sabato 22 febbraio 2014

PRIMO PIANO - CRISI ECONOMICA, NEL 2013 UN SUICIDIO OGNI DUE GIORNI E MEZZO

Mentre nel 2013, sono diminuiti i decessi per infortunio sui luoghi di lavoro, perchè ci sono meno persone che lavorano, complice la grande crisi che da qualche anno è stata devastante in molti settori, sono cresciuti in maniera esponenziale i suicidi indotti dalla disperazione dettata dalla crisi economica, lavoro perso, mancanza di reddito e terrore per il futuro, che qualcuno vede senza via di uscita. Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo. E’ il drammatico bilancio dello scorso anno, quando 149 persone si sono tolte la vita per motivazioni economiche. Nel 2012 erano state 89, il 40% nel solo ultimo quadrimestre a testimonianza di una situazione diventata sempre più difficile. I terribili dati sono stati resi noti da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre due anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012.

Circa un suicida su due (45,6%) è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, rispetto al 2012, cresce il numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58, contro i 28 dell’anno prima. Dopo i mesi estivi, il numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati; ottobre ha contato 16 vittime, novembre ha registrato 12 casi mentre nell’ultimo mese dell’anno le vittime sono state 18. In 19 casi si è arrivati al gesto estremo per stipendi non percepiti.
Il fenomeno non conosce differenze geografiche: al Sud come al Nord. Nel 2012 il numero più elevato dei suicidi per motivi economici si registrava nelle regioni del Nord-Est (27 casi con un’incidenza percentuale pari al 30,3%), un’area geografica a maggior frequenza di suicidio tra gli imprenditori a causa della maggiore densità industriale. L’analisi complessiva dell’anno 2013 sottolinea come il fenomeno sia andato uniformandosi a livello territoriale interessando con la stessa forza tutte le aree geografiche. Persino nel Mezzogiorno dove il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento del numero dei suicidi: 13 i casi complessivi dell’anno 2012 a fronte dei 29 del 2013.
Lo scorso anno, così come nel 2012, la crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, ha rappresentato la motivazione principale del tragico gesto, all’origine dei 108 suicidi (72,5%) nel 2013, a fronte dei 44 del 2012.
La perdita del posto di lavoro continua a rappresentare la seconda causa di suicidio: 26gli episodi registrati, in lieve aumento rispetto al 2012 quando i casi sono stati 25. Ad incidere inoltre sul tragico epilogo, i debiti verso l’erario: 13 le persone che nel 2013 si son tolte la vita a causa dell’impossibilità di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato.
Raddoppiato il numero dei tentati suicidi rispetto al 2012. Preoccupante e significativo anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 86 le persone che nel 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 72 uomini e 14 donne, contro i 48 casi complessivi registrati nel 2012. Anche tra i tentativi di suicidio, a destare allarme é l’incremento registrato nelle regioni meridionali: si passa infatti dai 5 casi del 2012 a ben 25 tragici tentativi di porre fine alla propria vita rilevati nel 2013. Anche nelle regioni insulari si passa a 15 casi dai 6 registrati nel 2012. L’aumento si registra anche nelle regioni del Centro Italia in cui nel 2013 si sono verificati ben 22 casi a fronte dei 13 rilevati nel 2012. A livello regionale il numero più elevato di tentativi di suicidio nel 2013 si ha nel Lazio (12). Seguono Sicilia (11), Campania ed Emilia Romagna (10), Lombardia (7), Abruzzo e Toscana (6). I disoccupati che nel 2013 hanno tentato di togliersi la vita sono 50. Erano 20 nel 2012.



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