La Fondazione Ergo-MTM Italia presenta uno
studio sul settore e dimostra che con azioni mirate è possibile migliorare la
competitività degli stabilimenti italiani
Grande potenziale per
il settore del bianco italiano: nell’arco di tre anni l’Italia potrebbe
guadagnare il 30% di efficienza. E’ quanto emerge dallo studio della Fondazione
Ergo-MTM Italia che mette a confronto l’Italia con alcuni Paesi europei quali
Germania, Spagna e Repubblica Ceca basandosi su rilevazioni
effettuate nel periodo 2010-2012
in tredici stabilimenti per un totale di circa 11.000
lavoratori coinvolti.
Il settore del bianco è un “settore industriale vecchio, in cui sia il prodotto
che il processo produttivo non vedono delle vere innovazioni da troppi anni”
afferma Gabriele Caragnano, Direttore Generale della Fondazione. Per questo
motivo, negli ultimi anni, si è intensificato un processo di delocalizzazione
produttiva verso i Paesi dell’Europa dell’est che pare irreversibile. I
principali gruppi industriali del settore, Whirlpool, Indesit ed Electrolux,
hanno annunciato la chiusura di alcuni dei principali e storici stabilimenti
produttivi in Italia, in cui lavorano migliaia di persone e che danno lavoro a
moltissime aziende dell’indotto.
Ma si tratta davvero di un processo irreversibile ed inevitabile? Grazie a
questo studio, la
Fondazione Ergo-MTM Italia, pur riconoscendo le difficoltà
economiche del contesto industriale, propone ai principali player di settore
una via alternativa all’abbandono del campo Italia; ma non solo, oltre a dare
fiducia e speranza, indica concretamente alcune azioni per salvaguardare
migliaia di posti di lavoro e migliorare allo stesso tempo la competitività
degli stabilimenti italiani. L’obiettivo è quello di fornire una visione
d’insieme che non si riduce al semplice costo, ma considera tre elementi
chiave: il costo del lavoro per l’azienda, il numero di ore nette di presenza
ed il livello di efficienza dell’organizzazione.
La ricerca evidenzia che il costo orario nel settore del bianco italiano è di
circa 20 euro/ora, diversamente dal dato pubblicato sulla stampa nazionale che
si aggira intorno ai 24 euro. Il valore, inoltre, è inferiore a quello della
Spagna (23 euro/ora) e della Germania (34 euro/ora). In Repubblica Ceca tale valore è pari a circa 9
euro. Ma quando si passa a considerare il costo per ora lavorata produttiva,
l’Italia (38 euro/ora) perde il suo vantaggio competitivo verso la Spagna (35 euro/ora) a
causa del gap di efficienza, sia per performance lavorativa sia per numero di
ore nette produttive (lavorano di più). La Repubblica Ceca (16 euro/ora), anche considerando
il livello di efficienza inferiore rispetto a noi, ha un costo per ora
lavorativa produttiva pari a circa la metà sia dell’Italia che della Spagna.
Lo studio consente di valutare e confrontare l’efficienza dei diversi sistemi
produttivi misurati rispetto al livello normativo MTM (Methods-Time
Measurement). In particolare, la
Spagna ottiene il miglior risultato di efficienza (65,8%), e
ciò significa lavorare bene e con una buona organizzazione che riduce al minimo
le varie forme di perdita. Segue poi la Repubblica Ceca (58,7%), che non risulta quindi
competitiva solo grazie al livello di costi, ma anche per livello di efficienza
riscontrata. L’Italia in questa classifica ottiene un quarto posto (54,5%),
dopo la Germania
(56,4%), che sorprendentemente non eccelle per livello di efficienza. Come detto
precedentemente, il potenziale di miglioramento per l'Italia è molto
consistente: +30% in tre anni in termini di efficienza rispetto a valori
world-class productivity. Lo stabilimento di elettrodomestici italiano potrebbe
passare da un livello di efficienza pari a 54,5% al 70,5%. L’Italia, così
facendo, in tre anni riuscirebbe a recuperare la Spagna (34,5 euro/ora) in
termini di costo per ora lavorata produttiva (29,3 euro/ora).
Secondo la
Fondazione Ergo-MTM Italia, per migliorare il “costo del
lavoro produttivo” è necessario agire sull’organizzazione del lavoro
modificando turni di lavoro, pause, perdite di efficienza, metodo di lavoro,
ecc. Ipotizzando che il trend macro-economico porterà ad un appiattimento dei
livelli del costo del lavoro in Europa, si può concludere che la sfida
competitiva non si giocherà più sul costo del lavoro, ma sulla capacità di raggiungere
livelli di efficienza e di efficacia eccellenti, per questo è fondamentale che
l’Italia torni a giocare.
La Fondazione Ergo-MTM Italia è l’ente che riunisce imprese, sindacati e
università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi
di misurazione del lavoro e del controllo dei carichi biomeccanici. La Fondazione è un centro
di aggregazione improntato all’assoluta neutralità nelle relazioni tra impresa
e sindacato con l’obiettivo di armonizzare produttività e sicurezza sul lavoro.
Con sede a Varese, la Fondazione Ergo-MTM
Italia è stata istituita nel gennaio 2012 ed è presieduta da Luigi Galante (VP
Manufacturing EMEA, Fiat Group Automobiles
SpA). Gabriele Caragnano è il direttore generale.
Nessun commento:
Posta un commento