lunedì 31 dicembre 2012

BUON ANNO!!!


PER UN 2013 DI SALUTE, SERENITA' IN FAMIGLIA E FRA GLI UOMINI, UNA POLITICA CHE SAPPIA ESSERE ONESTA, SOBRIA E ALL'ALTEZZA DEI TEMPI DIFFICILI CHE STIAMO ATTRAVERSANDO.
E CHI HA PERSO SOFFERENTEMENTE IL LAVORO, LO POSSA AL PIU' PRESTO RITROVARE E CHI LO HA LO POSSA DIFENDERE E POSSA TROVARE IN ESSO LE SODDISFAZIONI CHE MERITA E LA PIENA REALIZZAZIONE DI SE STESSO.
PERCHE' ANCHE NOI SINDACALISTI NEL NOSTRO LAVORO POSSIAMO TROVARE ENERGIA PER CERCARE GIUSTIZIA, LEGALITA', LIBERTA', UGUAGLIANZA, FRATERNITA' E SOLIDARIETA'.

AMMORTIZZATORI SOCIALI DAL 1° GENNAIO 2013 AL VIA L'ASPI



sabato 22 dicembre 2012

mercoledì 19 dicembre 2012

CONTRATTI: FEDERMECCANICA APPROVA IPOTESI RINNOVO, RAMMARICO PER FIOM

 E' stato approvato all'unanimita' dalla giunta di Federmeccanica l'accordo siglato lo scorso 5 dicembre
con Fim e Uilm per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici per il quale gli industriali hanno manifestato "grande soddisfazione" ma anche "rammarico" per la mancata sottoscrizione dell'accordo da parte
della Fiom. Gli industriali, infatti, hanno auspicato che con le tute blu della Cgil "si possa recuperare un rapporto che, senza compromettere il cammino compiuto nella modernizzazione e innovazione
del contratto nazionale di lavoro, possa porre fine alla difficile fase nelle relazioni fra le parti".
Soddisfatto anche il presidente degli industriali meccanici, Pierluigi Ceccardi. ''E'un accordo innovativo che per molti aspetti segna una discontinuita' di metodo e di merito nella storia dei rinnovi del contratto dei metalmeccanici; un accordo coerente con i principi indicati dalle linee guida che le aziende del settore si
erano date", ha ribadito sottolineando come "i contenuti dell'accordo rappresentano il piu' avanzato punto di equilibrio possibile per erogare ai lavoratori incrementi salariali e rendere disponibili alle imprese strumenti utili a sostenere la sfida competitiva''.
''Il contratto nazionale ha oggi valore solo se in grado di tenere insieme le diversita', le miriadi di situazioni ed esigenze delle oltre 12.000 imprese associate. Una volta, ha proseguito Ceccardi, ''il contratto regolava l'omogeneita'; oggi deve farsi carico e rispondere alle diversita'. Per essere ancora strumento utile alle imprese, deve essere flessibile e adattabile agli specifici contesti aziendali''.

domenica 16 dicembre 2012

PRONTE LE BOZZE DEL 730/2013


Sono disponibili sul sito dell'Agenzia delle Entrate le bozze del modello 730/2013
La principale differenza rispetto all'anno passato è rappresentata dalla scomparsa dell'Irpef per i fabbricati non locati - visto che questo genere di immobili finisce per essere già soggetta all'Imu.
Sul modello 730 sono scomparsi anche i riferimenti ai  redditi dominicali dei terreni condotti direttamente, mentre il reddito agrario continua a essere assoggettato alle imposte sui redditi. Secondo le istruzioni, se il terreno è esente da Imu, sul reddito dominicale è dovuta l'Irpef (e le addizionali) anche se il terreno non è affittato.
Sono aumentati il numero dei soggetti che non devono necessariamente presentare il modello 730. Tra chi può scegliere di non presentarlo ci sono ora tutti i contribuenti che percepiscono redditi di lavoro dipendente da un unico sostituto e possiedono solo immobili non locati - è ovvio che hanno sempre la possibilità di presentare il 730, perché vogliono godere di detrazioni o deduzioni non comprese nel Cud.
Altre novità riguardano gli oneri deducibili: ad esempio i contributi sanitari obbligatori per l'assistenza del Ssn - normalmente li paghiamo con l'assicurazione Rc auto e moto - sono deducibili con la franchigia di 40 euro. Un'ultima annotazione: la detrazione del 50 e del 55% sugli interventi edilizi si deve suddividere per forza in dieci quote.

GESTO INQUALIFICABILE ALLA CISL DI SENIGALLIA

IL COMUNICATO DELLA CISL DI ANCONA DOPO GLI INCRESCIOSI GESTI AI DANNI DELLA SEDE DI SENIGALLIA E DEL SEGRETARIO MAURIZIO ANDREOLINI, AL QUALE VA ANCHE LA NOSTRA SOLIDARIETA'.

sabato 15 dicembre 2012

RINNOVO DEL CONTRATTO, COME CAMBIA LA MALATTIA

MENTRE PER LA CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO NON CAMBIA NULLA, VIGENDO ANCORA IL COMPORTO "MOBILE" DEL TRIENNIO, PER IL TRATTAMANTO ECONOMICO C'E' UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE IN POSITIVO DEL TRATTAMENTO, ECCO LA COMPARAZIONE TRA COME SARA' FINO AL 21.12.2012  E COME SARA' DAL 1.01.2013.

