giovedì 27 febbraio 2014

REGIONE MARCHE: I LAVORATORI IN CIG NON PAGANO IL TICKET

Dal 1° marzo i lavoratori colpiti dalla crisi economica, esonerati dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket), possono chiedere agli sportelli dell’Asur i certificati di esenzione.

La Giunta regionale, nella seduta straordinaria del 25 febbraio scorso, ha approvato i criteri di esonero. Le modalità attuative sono state condivise con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, incontrate dal dirigente del servizio Sanità, Piero Ciccarelli. Possono beneficiare dell’esenzione ticket i lavoratori e familiari, fiscalmente a carico, che, al momento della fruizione delle prestazioni, risultino: in cassa integrazione (straordinaria, in deroga, sospensione Ebam: Ente bilaterale artigianato Marche) e che sono in sospensione a zero ore da almeno sei settimane dalla data di richiesta del certificato di esenzione; in mobilità; disoccupati per aver terminato il periodo di permanenza nelle liste di mobilità.

mercoledì 26 febbraio 2014

UN AIUTO AI FIGLI DI LAVORATORI ED AGLI STUDENTI LAVORATORI IN DIFFICOLTA'


Un aiuto ai figli di lavoratori ed agli studenti lavoratori in difficoltà

Nell’ ambito delle misure anticrisi di cui all’ Intesa sulle politiche di bilancio 2014 a sostegno del lavoro e della coesione sociale, siglata dalla  Regione Marche e dalle Segreterie regionali CGIL-CISL-UIL Marche il 13 dicembre 2013, è in arrivo un contributo una tantum per iscritti all’università, lavoratori o figli di lavoratori, in situazione di crisi e  difficoltà lavorativa.

Le domande potranno essere presentate, a partire dal 3 marzo p.v., entro il termine di scadenza del 16 aprile 2013

lunedì 24 febbraio 2014

MEMORANDUM D'INTESA TRA HAIER E REGIONE MARCHE

La Regione Marche ha siglato un Memorandum d'intesa con il gruppo cinese Haier, leader mondiale nella produzione di elettrodomestici, secondo molti osservatori fra i gruppi in pole position per un accordo di partnership con Indesit Company. 
L'obiettivo dell'intesa è "favorire lo sviluppo nelle Marche di progettazioni e produzioni ad alta tecnologia da parte delle aziende del settore, per sostenere i livelli occupazionali e produttivi nel comparto degli apparecchi domestici e professionali, ora in forte difficoltà".
Il protocollo, afferma la Regione, è coerente con "le linee guida fissate nell'Accordo di partenariato tra la Provincia dello Shandong e la Regione Marche. Un accordo che ha sancito il rafforzamento degli scambi e della cooperazione dei settori economico, commerciale, formativo, culturale, turistico, urbanistico e della valorizzazione ambientale, nonchè lo scambio di tecnologie innovative tra le rispettive industrie e centri di ricerca e innovazione, in modo da facilitare lo sviluppo di innovazioni di processo e prodotto".
Haier è interessato a sviluppare progetti e produzioni innovative in collaborazione con le aziende marchigiane specializzate nel cluster dell'elettrodomestico, in sinergia con il centro regionale di innovazione tecnologica Meccano. "La Regione Marche - commenta il presidente e assessore all'Internazionalizzazione Gian Mario Spacca - ha avviato da tempo azioni di assistenza tecnica alle imprese nei mercati a maggiore crescita ma difficili da penetrare in particolare da parte delle Pmi". 
Particolarmente attivi sono i Punti di assistenza tecnica della Regione avviati in Cina. Il Pat della provincia dello Shandong, nello specifico, ha sviluppato importanti rapporti con il Gruppo Haier. "Visto l'altissimo livello di specializzazione e la decennale esperienza degli operatori marchigiani nei settori di interesse di Haier, si è ritenuto strategico avviare con il Gruppo una collaborazione stabile e duratura che possa portare al rafforzamento reciproco tramite una partnership che riguardi sia il profilo della ricerca, innovazione e sviluppo che quello della produzione".
In questo senso il Servizio Internazionalizzazione della Regione Marche "fungerà da tramite e collegamento in tutti i rapporti che si instaureranno tra l'Open Innovation Centre della Haier e le aziende e i centri di ricerca e sviluppo delle Marche". "Di particolare interesse - conclude Spacca - il fatto che il leader mondiale nel settore degli apparecchi domestici e professionali si impegna tramite questo Protocollo anche ad ospitare per stage giovani neolaureati marchigiani nell'ambito del progetto di scambi in corso con la Provincia dello Shandong".

CUD 2014 , CONSEGNA ENTRO IL 28 FEBBRAIO

La lunga stagione fiscale 2014, sta per cominciare con la prossima importante scadenza del 28 febbraio 2014, ultimo termine utile per la consegna del modello CUD 2014 ai lavoratori dipendenti o ai pensionati. Il CUD è la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, assimilati e di pensione che il datore, o l’ente pensionistico, deve obbligatoriamente consegnare ai dipendenti o ai pensionati per certificare l’importo totale dei redditi corrisposti nell’anno precedente e assoggettati a tassazione ordinaria, a tassazione separata, a ritenuta a titolo d’imposta e a imposta sostitutiva. Il datore di lavoro o ente pensionistico deve consegnare il modello CUD in duplice copia, al lavoratore dipendente o pensionato, percettore di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, entro il 28 febbraio 2014 o entro 12 giorni dalla domanda presentata dal dipendente in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il CUD può essere consegnato in formato cartaceo o in modalità telematica ma in quest’ultimo caso solo se il datore di lavoro abbia verificato che il lavoratore abbia gli strumenti idonei alla ricezione elettronica. 
Così anche l’ente pensionistico invia ai pensionati il modello CUD on line, salvo che lo stesso pensionato richieda la consegna cartacea.
Il CUD on line si ottiene accedendo dal sito INPS, muniti di PIN dispositivo, al servizio “CUD UNIFICATO 2014”, nella sezione Servizi Online, da cui si richiede il modello. 
In alternativa l’invio del CUD INPS 2014 può essere effettuato, su richiesta, al proprio indirizzo di posta elettronica o posta elettronica certificata (PEC) scrivendo all’indirizzo: richiestaCUD@postacert.inps.gov.it. 
La consegna del modello CUD 2014 può essere effettuata in modalità cartacea rivolgendosi direttamente agli sportelli INPS, ad un ufficio postale pagando 2,70 euro insieme all’IVA ovvero rivolgendosi ad un CAF o a un patronato.

