mercoledì 26 giugno 2019

VERTENZA WHIRLPOOL , A BREVE UN TAVOLO TECNICO SU NAPOLI

La vertenza Whirlpool è tutt'altro che risolta. Questo in poche parole il racconto del quarto incontro sulla vicenda, il terzo in sede ministeriale, dopo quello in sede sindacale dello scorso 31 maggio, in cui la multinazionale, aveva annunciato, davanti alle rappresentanze sindacali di volersi disimpegnare dal sito di Napoli. Un incontro al quale ha partecipato anche il presidente Emea (Europa e mediterraneo del gruppo americano) Gilles Morel, che ha confermato che Whirlpool: «non si disimpegna da Napoli, sul cui stabilimento vuole lavorare insieme alle parti per garantire occupazione duratura». Morel ha chiesto al ministero dello Sviluppo economico di aprire un tavolo tecnico per discutere della continuità produttiva di Napoli. Inoltre ha detto Morel, il gruppo ha riconfermato oggi anche le linee guida strategiche del Piano Industriale firmato lo scorso 25 ottobre e il previsto trasferimento della produzione di lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia a Comunanza, grazie al quale il sito beneficerà di un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800 mila unità'. L'azienda ha voluto confermare anche i piani industriali previsti anche per i siti di Cassinetta di Biandronno, Melano e Siena.
Quale sarà il futuro del sito campano, lo stabilirà il tavolo tecnico, la cui apertura non è stata ad ora fissata e la cui funzione, sarà quella di cercare  soluzioni con cui rendere possibili il contenimento delle corpose perdite dichiarate dal gruppo per il sito di Napoli, il tutto nel contesto di un 2019 che sta registrando una ulteriore flessione del 55% dell’export di lavatrici verso gli Usa, unitamente all'India che hanno imposto i dazi doganali, oltre alla crisi economica dell'Argentina, altro mercato di sbocco. I tre fattori, macroeconomici globali della "tempesta perfetta", come l'ha definita l'ad di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, che hanno ulteriormente gravato, insieme alla feroce aggressività dei competitor asiatici, sulla redditività del sito. E se il ministro Di Maio, promette di avere gli strumenti atti a compensare le perdite, sul fronte Fim-Cisl, come dice Alessandra Damiani:"Noi ci siamo,riteniamo che sul sito di Napoli serve innanzitutto chiarezza sul piano industriale e sulla missione produttiva come avevamo sottoscritto nel piano industriale di rilancio del sito. Il Governo in questo senso deve farsi garante e fare la sua parte, non si può continuare a perdere tempo nella ricerca di soluzioni che alla fine rischiano solo di scaricare la responsabilità della gestione su altri. Serve una soluzione certa e che dia futuro ai lavoratori subito. Al momento non è affatto chiaro se lo stop al disimpegno di Whirlpool da Napoli, corrisponda a mantenere proprietà e prodotti del sito".

giovedì 13 giugno 2019

VERTENZA WHIRLPOOL, CI SI RIVEDE AL MINISTERO IL 21 GIUGNO

Intanto a neanche ventiquattro ore dai saluti del vis a vis di mercoledì, arriva la convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per venerdì 21 giugno alle ore 10,00, per cercare se dietro ai segnali di tregua ci sarà la possibilità reale di giungere ad una soluzione per lo stabilimento di Napoli.

martedì 11 giugno 2019

FONDO COMETA:VALORE QUOTA MESE DI MAGGIO 2019


Avevamo predicato prudenza su queste colonne lo scorso mese nel giudicare i lusinghieri risultati dei comparti di Cometa, perché i problemi che lo scorso anno, avevano originato la volatilità non sono ancora del tutto cancellati e bisogna vedere quanto il tema dazi tra Usa e Cina condizioneranno le borse mondiali e perché come noto la previdenza complementare per sua stessa natura ha un obiettivo di lungo termine, dove non sono infrequenti gli alti e bassi dei mercati. Infatti a maggio tutti gli asset di Cometa, fanno registrare un arretramento non del tutto inaspettato.(s.b.)

