttive è stata quindi estremamente rapida, i cinque responsabili italiani (il personale totalizza circa 200 unità, che arrivano a 500 con il commerciale e la distribuzione) sono contentissimi sia della qualità delle materie prime - il latte, ad esempio ma anche i barattoli di vetro sono turchi - sia della capacità di apprendimento dei locali che a breve cominceranno a fare tutto da soli. Le ragioni della presenza diretta in Turchia e specificamente a Manisa sono semplici é affidabile, collaborativa e disponibile e assicura un sostegno professionale agli investimenti attraverso l'agenzia governativa Ispat. Cosa che non succede in Italia.

Ma la storia e il futuro del colosso di Alba sono saldamente ancorati nel nostro Paese. Una storia che nasce ufficialmente il 14 maggio 1946 ad Alba nei locali della pasticceria Biffi, in via Rattazzi, dove una cinquantina di dipendenti producono, oltre ai classici prodotti di pasticceria, anche la Pasta Gianduia, inventata dal signor Pietro Ferrero. Giovanni Ferrero, fratello minore di Pietro, è l'altro personaggio-chiave per l'ascesa del gruppo. Un giorno, Giovanni capita a Milano con un furgone carico di qualche quintale di pasta Gianduia destinato ad un grossista. Il magazzino nel quale deve scaricare è chiuso e il suo camioncino viene circondato da una folla di persone desiderose di comprare il prodotto: in breve tempo smaltisce l'intera partita. L'avventura milanese gli suggerisce di saltare i grossisti e di vendere il prodotto direttamente ai negozianti, risparmiando le spese di distribuzione e utilizzando automezzi propri come agenti pubblicitari.
Giovanni organizza il commercio e la vendita del Giandujot che lui stesso consegna in giro per l'Italia assicurandosi ordinazioni tali da richiedere nuovo lavoro per la fabbrica. 
Pochi mesi dopo Pietro inventa la confezione monodose della Pasta Gianduia: il Cremino, destinata ad un successo immediato e di vaste proporzioni. Nel marzo del 1948 la produzione della fabbrica raggiunge e supera i 3000 quintali e la domanda non è ancora soddisfatta; lo stabilimento deve continuamente ingrandirsi ed è necessario assumere nuovo personale.
A metà degli anni '50 la Ferrero apre uno stabilimento in Germania a Allendorf (vicino a Francoforte), destinato a rappresentare il primo esempio di "internazionalizzazione" dell'industria italiana nel settore dolciario. In Germania si incomincia con un solo prodotto, la Cremalba, a cui segue la produzione del Mon Chèri. Quest'ultimo ha un successo esorbitante.
Durante gli anni '60 nascono la Ferrero francese e quella belga; inoltre grazie a una adeguata rete commerciale la Ferrero porta i suoi prodotti in tutta l'Europa. Alla fine degli anni 60 la Ferrero opera sul mercato europeo con 8 società.

Parallelamente all'espansione estera, avviene quella italiana; nel 1960 si inaugura la fabbrica di Pozzuolo Martesana, vicino a Milano, dove si producono le Brioss; successivamente si inaugura lo stabilimento di Avellino, e nel 1964 si inaugura a Pino Torinese un nuovo centro direzionale. Nello stesso anno nasce la Nutella.
Negli anni '70 Michele Ferrero crea dei prodotti per i giovanissimi e lancia sul mercato il Kinder-Cioccolato, i Pocket Coffee, i Tic Tac e l'Estathè.
Negli anni '80 la Ferrero è presente negli Usa, in Canada, in America Latina, nel Sud-Est Asiatico e in Australia. Si realizzano due stabilimenti nel Sud d' Italia che contribuiscono alla rinascita delle zone devastate dal terremoto avvenuto nel 1980.
Negli anni '90, dopo la caduta del muro di Berlino, la Ferrero installa sedi commerciali in Polonia, in Ungheria e nella Repubblica Ceca. Inoltre si inaugura un nuovo stabilimento produttivo a Belsk in Polonia. I figli del signor Michele, Pietro e Giovanni, diventano Chief Executive Officers della Ferrero International, la società capogruppo, la cui sede è a Lussemburgo e che possiede 29 società operative di cui 18 in Europa e 11 nel resto del mondo, e 15 stabilimenti produttivi per un totale di 16000 dipendenti. Infine l'espansione in terra turca, marcata sempre made in Italy.



CAOS IMU E NON SOLO SULLA PRIMA CASA

A seguito dell’ulteriore proroga al 30 novembre 2013 concessa ai Comuni per deliberare le aliquote ed i regolamenti per l’anno  in corso ed a causa dell’incertezza del pagamento IMU sull’abitazione principale dissipata e poi neanche tanto
i CAF, stante l’attuale incertezza normativa,
non sono nelle condizioni di calcolare il saldo IMU.
Per questo il calcolo potrà essere effettuato solo nel momento in cui ci sarà un quadro normativo più chiaro sia a livello nazionale che locale.

CAF CISL MARCHE

giovedì 28 novembre 2013

DAL MONDO DEL "BIANCO"- VERTENZA ELECTROLUX, OGGI GIORNATA EUROPEA DI MOBILITAZIONE

Electrolux non cambia idea: lo spostamento della produzione di frigoriferi da incasso dallo stabilimento di Susegana (Treviso) ad una sede in Ungheria sarebbe "una delle azioni che l'azienda considera già decise e supportate da motivazioni". E' quanto riferito da Anna Trovò, segretario nazionale di Fim-Cisl, al termine di un vertice fra organizzazioni sindacali e rappresentanti della multinazionale svedese svoltosi nei giorni scorsi a Mestre. Questo, ha aggiunto la dirigente sindacale, "nonostante l'investimento in Ungheria non sia ancora stato avviato e anche se di questo si parlerà a partire dal 2014". Trovò ha riferito di aver appreso dal gruppo dell'elettrodomestico dati di marginalità netta negativi sull'intero continente per i segmenti del lavaggio e della refrigerazione, compensati solo in parte dai buoni risultati del ramo cottura e da quelli appena al di sopra dello zero del comparto lavastoviglie. L'azienda avrebbe anche aggiunto di voler proseguire con le analisi sui costi e redditività sugli stabilimenti italiani. "Noi siamo sempre disponibili a confrontarci - ha aggiunto Trovò - ma in una condizione di bocce ferme. Possiamo cioè valutare le condizioni necessarie per mantenere competitive le fabbriche purchè nel frattempo l'azienda non intervenga unilateralmente su alcuno dei suoi asset". Un nuovo incontro fra le parti è stato fissato per il 18 dicembre. Per contrastare i licenziamenti e la possibile dismissione delle produzioni, oggi si svolgerà una giornata di mobilitazione a livello europeo, decisa dai delegati del CAE ( Comitato Aziendale Europeo), mentre un pacchetto di altre otto ore di sciopero sarà gestito, stabilimento per stabilimento, nel mese di dicembre.

