martedì 30 aprile 2013

BUON 1° MAGGIO, PICCOLA STORIA DI QUESTA FESTA

La Festa dei Lavoratori in Italia  
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività celebrata il 1º maggio di ogni anno in molte nazioni del mondo, che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
La festa ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867[1] nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.
L'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882
Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell'ordine gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell'Haymarket square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando numerose vittime, anche tra i suoi.
In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l'articolo Pel primo Maggio, uscito il 26 aprile 1890: "Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento
Appena si diffuse la notizia dell'assassinio degli esponenti anarchici di Chicago, nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura, dove si diceva che si fosse rifugiato il console USA.
Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario “Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria" (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in sette quadri, e si può - così - vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.
In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista - che preferì festeggiare la Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma - ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.
Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA), quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

lunedì 29 aprile 2013

QUEST''ANNO A PERUGIA LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CGIL-CISL-UIL DEL PRIMO MAGGIO

Si terrà quest'anno a Perugia la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per il primo maggio. Lo hanno deciso i rispettivi segretari generali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Il corteo partirà alle ore 9.30 da Largo dei Cacciatori delle Alpi (Piazza Partigiani) per poi proseguire in via Luigi Masi, viale Indipendenza, piazza Italia, Corso Vannucci, Piazza IV Novembre, Corso Vannucci fino ad arrivare in piazza IV Novembre per il comizio conclusivo dei tre Segretari Generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Perugia all'inizio di marzo è stata teatro di un "dramma del lavoro", hanno sottolineato i sindacati motivando la scelta della città umbra: due impiegate della Regione sono state uccise da un imprenditore, che poi si è suicidato. La vicenda "è diventata un simbolo della necessità di restituire centralità al lavoro. Per queste ragioni la festa del lavoro si celebrerà a Perugia", hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil.
"Perugia è una delle città simbolo del disastro italiano, della disperazione del lavoro", ha affermato Bonanni. È stato "il luogo di un efferato omicidio di due lavoratrici", ha detto Camusso, insistendo sulla necessità di rimettere al centro il "tema del lavoro e la difesa del lavoro". Nella "tragedia di Perugia due lavoratrici sono rimaste vittime di una esasperazione fondata ma - ha sottolineato Angeletti - il vero problema è che questa esasperazione ha colpito due persone che lavoravano e che non avevano alcuna responsabilità".
Quindi questa scelta va nel senso di dare "un segno di vicinanza alle persone ed alle famiglie e di un clima sociale così degradato di cui forse non abbiamo esempi nella decennale storia repubblicana. Persone che non c'entrano nulla rischiano di essere vittime", ha concluso il leader della Uil.
E come consuetudine nel pomeriggio si svolgerà a Roma, il tanto atteso  Concertone.

domenica 28 aprile 2013

IMU, CONTO ALLA ROVESCIA PER IL PAGAMENTO, INCERTEZZA SUL CALCOLO DELL'IMPOSTA.

Si potrebbe dire che l'unica certezza è l'incertezza per quello che riguarda l'Imu, una, anzi forse la tassa più odiata dagli italiani, in quanto va a pesare su un bene sacro per noi italiani come la casa di proprietà. Il conto alla rovescia per la scadenza del 17 giugno è già iniziato ma c'è ancora piena incertezza sui calcolo per l'Imu.
Non solo per le scelte che potrebbero essere fatte dal nuovo governo, ma anche perchè il decreto sui debiti Pa ha concesso ai comuni fino al 16 maggio per modificare le aliquote con cui calcolare l'acconto. Per fare i conti e pagare i tempi sono ridotti al lumicino. I Caf sono così in preallarme e chiedono che il primo acconto si paghi sulle aliquote del 2012.
L'attesa su possibili decisioni che il futuro governo potrebbe prendere, dunque, potrebbe incrociarsi con le decisioni dei comuni, creando un'impasse organizzativa. «È partita la macchina per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi e la gente viene già da noi per sapere dei pagamenti - spiega il presidente della Consulta del Caf, Valeriano Canepari - C'è grande incertezza. Siamo in attesa di capire se ci sono decisioni di cambiamento da parte del futuro governo. Ma, comunque, lo slittamento al 16 maggio delle possibili modifiche dei comuni ci sta creando negatività gestionali. Sarebbe stato molto meglio usare la regola del passato, cioè far pagare al primo acconto la metà di quanto versato nell'anno precedente».
Il nuovo Governo Letta, sembrerebbe avere sul tavolo l'alleggerimento dell'Imu sulla prima casa già dalla rata di giugno. Servirebbero due miliardi di euro, che salirebbero a 4 nel caso di una restituzione della metà dell'imposta pagata sulla prima casa nel 2012 e addirittura a 6 con la restituzione totale, quest'ultima un'ipotesi che sembrava del resto accantonata.