RIINOVO DEL CONTRATTO, INIZIATE LE PRIME ASSEMBLEE

mercoledì 12 dicembre 2012

FONDO COMETA: RENDIMENTI NOVEMBRE 2012

  • Nel mese di novembre i comparti del Fondo "volano" al rialzo grazie alla stabilita dei mercati e della "zona euro"( gli spread ), di fatto i comparti del fondo confermano l’andamento positivo e fanno segnare percentuali da record. Nel mese di novembre si evidenziano l’ottimo risultato dei comparti Sicurezza con un netto da inizio anno del + 16,64% e del comparto Crescita con un + 10,32% ( quando indichiamo il rendimento netto è la percentuale depurata dalle tassazione e da tutti costi di gestione, "puliti")
  • Inoltre, facendo una analisi sul rendimento netto medio degli ultimi 2 anni, i comparti fanno registrare un trend positivo con i seguenti risultati:

  • Monetario Plus + 5,07%

  • Sicurezza + 10,42%

  • Reddito +9,67%

  • Crescita +11,87%
A tutto ciò va sommata, nel caso di contributo volontario minimo, la somma media di d’oltre 200€ annue a carico delle aziende.

martedì 4 dicembre 2012

AL LAVORO PER I DIRITTI


METALMECCANICI:FIM,DA DOMANI SI TRATTA A OLTRANZA PER INTESA

Stretta finale da domani per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. ''Si andra' avanti a
oltranza - dice la Fim in una nota - con la volontà di trovareun'intesa sui punti ancora incerti''.
Il contratto metalmeccanico interessa oltre 1 milione e seicentomila lavoratori dell'industria. ''La trattativa per questo rinnovo - sottolinea la Fim che con la Uilm tratta con Federmeccanica - avviene in un contesto estremamente critico e difficile per il lavoro e l'economia italiana e proprio per questo l'esito non è scontato''.
Il positivo raggiungimento dell'intesa - che tutti ci auguriamo - rappresenterebbe un forte segnale di speranza per rilancio intero del nostro Paese: per i lavoratori il miglioramento delle tutele e delle condizioni economiche e professionali e contestualmente un segnale positivo e importante per l'intera l'industria del'Italia''. Fim e Uilm hanno chiesto per il triennio 2013-2015 un aumento salariale di 150 euro a
regime. Nell'ultima riunione le imprese si sono dette disponibili a un incremento nell'ordine dei 125 euro.
La Fiom contro l'ipotesi di accordo separato ha gia' proclamato uno sciopero di 8 ore che si terra' a seconda delle regioni il 5 o il 6 dicembre.

martedì 27 novembre 2012

RICONVERSIONE BREMBATE, SITUAZIONE PREOCCUPANTE, COMUNICATO UNITARIO

INDESIT COMPANY Nasce il Comitato aziendale internazionale

"Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce".

Anche le relazioni industriali e sindacali non si sottraggono dalla verità contenuta in questa famosa frase del
filosofo cinese Lao Tzu, fondatore del taoismo.