mercoledì 27 novembre 2013

RIFIUTI TOSSICI. L'INDESIT REPLICA ALL'ESPRESSO: " SEMPRE AGITO SECONDO LE REGOLE"

Premesso, ma questa è una considerazione tutta personale che come cittadino a me questa vicenda puzza più dei miasmi emanati dai roghi nella ormai nota terra dei fuochi, non foss'altro della tempistica in cui essa è stata fatta emergere, ossia proprio in un momento in cui si parla di chiusura di uno stabilimento nel casertano ed in secondo luogo perchè per una caratteristica tutta italiana, il faldone è stato dimenticato, rimanendo chiuso misteriosamente venti anni in qualche cassetto. Tentativo di qualcuno di dirottare la trattativa in essere che come noto si stà snodando da circa sei mesi intorno al piano di salvaguardia e razionalizzazione dell'assetto in Italia? Per giunta nel momento di massima tensione sfociata con la rottura delle trattative e dell'avvio della procedura di mobilità. 
Ebbene come noto, secondo il settimanale L'Espresso, l'azienda aveva avuto rapporti 'privilegiati' con Cipriano Chianese, avvocato del clan dei casalesi che si occupava dello smaltimento dei rifiuti 
Il nome dell'Indesit per la prima volta accostato allo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania. Secondo quanto riportato dal settimanale 'L'Espresso' un rapporto segreto della Criminalpol del 1996 riferirebbe come i manager dell'Indesit – allora ancora 'Merloni Elettrodomestici' – avrebbero avuto un 'rapporto esclusivo' con Cipriano Chianese, avvocato del clan dei casalesi che seguiva proprio la questione dei rifiuti nocivi. Sempre secondo il settimanale, dalle carte della polizia e dalle relative intercettazioni telefoniche tra presunti camorristi e alcuni uomini ritenuti 'alti dirigenti' dell'allora Merloni Elettrodomestici si evincerebbe un rapporto commerciale tra lo stesso Chianese e l'impresa del bianco operante anche nel Casertano.
La replica. “L'azienda non è mai stata coinvolta in attività illecite inerenti lo smaltimento dei rifitui”, è la secca risposta dell'azienda affidata ad una nota. “Mai ci sono stati contestati illeciti o irregolarità dalle autorità competenti, incluse quelle di cui si fa menzione negli atti parlamentari. Tutto il ciclo di smaltimento segue le più severe normative ed è sottoposto a certificazione di qualità. Le azioni di Indesit sono state sempre improntate al massimo rispetto per l'ambiente ed alla sua salvaguardia".

martedì 26 novembre 2013

VERTENZA INDESIT: FARINA, MINISTERO RICONVOCHI RAPIDAMENTE LA TRATTATIVA

(Giuseppe Farina, segretario nazionale Fim-Cisl)
“I lavoratori della Indesit Company nelle assemblee tenute in tutti gli stabilimenti; le quasi 700 firme su circa 900 lavoratori, raccolte spontaneamente nel sito di Caserta; la posizione unitaria della Rsu dello stabilimento di Comunanza, chiedono tutti con forza una sola cosa: di respingere le procedure di mobilità avviate dall’azienda e di riprendere già nei prossimi giorni la trattativa con Indesit sulla riorganizzazione aziendale”. Parla così il segretario generale Fim Cisl, Giuseppe Farina. “Le volontà si sono espresse e non c’è più tempo da perdere, il ministero dello Sviluppo Economico, deve riconvocare rapidamente la trattativa e l’azienda ritirare la mobilità e fare gli ultimi passi necessari per concludere positivamente l’accordo”.

domenica 24 novembre 2013

VERTENZA INDESIT: GLI OPERAI DI COMUNANZA SCRIVONO AL MINISTERO

Mentre il timer della mobilità, scattato venerdì 22 novembre e puntato al prossimo 5 febbraio 2014, quando scadranno i 75 giorni di consultazione sindacale previsti dalla procedura stessa, scandisce il passare dei giorni per cercare di ricucire lo strappo ed evitare quindi l'invio delle lettere di licenziamento e togliendo dal baratro i 1400 lavoratori di Indesit interessati., si susseguono le prese di posizione dei lavoratori. Dopo la richiesta con forza delle maestranze del polo Melalba e degli impiegati del fabrianese ecco che la Rsu di Fim, Fiom e Uilm  dello stabilimento di Comunanza scrive in maniera unitaria direttamente al Ministro dello sviluppo economico Zanonato ed al sottosegretario De Vincenti in merito alla rottura del negoziato con la Indesit Company avvenuto lo scorso 18 Novembre.
(La situazione ad oggi della vertenza)
"L'interruzione del negoziato apre un preoccupante scenario per la salvaguardia dei livelli occupazionali, poichè vanificherebbe gli importanti passi avanti fatti in 6 mesi di trattativa e di lotta da parte delle maestranze e toglie prospettive di lavoro a 1400 dipendenti".
Secondo quanto previsto dalla normativa della mobilità, all'interno della consultazione sindacale, su richiesta delle rappresentanze sindacali e delle rispettive associazioni, entro sette giorni dalla ricezione della comunicazione si procede ad un esame congiunto tra le parti.
Sicuramente trovare una soluzione seria, credibile e sostenibile alla vertenza è possibille e nell'interesse di tutti, visto che la posta in gioco è alta ed i lavoratori, stanno vivendo ore di insostenibile attesa, ma al contempo un estremo senso di responsabilità. Ed in questi tempi, in cui l'emergenza occupazionale ha toccato livelli altissimi, la permanenza sul posto di lavoro, oggi fa veramente la differenza, tra chi sopravvive dignitosamente e chi è purtroppo condannato all'indegenza.

