sabato 13 settembre 2014

PRIMO PIANO - L'ESTATE DELLA DEFLAZIONE

 Questa anomala estate che sta ormai volgendo al termine, oltre alle angosce del clima, ai mondiali di calcio è stata caratterizzata da un vocabolo  che ci ha martellato quasi quotidianamente: la deflazione. Eravamo abituati all'inflazione, che si ha quando i prezzi aumentano, la deflazione è in definitiva il suo contrario: la riduzione del livello assoluto dei prezzi. Per anni gli economisti ci hanno riempito le orecchie con lo spauracchio dell’inflazione che erodeva i risparmi, che riduceva il potere d’acquisto dei salari e che, provocando aumento dei tassi d’interesse, impediva alle imprese di accedere al credito, oltre che rendere i mutui per l'acquisto di case esorbitanti da rimborsare.
La deflazione deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, cioè un freno nella spesa di consumatori e aziende, che, in regime di deflazione, sono incentivati a posticipare nel tempo gli acquisti di beni e servizi non indispensabili, con l'aspettativa di ulteriori cali dei prezzi, con l'effetto di innescare una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi parte dei beni e servizi, cercano di collocarli a prezzi inferiori.
La riduzione dei prezzi si ripercuote conseguentemente per le imprese sui ricavi, anch'essi generalmente in calo. Ne deriva il tentativo da parte delle imprese di ridurre i costi, attraverso la diminuzione dei costi per l'acquisto di beni e servizi da altre imprese, del costo del lavoro e tramite un minor ricorso al credito.
La deflazione  può essere buona, quando la diminuzione dei prezzi è dovuta ad abbondanza di offerta: ad esempio un favorevole raccolto agricolo o i progressi tecnologici o salto di qualità nella concorrenza,  basti pensare alle riduzioni nel tempo dei prezzi dei gadget elettronici o agli effetti della liberalizzazione delle telecomunicazioni, come le tariffe dei telefonini. Oppure, purtroppo come quella in atto, può essere cattiva, quando è dovuta a bassa domanda,  una sorta di anoressia dell'economia e complica la politica monetaria, perché per stimolare l'economia bisognerebbe spingere i tassi d'interesse sotto lo zero, cosa che non è possibile. Ma paradossalmente  c'è anche chi dalla deflazione riesce a guadagnarci qualcosa: per esempio, i pensionati. Più deflazione c'è, più aumenta il potere d'acquisto del loro reddito. Storture di una economia malata che nessuno sembra in grado di guarire...

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