SETTORE DEL "BIANCO", IN ITALIA SI PUO' CRESCERE DEL 30% IN EFFICENZA

La Fondazione Ergo-MTM Italia presenta uno studio sul settore e dimostra che con azioni mirate è possibile migliorare la competitività degli stabilimenti italiani


Grande potenziale per il settore del bianco italiano: nell’arco di tre anni l’Italia potrebbe guadagnare il 30% di efficienza. E’ quanto emerge dallo studio della Fondazione Ergo-MTM Italia che mette a confronto l’Italia con alcuni Paesi europei quali Germania, Spagna e Repubblica Ceca basandosi su rilevazioni effettuate nel periodo 2010-2012 in tredici stabilimenti per un totale di circa 11.000 lavoratori coinvolti.
Il settore del bianco è un “settore industriale vecchio, in cui sia il prodotto che il processo produttivo non vedono delle vere innovazioni da troppi anni” afferma Gabriele Caragnano, Direttore Generale della Fondazione. Per questo motivo, negli ultimi anni, si è intensificato un processo di delocalizzazione produttiva verso i Paesi dell’Europa dell’est che pare irreversibile. I principali gruppi industriali del settore, Whirlpool, Indesit ed Electrolux, hanno annunciato la chiusura di alcuni dei principali e storici stabilimenti produttivi in Italia, in cui lavorano migliaia di persone e che danno lavoro a moltissime aziende dell’indotto. 
Ma si tratta davvero di un processo irreversibile ed inevitabile? Grazie a questo studio, la Fondazione Ergo-MTM Italia, pur riconoscendo le difficoltà economiche del contesto industriale, propone ai principali player di settore una via alternativa all’abbandono del campo Italia; ma non solo, oltre a dare fiducia e speranza, indica concretamente alcune azioni per salvaguardare migliaia di posti di lavoro e migliorare allo stesso tempo la competitività degli stabilimenti italiani. L’obiettivo è quello di fornire una visione d’insieme che non si riduce al semplice costo, ma considera tre elementi chiave: il costo del lavoro per l’azienda, il numero di ore nette di presenza ed il livello di efficienza dell’organizzazione. 
La ricerca evidenzia che il costo orario nel settore del bianco italiano è di circa 20 euro/ora, diversamente dal dato pubblicato sulla stampa nazionale che si aggira intorno ai 24 euro. Il valore, inoltre, è inferiore a quello della Spagna (23 euro/ora) e della Germania (34 euro/ora). In Repubblica Ceca tale valore è pari a circa 9 euro. Ma quando si passa a considerare il costo per ora lavorata produttiva, l’Italia (38 euro/ora) perde il suo vantaggio competitivo verso la Spagna (35 euro/ora) a causa del gap di efficienza, sia per performance lavorativa sia per numero di ore nette produttive (lavorano di più). La Repubblica Ceca (16 euro/ora), anche considerando il livello di efficienza inferiore rispetto a noi, ha un costo per ora lavorativa produttiva pari a circa la metà sia dell’Italia che della Spagna.
Lo studio consente di valutare e confrontare l’efficienza dei diversi sistemi produttivi misurati rispetto al livello normativo MTM (Methods-Time Measurement). In particolare, la Spagna ottiene il miglior risultato di efficienza (65,8%), e ciò significa lavorare bene e con una buona organizzazione che riduce al minimo le varie forme di perdita. Segue poi la Repubblica Ceca (58,7%), che non risulta quindi competitiva solo grazie al livello di costi, ma anche per livello di efficienza riscontrata. L’Italia in questa classifica ottiene un quarto posto (54,5%), dopo la Germania (56,4%), che sorprendentemente non eccelle per livello di efficienza. Come detto precedentemente, il potenziale di miglioramento per l'Italia è molto consistente: +30% in tre anni in termini di efficienza rispetto a valori world-class productivity. Lo stabilimento di elettrodomestici italiano potrebbe passare da un livello di efficienza pari a 54,5% al 70,5%. L’Italia, così facendo, in tre anni riuscirebbe a recuperare la Spagna (34,5 euro/ora) in termini di costo per ora lavorata produttiva (29,3 euro/ora). 