sabato 23 novembre 2013

DAL MONDO DEL "BIANCO": ELETTRODOMESTICI , TORNA LA CRESCITA. NEL TERZO TRIMESTRE, SU LE VENDITE, AD OTTOBRE ANCHE LA PRODUZIONE

Stop alla caduta degli elettrodomestici in Italia. Nel terzo trimestre, secondo le rilevazioni di Gfk Temax, le vendite nella grande distribuzione hanno registrato una timida inversione di tendenza: +0,6% a 851 milioni. Se il dato trovasse conferma anche nei mesi successi, si consoliderebbe quella ripresa attesa da cinque anni: in tutto questo tempo il calo del sell out è stato pressoché ininterrotto.«È presto per dire – commenta Franco Secchi, presidente di Ceced, l'associazione dei costruttori di elettrodomestici – se si tratta di un rimbalzo tecnico o di una ripresa strutturale. Potrebbe anche trattarsi della necessità di sostituire un numero elevato di apparecchi arrivati a fine vita. In generale direi che gli incentivi governativi mostrano di funzionare: e viene da dire che ci voleva poco per smuovere una situazione molto pesante».
Peraltro gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie sono stati prorogati per tutto il 2014 e queste potrebbero spingere gli elettrodomestici in attesa di una crescita senza "doping". «Prima di pensare al 2014 – avverte Antonio Guerrini, dg di Ceced – dobbiamo giocarci la partita di Natale. Dicembre è un mese importante per gli acquisti di questi beni, nonostante pesi il massiccio ricorso alla cassa integrazione e la forte riduzione del potere d'acquisto delle famiglie». 
In attesa di capire se si tratta di un rimbalzo o di una svolta, i "dati di produzione" di ottobre delle industrie in Italia rilevati da Ceced concordano, sostanzialmente, con il nuovo trend delle vendite nelle catene distributive: nel mese, i forni hanno registrato +4,6%, le lavastoviglie +3,3% (+7,7% per il built in), i piani cottura -0,2% e le lavatrici -4,2% (ma +1,6% nei primi 10 mesi su analogo periodo 2012). 
Tornando ai dati trimestrali di Gfk Temax, la telefonia ha messo a segno un robusto +12,7% a 1,33 miliardi: le vendite sono trainate dagli smartphone anche se i tassi di crescita si riducono per la saturazione. Tutti gli altri comparti sono in caduta: dall'audio video, al fotografico, all'office equipment. Quello dell'informatica cala nonostante la forza dei media-tablet, i supporti che consentono l'accesso alla rete in ultramobilità. Nel complesso i primi 9 mesi danno una sostanziale stabilità per gli elettrodomestici grandi e piccoli e un balzo della telefonia (+25%) con un totale di +0,7% a 12,7 miliardi. Ora però si apre il rush finale con le vendite di Natale.
(FONTE IL SOLE 24 ORE)

TRAFFICO INVERNALE CON CATENE, DA QUANDO SI DEVONO AVERE A BORDO, GUARDA LE ORDINANZE

VISUALIZZA LE ORDINANZE ONLINE

INDESIT COMPANY: IL PROFESSOR PALETTA TUTORE DI VITTORIO MERLONI, RICORSO DELLA FAMIGLIA

(La famiglia Merloni al completo alcuni anni fa)
Mentre la vertenza inerente il piano di ristrutturazione e salvaguardia della holding fabrianese dell'elettrodomestico, si stà caricando di tensioni dopo la rottura avvenuta tra la multinazionale degli elettrodomestici ed il sindacato, e la consegna nelle ultime ore della comunicazione di avvio della procedura di mobilità, si è consumato un altro atto della nomina del tutore di Vittorio Merloni. Reclamo contro la nomina del tutore definitivo di Vittorio Merloni, il prof. Angelo Paletta, 46 anni, docente di economia aziendale all'università di Bologna e istanza di nominare al posto del docente la moglie di Merloni, Franca Maria Carloni, o in subordine il figlio Aristide. È quanto hanno chiesto nei giorni scorsi al Tribunale di Ancona gli avvocati della moglie, che finora aveva esercitato le funzioni di tutore e dei quattro figli di Vittorio Merloni, da tempo gravemente malato. Vittorio Merloni controlla, con il 42%, il pacchetto di maggioranza di Indesit Company attraverso Fineldo, la finanziaria di famiglia, le cui quote sono suddivise tra moglie e figli. La decisione del collegio - Francesca Miconi, Anna Bora e Valentina Rascioni - potrebbe arrivare entro un mese. 

venerdì 22 novembre 2013

VERTENZA INDESIT: CONSEGNATA LA COMUNICAZIONE DI AVVIO PROCEDURA DI MOBILITA'. INTANTO ANCHE DA COMUNANZA: "RIAPRIRE LA TRATTATIVA"

E' stata consegnata oggi nelle mani delle RSU degli stabilimenti di Melano ed Albacina ed inviata a tutte le strutture sindacali Fim, Fiom, Uilm e Ugl nazionali e provinciali, al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, al ministero dello sviluppo economico, a Confindustria Ancona e Caserta, regione Marche e Campania la comunicazione di avvio procedura di mobilità da parte della Indesit Company, secondo quanto stabilito  dalla legge 223 del 1991. Il licenziamento collettivo come noto riguarda 1400 lavoratori (infatti dei 1425 iniziali, 25 dirigenti si sono dimessi), secondo quanto stabilito originariamente dal piano di ristrutturazione e salvaguardia, presentato lo scorso 4 giugno dal management della holding fabrianese dell'elettrodomestico. Nello specifico, la procedura prevede 1250 licenziamenti nella direzione area industriale Italia, dei quali 194 dello stabilimento di Albacina, 286 dipendenti dello stabilimento di Melano, 540 occupati del sito di Caserta, 230 a Comunanza. Ora ci saranno 75 giorni (45 più 30) di consultazione sindacale per ricomporre la dolorosa frattura, intercorsa tra sindacato ed Indesit Company, al termine della riunione fiume dello scorso 18 novembre, durata 15 ore. In mancanza di un accordo, decorreranno 120 giorni entro i quali l'azienda avrà la facoltà di licenziare. Intanto anche i lavoratori del plant di Comunanza, dopo quelli di Fabriano, hanno chiesto nelle assemblee di riaprire al più presto la  trattativa.