Infatti, mentre le situazioni di rottura sono oggetto di clamori mediatici, le innovazioni incrementali nelle relazionali tra capitale e lavoro finiscono per restare sotto-traccia, nonostante rappresentino un fattore di miglioramento continuo. E’ il caso dell’accordo sindacale globale realizzato in Indesit Company, che estende
(primo caso di un’azienda a casa madre italiana) ai paesi extra-comunitari i diritti d’informazione e consultazione dei lavoratori, previsti dal quadro legale europeo.
Dal primo gennaio 2013 il Comitato Aziendale Europeo di Indesit Company allargherà il suo perimetro geografico, trasformandosi in Comitato Aziendale Internazionale, includendo a pieno titolo anche i rappresentanti dei lavoratori e dei sindacati dei siti manifatturieri presenti nei paesi al di fuori dell’UnioneEuropea.
Il nuovo accordo porta la firma di IndustriALL Global Union, del sindacato europeo dell’industria e dei diversi sindacati che hanno proprie rappresentanze dei lavoratori nei siti di Indesit Company (Francia, Italia, Polonia, Regno Unito, Russia e Turchia). In Italia l’accordo è stato firmato unitariamente dallerappresentanze sindacali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Ma non è questa la notizia!
E’ insito nella strategia di organizzazione delle reti sindacali globali (e dei comitati mondiali) nelle imprese transnazionali promuovere l’unità dei lavoratori.
Il management di Indesit Company non è nuovo a fare da apripista nelle relazioni industriali transnazionali.
Quando l’azienda si chiamava Merloni Elettrodomestici, aveva istituito per prima in Italia il CAE – con un accordo firmato nel luglio del 1996 – e nel dicembre 2000 era stata la prima azienda metalmeccanica nel mondo a negoziare e firmare con i sindacati un Accordo quadro internazionale sull’applicazione dei diritti fondamentali del lavoro in tutti siti del Gruppo e nella propria supply chain.
Quanto ciò sia importante lo conferma la scelta annunciata dal management Indesit di voler produrre dal 2013 in outsourcing in Cina un’ampia gamma di piccoli elettrodomestici con il marchio Hotpoint-Ariston,
nell’ambito di una strategia di crescita del Gruppo per linee esterne. Assicurare che nelle fabbriche cinesi che produrranno per Indesit siano rispettate le convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro è una garanzia di tutela minima dei lavoratori coinvolti, ma anche di salvaguardia della qualità, del design e del
brand con i quali quei prodotti saranno venduti in Europa. Pensiamo, per un istante, quali sarebbero le ricadute negative in termini d’immagine (e di mercato) per l’insieme del Gruppo, riscontrare nelle fabbriche che lavoreranno in outsourcing per Indesit l’impiego di minori o casi di lavoro forzoso.
Estendere, quindi, il dialogo sociale e i diritti oltre i confini comunitari è il modo migliore per difendere il modello di relazioni europee, sottoposto dalla globalizzazione dell’economia e dai nuovi luoghi della “fabbrica internazionale” a una pressione concentrica verso il basso. I processi di delocalizzazione e rilocalizzazione delle produzioni che interessano tutti i settori, tra cui l’elettrodomestico, oltre a cambiare il peso manifatturiero dei paesi in base alla domanda di mercato e alle convenienze economiche delle imprese, riducono le tutele complessive dei lavoratori.
Basta ricordare i milioni di persone scese in sciopero nelle strade nei distretti industriali di Giacarta e di altre zone dell’Indonesia, ottenendo una limitazione del lavoro precario e un aumento del salario minimo da 157 a 230 dollari il mese e imponendo l’avvio di due disegni di legge per introdurre la previdenza sociale e
l’assicurazione per malattie e infortuni (il “novecento” per loro non è un “secolo breve”). Per non parlare delle “zone economiche speciali” in Cina e negli altri paesi asiatici e del sud del mondo dove – oltre a calpestare i diritti fondamentali del lavoro – si negano la libertà di associazione sindacale e il diritto alla contrattazione
collettiva.
Berthold Huber, presidente della tedesca IG Metall e presidente di IndustriALL, ha dichiarato - in una recente conferenza internazionale tenutasi a Francoforte – che “il compito centrale del sindacato globale dell’industria è far applicare norme sociali minime al fine di umanizzare la globalizzazione". "Per questo stiamo negoziando con le aziende Accordi quadro globali per applicare condizioni minime in tutti gli
stabilimenti della stessa Corporate e nella loro catena di sub-fornitura”.
A oggi i Global Framework Agreement nei settori organizzati da IndustriALL coprono 40 imprese transnazionali. Con alcune di queste sono stati negoziati e firmati più accordi.
Ancora poche sono, invece, le imprese che riconoscono i Comitati Aziendali su scala mondiale. Per questo IndustriALL svilupperà azioni specifiche e creerà strumenti per estendere le buone pratiche, rafforzare e migliorare l’attuazione degli accordi esistenti e favorire il processo di negoziazione di nuovi accordi.
La nuova intesa con Indesit Company va in questa direzione.
Gianni Alioti, Ufficio Internazionale Fim-Cisl
Da Il diario del lavoro

venerdì 23 novembre 2012

EX ANTONIO MERLONI, UN ALTRO ANNO DI CASSA INTEGRAZIONE


METALMECCANICI: FEDERMECCANICA OFFRE 125 EURO, PER SINDACATI INADEGUATI IN CONTRATTO NO SALARIO PRODUTTIVITA'

Roma, 23 nov. Entra nel vivo la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Federmeccanica offre 125 euro di aumento salariale nel triennio che pero' i sindacati, che ne chiedono 150, giudicano del tutto "inadeguati". Si e' chiuso cosi', oggi, il nuovo round tra industriali meccanici Fim e Uilm che torneranno a incontrarsi in 'ristretta' il 27 e 28 novembre e in 'collegiale' il 30 novembre. La cifra non e' stata formalizzata ma i sindacati l'hanno stimata sulla base dei parametri di calcolo presentati da Federmeccanica.

      "E' una cifra inadeguata, siamo ancora molto bassi. Serve
uno sforzone", commenta il leader Fim Beppe Farina al termine
dell'incontro. E sempre in materia di salario l'orientamento che
sembra emergere e' quello di tenere fuori dal contratto l'accordo
sulla produttivita' firmato dalle parti sociali, Cgil esclusa.

      Nel contratto, infatti, non sara' indicata la quota di salario da affidare alla contrattazione aziendale ma si potrebbe, come profilano Fim e Uilm, affidare ad accordi locali le scelte sul salario da spostare sul secondo livello. Questo perche', spiega il leader Uilm Rocco Palombella, "la nostra piattaforma e' stata costruita secondo le vecchie regole e non possiamo cambiarla. Se Federmeccanica insiste potremmo pero' proporre la possibilita' che il tutto si risolva con accordi locali che per noi non suonerebbero come una violazione delle regole".

