venerdì 31 maggio 2013

CURE TERMALI: ISTRUZIONI PER L'USO


La stagione termale, iniziata lo scorso 25 marzo, si concluderà con l’ultimo turno del 18 novembre 2013. Le domande per poter usufruire delle cure termali dovranno essere presentate, esclusivamente in via  telematica, entro e non oltre il 31 ottobre 2013.
Affinché le cure siano efficaci e tempestivi dal punto di vista terapeutico, l’assicurato dovrà iniziare il trattamento termale entro 90 giorni dal ricevimento del provvedimento di accoglimento della richiesta.
Si ricorda che questo tipo di prestazione è concessa dall’Inps (previo accertamento dei requisiti necessari) per evitare, ritardare o rimuovere uno stato di invalidità, nei soggetti affetti da forme morbose reumatiche e da patologie delle vie respiratorie.
Il certificato medico di prescrizione di questo specifico trattamento dovrà essere inoltrato telematicamente all’Inps dal medico curante dell’assicurato. L’istituto previdenziale concede le cure termali per un solo ciclo annuale (12 giorni, pari a 2 settimane) e fino ad un massimo di 5 cicli nell’arco dell’intera vita assicurativa, tranne particolari eccezioni.
Il costo delle cure è totalmente a carico del servizio sanitario nazionale, mentre quello del soggiorno presso la località termale in alberghi convenzionati è coperto dall’Inps. Il soggetto interessato dovrà provvedere unicamente al pagamento del “ticket” sanitario ed alle spese del viaggio.
Nel caso in cui la domanda per le cure termali venga respinta, sia per motivi amministrativi che sanitari, il lavoratore può presentare una richiesta di riesame.

(DAL SITO: INAS.IT)

giovedì 30 maggio 2013

LA STORIA SIAMO NOI: ARISTIDE MERLONI

Giovedì 30 maggio, ossia questa sera, alle ore 23 su Raitre andrà in onda la “La storia siamo noi”, la puntata speciale è su Aristide Merloni. 
Il programma televisivo di attualità e approfondimento storico è diretto e condotto da Giovanni Minoli ed illustrerà la storia industriale della Famiglia Merloni dall’alba dei primi anni ’60 fino ai giorni nostri.

" IN OGNI INIZIATIVA INDUSTRIALE NON C'E' VALORE DEL SUCCESSO ECONOMICO SE NON C'E' ANCHE L'IMPEGNO NEL PROGRESSO SOCIALE" ( ARISTIDE MERLONI, 1967)

domenica 26 maggio 2013

L'INPS PRECISA: VISITE FISCALI D'UFFICIO SOLO RIDOTTE

L'Inps non ha mai sospeso le visite mediche di controllo, ha solo annunciato di doverle ridurre, in quantità, in conseguenza del taglio delle risorse a cui è stato sottoposto dalle ultime leggi di spesa. A chiarire la posizione dell'Istituto, dopo le polemiche suscitate dalle proteste di alcune associazioni sindacali dei medici nei giorni scorsi, ci pensa direttamente il direttore generale Mauro Nori.
Nel corso del 2012 su poco più di 1,2 milioni di visite mediche di controllo, 900mila sono state disposte d'ufficio dall'Inps, per una spesa complessiva di circa 50 milioni di euro: le visite mediche di controllo, eseguite d'ufficio sono a carico dell'Istituto, quelle richieste dalle aziende vengono pagate dalle aziende. In quest'ultimo caso, nel 2012 ne sono state richieste meno di 300mila.
L'esito delle 900mila visite disposte d'ufficio dall'Inps, spiega una nota, ha portato a una riduzione della prognosi solo in 83mila casi (il 9% del totale delle visite eseguite: un risultato comunque quasi doppio di quello delle visite richieste dalle aziende, su 295mila visite effettuate su richiesta dell'azienda solo 16mila volte si è giunti a una riduzione di prognosi, cioè nel 5,5% dei casi).
"Proprio in relazione a questi risultati, oltre che alla drastica riduzione delle spese di gestione cui è stato sottoposto l'Istituto - aggiunge Nori - per quest'anno è stata decisa una riduzione delle visite: l'Inps non ha mai parlato di sospensione. Una riduzione a circa 100mila visite per il 2013, forti dell'esperienza costruita con un sempre più sofisticato sistema di datamining, ci porterà a far crescere la percentuale dei risultati di riduzione di prognosi, pur in presenza di una sensibile diminuzione del numero di visite eseguite. Quindi con meno risorse economiche e con maggiore selettività dei controlli, riusciremo a produrre comunque un sempre più efficace contrasto al fenomeno dell'assenteismo".

venerdì 24 maggio 2013

L'INPS DIRAMA LE NUOVE TABELLE 1/07/2013-30/06/2014 DEGLI ANF

L'INPS dirama le tabelle
ANF: livelli reddituali dal 1° luglio 2013 al 30 giugno 2014

L’Inps con la circolare n. 84 del 23 maggio 2013 ha pubblicato le tabelle per il calcolo degli assegni familiari (ANF) valide nel periodo compreso tra il 1° luglio 2013 e il 30 giugno 2014.
Le nuove tabelle, ricordiamo, sono state pubblicate sulla base di quanto stabilito dalla legge n. 153/88, che prevede la rivalutazione annua dei livelli di reddito familiare stabiliti ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare. Tale rivalutazione annua ha effetto a decorrere dal 1° luglio di ciascun anno ed è legata alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, calcolato dall’Istat, che ha avuto luogo nel periodo compreso tra l’anno di riferimento dei redditi per la corresponsione dell’assegno e l’anno precedente.
A fronte di tale variazione, dunque, i lavoratori dipendenti, i pensionati e i beneficiari di ammortizzatori sociali che hanno diritto ad ottenere gli assegni familiari dovranno presentare nuovamente ai datori di lavoro e all’istituto previdenziale la domanda per gli assegni familiari Inps, contenente i redditi percepiti dal proprio nucleo familiare nell’anno 2012, indicati nel CUD o risultati dalla dichiarazione dei redditi.
Sulla base di tali livelli di reddito, della composizione del proprio nucleo familiare e delle nuove tabelle fornite dall’Inps, dunque, saranno determinati gli importi degli assegni per il nucleo familiare che saranno corrisposti agli aventi diritto durante il periodo compreso tra il 1° luglio 2013 e il 30 giugno 2014.
Ai fini del diritto ad ottenere gli assegni familiari, ricordiamo, si considerano facenti parte del nucleo familiare il coniuge non separato; i figli di età inferiore ai 18 anni; i figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni, o di età inferiore ai 26 anni in caso di nuclei familiari con più di tre figli, purchè siano studenti o apprendisti; i figli maggiorenni inabili; i fratelli, le sorelle e i nipoti del richiedente qualora abbiano un’età inferiore ai 18 anni, o superiore ai 18 anni ma inabili, che siano orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto alla pensione riconosciuta ai superstiti.

