lunedì 4 novembre 2013

L'IPOTESI DI UN PARTNER STRANIERO METTE LE ALI ALLA INDESIT IN BORSA: + 13,67%

Dopo 153 giorni, 5 mesi trascorsi dall'inizio della vertenza Indesit, il clima si surriscalda complici anche le indiscrezioni di stampa delle ultime ore. Clima che la stessa Indesit ha cercato di stemperare, precisando attraverso un comunicato stampa che il Cda, pur confermando il piano strategico stand-alone, ossia avanti da soli, sta considerando la possibilità di un rafforzamento del gruppo e ha preso atto del conferimento da parte di Fineldo - la holding della famiglia Merloni principale azionista di Indesit - di un mandato a un advisor per esplorare le alternative riguardo l'investimento nell'azienda. Stà di fatto che queste indiscrezioni fanno bene al gruppo di Fabriano, e Indesit si conferma sugli scudi a Piazza Affari. Il titolo chiude con un rialzo del 13,67%, come non capitava dal 2011, in scia alle sopracitate indiscrezioni di stampa secondo cui l'ad, Marco Milani, avrebbe ottenuto un mandato dal cda dello scorso 16 ottobre per valutare possibili scenari alternativi, compresa un'aggregazione con un partner straniero. E la turca Arcelik, le americane Whirlpool e GE, la svedese Electrolux potrebbero essere interessate. La notizia è arrivata, forse non casualmente secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux, nel giorno in cui si sarebbe dovuto tenere l'incontro tra Indesit e i rappresentanti dei sindacati e del governo presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per discutere del piano di ristrutturazione del gruppo in Italia annunciato il 4 giugno (50 milioni di euro di risparmi lordi in un arco di 2/3 anni), incontro rinviato all'11 novembre. "Riteniamo che l'ad Milani abbia l'obiettivo di individuare una soluzione strutturale per il gruppo cercando alleanze con player di dimensioni più rilevanti all'interno del suo mandato triennale che scade ad aprile 2016", sostengono gli analisti di Equita. Indesit ha d'altra parte intrapreso un'importante fase strategica volta a migliorare progressivamente il proprio livello competitivo e ad aumentare l'attrattività, confermano a Intermonte, proprio per potenziali partner nel medio periodo. "Data la debole domanda in Europa e la capacità produttiva in eccesso, un processo di consolidamento sarebbe un modo naturale per molti player di ritrovare un percorso di crescita profittevole e, data la sua dimensione (capitalizza 850 milioni di euro, ndr), pensiamo che Indesit sia probabilmente uno dei candidati più probabili nel settore per quanto riguarda l'M&A", sottolineano a Banca Imi (hold e target price a 5,10 euro). Data anche l'importanza delle economie di scala nel settore degli elettrodomestici, che è ancora ben al di sotto del picco della domanda almeno in Europa occidentale, "nel lungo periodo avrebbe senso strategicamente un aumento del consolidamento tra i grandi player", aggiungono gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 8,3 euro). Kepler Cheuvreux dà tempo a Indesit uno o due anni, poi la società prenderà parte all'attività di M&A a livello europeo, molto probabilmente come preda. Infatti anche una partnership non può essere un deal tra uguali vista la dimensione più contenuta di Indesit rispetto ai potenziali partner. In questo senso, le soluzioni migliori dal punto di vista industriale e di governance per la famiglia Merloni, secondo gli esperti di Equita, potrebbero essere con Whirlpool (scarsa presenza in Europa) ed Electrolux (forte fit geografico e sinergie dal rafforzamento in Europa). Più complicata un'operazione con Arcelik (forte duplicazione geografica e di marchi) o con altri operatori che potrebbero massimizzare il valore dell'asset, come i player cinesi, ma con cui sarebbe difficile negoziare una governance accettabile per la famiglia. Ma quanto potrebbe valere Indesit in un'ottica di M&A? Trattando a un rapporto prezzo/utile superiore a 11 volte sulla base delle stime 2015, gli analisti di Banca Imi credono un margine di apprezzamento supplementare sia fortemente legato alla quantità di sinergie derivanti dalla potenziale partnership. Data comunque l'importanza strategica di un'eventuale aggregazione o partnership con un altro player, la valutazione di Intermonte di Indesit (target price a 8 euro e rating speculative buy) incorpora già parzialmente questo scenario, con un prezzo obiettivo in caso di M&A a 17 euro per azione pesato al 25%. Invece per Equita in uno scenario di consolidamento il titolo potrebbe essere valorizzato intorno a 11 euro, attribuendo un valore strategico ad alcuni asset (leadership di mercato in Russia, Gran Bretagna, Italia e Ucraina) valutati tra 0,7 e 1 volta le vendite in funzione del livello di maturità del mercato e assegnando un multiplo contenuto (0,33 volte le vendite) al resto delle attività. Per cui Equita ha alzato il target price a 10 euro (rating buy) come media tra la valutazione fondamentale (8,5 euro) e speculativa (11,4 euro). Un progressivo consolidamento a medio termine nel settore altamente frammentato degli elettrodomestici in Europa è uno degli elementi di supporto anche al giudizio positivo di Mediobanca Securities su Indesit (outperform), un giudizio che tiene conto sia del fatto che l'accordo tra l'azienda e i sindacati sembra essere sempre più vicino sia dei segni di stabilità dei prezzi che gli analisti considerano incoraggianti. Il target price di Mediobanca è 8,6 euro, un prezzo obiettivo calcolato come media dei multipli storici e il discount cash flow per incorporare meglio il potenziale di rialzo a medio termine derivante dalla riorganizzazione della società.

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