domenica 28 ottobre 2012

Imu, allarme dei Caf: rischio caos pagamenti


I Centri di assistenza fiscale chiedono proroga al 31 dicembre.
Il saldo del pagamento dell'Imu fissato per il 17 dicembre rischia di mettere in difficoltà i contribuenti.

La Consulta dei Caf, i Centri di assistenza fiscale, ha parlato di «criticità evidenti» per la proroga concessa ai Comuni per le delibere delle aliquote.

I Caf hanno chiesto di spostare la scadenza al 31 dicembre.

TEMPO FINO AL 31 OTTOBRE. I Comuni hanno tempo fino al 31 ottobre per deliberare le aliquote definitive sulle quali ricalcolare l'imposta (l'acconto è stato infatti pagato sulle aliquote base); hanno poi altri 30 giorni di tempo per pubblicare la delibera.
Per affrontare in tempo la questione i Caf hanno inviato agli 8 mila Comuni «una precisa richiesta al fine di ottenere le delibere e i regolamenti approvati nonché eventuali altre informazioni che consentissero di anticipare ed agevolare l'inserimento delle aliquote per il calcolo del saldo, la stampa dei modelli di versamento e la consegna al cittadino».
«MOLTEPLICI PROBLEMATICHE». La Consulta ha spiegato che «a oggi hanno dato seguito alla richiesta poco meno di 1.500 Comuni (18% sul totale). E dunque ci sarà poco più di un mese per reperire migliaia di delibere, di regolamenti e di capitolati esterni, inserire le aliquote nelle procedure di calcolo dopo aver superato le molteplici problematiche interpretative in merito alla loro applicazione, problematiche che, peraltro, sono state già sottoposte al ministero in diverse occasioni senza alcun riscontro».
MANCA IL MODELLO. Altro problema riguarda la dichiarazione: «A poco più di un mese dalla scadenza fissata non è stato ancora approvato il modello di dichiarazione».
La Consulta dei Caf si è appellata al governo chiedendo che il termine di presentazione della dichiarazione Imu venga fissato entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del modello e delle relative istruzioni; che venga fissato un termine unico per la presentazione della dichiarazione Imu allineandolo a quello previsto per la dichiarazione dei redditi (30 settembre), e che sia previsto uno slittamento al 31 dicembre 2012 per il saldo senza
applicazione di sanzioni.