MODELLO 730: PROROGA PER LA CONSEGNA AL 10 GIUGNO

Lo stop dell'Imu sull'abitazione principale ed il conseguente caos che ne è derivato, porta alla proroga per il modello 730. La scadenza per la presentazione del modello ai centri di assistenza fiscale e ai professionisti abilitati slitterà a lunedì 10 giugno. Lo prevede un Dpcm con cui il Governo accoglie l'appello lanciato sabato scorso dalla consulta nazionale dei Caf, secondo cui il congelamento dell'acconto Imu per l'abitazione principale avrebbe comportato la necessità di rifare circa 100mila modelli già presentati.
Il nodo della questione sta nella possibilità di destinare il credito Irpef che emerge dalla dichiarazione dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati alla compensazione dell'Imu dovuta. Lo stand by sulla prima casa deciso dal decreto legge (Dl 54/2013) approvato dal Consiglio dei ministri della scorsa settimana - in attesa del riordino della tassazione sugli immobili - ha vanificato la scelta dei contribuenti che hanno destinato il credito Irpef per "abbattere" il prelievo sulla casa.
Con la proroga a lunedì 10 giugno (rispetto alla scadenza originariamente fissata al 31 maggio) i Caf e i professionisti abilitati avranno più tempo per rivedere le dichiarazioni già presentate, evitando ai contribuenti una trafila complessa con la presentazione del 730 integrativo entro il 25 ottobre e con la richiesta di rimborso del credito.
Niente da fare, invece, per chi ha già presentato il modello 730 attraverso il sostituto d'imposta o l'ente previdenziale. In questo caso, infatti, il termine di consegna del 16 maggio (anch'esso proprogato rispetto alla scadenza ordinaria del 30 aprile) è già passato. Chi ha scelto di compensare il credito Irpef con l'Imu dovrà rassegnarsi ad avere un minor rimborso in busta paga a luglio. Eventualmente la compensazione potrebbe tornare in gioco se il Governo non riuscisse a portare a termine l'operazione di revisione del prelievo sugli immobili entro il 31 agosto. In un simile scenario bisognerebbe pagare l'acconto sull'Imu prima casa entro il 16 settembre ed ecco che l'opzione espressa nel 730 risulterebbe ancora valida. Quindi converrebbe aspettare prima di presentare un modello integrativo (sempre comunque attraverso il canale dei Caf e dei sostituti d'imposta).
Ma tra le ragioni che giustificano la proroga ci sono anche le difficoltà nel reperimento dei Cud Inps nella fase di avvio dell'assistenza fiscale, anche considerando il fatto che per la prima volta l'Inps ha rilasciato la certificazione in modalità telematica e non cartacea come consuetudine. Lo slittamento in avanti per la presentazione del 730 naturalmente trascina anche le scadenze per gli adempimenti successivi a carico di Caf e professionisti abilitati. La consegna della copia della dichiarazione elaborata e del prospetto di liquidazione al contribuente dovrà essere effettuata entro lunedì 24 giugno. La "tappa" successiva sarà la comunicazione del risultato finale delle dichiarazioni e la trasmissione telematica entro l'8 luglio.

giovedì 23 maggio 2013

MODELLO 730: CHIESTA LA PROROGA PER LA PRESENTAZIONE


La presentazione del modello 730/2013 ai CAF entro la fine del mese potrebbe subire una proroga, vista la richiesta avanzata dalla Consulta nazionale dei CAF, a seguito dell’effetto delle ultime novità introdotte in tema di IMU, e per venire incontro a quei contribuenti che hanno già pagato l’imposta sull’abitazione principale portandola in compensazione del 730 prima della sospensione dell’acconto di giugno disposta dal Governo, nonchè ai ritardi legati al mancato invio dei cud cartacei ai pensionati inps e a tutti coloro che avevano percepito da questo ente un reddito nel 2012.

martedì 21 maggio 2013

INCENTIVI A SOSTEGNO DELL'OCCUPAZIONE- INCENTIVI PER I DATORI DI LAVORO

Dal sito del Miinistero del Lavoro
20 maggio 2013
Interventi a sostegno dell’occupazione
Incentivi per i datori di lavoro  
Sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto direttoriale 19 aprile 2013, registrato alla Corte dei Conti, n. 119, foglio 6 del 13 maggio 2013, di concessione di un beneficio a favore dei datori di lavoro privati che nel corso del 2013 assumano, a tempo determinato o indeterminato, anche part time o a scopo di somministrazione, lavoratori licenziati nei dodici mesi precedenti l’assunzione.
Al fine di fruire del beneficio, i datori di lavoro interessati dovranno inoltrare una istanza all’Inps, esclusivamente in via telematica, indicando i dati relativi all’assunzione effettuata, con le modalità stabilite dall’Istituto entro 30 giorni dalla data dell’entrata in vigore del citato decreto.

22-24 MAGGIO - LECCE- XVIII CONGRESSO NAZIONALE FIM CISL. INDUSTRIARSI PER IL LAVORO, LA PRIORITA' DEL PAESE

Industriarsi per il lavoro, la priorità del Paese
XVIII Congresso nazionale metalmeccanici FIM CISL
Lecce 22-24 maggio 2013

Al via domani la tre giorni del XVIII Congresso Nazionale della Fim Cisl che si terrà
quest’anno a Lecce in Puglia.


Slogan della convention alla quale parteciperanno oltre 500 delegati delle tute blu della
Cisl provenienti da tutt’Italia: “Industriarsi per il lavoro”. ovvero darsi da fare per trovare
una soluzione alla prima delle priorità del paese; il lavoro.
Su questo tema centrale si confronteranno nelle tre giornate salentine i delegati della Fim
che arriveranno a Lecce a conclusione dell’iter congressuale sui territori. Il congresso si
aprirà alle ore 15 di domani con la relazione del Segretario generale Giuseppe Farina.
Nel pomeriggio del giorno successivo, dopo il dibattito in assemblea, si terrà una
Conferenza internazionale sul tema: “Le nuove sfide e il futuro del sindacalismo globale”.
Vi partecipano, insieme a Gianni Alioti responsabile internazionale della Fim, Berthold
Huber (presidente della tedesca IG Metall e del sindacato globale dell’industria
industriALL), Bob King (presidente del sindacato americano dell’auto UAW), Paolo Cayres
(presidente della brasiliana Cnm-CUT), Han Dongfang (direttore di China Labour),
coordinerà la conferenza Teodoro Chiarelli giornalista de La Stampa. L’ultimo giorno
congressuale il 24 si concluderà con l’intervento del Segretario generale della Cisl
Raffaele Bonanni la chiusura dei lavori è affidata a Giuseppe Farina.

lunedì 20 maggio 2013

VALE LA PENA RIDURRE L'IMU PER POI AUMENTARE L'IVA?

