venerdì 29 novembre 2013

MANISA, TURCHIA, NON SOLO ELETTRODOMESTICI, MA ANCHE LA NUTELLA APRE UNA FABBRICA NEL PAESE DELLA MEZZALUNA

Quando diciamo Manisa, in Turchia, pensiamo agli elettrodomestici, alla Indesit Company alla Faber ( oggi Franke Company), che da un pò, hanno dei siti produttivi nella terra della mezzaluna e che stà diventando il nuovo eldorado produttivo, ma.....Un buongiorno con Nutella fa più buona la vita. Uno slogan commerciale, però, che non a niente a che fare con il fatto che Nutella sia diventata più turca. Non molti lo sanno, ma da 30 anni la Ferrero si rifornisce di nocciole sul mar Nero: il colosso di Alba ha acquistato il 30% della produzione della Turchia, che rappresenta l'80% del totale mondiale. Nutella e Rocher già turchi nel cuore. Non deve stupire che il gruppo alimentare italiano abbia inaugurato un impianto produttivo a Manisa, che ha comportato un investimento di 90 milioni di euro. Impiegherà a regime 200 dipendenti diretti e altrettanti nell'indotto. L'investimento della Ferrero riassume perfettamente la qualità e l'importanza delle relazioni tra Turchia e Italia: il nostro Paese è il quinto partner commerciale della Turchia e sono più di mille le imprese italiane che operano in questo paese. Una partnership strutturale e strategica che oggi si arricchisce di un pezzo pregiato ed importante. 
L'apertura dell'impianto si inserisce all'interno della strategia di sviluppo in Turchia della compagnia, che punta in futuro a soddisfare una parte del suo fabbisogno con nocciole provenienti dalla regione turca del Mar Nero. L'impegno è imponente: un costo complessivo 90 milioni di euro; un'area di 146.000 mq, di cui 22.000 coperti; una produzione iniziale di 30.000 tonnellate che con un piccolo investimento possono arrivare a 50.000.

"Positivo il commento del sindacato. "L'investimento in Turchia - esordisce Stefano Faiotto, segretario nazionale Fai Cisl - significa che Ferrero amplia la produzione nel mondo, che già conta 20 stabilimenti e circa 25 mila addetti. E questa operazione non avrà ricadute negative sugli stabilimenti italiani, non ci sarà una redistribuzione sul lato dell'occupazione. Anzi". 
D'altronde, sembra logico che un gruppo multinazionale che voglia entrare nel mercato turco, acquisisca un impianto in quell'area, anche perchè parliamo del primo produttore di nocciole al mondo. Un trampolino di lancio anche per i mercati dell'Est. "Noi siamo soddisfatti - sottolinea Faiotto - perchè Ferrero compenserà il calo delle vendite in Italia proiettandosi in un altro mercato e aumentando così la produzione di Nutella. Senza dimenticare che nasceranno nuove linee produttive anche in Italia a cominciare da Alba con un nuovo snack". Il sogno? "Forse il mercato cinese - dice la Fai - anche se questo richiede una educazione alimentare di lungo periodo e una abitudine dei cinesi ad utilizzare il pane, necessario per il consumo della Nutella".
Ferrero è in Turchia da quattro anni, la prima pietra della fabbrica è stata posata nel marzo 2012: l'attivazione delle linee produttive è stata quindi estremamente rapida, i cinque responsabili italiani (il personale totalizza circa 200 unità, che arrivano a 500 con il commerciale e la distribuzione) sono contentissimi sia della qualità delle materie prime - il latte, ad esempio ma anche i barattoli di vetro sono turchi - sia della capacità di apprendimento dei locali che a breve cominceranno a fare tutto da soli. Le ragioni della presenza diretta in Turchia e specificamente a Manisa sono semplici é affidabile, collaborativa e disponibile e assicura un sostegno professionale agli investimenti attraverso l'agenzia governativa Ispat. Cosa che non succede in Italia.

Ma la storia e il futuro del colosso di Alba sono saldamente ancorati nel nostro Paese. Una storia che nasce ufficialmente il 14 maggio 1946 ad Alba nei locali della pasticceria Biffi, in via Rattazzi, dove una cinquantina di dipendenti producono, oltre ai classici prodotti di pasticceria, anche la Pasta Gianduia, inventata dal signor Pietro Ferrero. Giovanni Ferrero, fratello minore di Pietro, è l'altro personaggio-chiave per l'ascesa del gruppo. Un giorno, Giovanni capita a Milano con un furgone carico di qualche quintale di pasta Gianduia destinato ad un grossista. Il magazzino nel quale deve scaricare è chiuso e il suo camioncino viene circondato da una folla di persone desiderose di comprare il prodotto: in breve tempo smaltisce l'intera partita. L'avventura milanese gli suggerisce di saltare i grossisti e di vendere il prodotto direttamente ai negozianti, risparmiando le spese di distribuzione e utilizzando automezzi propri come agenti pubblicitari.
Giovanni organizza il commercio e la vendita del Giandujot che lui stesso consegna in giro per l'Italia assicurandosi ordinazioni tali da richiedere nuovo lavoro per la fabbrica. 
Pochi mesi dopo Pietro inventa la confezione monodose della Pasta Gianduia: il Cremino, destinata ad un successo immediato e di vaste proporzioni. Nel marzo del 1948 la produzione della fabbrica raggiunge e supera i 3000 quintali e la domanda non è ancora soddisfatta; lo stabilimento deve continuamente ingrandirsi ed è necessario assumere nuovo personale.
A metà degli anni '50 la Ferrero apre uno stabilimento in Germania a Allendorf (vicino a Francoforte), destinato a rappresentare il primo esempio di "internazionalizzazione" dell'industria italiana nel settore dolciario. In Germania si incomincia con un solo prodotto, la Cremalba, a cui segue la produzione del Mon Chèri. Quest'ultimo ha un successo esorbitante.
Durante gli anni '60 nascono la Ferrero francese e quella belga; inoltre grazie a una adeguata rete commerciale la Ferrero porta i suoi prodotti in tutta l'Europa. Alla fine degli anni 60 la Ferrero opera sul mercato europeo con 8 società.

Parallelamente all'espansione estera, avviene quella italiana; nel 1960 si inaugura la fabbrica di Pozzuolo Martesana, vicino a Milano, dove si producono le Brioss; successivamente si inaugura lo stabilimento di Avellino, e nel 1964 si inaugura a Pino Torinese un nuovo centro direzionale. Nello stesso anno nasce la Nutella.
Negli anni '70 Michele Ferrero crea dei prodotti per i giovanissimi e lancia sul mercato il Kinder-Cioccolato, i Pocket Coffee, i Tic Tac e l'Estathè.
Negli anni '80 la Ferrero è presente negli Usa, in Canada, in America Latina, nel Sud-Est Asiatico e in Australia. Si realizzano due stabilimenti nel Sud d' Italia che contribuiscono alla rinascita delle zone devastate dal terremoto avvenuto nel 1980.
Negli anni '90, dopo la caduta del muro di Berlino, la Ferrero installa sedi commerciali in Polonia, in Ungheria e nella Repubblica Ceca. Inoltre si inaugura un nuovo stabilimento produttivo a Belsk in Polonia. I figli del signor Michele, Pietro e Giovanni, diventano Chief Executive Officers della Ferrero International, la società capogruppo, la cui sede è a Lussemburgo e che possiede 29 società operative di cui 18 in Europa e 11 nel resto del mondo, e 15 stabilimenti produttivi per un totale di 16000 dipendenti. Infine l'espansione in terra turca, marcata sempre made in Italy.



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