sabato 8 giugno 2019

VERTENZA WHIRLPOOL, NUOVO ROUND AL MINISTERO IL 12 GIUGNO

Si svolgerà il 12 giugno il terzo round della vertenza Whirlpool. Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato appunto per il prossimo 12 giugno, alle ore 17, il tavolo Whirlpool per discutere la situazione occupazionale e produttiva dell’azienda. Nella stessa giornata, il Mise ha convocato anche i tavoli di crisi di Ast ed Iveco Defence. L'incontro sarà presieduto dal ministro Luigi Di Maio e parteciperanno i vertici dell’azienda, le regioni coinvolte e le organizzazioni sindacali. Il vicepremier aveva concesso del tempo alla multinazionale americana, invitandola ad una riflessione dopo lo scorso tavolo di crisi del 4 giugno. 
Ai più attenti, navigati e assidui frequentatori di tavoli e cose sindacali, i primi due incontri della vertenza sindacale Whirlpool, sono sembrati  come due round di un match di pugilato, tipo Joshua vs Ruiz di qualche giorno fa, dove i contendenti se le sono date di santa ragione. Come noto dapprima la Whirlpool, lo scorso 31 maggio, aveva dichiarato di voler vendere il sito di Napoli, infrangendo in qualche maniera quanto sottoscritto il 25 ottobre 2018, sempre al Mise, alla presenza di Di Maio. Dopo l’inevitabile clamore mediatico, dei giorni successivi, il nuovo round del 4 giugno, ottenuto con forza dalle organizzazioni sindacali il 31 maggio, ha visto il ministro Di Maio attaccare a testa bassa sin dalle prime battute, incalzando l’azienda per il tramite del suo amministratore delegato, Luigi La Morgia, con una una determinazione che pochi si aspettavano. Una reazione degna di un pugile smanioso di riprendersi da un atterramento e un conteggio subito e determinato a ribaltare la situazione. "O entro sette giorni portano la soluzione per lasciare aperta quella fabbrica e far lavorare 450 persone oppure noi gli togliamo i soldi che hanno preso dallo Stato". Sibillino il ministro dello Sviluppo economico. "Gli blocco quelli che gli stavamo per dare e gli tolgo quelli che gli abbiamo dato con alcuni strumenti che dovevano servire a creare più lavoro in più occasioni per le imprese". La cifra "solo per iniziare è di circa 15 milioni di euro", ha spiegato. "Lo Stato, anche per una questione di rispetto, non si può permettere che una multinazionale americana venga qui ad ottobre firmi un accordo e poi dopo 7 mesi decida di mettere per strada 450 persone soprattutto se questa multinazionale ha preso negli ultimi anni cinquanta milioni di euro di incentivi", ha continuato Di Maio. Sul taglio degli incentivi pubblici all'azienda, se questa non troverà una soluzione entro 7 giorni, il ministro ha poi aggiunto "questa impresa stava per avere anche altri soldi che lo Stato le stava dando sulla base di un accordo" ma se questo accordo non si rispetta "e si pensa di poter chiudere dall'oggi al domani uno stabilimento con 450 persone - che possono finire per strada - allora lo Stato non ci sta". I rappresentanti di Whirlpool "sono venuti al Ministero a firmare un accordo 7 mesi fa e in 7 mesi non si cambiano le carte in tavola quando ci si è impegnati per 3 anni a portare commesse dalla Polonia in Italia e far lavorare i cittadini italiani", ha aggiunto Di Maio concludendo che su questo "ci faremo rispettare e fra sette giorni al massimo mi aspetto nuovo tavolo con una soluzione da parte loro. Perché  ci abbiamo messo i soldi degli italiani in questi insediamenti produttivi e ce li riprendiamo se le cose non vanno bene". Una reazione inaspettata, di stupore, che nessuno si auspicava in questa maniera, ma che fondamentalmente ricalca le richieste delle organizzazioni sindacali, sin dai primi minuti, successivi all’annuncio delle intenzioni della Whirlpool lo scorso 31 maggio scorso.
L’amministratore delegato di Whirlpool, La Morgia, ha da parte sua replicato assicurando che la multinazionale non intende chiudere Napoli, ma individuare soluzioni per garantire posti di lavoro sostenibili a lungo tempo. Soluzioni che però l’azienda non ha specificato quali siano, in quanto al momento non ne avrebbe.
Però poi come la storia insegna agli atti di forza delle dichiarazioni, poi dovranno seguire inevitabilmente i fatti concreti. “Dobbiamo trovare il lieto fine a questa vicenda” – diceva Di Maio- alla fine dell’incontro – evitando che si scateni una guerra tra poveri, tra stabilimenti - ma la strada appare lunga e complicata. “ Il rispetto dei patti sottoscritti” – diceva Di Maio- può servire a rendere l’azienda più credibile e a far vendere più pezzi sui mercati.  