UN INTERESSANTE ARTICOLO DI GIORGIO DELL'ARTI APPARSO OGGI SULLA PAGINA ALTRI MONDI DELLA GAZZETTA DELLO SPORT
Accantonata per un attimo la faccenda dell’Imu (bisognerà riformare la tassa entro il 31 agosto) l’attenzione degli uffici studi e dei giornali si concentra sull’Iva, che il prossimo 1° luglio dovrebbe aumentare di un altro punto: dall’attuale 21 al 22%.
Che significa in termini di costi per le famiglie?
Ieri c’è piovuto sul tavolo un calcolo della Confcommercio: il previsto aumento dell’Iva dal 21% al 22% dal prossimo 1° luglio comporterà, per una famiglia di 3 persone, una peso finanziario di 135 euro in media l’anno. L’associazione dei commercianti fa l’elenco dei beni che saranno più colpiti: vino, birra, carburanti, riparazioni auto, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli, computer. Il rincaro dei carburanti avrà effetti su tutto il commercio, dato che provocherà un aumento nel costo dei trasporti. La Cgia di Mestre – ufficio studi degli artigiani – raccomanda: «Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento. Se il governo Letta non lo farà, corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi, con gravi conseguenze per artigiani e commercianti, che vivono quasi esclusivamente di domanda interna». La Confcommercio fa commenti dello stesso tenore, ricordando che per l’80 per cento il nostro Pil è mosso dai consumi. Confcommercio ha anche valutato che, se si mettono insieme gli aumenti dell’Iva, la Tares e l’Imu di giugno al netto del rinvio per le prime case, l’aumento di costi per le famiglie risulta di 734 euro in tutto il 2013. Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, prevede che la contrazione dell’attività potrebbe avere conseguenze gravi per 26 mila negozi. «Conseguenze gravi» significa rischio chiusura.
Quanti soldi ci vorrebbero per non toccare l’imposta?
Il punto di Iva in più vale 2,1 miliardi di euro nel 2013 e 4,2 miliardi nel 2014. L’aliquota standard, quella cioè che dovrebbe essere portata al 22%, insiste sul 70% dei beni. Nel 30% che non sarà toccato dall’aumento ci sono i generi di prima necessità, alimentari, sanità, istruzione, abitazione eccetera, tutti beni che sopportano un’Iva del 10 o del 4%. Ci sono però altre considerazioni da fare.
Sentiamo.
La prima riguarda la falsità dell’equazione “aumento dell’Iva = aumento delle entrate”. Ho sotto gli occhi un’analisi di Roberto Convenevole, che è stato capo dell’Ufficio studi dell’Agenzia delle Entrate, relativo ai primi cinque mesi del 2012, quando l’Iva venne portata dal 20 al 21%: le entrate nette calarono del 5,91%, con una perdita di 260 milioni al mese. Convenevole: «L’aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 21% si è rivelato una misura inefficace e controproducente. Anziché assicurare l’incremento di gettito, ha fatto crescere l’evasione fiscale, rendendola più remunerativa». È lo stesso discorso che faceva Laffer, il consulente di Ronald Reagan: tu non puoi aumentare la pressione fiscale all’infinito. Da un certo momento in poi, ogni aumento della pressione provoca diminuzione delle entrate, perché evadere diventa troppo conveniente e il rischio vale la candela. L’evasione dell’Iva ha poi anche una serie di effetti indiretti.
Cioè?
L’Iva si evade non emettendo uno scontrino oppure concordando con il cliente uno sconto in cambio della mancata emissione della fattura. L’evasione dell’Iva è dunque un modo per nascondere fatturato e rende possibile una forte evasione sulla tassazione dei redditi. A guardare la cosa da questo punto di vista, verrebbe voglia di suggerire al governo di abbassarla, l’Iva, al 15%!
Quanto si paga di Iva all’estero?
La Grecia l’ha già portata al 23%. L’Iva più alta è nei paesi nordici: 25% in Danimarca e Svezia, 24% in Finlandia. Il record è in Ungheria: 27%. Al 15% ce l’hanno il Lussemburgo e Madeira. Nelle Canarie è addirittura al 7%. Da noi l’Iva evasa corrisponde a un 30% dell’Iva totale che il Fisco dovrebbe incassare. In cifre assolute si tratta di una quarantina di miliardi. La questione è anche politica: si deve spostare la tassazione sui consumi e sui patrimoni liberando un minimo i redditi o bisogna continuare a spremere i redditi, che poi sono, in gran parte, i redditi dei lavoratori dipendenti? Quello che sembra impossibile o altamente sconsigliabile è di aumentare l’Iva e le altre varie forme, più o meno occulte, di patrimoniali, lasciando le aliquote Irpef e il resto allo stesso livello di prima. In quel caso è ovvio che i cittadini tenteranno in ogni modo di evadere. Che altro potrebbero fare?

20 MAGGIO 1970- 20 MAGGIO 2013, BUON COMPLEANNO STATUTO DEI LAVORATORI

Compie oggi 43 anni lo Statuto dei Lavoratori, che poi è il nome con cui è nota la legge n. 300 del 20 maggio 1970, contenente «norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento». In materia di lavoro è, senza dubbio, la fonte normativa più importante nel nostro ordinamento dopo la Costituzione, che ha fissato i principi fondamentali della materia. La legge accoglie le motivazioni essenziali del progetto lanciato dal Congresso di Napoli della CGIL, del novembre 1952, quando per la prima volta G. Di Vittorio sollecitò l’approvazione di uno «Statuto dei diritti dei lavoratori».
La ratio della l. n. 300/1970 va ricercata, infatti, nella volontà del legislatore di proteggere il prestatore come parte più debole del rapporto di lavoro, nella tradizionale linea di sviluppo del diritto del lavoro, permeata dall’esigenza di salvaguardare la pace sociale e l’ordinato perseguimento dell’unitario fine produttivo dell’organizzazione imprenditoriale. La legge si articola in 6 titoli, che racchiudono, nell’ordine, norme concernenti la libertà e dignità dei lavoratori (art. 1-13), la libertà sindacale (art. 14-18), l’attività sindacale (art. 19-27), disposizioni varie e generali (art. 28-32), il collocamento (art. 33-34), le disposizioni finali e penali (art. 35-41): norme quindi che da un lato si rivolgono alla tutela del lavoratore nel rapporto di lavoro e, dall’altro, sostengono l’organizzazione e l’attività del sindacato nel contesto aziendale. Il 1° dei 6 titoli disciplina: la libertà di opinione dei lavoratori (art. 1) e il relativo divieto di
indagine da parte del datore di lavoro (art. 8); la tutela dei lavoratori contro ogni forma di controllo lesivo della loro privacy, attuato con modalità occulte o comunque invasivo della sfera della personalità morale (art. 2, 3, 4, 5, 6); la tutela in caso di contestazioni disciplinari (art. 7) (Sanzioni disciplinari nel rapporto di lavoro privato); la tutela alla conservazione della posizione di lavoro acquisita (art. 13); le attività culturali, ricreative e assistenziali (art. 11 e 12); la concessione di permessi agli studenti lavoratori; la tutela del diritto delle rappresentanze sindacali a controllare l’applicazione aziendale delle norme dirette a tutelare la salute dei lavoratori e la loro integrità fisica (art. 9) (Tutela della salute. Diritto del lavoro). Nel 2° titolo, ai
lavoratori è garantito il diritto di associazione e di attività sindacale (art. 14), con il relativo divieto per il datore di lavoro di inficiare la libertà e l’autonomia sindacale costituendo o sostenendo, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori (art. 17) (Associazioni sindacali); è sancita la nullità di atti o patti posti in essere dal datore di lavoro avente finalità discriminatoria (art. 15) e il divieto, per il datore di lavoro, di erogare trattamenti economici di maggior favore (art. 16); il titolo si chiude poi con l’importante statuizione del cosiddetto «regime di stabilità reale» (art. 18) (Tutela reale e tutela obbligatoria). Il 3° titolo è interamente dedicato all’attività sindacale, attraverso la disciplina della costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali (art. 19); del diritto dei lavoratori di riunirsi in assemblea (art. 20); il diritto di indire referendum su materie inerenti all’attività sindacale con diritto di partecipazione di tutti i lavoratori appartenenti all’unità produttiva e alla categoria interessata (art. 21); il diritto di affiggere pubblicazioni, testi e comunicati inerenti materie di interesse sindacale e del lavoro (art. 25); il diritto di utilizzo di un locale all’interno dell’azienda (art. 27); il diritto di raccogliere contributi e svolgere opera di proselitismo e collettaggio (art. 26). Il 4° titolo riveste una rilevante importanza nel
sistema di garanzia della libertà e dell’attività sindacale prevista dalla legge in commento. L’art. 28 disciplina, in proposito, la repressione della condotta antisindacale del datore di lavoro posta in essere da quest’ultimo in qualsiasi forma, riconoscendo alle organizzazioni sindacali il diritto di chiedere la tutela giurisdizionale degli interessi collettivi violati da tale comportamento. Il procedimento previsto è particolarmente semplice ed efficace consentendo di ottenere celermente, laddove il giudice ritenga la
sussistenza della violazione denunciata, l’immediata cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti dello stesso. Il 4° titolo prevede, inoltre, al fine di promuovere l’attività sindacale, appositi permessi per i dirigenti provinciali e nazionali delle associazioni abilitate alla costituzione di rappresentanze sindacali aziendali (art. 30) e il diritto a un periodo di aspettativa non retribuita, per la durata del mandato, per i lavoratori chiamati a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali, nonché a svolgere funzioni pubbliche elettive (art. 31). Il 5° titolo contempla norme in materia di collocamento (art. 33 e 34) ormai abrogate dall’art. 8 del d. lgs. 297/2002, nell’ambito di un intervento di più ampia portata volto a conferire maggiore organicità e coerenza al sistema normativo relativo alla mediazione tra domanda e offerta di lavoro e ai servizi di promozione dell’occupazione. All’ultimo titolo dello statuto sono riservate la disciplina del campo di applicazione dello stesso (in particolare del 3° titolo) regolata all’art. 35 nonché la disciplina delle sanzioni penali per le violazioni dei precetti dello statuto (art. 38). La legge si chiude con l’abrogazione delle disposizioni contrastanti, fatte salve le condizioni dei contratti collettivi e degli accordi sindacali più favorevoli e con il regime di esenzione fiscale per gli atti e i documenti necessari per l’applicazione delle norme statutarie, nonché per tutti gli atti e documenti relativi a giudizi nascenti dalla sua applicazione (art. 40 e 41).

