Con il 1° gennaio, scattano i nuovi requisiti per andare in pensione. Ad essere le più penalizzate, saranno le donne lavoratrici dipendenti del settore privato che per andare in pensione di
vecchiaia dovranno aver compiuto i 63 anni e 9 mesi, 18 mesi in più rispetto ai
requisiti previsti per il 2013 (62 anni e tre mesi). La pensione anticipata è una prestazione economica a domanda, erogata ai
lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’assicurazione generale
obbligatoria ed alle forme sostitutive, esonerative ed integrative, la cui
pensione è liquidata con il sistema di calcolo retributivo, misto o
contributivo. Ai fini del raggiungimento del requisito contributivo è valutabile la
contribuzione versata o accreditata a qualsiasi titolo, fermo restando il
contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione utile per
il diritto alla pensione di anzianità disciplinata dalla previgente normativa.
Per i soggetti che accedono alla pensione anticipata ad un’età inferiore a 62
anni si applica, sulla quota di trattamento pensionistico relativa alle
anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, una riduzione pari ad un
punto percentuale per ogni anno di anticipo nell’accesso alla pensione rispetto
all’età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a due punti percentuali per
ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni. Ricordiamo che i soggetti che maturano i requisiti per l'accesso al
pensionamento a partire dal 1° gennaio 2012, possono accedere alla pensione
anticipata a condizione che risulti maturata un'anzianità contributiva di 42
anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Tali
requisiti sono aumentati di un mese per l'anno 2013 e di un ulteriore mese a
decorrere dal 2014, fermi restando gli incrementi della speranza di vita a
decorrere dal 1° gennaio 2013.
La riforma Fornero, diciamo che ha la “sua forza” dal 1° gennaio 2014 in cui entrano in vigore i nuovi requisiti fissati con la
legge medesima. Si tratta di disposizioni più stringenti che rimandano l'età
pensionabile: 66 anni e 3 mesi per lavoratori dipendenti e autonomi e per
lavoratrici del settore pubblico, 63 anni e 9 mesi per lavoratrici del settore
privato; 64 anni e 9 mesi per lavoratrici autonome. In merito alla pensione anticipata,
per le persone in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sono
richiesti 42 anni e 6 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e
6 mesi per le donne. E allora il nuovo anno porta altri requisiti per andare in pensione: 66 anni e
3 mesi per lavoratori dipendenti e autonomi e per lavoratrici del settore
pubblico, 63 anni e 9 mesi per lavoratrici del settore privato; 64 anni e 9
mesi per lavoratrici autonome. In merito alla pensione anticipata, per le
persone in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sono
richiesti 42 anni e 6 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e
6 mesi per le donne. In buona sostanza sono aumentati di un mese i requisiti
richiesti rendendo più difficile uscire di scena senza subire penalizzazioni
nell'assegno mensile corrisposto.
Nel caso della pensione anticipata, è previsto un disincentivo dell'1% per ogni
anno di distanza dal raggiungimento dei 62 anni di età e del 2% per ogni anno
prima del compimento dei 60 anni. Le ragioni che hanno portato a questi
cambiamenti, contestati sia dai sindacati che da buona parte del governo in
carica, sono ben note: equità e convergenza intragenerazionale e
intergenerazionale, con abbattimento dei privilegi e clausole derogative soltanto
per le categorie più deboli; flessibilità nell'accesso ai trattamenti
pensionistici anche attraverso incentivi alla prosecuzione della vita
lavorativa. Sulla quota retributiva del trattamento pensionistico relativa alle anzianità
contributive maturate antecedentemente al 1° gennaio 2012 è applicata una
riduzione pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al
pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale riduzione è elevata a 2 punti
percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (ovvero
rispetto ai 60 anni di età). Nel caso in cui l'età al pensionamento non sia
intera la riduzione percentuale è proporzionale al numero dei mesi. Gli uomini potranno andare in pensione in anticipo rispetto all'età di vecchiaia
se hanno almeno 42 anni e 6 mesi di contributi versati, un mese in più di
quanto previsto nel 2013. Per le donne saranno necessari almeno 41 anni e 6
mesi di contributi (un mese in più di quanto previsto nel 2013). Anche i
requisiti per la pensione anticipata andranno adeguati dal 2016 all'aumento
della speranza di vita.
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