INFORMACONTRATTO N°6

sabato 3 novembre 2012

Quest’anno tredicesime piu’ leggere

Brutte notizie per i lavoratori dipendenti italiani: rispetto al 2011, la tredicesima di quest’anno sarà più leggera. I calcoli, realizzati  dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre,  ci dicono che un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverà con una tredicesima decurtata di 21 euro. Un impiegato, con un imponibile Irpef annuo leggermente superiore ai 25.100 euro,  perderà 24 euro. Un capo ufficio, invece, con un reddito lordo annuo di quasi 49.500 euro,  percepirà una tredicesima più leggera di 46 euro.
Quali sono le ragioni di questa decurtazione ?
“Purtroppo – sottolinea il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – quest’anno l’inflazione è cresciuta più del doppio rispetto agli aumenti retributivi medi maturati con i rinnovi contrattuali. Se nei primi 9 mesi di quest’anno il costo della vita è cresciuto del 3,1%, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito solo dell’ 1,4%. Pertanto, nei primi 9 mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011,  il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti è diminuito”.
Dall’Ufficio studi della CGIA fanno notare che  le retribuzioni del 2012 sono state “ritoccate” all’insù, grazie all’applicazione dell’indice di rivalutazione contrattuale ISTAT che è aumentato del + 1,4%. Dopodichè, il valore delle tredicesime riferite al 2012  è stato deflazionato, utilizzando l’indice generale dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati cresciuto, secondo l’Istat,  del + 3,1%. Non essendo ancora disponibile la variazione annua riferita a tutto il 2012,  i due indici sopra descritti sono stati calcolati sulla base del confronto ottenuto tra i primi 9 mesi del 2012 e lo stesso periodo del 2011.
“Sarebbe un bel regalo di Natale  – prosegue Giuseppe Bortolussi – se il Governo detassasse una quota parte della tredicesima. E’ vero che le risorse sono poche, ma un taglio del 30% dell’Irpef potrebbe costare alle casse dello Stato tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro. Un mancato gettito che, probabilmente, potrebbe essere coperto attraverso un’attenta razionalizzazione della spesa pubblica. Per contenere ancor più la spesa, si potrebbe concentrare la detassazione solo sui redditi più bassi”.
Secondo le stime effettuate dalla CGIA di Mestre, un eventuale taglio del 30% dell’Irpef che grava sulle tredicesime lascerebbe nelle tasche di un operaio 115 euro in più, 130 euro in quelle di un impiegato e oltre 315 euro in quelle di un capo ufficio.
“Visto l’avvicinarsi del Natale – conclude Bortolussi – mai come in questo momento abbiamo la necessità di lasciare qualche soldo in più nei portafogli delle famiglie italiane. Ricordo che a dicembre bisognerà pagare il saldo dell’Imu e una serie di bollette molto pesanti. Pertanto, se non ci sarà qualche provvedimento a sostegno delle famiglie, prevedo che i consumi natalizi saranno molto modesti, con effetti economici molto negativi per i bilanci degli artigiani e dei commercianti”. 



EVENTIQUATTRO - Spread giù, su le pensioni

EVENTIQUATTRO - Spread giù, su le pensioni

venerdì 2 novembre 2012

Milani (Indesit): sostenere settore elettrodomestici con incentivi acquisto

Sostenere il settore italiano degli elettrodomestici con una nuova stagione di incentivi 'verdi' alla rottamazione. Per aiutare a uscire dalla crisi di domanda e di competitività un comparto che in Italia conta 130 mila addetti tra diretti e indotto, il secondo per importanza della manifattura italiana dopo quello dell'automobile.