(Fonte Enciclopedia Treccani online)

domenica 19 maggio 2013

CERTIFICATI MEDICI DI MALATTIA ONLINE, ATTENZIONE ALL'ESATTEZZA DEI DATI


Dopo l'introduzione del certificato medico di malattia online, pervengono ricorsi che contestano le penalizzazioni economiche, da parte dell'Inps relative alla mancata reperibilità del lavoratore, durante i periodi di malattia. Da quanto emerso, in diverse occasioni il motivo è relativo ai dati errati degli indirizzi riportati sul certificato medico emesso da parte del medico curante di famiglia.  Poichè invece la legge fa carico all'assistito di verificare la esattezza dei dati riportati sul sopramenzionato certificato, si invitano i lavoratori ad effettuare tutte le verifiche possibili comunicando anche al proprio medico di provvedere eventualmente a correggere eventuali discordanze.

CIG IN DEROGA, RIFINANZIAMENTO DA UN MILIARDO

È di un miliardo di euro la dote che il governo mette sul piatto per rifinanziare la cassa integrazione in deroga; una boccata d'ossigeno che consentirà di coprire le richieste nella maggior parte delle regioni almeno per i prossimi 4-5 mesi. In attesa che un decreto del ministero del Lavoro e del Mef, da emanare entro 30 giorni sentite regioni e parti sociali, provveda a un ridisegno complessivo dei criteri di concessione degli ammortizzatori in deroga «per assicurare un uso ottimale delle risorse disponibili».
Via libera anche al rifinanziamento dei contratti di solidarietà (57,6 milioni di euro per il 2013); mentre con l'ok di ieri del consiglio dei ministri al decreto che stanzia nuovi fondi per la cassa integrazione in deroga è stato sciolto anche il nodo coperture: 250 milioni arriveranno "in prestito" dalle risorse (500 milioni, in totale, da erogare nel 2014) per gli sgravi contributivi degli accordi di produttività 2013.
Il decreto,provvede anche al rifinanziamento dei contratti di solidarietà regolati dalla legge 236 del 1993, vale a dire quelli dedicati alle aziende che non rientrano nella tutela della cassa integrazione ordinaria. La nuova dote (57,6 milioni) è aggiuntiva rispetto ai 35 milioni che erano stati appostati con la legge di stabilità. Si tratta di un rifinanziamento strategico, secondo il ministero del Lavoro, perché consente di coprire un maggior ricorso ai contratti di solidarietà chiesto dalle aziende che non hanno potuto più accedere negli ultimi mesi alla cassa integrazione in deroga.

IMU CAOS, PICCOLA GUIDA DEL RINVIO

Dallo stop della rata Imu per l'abitazione principale agli sconti fiscali in arrivo per gli immobili d'impresa

Nessun acconto Imu di giugno per le abitazioni principali e relative pertinenze, come garage e cantine. E per gli alloggi popolari, i terreni agricoli e i fabbricati rurali. Al contrario, entro il prossimo 17 giugno, pagheranno l'imposta municipale unica le abitazioni signorili, le ville, i castelli e gli immobili di pregio. Così come i beni strumentali delle imprese per i quali, dopo un tira e molla all'interno della maggioranza durato tutta la settimana, il versamento di giugno resta obbligatorio con il doppio aggravio: maggiorazione da 60 a 65 del coefficiente di rivalutazione delle rendite catastali (pari a un +8,33%) ed eventuale innalzamento di 0,3 punti da parte dei Comuni dell'aliquota base dello 0,76 per cento.La fisionomia del decreto varato dal Consiglio dei ministri ricalca quella anticipata ieri su queste pagine.
Nessun ripensamento dell'ultima ora, dunque, sull'esclusione dei capannoni industriali. Per le imprese arriva comunque un segnale di attenzione dal governo: con la riforma della tassazione dei patrimoni immobiliari, da realizzare entro il 31 agosto, saranno introdotte forme di deducibilità dall'Ires e dall'Irpef dell'imposta pagata sui beni strumentali.
Promessa quest'ultima, così come quella del superamento definitivo dell'Imu e della Tares, vincolata ad una precisa clausola di salvaguardia: la riforma dell'intero sistema fiscale degli immobili dovrà essere realizzata tassativamente entro il 31 agosto. Non solo. Dovrà essere in linea con le indicazioni contenute nell'ultimo Def e con gli impegni assunti dall'Italia con l'Europa. Se l'obiettivo di fine agosto non verrà centrato tutti i contribuenti saranno chiamati a versare l'Imu di giugno entro il prossimo 16 settembre.
Confermate anche le altre misure del decreto: il rifinanziamento della Cig in deroga, che sale a un miliardo, il taglio delle indennità per ministri, viceministri e sottosegretari eletti alla Camera e al Senato e la proroga a fine anno per i precari della Pa. Con una novità dell'ultima ora per il ministero dell'Interno: lo stanziamento di quasi 10 milioni di euro per la proroga fino al 31 dicembre 2013 dei contratti in scadenza degli addetti agli sportelli unici per l'immigrazione e per le questure.

