Mentre oggi si è svolto, da parte degli impiegati dei centri direzionali fabrianesi della Indesit, lo sciopero con il blocco dell'uscita delle merci presso il magazzino centralizzato di Melano, ieri al Ministero dello Sviluppo Economico è andato in scena il primo dei tre incontri programmati per cercare di risolvere i nodi presenti nel piano Italia di Whirlpool. Di fatto nessuna sostanziale novità nella vertenza. Non è nemmeno iniziata una vera e propria trattativa. Si ritornerà a Roma il 5 maggio. Nel vertice di ieri, il primo di tre programmati, che si è tenuto presso la sede del ministero dello Sviluppo Economico, azienda e sindacati hanno infatti ribadito le proprie posizioni: la prima confermando il piano industriale presentato il 16 e già ribadito il 27 aprile, come unico in grado di dare continuità e sostenibilità alla stessa, frutto di scelte puramente industriali, i secondi chiedendo di cancellare dal piano la chiusura degli stabilimenti di Carinaro in Campania, di Albacina nelle Marche, di None in Piemonte e i conseguenti licenziamenti e realizzare un confronto che affronti da subito e non a giugno anche il piano industriale relativo agli impiegati, respingendo la logica di una discussione in due tempi.
Sono stati chiesti chiarimenti che l’azienda fornirà nel prossimo incontro». I sindacati, da parte loro, hanno da subito avanzato la richiesta di ritirare le chiusure dei siti e i licenziamenti, senza però ottenere risposta. Se non la definizione di un preciso ordine del giorno per il prossimo incontro del 5 maggio. Questo verterà, anche grazie alle sollecitazioni da parte della delegazione sindacale, su tre argomenti: sostenibilità degli stabilimenti Indesit di Carinaro e del polo logistico di None, andamento del mercato degli elettrodomestici globale e possibilità di riportare in Italia le produzioni estere, in maniera tale da poter assicurare una nuova missione produttiva allo stabilimento di Carinaro.
Su Fabriano l'azienda ha specificato che la maggior parte degli investimenti previsti saranno realizzati sullo stabilimento di Melano che diventerà l'hub europeo dei piani cottura in Europa e dei prodotti speciali, che non hanno eguali e sono il vero fiore all'occhiello.
Riguardo la ricerca e sviluppo, l'azienda ha confermato i 150 esuberi tra None, Cassinetta e Fabriano, escludendo il coinvolgimento nei centri satellite delle fabbriche.
Sono stati chiesti chiarimenti che l’azienda fornirà nel prossimo incontro». I sindacati, da parte loro, hanno da subito avanzato la richiesta di ritirare le chiusure dei siti e i licenziamenti, senza però ottenere risposta. Se non la definizione di un preciso ordine del giorno per il prossimo incontro del 5 maggio. Questo verterà, anche grazie alle sollecitazioni da parte della delegazione sindacale, su tre argomenti: sostenibilità degli stabilimenti Indesit di Carinaro e del polo logistico di None, andamento del mercato degli elettrodomestici globale e possibilità di riportare in Italia le produzioni estere, in maniera tale da poter assicurare una nuova missione produttiva allo stabilimento di Carinaro.
Su Fabriano l'azienda ha specificato che la maggior parte degli investimenti previsti saranno realizzati sullo stabilimento di Melano che diventerà l'hub europeo dei piani cottura in Europa e dei prodotti speciali, che non hanno eguali e sono il vero fiore all'occhiello.
Riguardo la ricerca e sviluppo, l'azienda ha confermato i 150 esuberi tra None, Cassinetta e Fabriano, escludendo il coinvolgimento nei centri satellite delle fabbriche.