giovedì 25 ottobre 2012

INFORMACONTRATTO N° 4

INDESIT COMPANY: risultato netto trimestrale in crescita del 37,4%


Il Consiglio di Amministrazione di Indesit Company, riunitosi oggi a Milano sotto la Presidenza di Andrea Merloni, ha analizzato i dati del terzo trimestre 2012 e approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2012. Nel terzo trimestre del 2012 il mercato degli elettrodomestici cala ancora registrando, rispetto allo stesso periodo del 2011, una diminuzione in Europa Occidentale del 2,2% e un aumento in Europa Orientale dell'1,5%. Complessivamente la domanda nella cosiddetta Greater Europe nel trimestre è calata dello 0,7%.
In questo contesto di perdurare delle difficoltà del mercato europeo, nel trimestre i ricavi aumentano del 4,6% e il margine operativo, prima degli oneri non ricorrenti, del 22%. I conti beneficiano dei risultati molto positivi, con una crescita a due cifre, ottenuti dal Gruppo nei principali mercati europei, del successo nelle vendite dei nuovi prodotti e del significativo aumento, oltre il 15%, dei ricavi del service.
Per l'esercizio 2012 si prevede che il Gruppo possa realizzare un fatturato in crescita di circa il 2% rispetto al 2011 e un margine operativo (EBIT) nell'ordine dei 120 milioni di euro, grazie anche all'effetto positivo di proventi non ricorrenti relativi a una modifica dei parametri del Fondo Pensione UK.
"La Società continua a crescere nonostante la congiuntura macroeconomica negativa e l'enorme difficoltà del mercato italiano. Ciò vuol dire che il lavoro fatto e l'innovazione introdotta nei nuovi prodotti stanno dando i risultati sperati" ha dichiarato Andrea Merloni, Presidente di Indesit Company.
"I risultati di fatturato e redditività sono positivi e se pensiamo al contesto di mercato dobbiamo essere più che soddisfatti. Dopo un inizio d'anno difficile, nell'ultimo trimestre registriamo una crescita significativa grazie soprattutto a risultati particolarmente positivi in UK, Russia, Polonia e Turchia.
Un'attenta gestione finanziaria ci permette di tenere il debito sotto controllo" ha dichiarato Marco Milani, Amministratore Delegato di Indesit Company.
I ricavi del Gruppo nel terzo trimestre 2012 sono stati pari a 797,6 milioni di euro, in crescita del 4,6% rispetto ai 762,7 milioni dello stesso periodo 2011. I benefici sono derivati in particolare dalla crescita del 4% dei ricavi per prodotti finiti (in conseguenza dei maggiori volumi di vendita per il 2,5% e dell'impatto positivo delle valute pari al 3,8%, che hanno più che compensato l'effetto negativo del price/mix pari al 2,3%). Positivo anche l'incremento del 15,3% dei ricavi del service (soprattutto per effetto dell'aumento, concentrato in UK, delle vendite di extragaranzie).
Escludendo gli oneri non ricorrenti netti, che ammontano a 5 milioni di euro (proventi per 1,9 milioni di euro nel periodo 2011), il margine operativo (EBIT) del terzo trimestre è stato pari a 43,1 milioni di euro, in crescita del 22,5% rispetto ai 35,2 milioni del periodo 2011. La percentuale sul fatturato è stata pari al 5,4% (4,6%). Il margine operativo (EBIT) del terzo trimestre è stato pari a 38,1 milioni di euro, in crescita del 2,6% rispetto ai 37,1 dello stesso periodo dell'anno precedente. Il risultato ha beneficiato di maggiori volumi di vendita e dell'andamento positivo delle valute di riferimento, in parte compensati dall'andamento del price/mix e dagli oneri non ricorrenti, prevalentemente riconducibili alla riorganizzazione del sito di None. La percentuale del margine sul fatturato si è attestata al 4,8% (4,9%).
Il risultato netto del Gruppo del terzo trimestre 2012 registra un utile di 20,6 milioni di euro, in crescita del 37,4% rispetto ai 15 milioni dello stesso periodo 2011.
L'indebitamento finanziario netto è pari a 450,5 milioni di euro, in diminuzione di 16,7 milioni di euro rispetto ai 467,2 milioni del 30 settembre 2011.
Nell'ultimo trimestre 2012, considerando l'attuale contesto economico, si prevede una domanda di elettrodomestici in riduzione rispetto al medesimo periodo 2011 ed un totale 2012 in linea con i livelli evidenziati nella relazione semestrale (ca. -1% vs 2011).
La composizione geografica del fatturato di Gruppo e il mantenimento dell'attuale trend sui tassi di cambio dovrebbero garantire un effetto positivo sul fatturato 2012 rispetto al 2011, mentre i costi di acquisto sono attesi in linea o leggermente migliorativi. In tale scenario, per l'esercizio 2012, si prevede che il Gruppo possa realizzare un fatturato in crescita di circa il 2% rispetto al 2011 e un margine operativo (EBIT) nell'ordine dei 120 milioni di euro.
Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato inoltre la sostanziale adesione al nuovo Codice di Autodisciplina delle società quotate pubblicato nel dicembre 2011. Nella Relazione sul governo societario che sarà pubblicata nel 2013, saranno fornite più puntuali informazioni sull'applicazione del nuovo Codice.

METALMECCANICI: FIM, AVANTI TRATTATIVA, OBIETTIVO CHIUDERE ENTRO DICEMBRE NUOVO ROUND 13 NOVEMBRE - DA FEDERMECCANICA STOP A FIOM

 Avanti sulla trattiva per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con l'obiettivo di chiudere
l'intesa entro dicembre prossimo. E' il leader della Fim, Giuseppe Farina a sintetizzare il 'clima' del nuovo incontro di oggi con Federmeccanica che ha comunque riproposto le stesse distanze iniziali
su orari, salari e assenteismo. Temi che saranno al centro dei lavori della commissioni tecniche calendarizzate per il 6 e 7 novembre e soprattutto della riunione plenaria prevista per il 13.
La volonta' di trovare "soluzioni comuni" comunque c'e'. Sul tavolo di oggi le controproposte sindacali su apprendistato e relazioni sindacali e, seppure appena sfiorati i temi relativi al salario, all'orario e all'assenteismo. Federmeccanica, dal canto suo, non sembra aver fatto alcuna apertura, soprattutto sul fronte salariale e avrebbe ribadito "la difficile fase economica in cui si trova il settore nel suo complesso" esortando a lavorare "con pragmatismo e attenzione sui contenuti".Anche i rapporti con la Fiom sono approdati al tavolo di trattativa tra industriali e sindacati. Federmeccanica, infatti, sottolinea ancora Farina, "ha detto che quello della scorsa settimana,e' stato l'ultimo incontro con i metalmeccanici della Cgil perche' nonci sono le condizioni per mantenere un canale aperto con la Fiom per un'eventuale discussione sul contratto".