STATO DI AGITAZIONE ALLA ANTONIO MERLONI CYLINDER GHERGO GROUP: LUNEDIì 20 MAGGIO 8 ORE DI SCIOPERO, COMUNICATO UNITARIO

sabato 18 maggio 2013

CRISI ANTONIO MERLONI, A RISCHIO LO STABILIMENTO DI SASSOFERRATO RILEVATO DALLA GHERGO GROUP

Crisi Antonio Merloni, annunciati tagli al ramo aziendale rilevato dalla Ghergo

Annunciata la chiusura dello stabilimento di Sassoferrato che produce bombole e serbatoi. Sciopero nei tre siti del gruppo

Già in difficoltà uno dei rami aziendali salvati dalla crisi dell'Antonio Merloni. La Cylinders Ghergo Group (bombole e serbatoi per Gpl) vuole chiudere lo stabilimento di Sassoferrato, rilevato dopo la crisi dell'Antonio Merloni, e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm e le Rsu degli stabilimenti Amcg di Costacciaro, Matelica e Sassoferrato, proclamano lo stato di agitazione e uno sciopero di otto ore per lunedì 20 maggio, nei tre siti produttivi del gruppo.
In una nota i sindacati contestano le «intenzioni scellerate che l'azienda, che - affermano - ha comunicato il 13 maggio scorso un ridimensionamento del gruppo che impedirebbe di fatto ogni prospettiva di sviluppo e di rilancio. Questo nel mentre sostiene che il settore può comunque avere delle nuove opportunità».
(Dal CORRIEREADRIATICO.IT)

DAL 16 MAGGIO, OPERATIVA LA NORMA PER RICEVERE I BONUS BEBE'. CHI NE HA DIRITTO E COME RICHIEDERLO

Diventa operativa la riforma che incentiva il ritorno al lavoro delle neo mamme: buoni baby sitter o sconti per l'asilo nido a chi rinuncia al congedo parentale
L’INPS ha dato il via all'iter per ottenere il contributo sostitutivo del congedo di maternità, il cosiddetto bonus bebè, previsto dalla Legge n. 92/2012 (riforma Fornero) nell’ambito degli interventi volti a favorire il rientro delle neo mamme sul posto di lavoro e il sostegno alla genitorialità.
"Da giovedì 16 maggio 2013 - si legge in una nota dell'Istituto di previdenza - le strutture che forniscono servizi per l’infanzia, sia pubbliche sia private accreditate con la rete pubblica, possono presentare domanda di adesione alla misura sperimentale introdotta dalla legge sulla riforma del lavoro che prevede – per gli anni 2013-2015 – la facoltà, per la madre lavoratrice, di chiedere la corresponsione di un contributo da utilizzare per i servizi per l’infanzia offerti dalla rete pubblica o dai servizi privati accreditati.
  Una volta formato l’elenco delle strutture, l’Inps pubblicherà il bando per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia cui potranno partecipare le madri lavoratrici interessate".
 
COME FUNZIONA IL BONUS BEBE' E CHI NE HA DIRITTO

Al termine del periodo di congedo di maternità obbligatorio e per gli undici mesi successivi, la madre lavoratrice può chiedere un contributo utilizzabile per il servizio di baby-sitting o per pagare l’asilo nido (presso strutture pubbliche o private accreditate). 
Il bonus è destinato solo alle mamme che rinunciano al congedo parentale facoltativo ed è esteso anche a coloro che sono iscritte alla Gestione separata (per queste ultime, però, il bonus vale solo tre mesi), alle libere professioniste e alle lavoratrici part-time, che possono usufruire dei bonus in oggetto in misura riproporzionata alla minore entità della prestazione lavorativa.
Il bonus bebè, inoltre, si può richiedere sia per i figli già nati, sia per quelli la cui data del parto è prevista entro i 4 mesi successivi alla scadenza del termine previsto dall'Inps per presentare domanda. E si può richiedere anche per più figli.
Sono escluse dal benefici le madri lavoratrici totalmente esentate dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati convenzionati.
Le risorse messe a disposizione sono pari a 20 milioni di euro annui fino al 2015 e l’importo di tale contributo è pari a 300 euro mensili, per un massimo di sei mesi.
Viene riconosciuto in due forme diverse:
- se utilizzato per il servizio di baby-sitting, è corrisposto attraverso il sistema dei buoni lavoro (vaucher);
- se utilizzato per gli asili nido, il pagamento va direttamente dall'Inps alla struttura prescelta (che rientra nei requisiti fissati dall'Inps).
Le mamme interessate devono presentare domanda tramite i canali telematici dell’Inps, che stilerà una graduatoria nazionale tenendo conto del quoziente Isee, l'indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare di appartenenza.

domenica 12 maggio 2013

L'INPS CANCELLA LE VISITE FISCALI D'UFFICIO, CONTROLLI A CARICO DELL'AZIENDA

Da oltre dieci giorni i medici fiscali convenzionati con l'Inps non bussano più alle porte dei lavoratori del settore privato assenti per malattia per effettuare le temute visite di controllo. O, meglio, non bussano più d'ufficio, cioè su indicazione dell'Inps, ma solo dietro richiesta (e pagamento) del datore di lavoro come dispone un provvedimento adottato su tutto il territorio nazionale.

 L’Inps precisa: la sospensione delle visite fiscali non riguarda il pubblico impiego ma solo i lavoratori del settore privato. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha diramato una nota in cui, in riferimento a talune notizie di stampa, ha dovuto chiarire la natura del provvedimento con cui la scorsa settimana era stata annunciata la novità. Il dipartimento Funzione pubblica spiega infatti in un comunicato che:
il provvedimento adottato dall’Inps riguarda solo le visite disposte d’ufficio (non previste per il settore pubblico), mentre l’Istituto continuerà a effettuare le visite richieste dai datori di lavoro (i cui oneri sono a loro carico).
Nessun cambiamento quindi nelle visite fiscali relative ai dipendenti pubblici disciplinate da una norma in base alla quale le pubbliche amministrazioni possono richiedere le visite di controllo a carico dei lavoratori alle Aziende sanitarie locali o all’Inps pagando poi quanto fatturato per ciascuna visita. Per cui, conclude la nota del dipartimento Funzione pubblica:
le pubbliche amministrazioni potranno continuare a fare domanda di visita di controllo sia alle Ausl sia all’Inps a seconda del sistema che ritengono più conveniente ed efficace.
Il controllo da parte dell’Inps prevede che l’invio della richiesta venga fatto dall’amministrazione pubblica interessata in forma telematica come stabilisce la circolare n. 117 del 9 settembre 2011.