sabato 1 giugno 2019

AL VERTICE DELLA TENSIONE, SI RIACCENDE LA VERTENZA WHIRLPOOL

Si sono vissuti momenti di tensione durante l'incontro di Roma, presso il centro congressi Cavour, tra management della Whirlpool ed il coordinamento nazionale delle Rsu, convocato per fare il punto sull'accordo dello scorso ottobre,  al momento dell'annuncio da parte dei vertici aziendali dell'intenzione di vendere, il plant di Napoli mediante la cessione del ramo d'azienda ad una società terza.  Un'annuncio a sorpresa che contrasta quanto stabilito lo scorso 25 ottobre al Ministero della Sviluppo Economico, con la stesura del piano industriale 2019-2021, allorquando una tale decisione non era stata contemplata. Durante l’incontro l’azienda ha confermato il trend positivo dei volumi per i siti di Cassinetta, Melano, Comunanza, Siena, e confermato che la reindustrializzazione dell’area di Teverola a Caserta. Quando i vertici Whirlpool, nella loro illustrazione sono arrivati al lucido relativo a Napoli in cui il sito campano era sbarrato da una croce rossa, si è capito immediatamente cosa volesse dire. 
A questo punto, dopo la inevitabile bagarre e proteste accese dei delegati sindacali però, gli stessi si sono alzati e interrotto la riunione, proclamando uno sciopero generale immediato di tutti i dipendenti del Gruppo. Quindi, il trasferimento sotto la sede del Mise, dove una delegazione sindacale è stata ricevuta da alcuni funzionari, per sottolineare la gravità della situazione e ottenere la convocazione del tavolo. Richiesta accolta con la convocazione fissata per martedì 4 giugno, presso il ministero dello Sviluppo economico,  con il ministro Luigi Di Maio. "Diamo per scontato che il governo chieda a Whirlpool di rispettare l'accordo sottoscritto il 25 ottobre 2018 in sede istituzionale, non solo per tutelare i lavoratori, ma anche perchè di quell'accordo fu sottoscrittore anche lo stesso ministro", come recita una nota sindacale unitaria  di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm.
Tecnicamente, secondo quanto diffuso successivamente in un comunicato della Whirlpool, l’intenzione della stessa, consisterebbe nel procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza, in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito stesso. Si parla di circa 420 operai impiegati per la produzione di lavatrici piattaforma Omnia, del segmento premium. Secondo i vertici aziendali, la profittabilità del sito, nonostante gli investimenti, resta sotto la media del gruppo e quindi non più sostenibile, stante condizioni sfavorevoli di mercato, che non avrebbero favorito la crescita prevista. Eppure ad ottobre, la Whirlpool aveva dato garanzie di investimenti e salvaguardia dell'occupazione in tutti gli stabilimenti del gruppo. Ma appare abbastanza evidente che la chiusura di Napoli mette in discussione un piano industriale, che ha come pietra angolare il mantenimento delle produzioni in Italia. Fondamentale quindi, non solo mantenere in vita  Napoli, ma la conferma del piano industriale nella sua interezza. Quanto scaturito mette in forte dubbio la affidabilità di un gruppo, che ha evidenti problemi  di marketing e commerciali, come più volte evidenziato dal fronte sindacale, che rischiano, come in un cattivo film già visto tante volte, di essere scaricati unicamente sulle spalle dei lavoratori incolpevoli. 

SI RIACCENDE LA VERTENZA WHIRLPOOL, COMUNICATO DELLA FIM CISL