In tempi di crisi del lavoro dove anche le aziende debbono fare i conti con la concorrenza sempre più feroce, a volte anche sleale, dettata dalla globalizzazione, ma anche con la crisi congiunturale dei mercati, è raro, quasi come una mosca bianca, trovarne qualcuna che decida di sedersi intorno al tavolino e discutere di contrattazione di secondo livello o integrativa. Questo è il caso della Lardini Srl di Filottrano (Ancona), azienda del settore tessile, leader a livello internazionale nella confezione dei capispalla di alta gamma, che occupa attualmente circa 300 dipendenti e che garantisce un significativo indotto in ambito regionale.
“Dopo mesi di trattative – dichiara Mimmo Sciore della Segreteria regionale della Femca CISL – caratterizzate da un proficuo lavoro unitario fra le Organizzazioni Sindacali di Categoria Femca-Cisl e Filctem-Cgil, si è raggiunta un’intesa che garantisce ottimi risultati in termini qualitativi e
quantitativi, proprio in un momento nel quale la crisi continua a mordere e l’occupazione stenta a decollare, soprattutto tra i giovani”.
“E’ un accordo molto importante per noi – prosegue Sciore – e soprattutto per i lavoratori che rappresentiamo in quanto, oltre ad assicurare un sostegno economico ai dipendenti dell’azienda in termini di reddito aggiuntivo (ogni dipendente potrà raggiungere un premio aziendale annuo di € 900), introduce alcuni significativi miglioramenti normativi quali:
l’accesso al part-time per le dipendenti in maternità;
un rientro al lavoro guidato e concordato tra le parti nel periodo post parto;
l ‘aumento dei riposi compensativi individuali;
l’aumento della percentuale prevista per la flessibilità dell’orario di lavoro;
la possibilità di implementare il fondo pensione integrativo Previmoda, attraverso l’utilizzo del TFR presente in azienda prima dell’iscrizione al fondo del lavoratore medesimo.
Fiore all’occhiello del contratto integrativo è costituito dall’introduzione dei cosiddetti “Permessi solidali”. Un meccanismo di welfare aziendale attraverso il quale è possibile donare ad un collega in difficoltà (di salute o familiari) parte dei propri permessi, affinché lo stesso possa avere a disposizione una dotazione più ampia di tali istituti”.
“La parte innovativa riguardante i “permessi solidali” – conclude Sciore – è costituita dal fatto che si è riusciti a coinvolgere anche l’azienda in questa catena di solidarietà. Ad ogni ora di permesso donata da ogni singolo lavoratore, corrisponderà infatti un’ora donata dall’azienda, che quindi parteciperà attivamente a questo meccanismo, concretizzando mirabilmente il termine responsabilità sociale dell’azienda“.
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