La decisione dell'Inps, avrebbe come intento il raggiungimento dell'l'obiettivo di 500 milioni di euro di risparmi sul bilancio 2013, come previsto dalla legge di stabilita'. Un taglio (le visite fiscali d'ufficio da sole ammontano al 75% delle visite totali, pari a circa 1,5 milioni di controlli ogni anno)

sabato 11 maggio 2013

FONDO COMETA: RENDIMENTI MESE DI APRILE


Nel mese di Aprile tutti i comparti del Fondo  fanno registrare un rendimento positivo, si evidenzia soprattutto il Comparto Sicurezza con un recupero de + 3,74%.

martedì 7 maggio 2013

INDESIT: MARCO MILANI NUOVO PRESIDENTE

Indesit, il passo indietro dei Merloni
La famiglia lascia anche la presidenza che va all'amministratore delegato Marco Milani, da 30 anni in azienda. Redditività sbriciolata.

Si apre una nuova era per la Indesit Company. Dopo tre generazioni di Merloni alla gestione aziendale con oggi la famiglia lascia completamente la presa diretta del gruppo di elettrodomestici per passare a monte.  Nel 1997 i Merloni avevano già fatto un passo indietro lasciando la poltrona di amministratore delegato a un manager esterno alla dinastia (Francesco Caio). Adesso, però, la famiglia di Fabriano lascia anche la presidenza. Marco Milani, ingegnere, in Indesit dal 1980, amministratore delegato dal luglio 2004, allorquando subentro' ad Andrea Guerra, prende il posto di Andrea Merloni (figlio e delfino di Vittorio e nominato alla presidenza solo tre anni fa) che, a sua volta, passerà alla presidenza di Fineldo (a cui fa capo il 42,4% di Indesit). Il manager mantiene anche la poltrona di amministratore delegato. «Credo di avere le credenziali per essere il primo presidente non Merloni, 33 anni in azienda sono la garanzia alla continuità», ha dichiarato il manager commentando la sua nomina alla presidenza.
RINNOVATO IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE. L’assemblea della società ha approvato il rinnovo del cda  per il prossimo triennio. Della lista Fineldo fanno parte anche Sergio Erede, Libero Milone, Luigi Abete e Guido Corbetta (indipendenti), Franca Maria Carloni, Andrea Merloni, Antonella Merloni, Aristide Merloni e Maria Paola Merloni. L’ultimo componente, l’undicesimo, è Paolo Amato (indipendente) scelto dalla lista presentata da Francesco Merloni, Maria Cecilia Lazzarini, Claudia Merloni, Maria Francesca Merloni. La presentazione delle liste e la nomina del nuovo presidente (preannunciata peraltro qualche settimana fa), è stata preceduta da un inizio anno turbolento tra polemiche (effettive o smentite) e voci di dissidi all’interno della famiglia che da ha dato i natali al colosso di Fabriano.
REDDITIVITA’ SBRICIOLATA NEL TRIMESTRE MA SOPRA LE STIME. Indesit Company ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di pertinenza in calo a 4,1 milioni di euro, contro i 10 milioni dello stesso periodo 2012 (-62,2%).
I ricavi del trimestre sono stati pari a 597,7 milioni di euro (621,5 milioni) in diminuzione del 3,8%. Lo ha comunicato la Società Il margine operativo (Ebit) nel primo trimestre del 2013 è stato pari a 13,9 milioni di euro (20,9 milioni di euro), in calo del 33,2%. La percentuale del margine sul fatturato è scesa al 2,3% , dal 3,4% del primo trimestre 2012. Escludendo oneri non ricorrenti netti, che ammontano a 1,7 milioni di euro (erano 0,5 milioni di proventi nel primo trimestre 2012), il margine operativo (Ebit) del primo trimestre è stato pari a 12,3 milioni di euro (21,3 milioni), in calo del 42,4%. La percentuale sul fatturato è stata pari al 2,1% (3,4%). L'indebitamento finanziario netto è salito, in linea con la stagionalità del settore, a 505,7 milioni di euro, rispetto ai 442 milioni del 31 marzo 2012.
Nel primo trimestre del 2013 il mercato degli elettrodomestici (industry shipments) ha registrato, rispetto allo stesso periodo del 2012, una riduzione in Europa Occidentale del 3,9% ed un miglioramento in Europa Orientale dello 0,5%. Complessivamente la domanda nella cosiddetta Greater Europe è calata del 2,6%.
"Nel perdurare delle difficoltà del mercato europeo, i ricavi e l'utile netto - spiega la Società in una nota - subiscono un arretramento dovuto prevalentemente ai minori volumi di vendita dei prodotti finiti, all'impatto del price/mix e all'andamento sfavorevole delle valute. Il debito finanziario registra un incremento, in linea con la stagionalità di settore. Il buon andamento delle vendite dei nuovi prodotti ha consentito di mantenere la quota di mercato".UNO SGUARDO SUL MONDO E SUI PICCOLI ELETTRODOMESTICI «Abbiamo di fronte a noi un anno duro, c’è poco da fare fantasie, dobbiamo far quadrato intorno all’azienda e continuare a tenere sotto controllo i conti, sperando che prima o poi, come si dice in giro, alla fine di quest’anno si possa vedere la luce. Io credo che sarà così», ha esordito Milani che preferisce non sbilanciarsi sulle stime: «È prematuro fare previsioni. Il mercato non ci aiuta ma dobbiamo aspettare il secondo trimestre perché la stagionalità cambia verso fine giugno-luglio». Rispetto poi ai diversi mercati in cui il gruppo è presente, Milani  osserva:  «Nonostante l’anno si apra con mercati per noi importanti ancora in calo, in particolare Italia e Francia, registriamo segnali di crescita a Est, con risultati positivi soprattutto in Ucraina e Turchia. Molto positivi anche i risultati dell’Area International».  Le note positive invece arrivano dall’andamento delle materie prime. Da un più favorevole mix (anche grazie all’aumento, in controtendenza, dei prezzi) e dall’ingresso di Indesit nel mercato dei piccoli elettrodomestici. Il debutto è atteso nel fine settimana (la data non è casuale: casca proprio nella ricorrenza della festa della mamma) in Turchia, ma già entro l’estate arriveranno anche in territorio nazionale con le macchine per caffè.  «Guardiamo al futuro con ottimismo». Sostiene Milani.
 Complice la crisi e l’approssimarsi del rinnovo del cda, a inizio anno erano circolate voci di dissidi all’interno della holding a cui fa capo la quota di riferimento del gruppo. Taluni ipotizzavano persino un passo indietro di parte della famiglia o la ricerca di un partner internazionale con cui crescere. Poi con la fine dell’inverno è scoppiata la pace. E il 7 maggio è iniziata la nuova era.

domenica 5 maggio 2013

FISCO: ARRIVA CIRCOLARE "OMNIBUS" SULLE NOVITA' DEL 2013. AUMENTANO GLI SCONTI PER FIGLI A CARICO

Dall'Agenzia delle Entrate la circolare che affronta tutte le novità fiscali introdotte dalla legge di Stabilita' del 2013 e dal decreto "Cresci Italia". Dalla maggiorazione delle detrazioni per i figli a carico, al bonus in caso di disabilita', passando per la fattura semplificata.
 