Secondo la Fondazione Ergo-MTM Italia, per migliorare il “costo del lavoro produttivo” è necessario agire sull’organizzazione del lavoro modificando turni di lavoro, pause, perdite di efficienza, metodo di lavoro, ecc. Ipotizzando che il trend macro-economico porterà ad un appiattimento dei livelli del costo del lavoro in Europa, si può concludere che la sfida competitiva non si giocherà più sul costo del lavoro, ma sulla capacità di raggiungere livelli di efficienza e di efficacia eccellenti, per questo è fondamentale che l’Italia torni a giocare.
La Fondazione Ergo-MTM Italia è l’ente che riunisce imprese, sindacati e università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi di misurazione del lavoro e del controllo dei carichi biomeccanici. La Fondazione è un centro di aggregazione improntato all’assoluta neutralità nelle relazioni tra impresa e sindacato con l’obiettivo di armonizzare produttività e sicurezza sul lavoro.
Con sede a  Varese, la Fondazione Ergo-MTM Italia è stata istituita nel gennaio 2012 ed è presieduta da Luigi Galante (VP Manufacturing EMEA, Fiat Group Automobiles SpA). Gabriele Caragnano è il direttore generale. 



TUTTE NOTIZIE - QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI FISCALI DELLA LEGGE 104?

La legge 104 del 1992 è rivolta specificatamente a persone disabili, ovvero che abbiano degli handicap fisici, psichici o di altra natura, tale che renda questi soggetti svantaggiati nei confronti del resto del consesso sociale, e quindi bisognosi di aiuti speciali. In questo caso specifico, si parla per lo più di agevolazioni in materia fiscale.

Si tratta sia di detrazioni che di esenzioni vere e proprie:
detrazione del 19% per spese sanitarie, acquisto di veicoli per la deambulazione, ivi comprese le automobili; acquisto di un cane guida per i non vedenti, suo mantenimento ed altre spese consimili, ad esempio di prodotti editoriali specifici; spese da sostenere per avere assistenza specifica e qualificata, visite specialistiche;
detrazione per i figli a carico;
detrazioni su spese in materia di edilizia, ovvero per l’abbattimento di barriere architettoniche, che ammontano al 36% sull’ IRPEF;
IVA agevolata al 4% anzichè al 21%;
esenzione dal bollo auto;
esenzione dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.

sabato 22 febbraio 2014

"PER FAVORE, NON LICENZIARE IL MIO PAPA'"

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore il caso della Agrati, una azienda di Collegno in provincia di Torino, specializzata nella produzione di bulloni e viti, tanto da essere una delle più grandi a livello mondiale, e dichiarata chiusa dalla proprietà dalla sera alla mattina. A fine gennaio la corresponsione del premio produttività e qualità, due giorni dopo, si sono visti recapitare una lettera di avvio della procedura di cessazione attività. Stipendi sempre pagati senza ritardi, mai un giorno di cassa integrazione, nonostante le difficoltà dettate dalla congiuntura economica. Uno shock, un trauma, un fulmine a ciel sereno, tanto da colpire l’immaginario dei figli degli 82 dipendenti, gettati nel panico, nella disperazione.   E parte una gara di solidarietà dei figli a difesa dei genitori.  E come non si può non rimanere colpiti, ad esempio, di fronte al disegno di una bimba di 11 anni che scrive: «Mio papino non c’è bisogno che piangi di nascosto, perché anche se davanti a noi sorridi ho capito tutto, tranquillo ci sarò anche io nelle tue lotte. Non lascerò mai la tua mano». Teneri, ma anche duri con chi toglie il lavoro ai genitori. «State rovinando i nostri sogni» gridano da un cartellone Giulia e Francesco di 6 e 3 anni.  Forti e pronti a tutto pur di rivedere il sorriso ritornare nelle loro case. Una serenità persa che i più piccoli possono vivere, pur nel silenzio, in modo anche più traumatico degli adulti. 


PRIMO PIANO - CRISI ECONOMICA, NEL 2013 UN SUICIDIO OGNI DUE GIORNI E MEZZO

Mentre nel 2013, sono diminuiti i decessi per infortunio sui luoghi di lavoro, perchè ci sono meno persone che lavorano, complice la grande crisi che da qualche anno è stata devastante in molti settori, sono cresciuti in maniera esponenziale i suicidi indotti dalla disperazione dettata dalla crisi economica, lavoro perso, mancanza di reddito e terrore per il futuro, che qualcuno vede senza via di uscita. Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo. E’ il drammatico bilancio dello scorso anno, quando 149 persone si sono tolte la vita per motivazioni economiche. Nel 2012 erano state 89, il 40% nel solo ultimo quadrimestre a testimonianza di una situazione diventata sempre più difficile. I terribili dati sono stati resi noti da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012.

Circa un suicida su due (45,6%) è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, rispetto al 2012, cresce il numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58, contro i 28 dell’anno prima. Dopo i mesi estivi, il numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati; ottobre ha contato 16 vittime, novembre ha registrato 12 casi mentre nell’ultimo mese dell’anno le vittime sono state 18. In 19 casi si è arrivati al gesto estremo per stipendi non percepiti.
Il fenomeno non conosce differenze geografiche: al Sud come al Nord. Nel 2012 il numero più elevato dei suicidi per motivi economici si registrava nelle regioni del Nord-Est (27 casi con un’incidenza percentuale pari al 30,3%), un’area geografica a maggior frequenza di suicidio tra gli imprenditori a causa della maggiore densità industriale. L’analisi complessiva dell’anno 2013 sottolinea come il fenomeno sia andato uniformandosi a livello territoriale interessando con la stessa forza tutte le aree geografiche. Persino nel Mezzogiorno dove il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento del numero dei suicidi: 13 i casi complessivi dell’anno 2012 a fronte dei 29 del 2013.
Lo scorso anno, così come nel 2012, la crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, ha rappresentato la motivazione principale del tragico gesto, all’origine dei 108 suicidi (72,5%) nel 2013, a fronte dei 44 del 2012.
La perdita del posto di lavoro continua a rappresentare la seconda causa di suicidio: 26gli episodi registrati, in lieve aumento rispetto al 2012 quando i casi sono stati 25. Ad incidere inoltre sul tragico epilogo, i debiti verso l’erario: 13 le persone che nel 2013 si son tolte la vita a causa dell’impossibilità di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato.
Raddoppiato il numero dei tentati suicidi rispetto al 2012. Preoccupante e significativo anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 86 le persone che nel 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 72 uomini e 14 donne, contro i 48 casi complessivi registrati nel 2012. Anche tra i tentativi di suicidio, a destare allarme é l’incremento registrato nelle regioni meridionali: si passa infatti dai 5 casi del 2012 a ben 25 tragici tentativi di porre fine alla propria vita rilevati nel 2013. Anche nelle regioni insulari si passa a 15 casi dai 6 registrati nel 2012. L’aumento si registra anche nelle regioni del Centro Italia in cui nel 2013 si sono verificati ben 22 casi a fronte dei 13 rilevati nel 2012. A livello regionale il numero più elevato di tentativi di suicidio nel 2013 si ha nel Lazio (12). Seguono Sicilia (11), Campania ed Emilia Romagna (10), Lombardia (7), Abruzzo e Toscana (6). I disoccupati che nel 2013 hanno tentato di togliersi la vita sono 50. Erano 20 nel 2012.