giovedì 21 novembre 2013

ASSEMBLEE A FABRIANO: I LAVORATORI CON FORZA CHIEDONO CHE IL CONFRONTO SIA RIAPERTO PER ARRIVARE PRESTO AD UN ACCORDO

Partecipazione massiccia delle lavoratrici e dei lavoratori alle assemblee che si sono tenute nelle fabbriche di Melano e Albacina e nella sede centrale, per discutere della situazione della vertenza dopo l’interruzione del confronto tra azienda e sindacato e l’apertura della procedura di mobilità per 1400 lavoratori del gruppo.

I lavoratori hanno valutato negativa la scelta aziendale ed espresso grande preoccupazione.
I  lavoratori hanno con forza chiesto che venga riaperto rapidamente il confronto in sede istituzionale,  perché arrivi un accordo che garantisca lavoro e produzioni in tutte le aree produttive.
La Fim Cisl ritiene che la drammatizzazione innescata con la procedura di mobilità debba essere superata al più presto riprendendo il confronto nell’ obiettivo di arrivare rapidamente ad un accordo.

mercoledì 20 novembre 2013

DOMANI ASSEMBLEE A MELANO ED ALBACINA E SEDE CENTRALE PER GLI IMPIEGATI. INTANTO TRIBUNALE UDIENZA PER LA NOMINA DEL TUTOR DI VITTORIO MERLONI

I coordinatori nazionali della Fiom Cgil Alessandro Pagano, della Fim Cisl Anna Trovò e della Uilm Uil Gianluca Ficco incontreranno domani i lavoratori Indesit degli stabilimenti fabrianesi di Melano e Albacina, per fare il punto sugli ultimi eventi della vertenza, che ieri ha visto azienda e sindacati rompere le trattative sul piano di ristrutturazione del gruppo elettrodomestico. Una mossa seguita dall'annuncio del ricorso unilaterale alla mobilità per 1.400 lavoratori da parte di Indesit.
A Melano le assemblee sono in programma dalle 9:30 alle 10:30; ad Albacina dalle 11 alle 12, mentre le assemblee degli impiegati si terranno alle 14 e alle 15 nella sede centrale della multinazionale.
Inoltre sempre domani, giovedì 21 novembre, altro passo importante per le sorti future della Indesit Company, infatti presso il tribunale di Ancona,  si discuterà del ricorso presentato dalla famiglia contro la decisione del Tribunale di nominare come tutore di Vittorio Merloni, come noto da tempo non in buone condizioni, un professore di Bologna. I quattro fratelli avevano indicato la madre, Franca Carloni, ma il presidente del Tribunale ha giudicato che la sua età non la rendesse idonea al compito e ha preferito scegliere un esterno. La famiglia ha fatto ricorso, concentrando unanimamente la propria scelta su Aristide, il fratello gemello dell'ex presidente Indesit Andrea. 

martedì 19 novembre 2013

VERTENZA INDESIT, ADESSO COSA SUCCEDE?

Dopo 167 giorni e cinque mesi e mezzo dal 4 giugno, l'ultimo atto, (il 6° della serie ministeriale) della vertenza Indesit consumatosi ai Ministero delle Sviluppo Economico ha visto appalesarsi uno scenario nuovo ma che comunque era tra le ipotesi all'orizzonte. Il mancato accordo tra Indesit e sindacati, impedisce l’accesso agli ammortizzatori sociali, l'apertrura della procedura di mobilità in maniera unilaterale da parte aziendale.  Ma come funziona in pratica la procedura di mobilità?
Sintetizzando, quindi, si può riassumere la procedura prevista dagli artt. 4 e 24 legge n. 233/1991, modificati e integrati dal Decreto Legislativo n. 151/1997, nel seguente modo:
Le Rappresentanze Sindacali potranno richiedere un esame congiunto tra le parti, entro 7 giorni dal ricevimento della comunicazione di eccedenza.
L’esame congiunto dovrà esaurirsi entro 45 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione da parte delle Rappresentanze Sindacali.
L’impresa dovrà inviare agli Organi amministrativi (Ministero e Regioni) una comunicazione scritta circa il risultato della consultazione e sui motivi dell’eventuale esito negativo (allegare il verbale di mancato accordo).
In caso di mancato accordo, gli Organi amministrativi convocheranno le parti per un ulteriore esame della situazione e potranno formulare proposte per il raggiungimento di un accordo.
Questa ulteriore fase dovrà esaurirsi entro 30 giorni dal ricevimento da parte degli Organi amministrativi della comunicazione inviata dall’impresa.
Raggiunto l’accordo od esaurita la ulteriore procedura descritta l’impresa potrà collocare in mobilità i lavoratori interessati, nel modo seguente:
•comunicazione scritta ad ogni singolo lavoratore, nel rispetto dei termini di preavviso (allegando la documentazione tutta relativa alla procedura di mobilità, ivi compresi i parametri di individuazione adottati);
•comunicazione scritta alla Direzione Regionale per l’Impiego, alla Regione, alle RSA/RSU, alle OO.SS. di categoria ed alla propria Associazione datoriale, dell’elenco dei lavoratori collocati in mobilità, indicando: nominativo, luogo di residenza, qualifica, livello di inquadramento, età, carichi di famiglia, e, soprattutto, indicando e fornendo le precise e specifiche modalità con cui sono stati applicati i criteri di scelta (carichi familiari, anzianità di servizio ed esigenze tecnico, produttive ed organizzative).


