(Il vecchio piano Indesit) |
(Il piano Whirlpool, si riparte da qui) |
C'è molta attesa inutile dire per l'incontro di domani lunedì alle ore 10,30 che si svolgerà a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico. Dopo aver svelato il piano industriale Italia lo scorso 16 Aprile c'è stata una rottura del dialogo con Fim, Uilm e Ugl che nell'incontro sempre di Roma del 20 aprile hanno abbandonato il tavolo sindacale, con la sola Fiom rimasta a discutere e la conseguente richiesta di attivazione del tavolo ministeriale. E il dicastero retto da Federica Guidi, rispondeva a stretto giro di posta convocando le parti appunto per il 27 aprile. Motivo della rottura l'indisponibilità della multinazionale degli "white goods" a rientrare dalla decisione di chiusura degli stabilimenti di Albacina, Carinaro e None. Per la Whirlpool, infatti pur aprendo alla disponibilità ad ascoltare le proposte sindacali, confermava che il piano presentato, di durata quadriennale sino al 31 dicembre 2018, sia l'unico che ritenga valido e il migliore possibile in quanto in grado di dare sostenibilità e prospettive future alla stessa, vedendo nella sua realizzazione, un'opportunità unica per estendere la leadership globale di Whirlpool, anche alla regione Emea.L'altra faccia della medaglia è rappresentata dai 1335 esuberi, 395 in più rispetto ai 940 previsti fino a fine 2018 dal piano di riorganizzazione del 2013 di Indesit. Ma il piano, presenta un forte impatto dal punto di vista sociale ed industriale soprattutto nell'area casertana, cancella definitivamente il sito di None, ma anche dei forti impatti nel fabrianese, dove l'accorpamento di Albacina, la cui chiusura determinerebbe lo spostamento dei lavoratori a Melano, determinerebbe al momento 280 esuberi, senza dimenticare che ancora non è stato quantificato l'impatto a livelli impiegatizio. Difatti la maggior parte dei "colletti bianchi", dei centri direzionali del gruppo Indesit, sono concentrati proprio a Fabriano. Dall'altra parte della bilancia ci sono i 500 milioni di euro che la Whirlpool ha messo sul piatto, ma che sono da spacchettare e comprendere il loro reale utilizzo, anche in termini di processo e prodotto, nonchè la "rilocazione" in Italia di produzioni provenienti dalla Polonia e dalla Cina. Investimenti da non sottovalutare se si pensa che il vecchio piano pre-Whirlpool, immaginava investimenti nel triennio pari a 83 milioni di euro complessivi. Inevitabili le reazioni a livello politico, pressochè trasversali (viste anche le imminenti elezioni regionali nelle Marche ed in Campania...) e massmediatico che ha avuto la vicenda. Inevitabile lo stato di agitazione con 12 ore di sciopero, proclamate da Fim, Fiom, Uilm e Ugl. Ed è partito il pressing politico ed istituzionale, fatto di incontri serrati con il management, verso la multinazionale stelle e strisce, dal premier Renzi, che tra l'altro ha incontrato una delegazione di lavoratori di Carinaro in occasione della visita a Pompei, allo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, nel tentativo di fargli cambiare idea. La Whirlpool, presenterà il piano B? In caso contrario, molto probabilmente si chiederà forse l'intervento diretto del premier. Domani intanto stato di agitazione di due ore, dalle 10,30 alle 12,30 nell'area fabrianese indesit negli stabilimenti di Melano, Albacina e gli uffici direzionali Indesit.
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