venerdì 27 dicembre 2013

DE VINCENTI INTERVISTATO DA REPUBBLICA, PARLA DELLA VERTENZA INDESIT

De Vincenti: abbiamo salvato 11mila posti di lavoro
Il sottosegretario allo Sviluppo economico intervistato oggi da Repubblica ricorda le vertenze in cui si è riusciti a limitare i danni, come Indesit Company e Bridgestone. "Di certo abbiamo toccato il pavimento e dunque dovremmo risalire"
“Nell'ultimo anno qui abbiamo salvato più di 11mila posti di lavoro”. Lo afferma Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo economico, in un'intervista a Repubblica in cui sottolinea che i segnali della fine della crisi ci sono. 
De Vincenti tocca alcune delle vertenze più significative, come quella per Indesit Company, con la recente firma dell'accordo ad inizio dicembre. “Un'intesa molto significativa, approvata da oltre il 79% dei lavoratori , che hanno riconosciuto il valore di quell'accordo”, importante “perché dai 1.400 esuberi denunciati inizialmente dall'azienda siamo passati a zero esuberi. E' successo perché l'azienda ha accettato di riportare in Italia alcune produzioni realizzate in Turchia, Spagna e Polonia. Produzioni a più alto valore aggiunto”. 
“I piani industriali possono essere cambiati – continua il sottosegretario -. Guardi il caso della Bridgestone. Il gruppo giapponese aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Modugno in provincia di Bari per un eccesso di capacità produttiva in Europa. Alla fine siamo riusciti a convincere la proprietà a spostare qui da noi da altri continenti alcune produzioni”.
“I segnali” per ripartire dalla crisi ci sono, spiega, “di certo abbiamo toccato il pavimento e dunque dovremmo risalire. Mi manterrei prudente ma sembra che ci siano le condizioni per ripartire. In ogni caso la strada è ancora tosta”. Per il futuro industriale italiano “un punto di forza continuerà di certo ad essere il made in Italy tradizionale: macchine utensili, moda, agro-alimentare. Ma non solo: sta emergendo una nuova Italia industriale in produzioni tecnologicamente avanzate”, dall'efficienza energetica alle biotecologie, e poi, ma non e' una vera novita', la farmaceutica", conclude.

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