Si è concluso oggi il trittico di incontri istruttori calendarizzati presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla difficile vertenza Whirlpool/Indesit. Nel corso dell’incontro l’azienda ha riferito che sta verificando quali volumi e/o piattaforme possono essere inseriti nel “Piano Italia” per incrementare attività nel nostro paese, consapevoli che l’emergenza è la Campania e in primis il sito di Carinaro. Il 12 maggio, alle ore 12,00 inizierà il confronto per capire stato avanzamento delle verifiche.
Sul sito di None (To) resta confermata la chiusura, per concentrare le attività su Piacenza, ma con la possibilità di trovare soluzioni occupazionali per tutti i lavoratori. Per il sito di Napoli, la vecchia piattaforma prodotta non ha dato i risultati sperati, si punta su un nuovo modello e volumi maggiori. A Comunanza, nelle Marche, l’obiettivo è portare la produzione del lavaggio a 800 mila pezzi all’anno ( soglia di sostenibilità ) tra lavatrici e lavasciuga e per poi incrementarne i volumi, per recuperare i 170 esuberi dichiarati.
Per quanto riguarda il sito di Siena, l’azienda conferma di voler puntare al raddoppio dei volumi internalizzando dalla Cina e recuperando il protagonismo del ex-Indesit nel mercato inglese. Si lavora per sviluppare altri prodotti con caratteristiche “limitrofe” legate al ciclo del freddo. Per quello che riguarda il sito di Fabriano, sono stati chiesti chiarimenti in merito agli investimenti previsti di 25 milioni di euro, con il management di Whirlpool che si è dichiarato disposto, ad illustrarlo prossimamente senza problemi, così come chiarimenti sono stati chiesti in merito ai 250 esuberi, "congiunturali", piuttosto che "strutturali".
Il 12 maggio in sessione ristretta, al tavolo con il governo alla presenza dei Ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico si dovrebbe avviare il confronto con l’obiettivo di sciogliere i principali nodi critici del “Piano Whirlpool”, che per sono le chiusure di None e Carinaro gli unici considerati ad oggi strutturali dall’azienda, così come gli esuberi che ne deriverebbero.
La soluzione va trovata identificando i volumi di prodotto e le piattaforme con cui confermare e rilanciare l’attività produttiva a Carinaro.
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