 

VERTENZA INDESIT, ANNA TROVO': RIAPRIRE IMMEDIATAMENTE IL CONFRONTO

L’incontro fiume presso il ministero dello Sviluppo Economico tra Fim, Fiom, Uilm e la Indesit Company Spa, alla presenza del Sottosegretario De Vincenti e del dott. Castano, si è interrotto questa mattina dopo 15 ore di trattativa con un mancato accordo e la decisione dell’ azienda di aprire la procedura di licenziamento per 1.400 lavoratori”. È quanto afferma il segretario nazionale Fim Cisl Anna Trovò in una nota. “La vertenza si era aperta nel mese di giugno quando Indesit aveva annunciato un piano industriale che prevedeva la chiusura di due impianti produttivi e tagliava 1425 posti di lavoro come conseguenza della delocalizzazione produttiva di Indesit in Polonia e in Turchia e della crisi economica in atto. Tale piano era stato da subito giudicato negativamente dal sindacato e dai lavoratori e solo dopo le iniziative di mobilitazione è emersa la volontà delle parti di non abbandonare il tavolo negoziale e continuare la trattativa – prosegue Trovò -. Nella trattativa odierna sono emerse importanti novità sulle quali l’azienda si era resa disponibile a trattare. Nel dettaglio la richiesta mirava a dare alle fabbriche italiane missioni produttive esclusive e specializzate sulle produzioni di gamma alta, quelle con maggiore marginalità, tali da tutelare i lavoratori e nel contempo, mantenere i livelli occupazionali utilizzando anche gli ammortizzatori sociali, privilegiando tra questi, l'utilizzo dei contratti di solidarietà senza prevedere licenziamenti”. “La proposta inoltre – aggiunge la nota – prevedeva per il polo produttivo di Caserta, la specializzazione produttiva sul frigorifero da incasso e sui piani cottura a gas con il rientro in Italia di produzioni di frigoriferi, oggi realizzate in Turchia, e dei piani cottura destinati, nel piano originale predisposto dall'azienda, alla fabbrica di Indesit collocata in Polonia confermando il trasferimento delle produzioni di lavatrici di gamma bassa. Mentre per il polo produttivo di Fabriano, la specializzazione produttiva sui forni da incasso e sui prodotti speciali (professionali) per gli stabilimenti di Albacina e di Melano, ri-internalizzando la produzione di forni finora acquistati all'estero. Infine per il polo produttivo di Comunanza prevista la specializzazione produttiva sul lavaggio, confermando la produzione in Italia di tutte le lavatrici di gamma alta a carica frontale. Su questi contenuti non è stato possibile, tuttavia nonostante la lunga trattativa, raggiungere un accordo condiviso che rimane per la Fim un obiettivo alla portata delle parti. Con l’interruzione del negoziato in corso e l’apertura della procedura di mobilità da parte di Indesit oggi, si introducono elementi di drammatizzazione e aumentano le criticità già presenti nel confronto. Si trattato di un atto di rottura unilaterale pesante per il suo significato ed esplosivo per i suoi effetti se dovesse essere portato a termine. Riteniamo quindi necessario recuperare il buonsenso e lavorare affinché venga riaperto il confronto e definito un accordo che confermi le fabbriche italiane e gli organici mantenendo i livelli occupazionali”, conclude la nota. 

venerdì 15 novembre 2013

DAL MONDO DEL "BIANCO"- ELECTROLUX INTERESSATA AD ASSET INDESIT MA INTANTO RIBADISCE, ESUBERI IN ITALIA

Mentre in casa Indesit Company sale di ora in ora la fibrillazione per il vertice di lunedì prossimo al Ministero dello sviluppo economico a Roma, l'amministratore delegato di Electrolux,  Keith McLoughlin ha manifestato, nei giorni scorsi interesse per alcuni asset di Indesit, si apprende dalla Reuters. ''Ci sono parti di società come Indesit che potrebbero essere attraenti per noi considerando il loro portafoglio? Sì - ha detto a margine della presentazione dei risultati trimestrali - Ci sono parti del loro portafoglio di cui noi non abbiamo bisogno? Sì. Non è un'equazione facile da risolvere''.
La scorsa settimana l'azionista di riferimento della Indesit, Fineldo ha comunicato di aver incaricato un advisor per una revisione strategica delle possibili alternative sull'investimento nella società. Electrolux prevede per il mercato a livello globale una crescita contenuta della domanda nel 2014. In Europa la domanda è attesa in calo dell'1-2% quest'anno, e piatta nel 2014. McLoughlin ha detto di sperare di concludere la revisione delle attività italiane nella prima metà del prossimo anno. Intanto al Cae, il Comitato Aziendale Europeo, svoltosi a Berlino, la multinazionale svedese, ha confermato che dall’Italia, in particolare per il peso del costo del lavoro, ma anche per garantire i dividendi agli azionisti, potrebbe essere dismessa buona parte delle produzioni attuali che saranno spostate in paesi low cost come in  Polonia ed in Ungheria . 


OGGI SCIOPERO NAZIONALE, PROGRAMMA PER MELANO

sabato 9 novembre 2013

ASSETTO DEL MESE DI NOVEMBRE, 13 GIORNATE DI CIGO PER MELALBA

LA DIREZIONE AZIENDALE HA COMUNICATO NELLE SCORSE SETTIMANE ALLE RSU L'ASSETTO DEL MESE DI NOVEMBRE DEI SITI DEL POLO MELALBA. SARANNO COMPLESSIVAMENTE TREDICI LE GIORNATE DI FERMO PRODUTTIVO, 9 PER ALBACINA E 4 (SALVO VARIAZIONI COME AVVENUTO NEL MESE DI OTTOBRE, AD OGGI NON PREVISTE) PER MELANO, UTILIZZANDO LA CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA. LA RICHIESTA DI FERMO PRODUTTIVO E' DOVUTA ALLA PERDURANTE CONTRAZIONE DEI CARICHI DI LAVORO DERIVANTE DALLA ORMAI CRONICA FLESSIONE DELLE VENDITE DEL MERCATO DELL'ELETTRODOMESTICO, E ALLA CONSEGUENTE NECESSITA' DI EVITARE EXTRA-STOCK PRODUTTIVO CON RISCHIO DI INVENDUTO A MAGAZZINO.

