NELLA STESSA GIORNATA IN CUI IL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE BOCCIA IL PIANO INDESIT, ANCHE LE PROVINCE DI ASCOLI E FERMO, SI ESPRIMONO NELLA STESSA DIREZIONE.
“I nostri territori – ha aggiunto Fabrizio Cesetti – hanno creduto e investito nell’Indesit. Com’è possibile che un’azienda che ha fatto la sua fortuna grazie al nostro lavoro non senta su di sé anche una responsabilità morale?”.
COMUNANZA - Le Province di Fermo e Ascoli Piceno hanno ribadito il loro secco ‘No’ al nuovo piano industriale dell’Indesit Company che prevede 1425 esuberi.
“Oltre a manifestare la nostra vicinanza alle famiglie coinvolte – ha detto Fabrizio Cesetti, presidente della Provincia di Fermo, durante il consiglio provinciale aperto di Comunanza – vogliamo chiedere al Governo e al Parlamento italiano di dissuadere l’Indesit Company dall’attuare il nuovo piano industriale che prevede più di 1400 esuberi immotivati”.
Le motivazioni che hanno indotto il colosso italiano degli elettrodomestici alla ‘ristrutturazione’ non hanno convinto i rappresentanti di sindacati, Comuni e Province.
“Quella dell’Indesit - ha sottolineato Piero Celani presidente della Provincia di Ascoli Piceno – è una crisi che ci lascia perplessi. Nel 2012 l’utile dell’azienda ammontava a 62 milioni di euro, non crediamo dunque a questa crisi improvvisa, crediamo invece in un disegno strategico”. La strategia sarebbe quella di spostare la produzione in paesi, come Polonia e Turchia, in cui produrre è meno costoso.
A far eco a Piero Celani sono stati i rappresentanti sindacali e i consiglieri provinciali che si sono susseguiti durante il dibattito. La delocalizzazione dell’azienda comporterebbe una grave perdita non solo per i lavoratori coinvolti, ma anche per quelle piccole imprese che sono nate intorno al polo industriale di Comunanza.
Applaudito dai pochi lavoratori presenti l’intervento del commissario straordinario della provincia di Ancona Patrizia Casagrande. “Oggi piangiamo su qualcosa che era prevedibile. Quando l’Indesit ha chiuso gli stabilimenti di Brembate, noi non abbiamo fatto niente. Il processo è iniziato da lontano e pensavamo non ci toccasse. Ora – continua il commissario straordinario - abbiamo bisogno che il Governo ci ascolti, per questo le cinque province delle Marche assieme alla provincia di Perugia hanno approvato le iniziative di lotta promosse dai sindacati locali”.
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