Per Marco Milani, amministratore delegato di Indesit Company, il governo dovrebbe varare "misure volte a stimolare la domanda, che in questo momento è a un livello molto basso''.
Ma più che il volume, avverte, bisogna sostenere ''la qualità della domanda". In questo senso, sottolinea Milani, serve una nuova stagione di incentivi alla rottamazione, come fatto per i frigoriferi nel 2010. Una misura che ''stimolerebbe il ricambio e aiuterebbe l'industria, con basse ricadute in termini di costi per la comunita'''. E anche se l'aumento di un punto dell'Iva proposto dal governo non rappresenta per Milani un'ulteriore minaccia alle vendite di elettrodomestici, "uno stimolo della domanda fine a se stesso potrebbe essere pericoloso".
Meglio quindi incentivi all'acquisto di prodotti di alto di gamma. Al governo, spiega l'ad di Indesit Company, ''chiederei di incentivare la vendita e la distribuzione di prodotti ad alta efficienza energetica. Cosa che ha una doppia ricaduta: da un lato un significativo impatto ambientale, perchè gli elettrodomestici in produzione oggi sono molto migliori di quelli che sono presenti nelle case degli italiani, e dall'altro uno stimolo al ricambio di produzione, che aiuterebbe l'industria a vendere prodotti migliori''.
A livello nazionale, secondo i dati di Ceced Italia, l'associazione dei produttori di apparecchi domestici e professionali, negli ultimi dieci anni la produzione di elettrodomestici bianchi è crollata: dai 30 milioni di pezzi del 2002 ai 15 milioni dello scorso anno. Una flessione dovuta anche all'ondata di delocalizzazioni di stabilimenti produttivi italiani, fuggiti verso Paesi con un costo più basso della manodopera.
''Nel settore dell'elettrodomestico -sottolinea Milani- il costo della manodopera ha una forte influenza sul costo finale del prodotto'', tanto che in termini di manodopera diretta la produzione di un elettrodomestico medio in Italia o in un Paese dell'Est comporta una differenza di costo di circa il 10%. E alcuni Paesi dell'Est Europa, come la Polonia, che offrono garanzia analoghe di infrastrutture e indotto rispetto ai Paesi Occidentali, hanno un costo del lavoro che è circa un quarto di quello italiano. A condizioni del genere produrre in Italia diventa antieconomico.
Secondo Milani, ''oggi per manenere le produzioni in Italia ci vuole da parte dell'azienda un impegno molto significativo''. Innanzitutto le produzioni devono essere ''a minor contenuto di manodopera, con importanti investimenti nell'automazione delle fabbriche per rendere più competitiva la produzione'' e con prodotti più ricchi sia in termini di tecnologia che di ricerca.
E se per l'intero 2012 Indesit registrerà un aumento del fatturato del 2%, il merito non sarà dell'Italia. Un mercato che per il gruppo è diventato il terzo, con una quota del 15% del fatturato, mentre Regno Unito e Russia rappresentano ognuna il 25% circa delle vendite del gruppo. Per l'Italia, continua Milani, "a oggi non abbiamo prospettive molto positive. Non prevediamo per l'anno prossimo cambiamenti significativi e vediamo una stagnazione della domanda".
Il traino delle vendite per l'ultimo scorcio del 2012 dovrebbe arrivare invece da Regno Unito, Russia, Polonia e Turchia, anche se "la domanda sul mercato europeo -sottolinea l'ad di Indesit Company- continua a essere debole''.
Intanto nei primi nove mesi dell'anno Indesit, continua Milani, "ha ottenuto risultati positivi anche in mercati come Portogallo, Spagna, Polonia e Turchia, dove abbiamo registrato una crescita significativa''. L'aspetto negativo "è che i mercati importanti dell'area euro, come Italia, Germania e Francia, hanno mostrato un andamento negativo, magari in leggero miglioramento, ma che non fanno ben sperare". (intervista online su LABITALIA)

giovedì 1 novembre 2012

ELETTRODOMESTICI “SINDACATI CONVOCATI AL MISE
ALLE 10.30 DEL 5 NOVEMBRE.



Il dicastero dello Sviluppo economico ha convocato i sindacati per il 5 novembre per il tavolo di confronto sul settore degli elettrodomestici, secondo settore del manifatturiero italiano per numero di occupati dietro l’automotive .
Al secondo incontro che si riunirà successivamente saranno presenti anche le imprese del settore del bianco.
L’incontro che si terrà lunedì 5 novembre alle ore 10.30 nella Sala Commissioni al V piano del ministero di via Molise, vedrà il sindacato avanzare al Governo  proposte come ridurre il cuneo fiscale e contributivo del lavoro; intensificare  controlli per gli elettrodomestici importati, sui consumi energetici dichiarati rispetto a quelli effettivi; infine, condizionare qualsiasi incentivo alla ricerca ed al consumo ad una accertata responsabilità sociale delle imprese, secondo standard oggettivi europei,  poiché i benefici pubblici sono utili solo se sono rivolti allo sviluppo ed a quelle società che rispettano ambiente e lavoratori, garantendo la presenza effettiva nel nostro Paese.

SOS IMU: niente proroga per il saldo anche senza aliquote comunali

Saldo IMU: respinta la richiesta di proroga dei CAF anche se manca l'80% delle aliquote comunali definitive.

Fumata nera per la proroga IMU 2012, anche se la maggioranza dei Comuni italiani non ha stabilito le aliquote per il saldo del 17 dicembre: risultato, si rischia un ingorgo drammatico in vista della scadenza imminente per il pagamento dell’imposta sugli immobili.
A lanciare l’allarme caos sono i CAF: i centri di assistenza fiscale hanno infatti visto respinta la richiesta di proroga dal ministro Vittorio Grilli, che ha rimandato al mittente la proposta di rinvio al 31 dicembre avanzata a causa delle “criticità evidenti”.
Insomma, ennesimo grattacapo per contribuenti privati, imprese e professionisti.
I Comuni che hanno deliberato le aliquote IMU definitive sono meno del 20% e c’era tempo solo fino al 31 ottobre per l’80% delle amministrazioni comunali.  L’iter burocratico prevede 30 giorni di tempo per la pubblicazione delle aliquote online e per la trasmissione al Ministero dell’Economia. In questo modo si arriva a fine novembre, a ridosso della scadenza del 17 dicembre.

domenica 28 ottobre 2012

Imu, allarme dei Caf: rischio caos pagamenti


I Centri di assistenza fiscale chiedono proroga al 31 dicembre.
Il saldo del pagamento dell'Imu fissato per il 17 dicembre rischia di mettere in difficoltà i contribuenti.

La Consulta dei Caf, i Centri di assistenza fiscale, ha parlato di «criticità evidenti» per la proroga concessa ai Comuni per le delibere delle aliquote.