venerdì 8 novembre 2013

EX ANTONIO MERLONI: DA PREFETTO E SINDACATI UNA SPERANZA PER I LAVORATORI

(Andrea Cocco e il prefetto)
La proroga per altri sei mesi della cassa integrazione straordinaria per i 1.426 lavoratori degli stabilimenti di Marche e Umbria, dell’Antonio Merloni in amministrazione straordinaria, firmata martedì al Ministero del Lavoro e della previdenza sociale, e lo sblocco del pagamento della cigs dei 700 lavoratori della JP Industries ex Ardo sono sicuramente frutto di un impegno sinergico tra istituzioni e sindacati. Le azioni sindacali dei giorni scorsi, dalla manifestazione contro le banche, al presidio all’Inps regionale e l’incontro con il Prefetto di Ancona, hanno permesso di dare risposte concrete ai lavoratori duramente colpiti dalla crisi. «Siamo consapevoli che la proroga non risolve tutti i problemi – afferma Andrea Cocco della Fim Cisl Marche – ma da ulteriori speranze per gli sviluppi di ricollocamento e di lavoro. – prosegue Cocco – Dobbiamo dare atto che gli interventi tempestivi ed efficaci del Prefetto di Ancona sono stati determinanti per sbloccare da subito il pagamento della cigs sospesa e fissare, in tempi stretti, gli incontri con i Ministeri per le prospettive future.» «Un ringraziamento particolare va al Prefetto di Ancona -dichiara Stefano Mastrovincenzo, Segretario generale della Cisl Marche – Mettendosi in ascolto dei lavoratori è riuscito a creare le condizioni per poter dare risposte a chi è maggiormente colpito da una crisi che non accenna ad allentarsi nella nostra Regione ed in particolare nel distretto fabrianese del bianco.» Rimangono ancora aperte le questioni legate all’ accordo di programma Stato – Regioni, ancora in vigore, che non ha ancora prodotto sviluppi positivi di ricollocamento dei lavoratori dell’ Antonio Merloni in amministrazione straordinaria, nonostante le proposte industriali presentate sia in Umbria che nelle Marche, si è in attesa a breve della convocazione al Mise, oltre all’ avvio di percorsi per la riqualificazione dei lavoratori merloni con i fondi FEG, dopo lo screening dei centri per l’impiego della provincia di Ancona. Per i lavoratori della JP Industries ex Ardo, dopo la sentenza di annullamento del Tribunale di Ancona, il Mise dovrà verificare le prospettive future per evitare il tracollo e per dare continuità al lavoro e dare garanzia della Cigs per la riorganizzazione, legata al progetto industriale di Giovanni Porcarelli.

giovedì 7 novembre 2013

ULTIM'ORA: INCONTRO AL MISE LUNEDI' 18 NOVEMBRE

IL PREVISTO INCONTRO DELLA VERTENZA INDESIT CHE SI SAREBBE DOVUTO TENERE LUNEDI' 11 NOVEMBRE E' STATO POSTICIPATO A LUNEDI' 18 NOVEMBRE ALLE ORE 16,00. ECCO LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO.

martedì 5 novembre 2013

PENSIONE ANTICIPATA E PENALIZZAZIONI, ERRATA CORRIGE

A rettifica di quanto precedentemente comunicato, relativamente al problema delle penalizzazioni sulla pensione derivanti dai contributi figurativi per legge 104 e donatori di sangue, il testo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dice che: Sono esclusi dalla penalizzazione: - i permessi per donatori di sangue ed emoderivati - i congedi parentali di maternità e paternità previsti dal T.U. 151/2001 In sede di conversione hanno positivamente inserito i congedi parentali, recuperando così anche il periodo di maternità facoltativa, ma non i permessi legge 104. Gli unici permessi della legge 104 esclusi dalla penalizzazione sono quelli compresi nel capo V sul congedo parentale e cioè quelli per figli con handicap grave per i quali è possibile per i genitori prolungare il congedo fino a 3 anni o in alternativa prendere permessi di 2 ore giornalieri fino a 3 anni di età del bambino. 
UFFICIO SINDACALE NAZIONALE 
Corso trieste 36 ROMA

DAL MONDO DEL "BIANCO"- PROROGATA DI SEI MESI LA CASSA INTEGRAZIONE PER LA EX ANTONIO MERLONI

E' stato sottoscritto stamattina a Roma al ministero del Lavoro l'accordo che proroga per sei mesi la cassa integrazione straordinaria per i 1.435 lavoratori degli stabilimenti ex Antonio Merloni di Marche e Umbria. Il gruppo elettrodomestico è in amministrazione straordinaria, e gli ammortizzatori sociali erano in scadenza il 12 novembre. Quindi salvataggio in zona cesarini per i lavoratori non riassunti dalla JP Industries. La proroga della cassa integrazione è una buona notizia per i lavoratori della ex Merloni e alle loro famiglie, ma la situazione rimane complicata dopo la decisione del Tribunale di Ancona di annullare la cessione dell'azienda alla JP Industries che ha reso incerto anche il futuro dei lavoratori che erano stati riassunti. Quella dell'ex Antonio Merloni resta una delle più gravi vertenze del Paese e di un settore, quello degli elettrodomestici alle prese con una crisi che rischia seriamente di cancellare il secondo comparto manifatturiero del paese per numero di occupati e fiaccare ulteriormente l'economia di territori già fortemente provati dalla crisi economica.