PRIMO IMPEGNO DEL GOVERNO LETTA, L'IVA

Il Governo Letta si è appena insediato ma la sua agenda contiene parecchi, quanto urgenti nodi da dirimere. Le priorità sono lo sblocco dei debiti della PA, le risorse per la CIG in deroga e la proroga dei precari della PA, l'alleggerimento dell'IMU, il rinvio della TARES e la gestione dell'aumento dell'IVA, con all'orizzonte un suo congelamento fino al 2014, che però costerebbe almeno 2 miliardi di €. Allo stato attuale delle cose, dal 1 luglio l'aumento dell'aliquota Iva dal 21% al 22% costerà in media a una famiglia composta da 4 persone 103 euro in più in un anno.
A stimare la nuova «stangata» è la Cgia di Mestre che complessivamente indica per il 2013 un costo complessivo a carico dei consumatori di 2,1 miliardi di euro, dal 2014 toccherà invece i 4,2 miliardi. Carburanti, riparazioni auto, bevande, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer: sono solamente alcuni dei beni e servizi che dal prossimo 1 luglio costeranno di più a seguito dell'incremento stabilito dal Governo Monti. Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, la Cgia stima che per un nucleo costituito da 3 persone l'aggravio medio annuo sarà di 88 euro.
Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l'incremento medio annuo sarà invece di 103 euro. Visto che per il 2013 l'aumento dell'Iva interesserà solo il secondo semestre, per l'anno in corso gli aumenti di spesa saranno la metà: 44 euro per la famiglia da 3 persone; 51,5 euro per quella da 4.
«Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - Se ciò non avverrà, corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che ormai sono ridotti al lumicino. Questa è una crisi economica che va affrontata dalla parte della domanda: solo incentivando i consumi interni possiamo rilanciare la produzione. Altrimenti, siamo destinati ad accentuare la fase recessiva che comporterà un aumento delle chiusure aziendali e la crescita del numero dei senza lavoro».
I rincari che peseranno di più sui portafogli delle famiglie italiane si verificheranno quando ci recheremo a fare il pieno alla nostra auto o saremo costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all'anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da 4 persone), per l'acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all'anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo è da 4) e per l'acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro). La Cgia ricorda però che l'aumento dell'Iva non inciderà sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari, la sanità, l'istruzione, l'abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l'Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto.

sabato 27 aprile 2013

NUOVO DIRETTORE PER IL POLO MELALBA

DA MAGGIO GLI STABILIMENTI DI MELANO-MARISCHIO ED ALBACINA AVRANNO UN NUOVO DIRETTORE.
INFATTI A CLAUDIO BELINGHERI, IN CARICA DA MAGGIO 2010 E CHE ANDRA' PRESSO LO STABILIMENTO RUSSO DI LIPETSK, DOVE TRA L'ALTRO ERA STATO NEL 2004/2005,   SUBENTRERA' GIOVANNA DAMIANO, PROVENIENTE DALLO STABILIMENTO PIEMONTESE DI NONE.
PER LA DAMIANO SI TRATTERA' DI UN RITORNO, INFATTI DA APRILE 2006 SINO A LUGLIO 2007 ERA STATA PRESSO LO STABILIMENTO DI MELANO-MARISCHIO, CON IL RUOLO DI GESTORE OPERATIVO, PER POI SUCCESSIVAMENTE RICOPRIRE IL RUOLO DI DIRETTORE A BREMBATE E POI COME DETTO A NONE, FINO A RITORNO A FABRIANO.
NEI GIORNI SCORSI C'E' STATA LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO DIRETTORE ED IL COMMIATO DELL'USCENTE ALLE RSU DEI DUE STABILIMENTI DEL POLO INDESIT DELLA COTTURA.

venerdì 26 aprile 2013

EQUITALIA, STOP AI PIGNORAMENTI IN BANCA DI STIPENDI E PENSIONI SOTTO I 5000 €.