venerdì 21 febbraio 2014

VERTENZA INDESIT: INTERVISTA SU L'AZIONE AD ANDREA COCCO

La vicenda di crisi occupazionale della INDESIT è terminata; che ne pensa dell’epilogo? Come vuole rispondere al segretario del PD locale che ha dichiarato: “ L’azienda ha previsto un piano di investimenti pari a circa 70 ML di euro a livello nazionale; non riteniamo ovviamente l’attuale accordo sufficiente, ma data l’attuale situazione ritengo che fosse il miglior accordo possibile. Su questo mi sembra di essere in linea con la stragrande maggioranza dei lavoratori (quasi l’80%) che lo hanno approvato.”
Dopo 6 mesi di dura lotta e di serrate trattative, dove abbiamo contrastato il piano industriale presentato da Indesit il 4 giugno, credo che sia corretto dire che l'accordo firmato dia maggiori prospettive industriali(gli investimenti passano dai 70 milioni ad 83 milioni di euro) e nonostante non siamo riusciti a salvare il lavaggio a Caserta (si produceva in perdita), abbiamo ridistribuito le produzioni tra gli stabilimenti marchigiani e casertani e ottenuto produzioni che fino ad ora Indesit produceva fuori Italia (Russia e Spagna).
Lo stabilimento di Melano a giugno era chiuso, ora ha un progetto di sviluppo.
La tutela dei lavoratori con strumenti conservativi come la cassa integrazione ed i contratti di solidarietà( 5 anni di impegno aziendale a non licenziare).
Condivido con il segretario del Pd che è il miglior accordo che si poteva fare, ma chiedo a tutta la politica, per migliorare la sufficienza dell'accordo, di agire e assumersi le responsabilità nei confronti dei lavoratori con serie politiche industriali.

La Sen. Maria Paola Merloni è stata eletta in questo  territorio. Che ne pensa del suo silenzio sulla stampa e del suo operato nelle Istituzioni?

Io faccio il sindacalista, non ho capacità di commentare il silenzio; mi limito a dire che ognuno di noi ha delle responsabilità nei confronti della società, questo deve valere sia per l'operaio, sia per l'imprenditore e sia per il politico.

Quale è il vostro rapporto con l’Amministrazione locale? La vicenda del manifesto tolto da Palazzo Chiavelli è il simbolo di una distanza del nostro Comune da voi lavoratori?
Noi abbiamo rapporti con il comune di Fabriano come tra un sindacato e un Amministrazione locale e non capisco tutto questo scalpore che ha suscitato aver tolto lo striscione sul balcone del comune; lo avevamo messo all'inizio della vertenza, è stato lo slogan che ha seguito tutte le fasi della trattativa e dopo che i lavoratori hanno dato il loro assenso all'accordo lo abbiamo tolto, tutto qui.