I Caf hanno chiesto di spostare la scadenza al 31 dicembre.

TEMPO FINO AL 31 OTTOBRE. I Comuni hanno tempo fino al 31 ottobre per deliberare le aliquote definitive sulle quali ricalcolare l'imposta (l'acconto è stato infatti pagato sulle aliquote base); hanno poi altri 30 giorni di tempo per pubblicare la delibera.
Per affrontare in tempo la questione i Caf hanno inviato agli 8 mila Comuni «una precisa richiesta al fine di ottenere le delibere e i regolamenti approvati nonché eventuali altre informazioni che consentissero di anticipare ed agevolare l'inserimento delle aliquote per il calcolo del saldo, la stampa dei modelli di versamento e la consegna al cittadino».
«MOLTEPLICI PROBLEMATICHE». La Consulta ha spiegato che «a oggi hanno dato seguito alla richiesta poco meno di 1.500 Comuni (18% sul totale). E dunque ci sarà poco più di un mese per reperire migliaia di delibere, di regolamenti e di capitolati esterni, inserire le aliquote nelle procedure di calcolo dopo aver superato le molteplici problematiche interpretative in merito alla loro applicazione, problematiche che, peraltro, sono state già sottoposte al ministero in diverse occasioni senza alcun riscontro».
MANCA IL MODELLO. Altro problema riguarda la dichiarazione: «A poco più di un mese dalla scadenza fissata non è stato ancora approvato il modello di dichiarazione».
La Consulta dei Caf si è appellata al governo chiedendo che il termine di presentazione della dichiarazione Imu venga fissato entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del modello e delle relative istruzioni; che venga fissato un termine unico per la presentazione della dichiarazione Imu allineandolo a quello previsto per la dichiarazione dei redditi (30 settembre), e che sia previsto uno slittamento al 31 dicembre 2012 per il saldo senza
applicazione di sanzioni.


giovedì 25 ottobre 2012

INFORMACONTRATTO N° 4

INDESIT COMPANY: risultato netto trimestrale in crescita del 37,4%


Il Consiglio di Amministrazione di Indesit Company, riunitosi oggi a Milano sotto la Presidenza di Andrea Merloni, ha analizzato i dati del terzo trimestre 2012 e approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2012. Nel terzo trimestre del 2012 il mercato degli elettrodomestici cala ancora registrando, rispetto allo stesso periodo del 2011, una diminuzione in Europa Occidentale del 2,2% e un aumento in Europa Orientale dell'1,5%. Complessivamente la domanda nella cosiddetta Greater Europe nel trimestre è calata dello 0,7%.
In questo contesto di perdurare delle difficoltà del mercato europeo, nel trimestre i ricavi aumentano del 4,6% e il margine operativo, prima degli oneri non ricorrenti, del 22%. I conti beneficiano dei risultati molto positivi, con una crescita a due cifre, ottenuti dal Gruppo nei principali mercati europei, del successo nelle vendite dei nuovi prodotti e del significativo aumento, oltre il 15%, dei ricavi del service.
Per l'esercizio 2012 si prevede che il Gruppo possa realizzare un fatturato in crescita di circa il 2% rispetto al 2011 e un margine operativo (EBIT) nell'ordine dei 120 milioni di euro, grazie anche all'effetto positivo di proventi non ricorrenti relativi a una modifica dei parametri del Fondo Pensione UK.
"La Società continua a crescere nonostante la congiuntura macroeconomica negativa e l'enorme difficoltà del mercato italiano. Ciò vuol dire che il lavoro fatto e l'innovazione introdotta nei nuovi prodotti stanno dando i risultati sperati" ha dichiarato Andrea Merloni, Presidente di Indesit Company.
"I risultati di fatturato e redditività sono positivi e se pensiamo al contesto di mercato dobbiamo essere più che soddisfatti. Dopo un inizio d'anno difficile, nell'ultimo trimestre registriamo una crescita significativa grazie soprattutto a risultati particolarmente positivi in UK, Russia, Polonia e Turchia.
Un'attenta gestione finanziaria ci permette di tenere il debito sotto controllo" ha dichiarato Marco Milani, Amministratore Delegato di Indesit Company.
I ricavi del Gruppo nel terzo trimestre 2012 sono stati pari a 797,6 milioni di euro, in crescita del 4,6% rispetto ai 762,7 milioni dello stesso periodo 2011. I benefici sono derivati in particolare dalla crescita del 4% dei ricavi per prodotti finiti (in conseguenza dei maggiori volumi di vendita per il 2,5% e dell'impatto positivo delle valute pari al 3,8%, che hanno più che compensato l'effetto negativo del price/mix pari al 2,3%). Positivo anche l'incremento del 15,3% dei ricavi del service (soprattutto per effetto dell'aumento, concentrato in UK, delle vendite di extragaranzie).
Escludendo gli oneri non ricorrenti netti, che ammontano a 5 milioni di euro (proventi per 1,9 milioni di euro nel periodo 2011), il margine operativo (EBIT) del terzo trimestre è stato pari a 43,1 milioni di euro, in crescita del 22,5% rispetto ai 35,2 milioni del periodo 2011. La percentuale sul fatturato è stata pari al 5,4% (4,6%). Il margine operativo (EBIT) del terzo trimestre è stato pari a 38,1 milioni di euro, in crescita del 2,6% rispetto ai 37,1 dello stesso periodo dell'anno precedente. Il risultato ha beneficiato di maggiori volumi di vendita e dell'andamento positivo delle valute di riferimento, in parte compensati dall'andamento del price/mix e dagli oneri non ricorrenti, prevalentemente riconducibili alla riorganizzazione del sito di None. La percentuale del margine sul fatturato si è attestata al 4,8% (4,9%).
Il risultato netto del Gruppo del terzo trimestre 2012 registra un utile di 20,6 milioni di euro, in crescita del 37,4% rispetto ai 15 milioni dello stesso periodo 2011.
L'indebitamento finanziario netto è pari a 450,5 milioni di euro, in diminuzione di 16,7 milioni di euro rispetto ai 467,2 milioni del 30 settembre 2011.
Nell'ultimo trimestre 2012, considerando l'attuale contesto economico, si prevede una domanda di elettrodomestici in riduzione rispetto al medesimo periodo 2011 ed un totale 2012 in linea con i livelli evidenziati nella relazione semestrale (ca. -1% vs 2011).
La composizione geografica del fatturato di Gruppo e il mantenimento dell'attuale trend sui tassi di cambio dovrebbero garantire un effetto positivo sul fatturato 2012 rispetto al 2011, mentre i costi di acquisto sono attesi in linea o leggermente migliorativi. In tale scenario, per l'esercizio 2012, si prevede che il Gruppo possa realizzare un fatturato in crescita di circa il 2% rispetto al 2011 e un margine operativo (EBIT) nell'ordine dei 120 milioni di euro.
Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato inoltre la sostanziale adesione al nuovo Codice di Autodisciplina delle società quotate pubblicato nel dicembre 2011. Nella Relazione sul governo societario che sarà pubblicata nel 2013, saranno fornite più puntuali informazioni sull'applicazione del nuovo Codice.