mercoledì 24 ottobre 2012

RINNOVO CCNL METALMECCANICI 2013-2015, RIPRENDE LA TRATTATIVA

Indesit:ratificato al Mise accordo su None

E’ stato firmato oggi, presso il ministero dello Sviluppo economico, l’accordo che risolve la vertenza dello stabilimento Indesit di None. L’intesa è stata siglata dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e dal viceministro al Lavoro Michel Martone con rappresentanti della regione Piemonte, della provincia di Torino, del comune di None, della Indesit Company, delle organizzazioni sindacali e del coordinamento nazionale della Indesit Company. Con il testo sottoscritto al Mise, Indesit si impegna a ricollocare all’interno dello stabilimento la maggioranza degli oltre 400 dipendenti e a garantire a tutti i restanti il ricollocamento in altre attività. “Questo accordo - osserva il sottosegretario De Vincenti - è un risultato importante, perché testimonia che è possibile, con il concorso di tutti i soggetti in campo, risolvere crisi difficili, come quella della Indesit di None. L’azienda ha fatto la sua parte, favorendo i reinsediamenti industriali; i sindacati e le istituzioni hanno saputo cercare, e alla fine trovare, il punto d’intesa possibile”.
Ora, pero', si deve porre la massima attenzione al tavolo nazionale sul futuro del comparto elettrodomestici, convocato per il 5 novembre". D'ora in poi servirà uno sforzo comune per la pianificazione e l'applicazione di una strategia di ampio respiro per il rilancio di un settore d'eccellenza in Italia, il cui know-how e' riconosciuto da tempo a livello internazionale. Non si può permettere che questo patrimonio vada perso. Intanto con la ratifica dell'accordo sulla Indesit di None si sono ottenuti, sulla falsariga delle intese siglate per gli stabilimenti di Brembate e Refrontolo, risultati importanti per la tutela e per il futuro dei lavoratori. Gia' dalla prossima settimana, sara' convocato un tavolo tecnico tra Regione e parti sociali per il monitoraggio della corretta applicazione dell'intesa".

lunedì 22 ottobre 2012

IL 5 NOVEMBRE AL MISE TAVOLO NAZIONALE PER IL SETTORE ELETTRODOMESTICI


E' evidente che  dopo quanto accaduto per gli stabilimenti Indesit di Brembate e Refrontolo, ed ultimamente per il sito di None in Piemonte, un altro polo del bianco degli elettrodomestici scompare dalla mappa industriale italiana. Un pericoloso ‘effetto domino’ di fronte al quale il Governo non può restare a guardare: bisogna che tutti i soggetti interessati, sindacati, aziende ed enti locali, si impegnino per trovare soluzioni condivise, prima che sia troppo tardi, e salvaguardare un patrimonio produttivo storico del made in Italy, uno dei motori del boom economico italiano degli anni '60, ed oltretutto, con 120 mila addetti tra diretti ed indotto, ancora secondo bacino occupazionale nel manifatturiero per numero di occupati in Italia, dietro l'automotive. Ma nel 2003, gli addetti erano 180mila.
 
La difficile vertenza Indesit (nella foto l'ad. Marco Milani ed il presidente Andrea Merloni), ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, la forte crisi dell'elettrodomestico, frutto anche della totale assenza negli anni passati di politiche industriali per il settore.
Una crisi che attanaglia anche gli altri competitor del settore, come Electrolux, Whirlpool, Candy. Per decenni l'Italia è stata la fabbrica d'Europa degli elettrodomestici, grazie ad imprenditori lungimiranti come lo stesso Merloni, Zanussi, Borghi, Fumagalli, finchè la globalizzazione ha scompaginato il panorama.
Secondo alcune stima in termini di volumi produttivi, si è tornati indietro di 20 anni, con 15 milioni di pezzi prodotti contro i 30 milioni di 10 anni fà. Si corre il rischio di una desertificazione del settore in zone come Marche, Veneto, Friuli, Brianza, Varesotto, Campania.


