martedì 14 luglio 2015

IL ROMPICAPO "DEFLAZIONE" SUL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE DEI METALMECCANICI

Il prossimo contratto "sarà il contratto più difficile della storia dei metalmeccanici, ne abbiamo consapevolezza". Lo ha detto Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim - Cisl. "Sarà il contratto più difficile - ha spiegato - perché siamo in un contesto di deflazione, una parte di Confindustria vuole mettere in sordina il contratto nazionale e, soprattutto, la Fiom non abbandona un atteggiamento velleitario, facendo richieste che sono molto lontane dalla possibilità di diventare un accordo". Bentivogli ha ricordato che "abbiamo cercato per 7 mesi di costruire una piattaforma unitaria a cui la Fiom purtroppo si è sottratta, per cui nei prossimi giorni costruiremo con la Uil una piattaforma per il rinnovo del contratto". In queste parole del massimo esponente dei metalmeccanici della Cisl, lo stato dell'arte sulla tornata contrattuale 2016 - 2018.
Il prossimo 31 dicembre, scade il CCNL che è stato rinnovato per la parte economica sulla base dell’Accordo Interconfederale del 2009 in cui era prevista la definizione dell’aumento contrattuale sulla base dell’Indice Previsionale denominato IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato in ambito europeo per l’Italia) depurato dei prezzi dei beni energetici importati.
L’Accordo e il CCNL prevedono che al termine del triennio di vigenza del CCNL ci sia la verifica sulla base dell’indice ISTAT, degli scostamenti tra inflazione programmata e inflazione reale.
Nel triennio, 2013-2015, di vigenza del CCNL abbiamo ottenuto 130€ di aumento pari a una crescita dell’inflazione di 6.5%. in realtà con una previsione di crescita del 2015 del 0.6% e con un inflazione reale nel 2013 di 1.3% e dello 0.3% nel 2014 (totale crescita inflazione nel triennio 2013-15) abbiamo una crescita dell’inflazione reale del 2.2%.
A fronte di 130 € ottenuti con l’inflazione programmata nel CCNL del 5 dicembre 2012 l’inflazione reale corrisponde a 44€. Federmeccanica può quindi chiedere la restituzione di 86€, così come Federchimica ha chiesto ai sindacati confederali di restituire 79€.
Oggi, con l’indice previsionale fornito da ISTAT, sulla base dell’IPCA la richiesta salariale nel triennio 2016-2018 dovrebbe essere di 77€. (inflazione programmata: 2016=1.1%; 2017=1.3% e 2018=1.5%. Per un totale di 3.9% moltiplicata valore punto di 19.92)
La categoria dei bancari ha rinnovato il CCNL a 85€ in quattro anni e non tre anni come i metalmeccanici, il commercio/terziario ha rinnovato il CCNL a 85€ con una durata di 2 anni e 8 mesi.
E' quindi evidente come la contrattazione sia entrata in crisi a causa della "deflazione", che ha generato inedite problematiche. Diventa evidente che non è possibile rinnovare il CCNL solo sulla base dell’Accordo del 2009, occorre una proposta nuova, che possa rimettere in moto la contrattazione.
A fianco e in parallelo al confronto che si sta sviluppando con il Governo, a partire da settembre 2015, sui temi della rappresentanza, delle pensioni, della democrazia partecipativa e economica occorre rilanciare il tema dei fondi di pensione integrativi (COMETA) che vanno incrementati in modo significativo per quanto riguarda la quota versata dall’azienda.
Se il CCNL prevedesse questo sarebbe un modo per incentivare l’adesione a COMETA e dare una risposta, complementare alla pensione INPS, per i giovani lavoratori.

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