Alla fine è arrivata la soluzione tanto attesa al problema del pignoramento stipendio e pensione senza limiti. A decidere una nota interna di Equitalia, che prevede lo stop al pignoramento di stipendi e pensioni in banche e poste. Si tornerà alle regole precedenti.

Pignoramento stipendio e pensione al 100%

La questione è sorta con la manovra salva Italia, il decreto legge n. 201/11 convertito in legge n. 214 del 2011, con cui si è introdotto l’obbligo di aprire un conto corrente bancario o postale per ricevere la pensione o lo stipendio di importo superiore a 1000 euro. E’ stato poi il decreto semplificazione, il DL n. 16 del 2012, a introdurre nuovi limiti al pignoramento presso terzi di stipendi e di pensioni che sono:
-  1/10 per stipendi/pensioni/salari/altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro fino a 2.500,00 €;
- 1/7 per stipendi/pensioni/salari/altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro netti da 2.500,00 € a 5.000,00 €.
Di conseguenza per tutti quegli importi superiori a 5mila euro, il limite al pignoramento di stipendio e pensione dovrà essere pari a un quinto. Il limite di un quinto opera quando il pignoramento avvenga direttamente alla fonte, ossia direttamente da parte dell’ente previdenziale o del datore di lavoro. Se invece il  pignoramento avviene in un secondo momento, il pignoramento dello stipendio o della pensione avviene presso la banca dove il dipendente o pensionato deposita le somme ricevute mensilmente, il limite di un quinto non opera più. Una volta che il denaro viene trasferito, diventa allora interamente pignorabile. 
In cerca di una soluzione ad hoc  
Contro il pignoramento di stipendio e pensione senza limiti, al 100 per cento, è recentemente intervenuto anche il direttore dell’Agenzia delle entrate che ha chiesto una soluzione normativa ad hoc alla questione che ha, ovviamente, destato reazioni critiche da parte dei cittadini.

Pignoramento stipendio e pensione , la nota di Equitalia

Ora la questione sembra essere definitivamente risolta con l’adozione nella giornata di ieri da parte di Equitalia di una nota interna diramata ai propri uffici territoriali in cui la società di riscossione blocca il pignoramento di stipendio e di pensione senza limiti alcuno. “In attesa degli approfondimenti che si rendono necessari all’ esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi e pensioni” – si legge nella nota di Equitalia – “si dispone con decorrenza immediata che per i contribuenti lavoratori dipendenti o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito o Poste. Queste azioni saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio o pensione risulti pari o superiore a 5mila euro mensili”. Quindi in sostanza stop immediato al pignoramento di stipendi e pensioni, quindi pignoramenti presso banche  e poste e si torna, in attesa di approfondimenti, alle tradizionali regole per il pignoramento presso terzi, ossia è il datore di lavoro o l’ente che potrà pignorare  un decimo dello stipendio o della pensione sotto i 2.500 euro mensili di reddito e un settimo tra 2.500 e 5.000 euro un quinto sopra questa soglia.


giovedì 25 aprile 2013

MUTUI PRIMA CASA, DAL 27 APRILE POSSIBILE SOSPENSIONE DELLE RATE SENZA INTERESSI

Dal  27 aprile 2013, sarà di nuovo possibile sospendere, senza interessi, per un massimo di 18 mesi, l’intera rata del finanziamento per l’acquisto dell’abitazione principale.

Ciò grazie al decreto "Salva Italia” che ha rifinanziato, per un ammontare di 20 milioni di euro, il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef).

L’agevolazione è circoscritta ai mutui non superiori a 250mila euro, in ammortamento almeno da un anno.
L’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del titolare del contratto, inoltre, non deve superare i 30mila euro.

Il beneficio non prevede l’applicazione di commissioni, spese o garanzie e non è incompatibile con altri tipi di sospensione, se lo stop  non supera complessivamente i 18 mesi.

Per usufruirne, l’intestatario, o almeno uno dei cointestatari del mutuo, deve essere al momento disoccupato e, successivamente alla stipula del contratto e nei tre anni antecedenti alla richiesta dell’aiuto al Fondo, deve aver perso il lavoro per i motivi specificati nel Regolamento stesso, oppure morto, invalido o con grave handicap.

La richiesta potrà essere presentata direttamente, dal 27 aprile, alla banca o all’intermediario finanziario di concessione del mutuo, con i moduli disponibili a partire dal 27 aprile su sito del Mef e della Consap.