lunedì 4 novembre 2013

L'IPOTESI DI UN PARTNER STRANIERO METTE LE ALI ALLA INDESIT IN BORSA: + 13,67%

Dopo 153 giorni, 5 mesi trascorsi dall'inizio della vertenza Indesit, il clima si surriscalda complici anche le indiscrezioni di stampa delle ultime ore. Clima che la stessa Indesit ha cercato di stemperare, precisando attraverso un comunicato stampa che il Cda, pur confermando il piano strategico stand-alone, ossia avanti da soli, sta considerando la possibilità di un rafforzamento del gruppo e ha preso atto del conferimento da parte di Fineldo - la holding della famiglia Merloni principale azionista di Indesit - di un mandato a un advisor per esplorare le alternative riguardo l'investimento nell'azienda. Stà di fatto che queste indiscrezioni fanno bene al gruppo di Fabriano, e Indesit si conferma sugli scudi a Piazza Affari. Il titolo chiude con un rialzo del 13,67%, come non capitava dal 2011, in scia alle sopracitate indiscrezioni di stampa secondo cui l'ad, Marco Milani, avrebbe ottenuto un mandato dal cda dello scorso 16 ottobre per valutare possibili scenari alternativi, compresa un'aggregazione con un partner straniero. E la turca Arcelik, le americane Whirlpool e GE, la svedese Electrolux potrebbero essere interessate. La notizia è arrivata, forse non casualmente secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux, nel giorno in cui si sarebbe dovuto tenere l'incontro tra Indesit e i rappresentanti dei sindacati e del governo presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per discutere del piano di ristrutturazione del gruppo in Italia annunciato il 4 giugno (50 milioni di euro di risparmi lordi in un arco di 2/3 anni), incontro rinviato all'11 novembre. "Riteniamo che l'ad Milani abbia l'obiettivo di individuare una soluzione strutturale per il gruppo cercando alleanze con player di dimensioni più rilevanti all'interno del suo mandato triennale che scade ad aprile 2016", sostengono gli analisti di Equita. Indesit ha d'altra parte intrapreso un'importante fase strategica volta a migliorare progressivamente il proprio livello competitivo e ad aumentare l'attrattività, confermano a Intermonte, proprio per potenziali partner nel medio periodo. "Data la debole domanda in Europa e la capacità produttiva in eccesso, un processo di consolidamento sarebbe un modo naturale per molti player di ritrovare un percorso di crescita profittevole e, data la sua dimensione (capitalizza 850 milioni di euro, ndr), pensiamo che Indesit sia probabilmente uno dei candidati più probabili nel settore per quanto riguarda l'M&A", sottolineano a Banca Imi (hold e target price a 5,10 euro). Data anche l'importanza delle economie di scala nel settore degli elettrodomestici, che è ancora ben al di sotto del picco della domanda almeno in Europa occidentale, "nel lungo periodo avrebbe senso strategicamente un aumento del consolidamento tra i grandi player", aggiungono gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 8,3 euro). Kepler Cheuvreux dà tempo a Indesit uno o due anni, poi la società prenderà parte all'attività di M&A a livello europeo, molto probabilmente come preda. Infatti anche una partnership non può essere un deal tra uguali vista la dimensione più contenuta di Indesit rispetto ai potenziali partner. In questo senso, le soluzioni migliori dal punto di vista industriale e di governance per la famiglia Merloni, secondo gli esperti di Equita, potrebbero essere con Whirlpool (scarsa presenza in Europa) ed Electrolux (forte fit geografico e sinergie dal rafforzamento in Europa). Più complicata un'operazione con Arcelik (forte duplicazione geografica e di marchi) o con altri operatori che potrebbero massimizzare il valore dell'asset, come i player cinesi, ma con cui sarebbe difficile negoziare una governance accettabile per la famiglia. Ma quanto potrebbe valere Indesit in un'ottica di M&A? Trattando a un rapporto prezzo/utile superiore a 11 volte sulla base delle stime 2015, gli analisti di Banca Imi credono un margine di apprezzamento supplementare sia fortemente legato alla quantità di sinergie derivanti dalla potenziale partnership. Data comunque l'importanza strategica di un'eventuale aggregazione o partnership con un altro player, la valutazione di Intermonte di Indesit (target price a 8 euro e rating speculative buy) incorpora già parzialmente questo scenario, con un prezzo obiettivo in caso di M&A a 17 euro per azione pesato al 25%. Invece per Equita in uno scenario di consolidamento il titolo potrebbe essere valorizzato intorno a 11 euro, attribuendo un valore strategico ad alcuni asset (leadership di mercato in Russia, Gran Bretagna, Italia e Ucraina) valutati tra 0,7 e 1 volta le vendite in funzione del livello di maturità del mercato e assegnando un multiplo contenuto (0,33 volte le vendite) al resto delle attività. Per cui Equita ha alzato il target price a 10 euro (rating buy) come media tra la valutazione fondamentale (8,5 euro) e speculativa (11,4 euro). Un progressivo consolidamento a medio termine nel settore altamente frammentato degli elettrodomestici in Europa è uno degli elementi di supporto anche al giudizio positivo di Mediobanca Securities su Indesit (outperform), un giudizio che tiene conto sia del fatto che l'accordo tra l'azienda e i sindacati sembra essere sempre più vicino sia dei segni di stabilità dei prezzi che gli analisti considerano incoraggianti. Il target price di Mediobanca è 8,6 euro, un prezzo obiettivo calcolato come media dei multipli storici e il discount cash flow per incorporare meglio il potenziale di rialzo a medio termine derivante dalla riorganizzazione della società.

DAL MONDO DEL "BIANCO"- LA SPAGNOLA FAGOR VERSO LA BANCAROTTA

Poprio mentre la Indesit Company stà valutando l'ipotesi di una possibile partnership internazionale,il produttore spagnolo di elettrodomestici Fagor, in Italia con il brand San Giorgio, ha chiesto la protezione giudiziale dai creditori per cercare di rifinanziare un debito stimato a 1,1 miliardi di euro. Il codice fallimentare spagnolo gli accorda quattro mesi di tempo per trovare un accordo ed evitare la bancarotta. A rischio sono più di 5.600 posti di lavoro negli stabilimenti in Spagna e in Francia. Il quinto gruppo europeo di elettrodomestici ha iniziato ad accusare problemi di liquidità nel 2009. Secondo la stampa spagnola, avrebbe bisogno di raccogliere con urgenza almeno 120 milioni di euro. Ormai Fagor è in caduta libera. Il produttore di elettrodomestici ha fatto un’altro passo verso la bancarotta quando la Comisión Nacional del Mercado de Valores (la Consob spagnola) ha sospeso a scopo cautelativo gli scambi delle sue obbligazioni. La seconda tegola è arrivata a distanza di poche ore con la richiesta di protezione dai creditori da parte della sua filiale polacca al tribunale di San Sebastian. Da metà ottobre Fagor è entrata nella procedura ed è oggi alla ricerca di investitori per rifinanziare il suodebito. Compito non facile, considerato che persino il proprietario, la cooperativa basca Mondragon, sembra avergli voltato le spalle. “Se il gruppo stesso non crede che possa avvenire – ha commentato Arantza Tapia, il consigliere allo sviluppo economico dell’esecutivo basco – il governo non supporterà la produzione economica dell’azienda”. Nonostante le dure proteste dei dipendenti, Fagor ha avvertito che la mancanza di finanziamenti rende la bancarotta praticamente imminente. In gioco c‘è il destino di 13 stabilimenti, concentrati soprattutto nei Paesi Baschi e in Francia. Ma il suo destino sembra segnato: nel 2012 ha riportato vendite per 1,17 miliardi di euro, un terzo in meno del periodo pre-crisi.