METALMECCANICI: FIM, AVANTI TRATTATIVA, OBIETTIVO CHIUDERE ENTRO DICEMBRE NUOVO ROUND 13 NOVEMBRE - DA FEDERMECCANICA STOP A FIOM

 Avanti sulla trattiva per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con l'obiettivo di chiudere
l'intesa entro dicembre prossimo. E' il leader della Fim, Giuseppe Farina a sintetizzare il 'clima' del nuovo incontro di oggi con Federmeccanica che ha comunque riproposto le stesse distanze iniziali
su orari, salari e assenteismo. Temi che saranno al centro dei lavori della commissioni tecniche calendarizzate per il 6 e 7 novembre e soprattutto della riunione plenaria prevista per il 13.
La volonta' di trovare "soluzioni comuni" comunque c'e'. Sul tavolo di oggi le controproposte sindacali su apprendistato e relazioni sindacali e, seppure appena sfiorati i temi relativi al salario, all'orario e all'assenteismo. Federmeccanica, dal canto suo, non sembra aver fatto alcuna apertura, soprattutto sul fronte salariale e avrebbe ribadito "la difficile fase economica in cui si trova il settore nel suo complesso" esortando a lavorare "con pragmatismo e attenzione sui contenuti".Anche i rapporti con la Fiom sono approdati al tavolo di trattativa tra industriali e sindacati. Federmeccanica, infatti, sottolinea ancora Farina, "ha detto che quello della scorsa settimana,e' stato l'ultimo incontro con i metalmeccanici della Cgil perche' nonci sono le condizioni per mantenere un canale aperto con la Fiom per un'eventuale discussione sul contratto".

mercoledì 24 ottobre 2012

RINNOVO CCNL METALMECCANICI 2013-2015, RIPRENDE LA TRATTATIVA

Indesit:ratificato al Mise accordo su None

E’ stato firmato oggi, presso il ministero dello Sviluppo economico, l’accordo che risolve la vertenza dello stabilimento Indesit di None. L’intesa è stata siglata dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e dal viceministro al Lavoro Michel Martone con rappresentanti della regione Piemonte, della provincia di Torino, del comune di None, della Indesit Company, delle organizzazioni sindacali e del coordinamento nazionale della Indesit Company. Con il testo sottoscritto al Mise, Indesit si impegna a ricollocare all’interno dello stabilimento la maggioranza degli oltre 400 dipendenti e a garantire a tutti i restanti il ricollocamento in altre attività. “Questo accordo - osserva il sottosegretario De Vincenti - è un risultato importante, perché testimonia che è possibile, con il concorso di tutti i soggetti in campo, risolvere crisi difficili, come quella della Indesit di None. L’azienda ha fatto la sua parte, favorendo i reinsediamenti industriali; i sindacati e le istituzioni hanno saputo cercare, e alla fine trovare, il punto d’intesa possibile”.
Ora, pero', si deve porre la massima attenzione al tavolo nazionale sul futuro del comparto elettrodomestici, convocato per il 5 novembre". D'ora in poi servirà uno sforzo comune per la pianificazione e l'applicazione di una strategia di ampio respiro per il rilancio di un settore d'eccellenza in Italia, il cui know-how e' riconosciuto da tempo a livello internazionale. Non si può permettere che questo patrimonio vada perso. Intanto con la ratifica dell'accordo sulla Indesit di None si sono ottenuti, sulla falsariga delle intese siglate per gli stabilimenti di Brembate e Refrontolo, risultati importanti per la tutela e per il futuro dei lavoratori. Gia' dalla prossima settimana, sara' convocato un tavolo tecnico tra Regione e parti sociali per il monitoraggio della corretta applicazione dell'intesa".