lunedì 17 febbraio 2014

NEL 2013 I FONDI PENSIONE STRACCIANO IL TFR

Le azioni tirano la volata della pensione di scorta. Le linee più rischiose hanno offerto le migliori performance nell’anno appena concluso. Ma tutto il comparto si è comportato bene. Nel 2013 è stato pari al 6% il rendimento medio offerto dai fondi pensione negoziali, aziendali o di categoria. Il Tfr nello stesso periodo ha reso invece l’1,7%, al netto dell’aliquota dell’11%. La liquidazione mantenuta in azienda si rivaluta con un tasso dell’1,5%, più il 75% dell’inflazione. Anche nel medio termine la previdenza integrativa stacca il Tfr: fra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre scorso, infatti, tutti i tre fondi maggiori esistenti all’inizio del periodo considerato hanno battuto nettamente il 46,1% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con il 57%, seguito da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 51,9% e da Cometa (industria metalmeccanica e orafa) con il 51,3%«Il bilancio dell’anno scorso è molto positivo — sottolinea Michele Tronconi, presidente di Assofondipensione, l’associazione che raggruppa trentaquattro fondi negoziali —. I fondi pensione raggiungono buoni risultati anche grazie alle spese decisamente contenute. I costi di struttura sono molto bassi e non bisogna remunerare una rete di vendita, come nel caso degli altri strumenti previdenziali». Proprio qui, però, sta anche la loro debolezza. I fondi negoziali, che contano oltre 1,9 milioni di aderenti, soffrono la concorrenza dei Pip (i Piani individuali di tipo assicurativo), che con oltre 2 milioni d’iscritti sono balzati al primo posto fra tutti gli strumenti previdenziali, anche grazie alle laute provvigioni per gli intermediari che li collocano. «Nei fondi, invece, la promozione è affidata agli uffici del personale delle aziende e ai sindacati — spiega Tronconi —. In più soffrono le gravi difficoltà del mondo del lavoro, con molti dipendenti licenziati o collocati in cassa integrazione. A parte quattro o cinque, ve ne sono molti altri che non hanno dimensioni adeguate: come Assofondipensione vogliamo aiutarli a trovare soluzioni consortili che permettano di sfruttare meglio le nuove opportunità offerte dai mercati finanziari». Oggi i fondi pensione investono circa il 60% degli attivi in titoli governativi, per lo più italiani. «Il tema all’ordine del giorno è come dirottare maggiori risorse verso l’economia reale — spiega Tronconi —. Il 20% di attivi che possono gestire direttamente potrebbe essere investito in fondi di private equity, mini-bond o fondi chiusi infrastrutturali: abbiamo avviato contatti con la Cassa depositi e prestiti per vedere cosa si può fare. In questo modo si avrebbero ricadute positive sull’occupazione». L’anno scorso molte linee azionarie e bilanciate hanno ottenuto performance a due cifre: il risultato migliore è stato il 17,6% dell’azionaria di Mediafond (gruppo Mediaset), seguita con il 16,5% da quell’analoga di Fondaereo (piloti e assistenti di volo). Hanno chiuso in positivo tutti i comparti, e buoni risultati sono stati ottenuti anche dai tre fondi maggiori, Cometa, Fonte (commercio, turismo e servizi) e Fonchim. A parte le performance, comunque, un altro fattore gioca a favore dei fondi pensione, rispetto alla decisione di mantenere il Tfr in azienda. E’ il contributo aziendale, pari in media all’1,2-1,5% della retribuzione lorda, cui ha diritto solo chi aderisce. Questa voce fa davvero la differenza: lo dimostrano gli esempi, relativi ai tre fondi maggiori, di lavoratori che hanno aderito alla partenza del fondo, a confronto con i loro colleghi che invece hanno lasciato il Tfr in azienda. Al 31 dicembre scorso, un metalmeccanico con uno stipendio di 23mila euro lordi che il primo gennaio 1997 ha aderito alla linea bilanciata di Cometa ha maturato un montante di 33.133 euro, contro i 26.477 accantonati da un suo collega che ha mantenuto il Tfr in azienda. Con Fonte (retribuzione di 21.500 euro e adesione il primo marzo 2004) siamo rispettivamente a 22.110 e 17.738 euro; infine per Fonchim (stipendio di 30mila euro e iscrizione il 14 marzo 1997) il totale è di 87.115 per chi si è iscritto e di 63.618 euro per chi invece ha lasciato il Tfr in azienda. In tutti i casi sono state considerate le stesse voci, in modo da rendere omogeneo il confronto. Quest’ultimo, peraltro, non tiene conto del trattamento fiscale, che nella previdenza complementare è decisamente più favorevole.

giovedì 13 febbraio 2014

FONDO COMETA: RENDIMENTI GENNAIO 2014

INIZIO DI 2014 TENDENZIALMENTE IN CAMPO POSITIVO PER I COMPARTI DEL FONDO DI PREVIDENZA INTEGRATIVA DEI LAVORATORI METALMECCANICI, ECCEZION FATTA PER IL RAMO CRESCITA, QUELLO CON IL PROFILO DI RISCHIO PIU' ALTO, ESSENDO CONNOTATO DA INVESTIMENTI IN STRUMENTI FINANZIARI DI NATURA AZIONARIA, CHE FA REGISTRARE, RISPETTO A DICEMBRE DEL 2013, UN LIEVISSIMO ARRETRAMENTO.

VERTENZA INDESIT: COMUNICATO FIM-CISL SULL'INCONTRO DEL 12 FEBBRAIO

Il giorno 12 febbraio si è tenuto a Roma un incontro tra la direzione del gruppo Indesit, Fim Fiom Uilm Nazionali e il Coordinamento delle Rsu del gruppo. 
Nel corso della riunione sono stati forniti alcuni dati relativamente ai risultati del gruppo per il 2013 ed è stato discusso il tema della maturazione degli istituti salariali durante la cassa integrazione straordinaria.

Risultati 2013
L’ Azienda ha comunicato che il 2013 si conferma a consultivo un anno difficile: il  fatturato diminuisce come anche l' Ebit e il risultato netto.
Tra i fattori determinanti di questo risultato ci sono i cambi rublo/euro e sterlina/euro il calo delle vendite nel mercato russo.
Valutazioni più precise in merito, anche per quanto riguarda la componente del PDR legata alla redditività 2013, saranno disponibili nei prossimi giorni.

Ratei
Facendo seguito a quanto già detto il 28 gennaio, in occasione della firma dell' accordo sulla Cigs in sede ministeriale, l'Azienda ha confermato che la rotazione verrà effettuata per garantire  una  corretta distribuzione dei costi e delle opportunità tra tutti i lavoratori.
La cassa integrazìone sarà consistente in ragione della scelta condivisa con l’accordo di dicembre 2013 di non effettuare licenziamenti e garantire la stabilità occupazionale.
In particolare per lo stabilimento di Caserta nel 2014 si accentuerà l'utilizzo della cigs che andrà poi riducendosi nella seconda parte dell' anno con l'arrivo delle nuove produzioni.
Un fenomeno analogo è prevedibile per gli stabilimenti fabrianesi nel 2015.
Questo produce effetti sulla prestazione lavorativa e sulle retribuzioni, non solo,per quanto riguarda la parte direttamente legata al lavoro svolto ( le ore di cigs sono indennizzate dall’ Inps con una retribuzione oraria definita per legge ) ma anche per gli istituti indiretti.
Il criterio di maturazione degli istituti finora adottato dall'azienda durante i periodi di Cigo è il seguente
-      13ma: riproporzionamento in base alle ore avorate
-    Ferie PAR, PDR, Premio feriale riproporzionamento in base alla presenza di          retribuzione superiore o inferiore al 50% delle giornate retribuite nel mese.

