sabato 22 febbraio 2014
"PER FAVORE, NON LICENZIARE IL MIO PAPA'"
Nei giorni scorsi ha fatto scalpore il caso della Agrati, una azienda di Collegno in provincia di Torino, specializzata nella produzione di bulloni e viti, tanto da essere una delle più grandi a livello mondiale, e dichiarata chiusa dalla proprietà dalla sera alla mattina. A fine gennaio la corresponsione del premio produttività e qualità, due giorni dopo, si sono visti recapitare una lettera di avvio della procedura di cessazione attività. Stipendi sempre pagati senza ritardi, mai un giorno di cassa integrazione, nonostante le difficoltà dettate dalla congiuntura economica. Uno shock, un trauma, un fulmine a ciel sereno, tanto da colpire l’immaginario dei figli degli 82 dipendenti, gettati nel panico, nella disperazione. E parte una gara di solidarietà dei figli a difesa dei genitori. E come non si può non rimanere colpiti, ad esempio, di fronte al disegno di una bimba di 11 anni che scrive: «Mio papino non c’è bisogno che piangi di nascosto, perché anche se davanti a noi sorridi ho capito tutto, tranquillo ci sarò anche io nelle tue lotte. Non lascerò mai la tua mano». Teneri, ma anche duri con chi toglie il lavoro ai genitori. «State rovinando i nostri sogni» gridano da un cartellone Giulia e Francesco di 6 e 3 anni. Forti e pronti a tutto pur di rivedere il sorriso ritornare nelle loro case. Una serenità persa che i più piccoli possono vivere, pur nel silenzio, in modo anche più traumatico degli adulti.
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