Dall'Agenzia delle Entrate un faro per orientarsi tra le varie novita' fiscali che si applicano dal 2013: dalla maggiorazione delle detrazioni per i figli a carico, al bonus in caso di disabilita', passando per la fattura semplificata. Sono alcuni degli argomenti della circolare 12/E  omnibus pubblicata dall'Agenzia, che affronta tutte le novita' fiscali introdotte dalla legge di stabilita' del 2013 e dal decreto "Cresci Italia". Dal 2013, ricorda una nota, le detrazioni per i familiari a carico sono piu' alte: in particolare, aumenta di 150 euro la detrazione base per i figli di eta' pari o superiore ai tre anni, passando da 800 a 950 euro, mentre sale di 320 euro quella per i figli piu' piccoli, cioe' di eta' inferiore ai tre anni. In questo caso la detrazione cresce da 900 a 1.220 euro ciascuno. In caso di disabilita', il bonus raddoppia: se il figlio e' una persona con disabilita', lo sconto aggiuntivo da sommare alle detrazioni base che spettano per ciascun figlio a carico sale a 400 euro, quasi il doppio rispetto ai 220 euro garantiti dalla precedente normativa fiscale. Arriva, poi, la fattura semplificata per quelle di ammontare complessivo non superiore a 100 euro e, a prescindere dall'importo, per la cosiddetta nota di variazione dell'imponibile o dell'imposta. Il documento di prassi illustra la novita' introdotta nel decreto Iva dalla Legge di Stabilita', che consente di identificare il cessionario/committente stabilito in Italia con il solo numero di partita Iva o con il codice fiscale, oltre che di indicare l'operazione in modo sintetico, senza esporre distintamente imponibile e imposta.
Il testo della circolare n. 12/E è disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate

sabato 4 maggio 2013

INDESIT COMPANY: IL 6 E 7 MAGGIO ELETTO IL NUOVO CDA


(Andrea Merloni)

Indesit, famiglia Merloni lascia la presidenza ed il nuovo presidente dovrebbe essere l'amministratore delegato Marco Milani.
L'ufficialità dovrebbe arrivare solo dopo l'assemblea degli azionisti convocata per il 6-7 maggio prossimi e la prima riunione del nuovo consiglio d'amministrazione, ma dopo tre generazioni la famiglia Merloni si appresta a lasciare la presidenza di Indesit Company spa.
Il nuovo presidente dovrebbe essere come detto  l'attuale amministratore delegato Marco Milani: è destinato a prendere il posto di Andrea Merloni e a mantenere il doppio incarico.
LISTE PER NUOVO CDA. La multinazionale tascabile, nata nel 1975, ma di fatto presente sul mercato degli elettrodomestici dal 1930, gli anni del fondatore Aristide Merloni, ha voltato pagina. L'11 aprile  sono state presentate le liste per il nuovo consiglio di amministrazione e, stando a indiscrezioni sull'accordo raggiunto fra i quattro figli di Vittorio Merloni (presidente onorario, costretto a lasciare tre anni fa per motivi di salute), Andrea dovrebbe passare alla presidenza della Fineldo, la cassaforte di famiglia, che detiene il 42,4% delle quote Indesit (43,5% con quelle in possesso di Vittorio).
MILANI ALLA PRESIDENZA. A raccogliere il testimone, quasi certamente, Marco Milani, 61 anni, da 30 in Indesit. Lo statuto della società, quotata in Borsa, prevede che la presidenza del consiglio d'amministrazione vada al primo candidato della lista che avrà ottenuto il maggior numero dei voti espressi in assemblea e Milani apre la lista dei candidati Fineldo. Dopo mesi di rumors su supposti contrasti sulle strategie future del gruppo fra i figli dell'ex presidente di Confindustria - la parlamentare di Scelta civica Maria Paola Merloni, i fratelli gemelli Andrea e Aristide, Antonella - gli eredi hanno trovato un'intesa, con il sostegno della madre Franca

IN ARRIVO LA TASSA X, SOSTITUIRA' DAL 2014 IMU, TARES E ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF. INTANTO E' CAOS IMU

L'Acronimo "ICS", non sembra essere dei più rassicuranti, se riguarda una nuova tassa, creata per semplificarci la vita e speriamo  alleggerire il fardello fiscale al quale siamo sottoposti.
Prima una moratoria per l’anno in corso, con un decreto che già la prossima settimana dovrebbe sospendere la rata Imu di giugno, facendo pagare il conguaglio a fine anno solo a chi possiede immobili di pregio. Poi nel 2014 via Imu, Tares, imposta di registro e addizionale comunale Irpef, sostituite dalla «Tassa X». Che si scrive «Ics», una Imposta Casa e Servizi sul modello tedesco, dovuta in parte minore anche dagli affittuari e affiancata da una «patrimonialina» su chi possiede case extra-lusso. 
Riproducendo un po’ l’imposta comunale unica tedesca la nuova tassa sugli immobili avrebbe come base imponibile sempre la rendita catastale ma con sconti progressivi mano a mano che ci si allontana dai centri storici delle città, che il catasto classifica ai livelli più bassi e quindi meno tassati. 
Alla base imponibile verrebbero poi applicate delle detrazioni per ogni figlio a carico e franchigie come per la vecchia Imu. La nuova imposta sarebbe dovuta in quota minore anche dagli affittuari, che dovrebbero versare la parte che copre i costi dello smaltimento rifiuti e quella legata ai così detti servizi indivisibili, come illuminazione e sicurezza stradale, altrimenti convogliati nella Tares. Per gli appartamenti sfitti sarà maggiore la componente legata al valore catastale «corretto» dell’immobile.
 Il piatto forte della «Tassa X» è però l’abrogazione dell’addizionale comunale Irpef, che vale da sola 3,9 miliardi di euro e che, cancellata, alleggerirebbero un po’ le buste paga dei dipendenti. A pagare il conto dello sgravio sarebbero i proprietari di beni immobili extralusso, quelli con valore catastale superiore a un milione e mezzo di euro. Per loro la nuova imposta riserverebbe una vera e propria «patrimonialina», che tanto «ina» poi non è perché varrebbe una addizionale dell’1,5% del valore catastale dell’immobile. Un’«operazione Robin Hood» dal costo accettabile di 2,5 miliardi ma tutta da verificare sul piano della fattibilità politica.
Penna poggiata sulla scrivania per i centri di assistenza fiscale (Caf) sull'Imu. Lo stop all'assistenza dei contribuenti, sulla scadenza dell'acconto 2013, prevista il 17 giugno, arriva dalla Consulta dei Caf che di fronte agli annunci, finora rimasti tali, della sospensione della rata Imu in vista della rimodulazione dell'imposta sono corsi ai ripari. In maniera drastica. «I Caf si sono fermati», spiega a ItaliaOggi Valeriano Canepari, presidente della Consulta dei Caf, «non vogliono rischiare di dare indicazioni non corrette sull'Imu e dunque in attesa di evoluzioni hanno sospeso tutto».
E questo in attesa che si dia seguito al discorso programmatico del presidente del consiglio Enrico Letta che alla camera, il 29 aprile scorso, ha annunciato di voler rimettere mano al sistema di tassazione sulla prima casa e in vista di questa revisione ha parlato di una sospensione della rata Imu.
Ora è il momento che l'annuncio prenda forma normativa: «Aspettiamo di capire cosa succede», chiarisce Canepari, «non sappiamo francamente se la sospensione di giugno possa riguardare solo l'Imu prima casa o tutto l'acconto facendo rientrare anche gli altri immobili», osserva Canepari. Nel dubbio e visto che l'Imu impatta anche sui modelli 730, la cui campagna di compilazione entra nel vivo, l'ordine agli uffici è chiaro: sospendere qualunque tipo di calcolo e attività relativo al capitolo Imu per i contribuenti. E a maggior ragione lo stop rischia di travolgere anche l'attività ordinaria della compilazione dei 730 sul calcolo delle compensazioni Imu nei dichiaritivi.