L’uso intenso della Cig, qualunque sia il criterio utilizzato, ne ridurrà la maturazione; per questo abbiamo chiesto all’azienda di valutare modalità che consentano ai lavoratori il minore danno considerato che il sacrificio salariale consistente.
Nel corso della riunione di ieri è stata avanzata dalla Direzione Aziendale una proposta così fatta:
- mantenimento della prassi in atto per la 13.ma
- riproporzionamento in base  alle settimane di Cig di tutti gli altri istituti
- garanzia di maturazione del 50% nel caso le settimane lavorate non siano almeno il 50% di       quelle lavorabili.

Consideriamo questa proposta al di sotto delle attese ed insufficiente.
Inoltre riteniamo che il Premio di Risultato, nato dalla contrattazione fatta col Gruppo Indesit, meriti particolare attenzione e debba essere preservato, valorizzato e non decurtato in quanto:
-   rappresenta salario incentivante per quanto riguarda produttività, qualità, e presenza   
    al lavoro.
-   usufruisce di un migliore trattamento fiscale  per il lavoratore.

L Azienda ha comunicato nella parte conclusiva della riunione che in mancanza di un accordo procedera' comunque al riproporzionamento di tutti gli istituiti come fanno la maggior parte delle aziende ed è consentito dalla legge.

Noi chiediamo alla Direzione Aziendale di rivedere questa posizione: abbiamo condiviso un accordo complicato che ha bisogno di essere ben gestito ed applicato per produrre esiti positivi; non è un buon inizio una decisione unilaterale che non tenga conto della necessità di coinvolgere positivamente i lavoratori della Indesit in questo complesso processo e contemporaneamente delle necessità di proteggerne il salario.

                               


mercoledì 12 febbraio 2014

OGGI A ROMA RENDEZ-VOUZ TRA COORDINAMENTO FIM FIOM UILM E MANAGEMENT INDESIT COMPANY

Il Coordinamento nazionale Fim  Fiom  Uilm del gruppo Indesit Company si confronterà oggi a Roma, alle ore 14,30, presso il centro congressi Cavour, con il management della holding fabrianese dell'elettrodomestico, secondo quanto concordato nell'ultimo incontro al Ministero del Lavoro del 28 gennaio scorso. Dopo la firma dei protocolli inerenti la cassa integrazione straordinaria per la parte operaia e i contratti di solidarietà per la parte impiegatizia, sul tavolo l'azienda dovrebbe chiarire alcuni aspetti inerenti il premio di risultato, sollevati dal coordinamento sindacale, nell'ultimo rendez-vouz romano di fine gennaio.

martedì 11 febbraio 2014

FIM E FEMCA, AVANTI VERSO UN GRANDE SINDACATO DELL'INDUSTRIA


Fim  e Femca, avanti verso grande sindacato dell'industria, per rispondere ai cambiamenti del mondo del lavoro globalizzato. La Cisl va avanti sul progetto di unificare in un grande sindacato dell'industria i metalmeccanici, i chimici, i tessili "per affrontare il cambiamento nel mondo del lavoro globalizzato". Si è svolto nei giorni scorsi, presso l'auditorium di Via Rieti a Roma, il Consiglio Generale unificato Fim, Femca alla presenza del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni e i segretari generali di categoria, "continua" la sua "marcia per il progetto di riorganizzazione".
La fusione dei metalmeccanici, dei chimici e dei tessili, in un unico grande sindacato dell'industria, si legge in una nota "rappresenta la più forte ed efficace risposta organizzativa che la Cisl sta mettendo in campo per rispondere alle esigenze dei lavoratori e dell'industria del Paese".


lunedì 10 febbraio 2014

E' SCATTATA OGGI LA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA PER MELANO ED ALBACINA

E' partita operativamente oggi negli stabilimenti di Melano ed Albacina la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale. Secondo il protocollo siglato a Roma presso il Ministero del Lavoro lo scorso 28 gennaio, la Cigs è scattata il 3 febbraio per ventiquattro mesi, per 288 lavoratori del plant di Melano e i 595 di quello di Albacina, oltre ovviamente le 900 unità lavorative di Carinaro. I lavoratori del polo Melalba resteranno a casa per tutta questa settimana e complessivamente, nel mese di febbraio, si fermeranno 7 giorni a Melano e 9 ad Albacina. Le fermate, che la Indesit ha stimato in maniera previsionale per il 2014 in circa 60 giornate per Melano ed 80 circa per Albacina, si effettueranno con il consueto metodo del tutti a casa contemporaneamente, modalità del resto utilizzata per la gestione della cassa integrazione ordinaria, fino al mese di gennaio. Nella stipula dell'accordo della Cigs, la Indesit Company, ha altresì dichiarato che fermi restando gli impegni comunicati al Mise per quanto concerne il triennio e relativamente ai siti interessati, nel biennio di intervento della CIGS, verranno effettuati investimenti per un valore di 44 milioni e 200 mila euro ( degli 83 messi a budget nel piano), per impianti, macchinari, attrezzature e altri beni, ricerca, sviluppo e formazione. Sempre il 3 febbraio, sono scattati i contratti di solidarietà difensivi, che interesseranno 847 impiegati, con differenti riduzioni dell'orario di lavoro, a seconda delle aree di attività, al fine di evitare il licenziamento per riduzione di personale dei lavoratori dichiarati in esubero, attualmente pari a 140 unità, contro i 150 iniziali. Il contratto di solidarietà comporterà per i lavoratori interessati una riduzione media dell'orario di lavoro pari al 16,5%, articolata in forma mensile, ed avrà una durata di dodici mesi fino al 2 febbraio 2015. 