domenica 3 novembre 2013

I RUMORS DELLA STAMPA: PER INDESIT UN PARTNER DALL'ESTERO?

PROPRIO MENTRE NEL SETTORE DELL'ELETTRODOMESTICO BIANCO, E' IN ATTO UNA VERA E PROPRIA GUERRA PER LA SOPRAVVIVENZA INDUSTRIALE TRA I PLAYER GLOBALI DEL SETTORE, SI RILANCIANO LE VOCI CIRCA UNA ALLEANZA DELLA HOLDING FABRIANESE DELL'ELETTRODOMESTICO, CON OFFERTE DA PARTE DEI BIG DEL MOMENTO, GENERAL ELECTRIC, WHIRLPOOL, ELECTROLUX E KOC ARCELIK, QUEST'ULTIMA NOTA IN ITALIA COME BEKO. In casa Merloni c'è aria di svolta: nel futuro di Indesit, storico marchio italiano degli elettrodomestici, si profila il matrimonio con un partner. A Fabriano, roccaforte di una delle ultime famiglie industriali rimaste in Italia, stanno per imboccare la strada maestra di una grande alleanza internazionale. Il tutto mentre l'industria del «bianco» è stata investita in pieno dalla recessione e dalla caduta dei consumi. Pretendenti non mancano: almeno quattro i possibili candidati, dai big americani come Whirlpool ai turchi di Arcelik. Non è una novità che da tempo si parli di possibili aggregazioni, ma lo è il fatto che la società abbia per la prima volta affidato in modo ufficiale un mandato al presidente e ad Marco Milani per esplorare soluzioni alternative a quelle di rimanere indipendenti. A riprova di un cambio di passo anche il coinvolgimento della super-banca d'affari Goldman Sachs, con un "accordo di collaborazione" per la holding Fineldo, la cassaforte di famiglia che controlla il 51% di Indesit. Al momento non risulta nessun incarico o mandato ufficiale alla banca che, interpellata, ha risposto con «no comment» ai rumors. Secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, lo spartiacque è stato il cda straordinario del 16 ottobre. All'incontro, ufficialmente convocato per fare il punto sul piano triennale, l'ad Milani avrebbe presentato due strategie parallele. Da una parte è stato rivisto (colpa anche del super-euro che costerà 50 milioni all'azienda a fine anno) il piano, ma confermando per Indesit una visione stand-alone. Si va avanti da soli, dunque. Allo stesso tempo, però, Milani avrebbe anche chiesto al cda un mandato per valutare possibili scenari alternativi, ossia di aggregazione. Per reggere agli urti di un mercato dove la stazza di Indesit comincia a essere non più adeguata. La proposta è stata votata all'unanimità degli 11 consiglieri. Da Fabriano hanno risposto che «l'azienda non commenta mai rumors di mercato». La strada, però, pare dunque tracciata: Indesit potrebbe convolare a nozze. Con chi? Nomi non ce ne sono, sarebbe davvero troppo presto. Ma sul tavolo di Milani c'è una serie di studi e di proposte recapitate. Tra queste, come anticipato dal Sole 24 Ore del 17 ottobre, c'è la turca Arcelik della famiglia Koc. In più altri 3 big mondiali: le americane General Electric e Whirlpool (quest'ultima è la più complementare a Indesit e la più adatta) e la svedese Electrolux. Tutti accomunati dalla necessità di fare fronte comune contro la crisi. Indesit è in perdita (-8 milioni di euro nei primi nove mesi del 2013 contro un utile del 2012). La fotografia, parziale, dell'anno mostra che i bilanci, dove i ricavi cadono (e non solo in mercati maturi come l'Europa occidentale, ma anche in paesi-rifugio come la Russia), tengono soltanto grazie al taglio dei costi e al maniacale lavoro sui margini di Milani. Ma non può essere una strategia sostenibile sul lungo periodo. A tendere, il consolidamento è una strada necessaria. Il futuro industriale di Indesit si intreccia poi con i destini della famiglia. In ballo c'è anche la questione del passaggio generazionale di Fineldo, oggi ancora nelle mani di Vittorio: l'anziano patriarca, purtroppo gravemente malato, ha l'usufrutto del 100% delle azioni, mentre i quattro figli (Andrea, Aristide, Maria Paola e Antonella) e la madre Franca, moglie di Vittorio, sono titolari della sola nuda proprietà (senza diritto di voto). Si era trovata una duplice soluzione: da un lato il passo indietro del presidente Andrea Merloni. Dall'altro, per evitare l'empasse decisionale nella cassaforte, il ricorso a un tutore legale per Vittorio. Con un accordo sul nome della moglie Franca. Una figura di garanzia dei delicati equilibri familiari. Ma il Tribunale ha bocciato la richiesta e la palla è dunque tornata ai Merloni che ora punterebbero su Aristide come tutore. Fratello gemello di Andrea, Aristide è finora rimasto fuori dall'azienda. Ma pare abbia le idee molto chiare: in un mercato globale, e con un Europa in crisi, Indesit ha bisogno di un partner. Esattamente quello che pensa anche il cda. (FONTE- IL SOLE 24 ORE- SIMONE FILIPPETTI)