giovedì 2 maggio 2013

ASSICURAZIONE AUTO: LIMITATA LA DEDUCIBILITA' IN DICIARAZIONE DEI REDDITI

Brutta sospresa per coloro che in questi giorni sono alle prese con la compilazione delle dichiarazioni dei redditi tramite il modello 730/2013 oppure Unico2013.
Per chi ancora non se ne fosse accorto, l'articolo 4, comma 76 della legge 92/2012 di riforma del mercato del lavoro, ha disposto che il contributo SSN applicato sui premi delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, è deducibile dal reddito complessivo del contraente per la parte che eccede 40 euro.
Benefici fiscali ridotti, quindi, rispetto al passato e deduzione pari a zero per chi ha versato un contributo SSN inferiore alla soglia minima di 40 euro.
La franchigia di 40 euro deve essere considerata sul totale dei contributi SSN pagati da chi possiede più di un veicolo e non per ogni veicolo.
Ricordiamo che la deduzione spetta al soggetto al quale è intestato il documento e che ha sostenuto la spesa.

GIOVANI, LA DISOCCUPAZIONE SALE AL 38,4%

Continua inesorabilmente a calare l'occupazione: a marzo gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto ad un anno fa. Secondo le stime seppur provvisorie dell'Istat, lo scorso mese, gli occupati erano 22 milioni 674mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-51mila).
La disoccupazione, ancorché ferma all'11,5% (lo stesso livello di febbraio) resta comunque su livelli altissimi, mentre schizza all'insù la disoccupazione giovanile: 38,4%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto a febbraio (era al 37,8%) e di 3,2 punti su base annua. Secondo le stime provvisorie dell'Istat, a marzo, sono in cerca di lavoro 635mila under 25 pari al 10,5% della popolazione in questa fascia d'età.
Il tasso di disoccupazione giovanile si riporta, così, su livelli altissimi, vicini al massimo storico raggiunto a gennaio Secondo la stima provvisoria dell'Istat, il tasso di disoccupazione di marzo si è attestato all'11,5%, invariato rispetto a febbraio (dato rivisto al ribasso dall'11,6%) e in aumento di 1,1 punti percentuali nei dodici mesi.
"La disoccupazione non fa registrare un nuovo aumento tra febbraio e marzo, ma è attestata comunque ad un livello elevatissimo, pari all'11,5%, e registra un aumento rispetto a marzo 2012, di 1,1 punti percentuali, con 297mila disoccupati in più nell'ultimo anno, portando il totale dei disoccupati in Italia in questo momento a quasi tre milioni. Il lavoro è la priorità: il nuovo governo dovrà coniugare la disciplina dei conti pubblici con misure per la crescita e l'inclusione lavorativa, a partire dal rilancio degli investimenti, la riduzione del prelievo fiscale sul lavoro, lo sblocco dei crediti che le imprese vantano presso le Pubbliche Amministrazioni", ha commentato il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra. "Per quanto riguarda le misure specifiche sul lavoro, sono troppi i fronti aperti - sottolinea Sbarra - dopo settimane di stallo: urgentissimi il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga, un contratto intergenerazionale per favorire il ricambio tra lavoratori adulti in uscita ed assunzioni di giovani, incentivi per le assunzioni e le trasformazioni in contratti di lavoro stabili, ulteriore potenziamento dell'apprendistato". "Le parole pronunciate ieri dal presidente Letta - conclude- vanno nella giusta direzione, anche per il ruolo assegnato alle parti sociali, ma occorre fare presto".
Complessivamente, l'esercito dei disoccupati si attesta a quota 2 milioni 950mila, in calo dello 0,5% rispetto a febbraio (-14mila). Il calo interessa sia la componente maschile sia, in misura più lieve, quella femminile. "L'aumento della permanenza delle donne ultra cinquantenni a lavoro non è sufficiente - hanno spiegato i tecnici dell'Istat - a garantire una stabilizzazione della crescita dell'occupazione femminile o della sua stabilità. Il momento resta particolarmente critico, anche per l'occupazione femminile".

mercoledì 1 maggio 2013

BANGLADESH, FERMIAMO LA STRAGE


STRAGI FIGLIE DELLA GLOBALIZZAZIONE SFRENATA. SENZA REGOLE CERTE, LA CONCORRENZA "SLEALE" DI CERTI PAESI, OLTRE A PROVOCARE LA CRISI DEI SISTEMI ECONOMICI PIU' EVOLUTI, GENERA ANCHE QUESTI DRAMMI IMMANI.

Il 24 aprile centinaia di lavoratori tessili sono stati uccisi o feriti in seguito al crollo di un edificio di 8 piani, il Rana Plaza, al cui interno operavano cinque fabbriche tessili.
Il giorno precedente sul Rana Plaza erano evidenti grandi crepe strutturali ed era stato emanato un ordine di evacuazione. Alcune ore prima del crollo, i proprietari dell'edificio e delle fabbriche avevano ignorato l'avvertimento e insistito perché il lavoro continuasse.
Questo disastro industriale, il peggiore si sempre in Bangladesh, arriva a distanza di pochi mesi dalla morte di oltre un centinaio di lavoratori tessili nell'incendio di due fabbriche.
Con un salario minimo di 38 dollari US al mese, meno dell'uno per cento dei lavoratori tessili in Bangladesh sono rappresentati da un sindacato. La legge sul lavoro, Labor Law, impedisce ai lavoratori di aderire a un sindacato e di lottare per la sicurezza sul lavoro, condizioni di lavoro e salari migliori.
IndustriALL Global Union e IndustriALL Bangladesh chiedono al governo di adottare misure urgenti per garantire la libertà di associazione; migliorare la sicurezza strutturale ed antincendio degli edifici; aumentare il salario minimo per gli oltre 3 milioni di lavoratori tessili in Bangladesh.

ACCORDO INTERCONFEDERALE CGIL CISL UIL E CONFINDUSTRIA PER L'ATTUAZIONE DELLA DETASSAZIONE 2013

Lo scorso 24 aprile, è stato siglato l’Accordo Interconfederale CGIL CISL UIL e Confindustria, al fine di dare attuazione al Decreto sulla detassazione del salario di produttività (DPCM del 22 gennaio 2013).
Il sopracitato Accordo prevede due nuove modalità per estendere l'area di applicazione della detassazione. La prima consiste nella stipula di accordi a livello di singola impresa, anche dove non ci sono rappresentanze sindacali, tra le federazioni territoriali di categoria e le aziende assistite dalle articolazioni territoriali di Confindustria; questi accordi sono applicabili a tutti i dipendenti. La seconda, invece, riguarda la stipulazione di accordi territoriali che diano la possibilità di applicare la detassazione ai lavoratori che effettueranno prestazioni di orario diverse da quelle abitualmente praticate in azienda; questa seconda tipologia di accordi si muove sul piano dell'opportunità non essendo di natura vincolante.