MODELLO RED 2014, NON VERRA' PIU' INVIATO AI PENSIONATI, MA AL CAF

La richiesta di presentazione delle dichiarazioni (modello RED- ICRIC – ICLAV – AccAS/PS) NON verrà più inviata dall’INPS. II soggetti che hanno l’obbligo di presentazione per il 2014 riceveranno la comunicazione direttamente dal CAF presso il quale si è recato nel 2013.
Ogni anno l'INPS ha l'obbligo di verificare la permanenza dei requisiti necessari per il pagamento delle prestazioni assistenziali. Ci riferiamo alla pensione sociale, all'assegno sociale e alle prestazioni economiche erogate agli invalidi civili (titolati di indennità di accompagnamento, di frequenza e dell'assegno mensile).
Gli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento o di frequenza sono tenuti a presentare, entro il 31 marzo di ogni anno, una dichiarazione di responsabilità relativa alla sussistenza o meno di uno stato di ricovero in istituto, indicando se questo è avvenuto a titolo gratuito o a pagamento (Mod. ICRIC). 
Gli invalidi civili titolari di assegno mensile, sono anch'essi tenuti a presentare ogni anno una dichiarazione di responsabilità relativa alla permanenza o meno del requisito di mancata prestazione di attività lavorativa e dell'eventuale reddito prodotto (Mod. ICLAV). 
I titolari di pensione sociale o assegno sociale devono invece certificare la relativa alla permanenza del requisito della residenza stabile e continuativa in Italia. Per i soli titolari di assegno sociale sarà necessaria anche la dichiarazione sulla sussistenza o meno dello stato di ricovero in istituto.Per questo adempimento è stato predisposto il modulo ACCAS/PS.

DALL' 8 FEBBRAIO PARTITO IL NUOVO ISEE

E' partito sabato 8 febbraio, il nuovo Isee 2014, l’indicatore della situazione economica familiare, che garantisce prestazioni socio-sanitarie e non solo agevolate a chi dimostri di vivere in condizioni di estrema difficoltà economica. Per esempio, viene richiesto per accedere alle graduatorie per gli nido , gli alloggi di edilizia popolare o per avere sconti nelle tasse universitarie ecc. Si tratta di un valore che viene calcolato sulla base di molti indicatori, come reddito , patrimonio, componenti della famiglia, eventuali disabilità, ecc. e viene certificato in un documento chiamato  Attestato o Certificazione ISEE da presentare all'ente a cui si richiede la prestazione agevolata. Dalla data dell' 8 febbraio ci vorranno poi 120 giorni per l’entrata in vigore ufficiale. Il primo appuntamento cruciale per l’attuazione del nuovo Isee è fissato al 9 maggio 2014, quando scadrà ufficialmente la fase iniziale dell’iter. Poi, il ministro lavoro Giovannini con il ministro dell’Economia, Inps, Agenzia delle Entrate e Garante della Privacy, presenterà  il testo descrittivo della nuova Dichiarazione Unica Sostitutiva-DSU, documento che ogni nucleo famigliare dovrà compilare per poter usufruire dei benefici fiscali e di welfare previsti  in base al proprio indicatore. Entro i successivi 30 giorni, cioè entro il 9  giugno, gli enti interessati dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni, e il nuovo strumento sarà ufficialmente in vigore. Tra le principali novità dell’Isee, la minore possibilità di autocertificazione: rispetto allo scorso anno, d’ora in poi solo una parte dei dati potrà essere autocertificata dal contribuente, mentre i dati fiscali e i dati Inps più importanti saranno compilati direttamente dall'Amministrazione, consentendo in tal modo di rafforzare i controlli mediante l'incrocio con le diverse Banche Dati fiscali e contributive e di ridurre le situazioni di accesso indebito alle prestazioni agevolate. Da quest’anno, si può presentare un ‘Isee corrente’ in caso di variazioni superiori al 25% dell’indicatore della situazione reddituale dovute a variazioni della situazione lavorativa. In base al calcolo dell’Isee verrà poi stabilito se è possibile concedere o meno le prestazioni previste che beneficiano di agevolazioni, come prestazioni sociali, prestazioni sociali agevolate, prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, prestazioni sociali rivolte ai minorenni, e riguardanti il diritto allo studio universitario.Da quest’anno vengono, inoltre, inclusi nel reddito, insieme al reddito complessivo ai fini Irpef, anche tutti i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (ad esempio, contribuenti minimi, cedolare secca sugli affitti, premi di produttività, Tfr, ecc.); tutti i redditi esenti e, quindi, anche tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica Amministrazione (assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale, indennità di accompagnamento, ecc.); e i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari. Il nuovo Isee considera il patrimonio all’estero e il valore degli immobili rivalutato ai fini Imu; e riduce da 15.494 euro a 10.000 euro la franchigia massima sulla componente mobiliare, in base ai componenti del nucleo familiare, poichè sale di 1.000 euro per ogni figlio dal terzo in poi.


sabato 8 febbraio 2014

COME OTTENERE IL CUD 2014 PER PENSIONATI, LAVORATORI IN DISOCCUPAZIONE, CASSA INTEGRAZIONE, MOBILITA' E INDENNITA' ASPI 2013

·   scaricare il CUD 2014 online accedendo al portale INPS

con il proprio PIN e utilizzando il servizio “CUD UNIFICATO 2014”, che presto verrà aggiornato, presente nella sezione Servizi Online nell’elenco di tutti i servizi.