giovedì 18 ottobre 2012

Firmato il nuovo accordo di programma per l’entroterra appenninico

 18 ottobre 2012 - Il Ministro Corrado Passera e i Presidenti delle Regioni Marche e Umbria, Gian Mario Spacca e Catiuscia Marini, hanno firmato oggi a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo Accordo di Programma per lo sviluppo dell’economia regionale.
Il nuovo Accordo dura fino al 2015 e stanzia 35 milioni di euro nazionali a sostegno degli interventi di rilancio e reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi dell’ex Antonio Merloni che interessa alcune migliaia di lavoratori e un indotto di 12.000 piccole imprese. Potranno beneficiare degli interventi previsti 56 Comuni nelle Marche, prevalentemente del fabrianese, dello jesino, dell’entroterra pesarese e maceratese.
Le due Regioni cofinanziano il programma con 46 milioni di euro, con interventi che in parte sono stati già realizzati negli ultimi due anni a sostegno dei lavoratori attraverso gli ammortizzatori sociali.
La firma di oggi segna una svolta.
“Ora un imprenditore - dichiara il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca - potrà ricevere sull’investimento che crea occupazione un contributo a fondo perduto del 20%, un mutuo agevolato del 50%, una partecipazione al capitale del 5%. I lavoratori in Cigs possono essere riassunti con un bonus di 5.000 euro per l’impresa o creare cooperative e altre nuove iniziative contando sul sostegno finanziario e di tutoraggio dell’Accordo. Le piccole imprese dell’indotto possono utilizzare il fondo di garanzia regionale per l’accesso al credito, realizzare progetti in rete, accedere alle stesse agevolazioni della legge 181/89 attraverso il Fas regionale. E tanti altri interventi che Regione e Ministero dello Sviluppo si sono impegnati a promuovere attraverso un’azione di animazione economica del territorio. In questo momento difficilissimo per il Paese credo che veramente più di così non si potesse fare. Tale risultato non era per niente scontato nell’attuale e drammatico quadro della finanza pubblica. In questa fase di grande difficoltà finanziaria, è un atto di grande responsabilità e solidarietà che le istituzioni riservano alla comunità e al territorio. Mi auguro che queste risorse siano impiegate efficacemente per il rilancio dell’economia della nostra regione. Siamo soddisfatti ma anche realisti: la firma di oggi è un punto di partenza e non di arrivo perché il lavoro e l’impresa non si creano per decreto: sono necessari progetti e investimenti imprenditoriali per utilizzare le risorse rilevantissime che l’Accordo di Programma mette a disposizione con strumenti molto generosi, avendo confermato le priorità del lavoro, del reimpiego occupazionale dei lavoratori dell’ex Antonio Merloni, del rilancio dell’indotto di PMI”.

martedì 16 ottobre 2012

CAPIRE LA C.I.G.O.

A MELANO ED ALBACINA DAL 15 AL 19 OTTOBRE UNA SETTIMANA DI CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA, CERCHIAMO DI CAPIRE COME FUNZIONA.

venerdì 5 ottobre 2012

Ex Antonio Merloni

Firma nuovo accordo di programma il 16 ottobre a Roma

Il nuovo Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree di Marche e Umbria investite dalla crisi dell'ex gruppo elettrodomestico Antonio Merloni verrà sottoscritto il 16 ottobre prossimo a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. Ne dà notizia il governatore delle Marche Gian Mario Spacca. L'accordo sblocca 35 milioni di euro di risorse nazionali, e riconosce agli imprenditori che creeranno nuova occupazione un contributo a fondo perduto del 20% e un mutuo agevolato del 50%. Spacca ha ringraziato il ministro Corrado Passera "per la sua grande disponibilità" a sostegno dei due territori. "Con la firma del nuovo Accordo - ricorda il presidente - si sbloccano risorse nazionali importantissime per il sostegno del lavoro e delle piccole imprese del territorio. È un altro passo avanti, che abbiamo voluto con determinazione, nella tutela dell'occupazione e della coesione sociale, priorità assolute del governo regionale".
Il nuovo testo, si legge in una nota, conferma la priorità del lavoro nella valutazione dei progetti, cioè il reimpiego occupazionale dei lavoratori ex-Ardo, riconoscendo i diritti di chi viene penalizzato maggiormente dalla crisi. Gli interventi nazionali vengono potenziati e resi "più flessibili e appetibili, attraverso il ricorso alla della Legge 181 "turbo", che garantisce con un'intensità di aiuto "maggiorata rispetto a quella ordinaria". In sostanza, un imprenditore può ricevere sull'investimento che crea occupazione un contributo a fondo perduto del 20%, un mutuo agevolato del 50%, una partecipazione al capitale del 5%: "credo che più di così non si potesse fare" è il commento di Spacca.
(5 ottobre 2012)

VERTENZA NONE, COMUNICATO SINDACALE UNITARIO