lunedì 22 ottobre 2012

IL 5 NOVEMBRE AL MISE TAVOLO NAZIONALE PER IL SETTORE ELETTRODOMESTICI


E' evidente che  dopo quanto accaduto per gli stabilimenti Indesit di Brembate e Refrontolo, ed ultimamente per il sito di None in Piemonte, un altro polo del bianco degli elettrodomestici scompare dalla mappa industriale italiana. Un pericoloso ‘effetto domino’ di fronte al quale il Governo non può restare a guardare: bisogna che tutti i soggetti interessati, sindacati, aziende ed enti locali, si impegnino per trovare soluzioni condivise, prima che sia troppo tardi, e salvaguardare un patrimonio produttivo storico del made in Italy, uno dei motori del boom economico italiano degli anni '60, ed oltretutto, con 120 mila addetti tra diretti ed indotto, ancora secondo bacino occupazionale nel manifatturiero per numero di occupati in Italia, dietro l'automotive. Ma nel 2003, gli addetti erano 180mila.
 
La difficile vertenza Indesit (nella foto l'ad. Marco Milani ed il presidente Andrea Merloni), ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, la forte crisi dell'elettrodomestico, frutto anche della totale assenza negli anni passati di politiche industriali per il settore.
Una crisi che attanaglia anche gli altri competitor del settore, come Electrolux, Whirlpool, Candy. Per decenni l'Italia è stata la fabbrica d'Europa degli elettrodomestici, grazie ad imprenditori lungimiranti come lo stesso Merloni, Zanussi, Borghi, Fumagalli, finchè la globalizzazione ha scompaginato il panorama.
Secondo alcune stima in termini di volumi produttivi, si è tornati indietro di 20 anni, con 15 milioni di pezzi prodotti contro i 30 milioni di 10 anni fà. Si corre il rischio di una desertificazione del settore in zone come Marche, Veneto, Friuli, Brianza, Varesotto, Campania.


giovedì 18 ottobre 2012

Firmato il nuovo accordo di programma per l’entroterra appenninico

 18 ottobre 2012 - Il Ministro Corrado Passera e i Presidenti delle Regioni Marche e Umbria, Gian Mario Spacca e Catiuscia Marini, hanno firmato oggi a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo Accordo di Programma per lo sviluppo dell’economia regionale.
Il nuovo Accordo dura fino al 2015 e stanzia 35 milioni di euro nazionali a sostegno degli interventi di rilancio e reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi dell’ex Antonio Merloni che interessa alcune migliaia di lavoratori e un indotto di 12.000 piccole imprese. Potranno beneficiare degli interventi previsti 56 Comuni nelle Marche, prevalentemente del fabrianese, dello jesino, dell’entroterra pesarese e maceratese.
Le due Regioni cofinanziano il programma con 46 milioni di euro, con interventi che in parte sono stati già realizzati negli ultimi due anni a sostegno dei lavoratori attraverso gli ammortizzatori sociali.
La firma di oggi segna una svolta.
“Ora un imprenditore - dichiara il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca - potrà ricevere sull’investimento che crea occupazione un contributo a fondo perduto del 20%, un mutuo agevolato del 50%, una partecipazione al capitale del 5%. I lavoratori in Cigs possono essere riassunti con un bonus di 5.000 euro per l’impresa o creare cooperative e altre nuove iniziative contando sul sostegno finanziario e di tutoraggio dell’Accordo. Le piccole imprese dell’indotto possono utilizzare il fondo di garanzia regionale per l’accesso al credito, realizzare progetti in rete, accedere alle stesse agevolazioni della legge 181/89 attraverso il Fas regionale. E tanti altri interventi che Regione e Ministero dello Sviluppo si sono impegnati a promuovere attraverso un’azione di animazione economica del territorio. In questo momento difficilissimo per il Paese credo che veramente più di così non si potesse fare. Tale risultato non era per niente scontato nell’attuale e drammatico quadro della finanza pubblica. In questa fase di grande difficoltà finanziaria, è un atto di grande responsabilità e solidarietà che le istituzioni riservano alla comunità e al territorio. Mi auguro che queste risorse siano impiegate efficacemente per il rilancio dell’economia della nostra regione. Siamo soddisfatti ma anche realisti: la firma di oggi è un punto di partenza e non di arrivo perché il lavoro e l’impresa non si creano per decreto: sono necessari progetti e investimenti imprenditoriali per utilizzare le risorse rilevantissime che l’Accordo di Programma mette a disposizione con strumenti molto generosi, avendo confermato le priorità del lavoro, del reimpiego occupazionale dei lavoratori dell’ex Antonio Merloni, del rilancio dell’indotto di PMI”.