In alternativa è possibile seguire il percorso :
“Servizi per il cittadino” >
“Fascicolo previdenziale per il cittadino” >
“Modelli” >
“Cud Unificato”.

può inoltre essere richiesto, al proprio indirizzo di posta elettronica 
allegando alla mail la domanda firmata e copia fronte/retro del documento di riconoscimento del richiedente ;

o posta elettronica certificata (PEC) scrivendo all’indirizzo
  richiestaCUD@postacert.inps.gov.it.

§        ottenere il CUD cartaceo


rivolgendosi agli  sportelli veloci degli uffici INPS dedicati, compresi gli uffici ex INPDAP ed ex ENPALS;

stampare il CUD cartaceo dalle postazioni informatiche self service collocate nelle sedi INPS, utilizzando il proprio PIN INPS;

rivolgersi alle Poste, rivolgendosi a qualsiasi ufficio postale, per richiedere la consegna del CUD 2014  attraverso il pagamento di 2,70 euro più IVA;

il CUD INPS 2014 può essere inoltre richiesto a CAF, patronati e centri di assistenza fiscale, professionisti abilitati o a commercialisti regolarmente iscritti negli Albi previo conferimento del mandato da parte del cittadino richiedente, che a tale scopo deve essere munito di fotocopia del documento di riconoscimento e codice fiscale, il quale firmerà la ricevuta dell’avvenuta consegna Cud.

§        ottenere il CUD a casa

i pensionati residenti all’estero possono rivolgersi allo Sportello Mobile ai seguenti numeri telefonici dedicati  06.59054403 – 06.59053661 – 06.59055702 attivi dalle 8,00 alle 19,00 (ora italiana)  fornendo i propri dati anagrafici e il codice fiscale;

i pensionati con più di 85 anni fruitori di indennità di accompagnamento possono richiedere l’invio del CUD 2014 cartaceo a domicilio telefonicamente all’operatore dello Sportello Mobile della propria sede INPS;

tutti i cittadini, o i loro familiari, possono fare specifica richiesta all’INPS telefonando al numero 803.164 gratuito se si chiama da telefono fisso e  numero 06-164164 a pagamento per chi chiama da cellulare, o al numero verde  800-434320 con risponditore automatico, il CUD verrà inviato al domicilio noto all’INPS dell’interessato.


giovedì 6 febbraio 2014

VERTENZA INDESIT: NUOVO INCONTRO IL 12 FEBBRAIO A ROMA

Il Coordinamento nazionale Fim  Fiom  Uilm del gruppo Indesit Company tornerà a confrontarsi con il management della holding fabrianese dell'elettrodomestico, secondo quanto concordato nell'ultimo incontro al Ministero del Lavoro del 28 gennaio scorso, il 12 febbraio prossimo a Roma , presso il centro congressi Cavour. Dopo la firma dei protocolli inerenti la cassa integrazione straordinaria per la parte operaia e i contratti di solidarietà per la parte impiegatizia, sul tavolo l'azienda dovrebbe chiarire alcuni aspetti inerenti il premio di risultato, sollevati dal coordinamento sindacale.

martedì 4 febbraio 2014

BENE APERTURA TAVOLO DEL SETTORE DEGLI ELETTRODOMESTICI, ORA PROPOSTE CONCRETE

Cogliamo, come Fim-Cisl, con favore l’apertura oggi, di un tavolo di settore presso il Ministero dello Sviluppo Economico per affrontare i nodi che da anni stanno mettendo in difficoltà l’intero comparto industriale dell’elettrodomestico nel nostro Paese, il secondo del manifatturiero nazionale per numero di addetti.  Un tavolo che visto il coinvolgimento di tutti gli attori: dal Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero del Lavoro, alle regioni, alle parti sociali e del Ceced, che potrà ci auguriamo, finalmente trovare delle soluzioni di carattere strutturale ai tanti nodi che nel corso delle varie crisi ed emergenze industriali, oggi in ordine temporale Electrolux, hanno e stanno mettendo in crisi questo importante settore industriale nel nostro Paese. Serve ora che quanto emerso nella discussione odierna, trovi nel prossimo incontro, programmato per gli inizi di marzo, gli spazi per rendere operative le molte proposte oggi solo accennate dalle parti. Come Fim Cisl riteniamo che bisogna da una parte dare sostegno al prodotto con una serie di interventi normativi che dovrebbero essere adottati a livello comunitario come ad esempio: l’etichettatura, il controllo sui prodotti vendibili ed ecocompatibili e con essi incentivi sulla ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, oltre che, per l’innovazione produttiva indirizzati ad aziende socialmente responsabili che investano nel Paese dando lavoro e sviluppo. In quest’ottica è importante anche il ruolo delle regioni e dei territori. Dall’altra, per quanto riguarda il lavoro è importante non disperdere l’alto livello di specializzazione e qualificazione delle nostre imprese. Su questo fronte non servono politiche meramente assistenziali, ma piuttosto politiche finalizzate al mantenimento del patrimonio professionale e di competenze, per questo l’intervento sulla decontribuzione dei contratti di solidarietà, che è ferma al 2005, va rifinanziato al più presto. E’ necessario poi, un intervento di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, da tempo richiesto dalla nostra Confederazione, che favorirebbe la competizione delle nostre imprese senza deprimere i consumi.