L'ipotesi d'accordo sottoscritta oggi tra Fim Cisl e Uilm Uil, con il management di Indesit presso il Ministero dello Sviluppo Economico e condiviso dai rappresentanti dello stesso Ministero e dai rappresentanti della Regione Campania e della Regione Marche; realizza dopo... sei mesi di trattativa e di mobilitazione dei lavoratori il risultato di definire per le fabbriche italiane missioni produttive che le specializzano sulle produzioni di alta gamma quelle con maggiore marginalità e contemporaneamente tutelano i lavoratori mantenendo i livelli occupazionali privilegiando l'utilizzo dei contratti di solidarietà. L’accordo siglato oggi, non solo determina il superamento della procedura di licenziamento collettivo per 1.400 dipendenti avviata dalla Indesit, in data 22 novembre, ma impegna l’ Azienda alla stabilità occupazionale per cinque anni, fino alla fine del 2018.
La vertenza si era aperta nel mese di giugno di quest’anno, quando la Direzione della Indesit aveva annunciato alle organizzazioni sindacali, l'adozione di un piano industriale che per consentire la competitività aziendale e la sostenibilità delle produzioni italiane nella competizione internazionale, tra i produttori di elettrodomestici, e prevedeva la chiusura di due impianti produttivi e tagliando 1425 posti di lavoro come conseguenza del sommarsi di scelte aziendali di delocalizzazione produttiva in Polonia e in Turchia e della crisi economica.
Dopo una complessa fase di confronto che ha visto il concorso del Ministero dello Sviluppo Economico e la drammatizzazione delle ultime settimane con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo da parte della direzione aziendale, l’intesa raggiunta oggi, prevede investimenti e riallocazioni produttive, tutela dell’ occupazione e riqualificazione dei lavoratori nel dettaglio:
- per il polo produttivo di Caserta:
la specializzazione produttiva sul frigorifero da incasso e sui piani cottura a gas dei quali Caserta diventa l’ unico produttore; ciò comporta il rientro il Italia di produzioni di frigoriferi oggi realizzate in Turchia e di piani cottura, destinati nel piano originale predisposto dall'azienda alla fabbrica di Indesit collocata in Polonia;
- per il polo produttivo di Fabriano:
la specializzazione produttiva sui forni da incasso e sui piani speciali ( professionali ) per gli stabilimenti di Albacina e di Melano, anche in questo caso, con la rinuncia a de localizzare produzioni previste in uscita ( i piani speciali ) e internalizzando la produzione di forni finora acquistati all'estero;
- per il polo produttivo di Comunanza:
la specializzazione produttiva sul lavaggio, confermando la produzione in Italia di tutte le lavatrici di gamma alta a carica frontale.
Vengono inoltre internalizzate nelle fabbriche marchigiane e campane le attività di service post vendita e di information tecnology e verranno valutate, a livello territoriale, ulteriori possibili internalizzazioni. Verranno invece portate in Turchia le produzioni di lavatrici di bassa gamma e cessata, seppure a fine anno, la produzione delle lavatrici a carica dall'alto , prodotto i cui volumi di vendita e produzione sono crollati negli ultimi anni e che solo Indesit oggi fabbrica nell'Europa occidentale.
L’intera riorganizzazione produttiva sarà realizzata con investimenti per 83 milioni di € nel triennio 2014/2016, utilizzando ammortizzatori sociali conservativi, senza prevedere licenziamenti di personale e privilegiando tra gli strumenti disponibili i contratti di solidarietà che permettono di distribuire il lavoro e ridurre il sacrificio economico proteggendo il reddito dei lavoratori.
Durante la riorganizzazione, inoltre, i lavoratori saranno riqualificati e formati rispetto alle nuove attività da intraprendere.
Il raggiungimento del difficile accordo con Indesit, con la conferma delle fabbriche italiane e degli organici, è particolarmente importante nel contesto critico dell'economia e nella pesante crisi del settore. Lo è ancora di più nei giorni in cui un altro importante player, l’Electrolux, ha avviato una investigazione sulla sostenibilità delle produzioni italiane che contiene la minaccia di decisioni dagli esiti devastanti e alla quale lavoratori e sindacato si stanno opponendo con forti iniziative di mobilitazione. Tutto ciò conferma la necessità e l'urgenza di provvedimenti legislativi che sostengano l'industria manifatturiera e il lavoro, con una attenzione straordinaria al settore dell'elettrodomestico, secondo in Italia per numero di addetti, rilevante per il Pil e per l'export, come da tempo chiediamo al Governo. Per questo è importante che lo stesso Governo abbia dato, proprio nell’ambito dell’ accordo Indesit, un forte contributo a riprendere, già dal mese di gennaio, il confronto sulle misure per la competitività del settore con le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese. La mancata firma dell’intesa raggiunta oggi, da parte della Fiom, proprio non la comprendiamo, non ci sono ragioni di contenuto e sindacali per far mancare il proprio consenso ad un accordo così importante forse per la Fiom conteranno di più l’avvio della fase congressuale rispetto agli interessi dei lavoratori.
Per quanto riguarda l'accordo, ora la parola passa ai lavoratori che saranno nei prossimi giorni informati in assemblea, consultati e chiamati ad esprimere con il proprio voto il consenso sull’ accordo.
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