Per informazioni:
Ministero Economia e Finanze

DAL PARLAMENTO EUROPEO ARRIVANO GLI AIUTI PER GLI EX LAVORATORI DELLA ANTONIO MERLONI

Il Parlamento europeo ha approvato gli aiuti per piu' di 5 milioni di euro per aiutare a trovare nuovi posti di lavoro per i 1.517 lavoratori licenziati alla chiusura della Antonio Merloni SpA e piu' di 3 milioni di euro per 856 ex dipendenti della ditta italiana di servizi informatici Agile Srl.

I finanziamenti fanno parte del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) disegnato per sostenere il reinserimento nel mondo del lavoro.
Gli impianti di produzione della Merloni nelle province di Ancona a Fabriano e Perugia a Gaifana sono stati chiusi dopo le difficolta' dovute alla crisi economica mondiale, poi aggravate da un inasprimento delle condizioni di accesso al credito finanziario. Merloni era un tempo il quinto maggior produttore di elettrodomestici in Ue.

PROGETTO FEG A. MERLONI

La Regione Marche, nell’ambito del Progetto di Riqualificazione e Riconversione Industriale (PRRI), che il Ministero dello Sviluppo Economico ha attivato nell’ambito dell’Accordo di Programma, siglato in data 19 marzo 2010 e rimodulato con Atto Integrativo del 18 ottobre 2012, ha programmato, in accordo con la Regione Umbria, un intervento speciale mirato alla ricollocazione dei lavoratori in CIGS provenienti da A Merloni SpA in amministrazione straordinaria.
L’intervento è stato attivato nell’ambito del progetto FEG Merloni - elaborato dalle Regioni Marche e Umbria e presentato dal Ministero del Lavoro alla Commissione Europea a valere sul Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione, disponibile dal 1 gennaio 2007 in base al Regolamento CE n. 1927/2006, integrato nel 2009 dal Regolamento CE n. 546/09.

Il progetto dei servizi personalizzati proposto per il finanziamento del FEG, in corso di approvazione da parte della Commissione Europea, prevede di attivare nei confronti dei lavoratori target, in totale 911, i seguenti servizi:
•  Orientamento professionale: il servizio mira a favorire nei soggetti target, attraverso colloqui strutturati (individuali e/o di gruppo) e strumenti mirati, un processo di presa di coscienza personale, volto all’identificazione delle aree di interesse, delle propensioni personali, delle capacità, delle competenze possedute, delle aree di miglioramento fino a giungere alla definizione di un bilancio personale che possa supportare la definizione del percorso personalizzato di reinserimento lavorativo
• Assistenza alla ricerca attiva: dopo la fase di orientamento professionale, la persona viene sostenuta a riproporsi nel mercato del lavoro mediante la definizione di una strategia di auto-promozione e attraverso l’utilizzo delle tecniche di ricerca operativa e degli strumenti trasferiti (ricerca e scelta di proposte di lavoro, preparazione al colloquio di selezione, elaborazione ed invio del curriculum vitae e della lettera di presentazione, ecc.). Durante questa fase viene anche identificato dall’operatore del servizio preposto e dal lavoratore un  eventuale percorso di adeguamento delle competenze in base al profilo professionale del soggetto e alle necessità del sistema imprenditoriale locale. Contestualmente, viene attivato il servizio di preselezione dei lavoratori. Infine, a seguito dell’incrocio domanda/offerta, ove necessario, è previsto l’accompagnamento in azienda del lavoratore selezionato
• Assistenza all’autoimprenditorialità: l’attività sarà caratterizzata da un servizio di assistenza personalizzata finalizzata ad accompagnare i soggetti interessati ad intraprendere attività imprenditoriali o di lavoro autonomo. L’assistenza sarà svolta da personale specializzato tramite tutoraggio di gruppo con l’intento di analizzare vincoli e opportunità del lavoratore autonomo e dell’imprenditore. La persona sarà, dunque, accompagnata verso la programmazione di attività di start-up, a partire dall’identificazione di un businnes plan
• Misure specifiche per gli over 50: specifica attività di supporto rivolta a lavoratori over 50 finalizzata allo sviluppo di empowerment personale. L’attività ha le seguenti finalità:
Approfondire la valutazione del potenziale lavorativo di ciascun soggetto;
Stimolare la presa di consapevolezza delle capacità individuali
Promuovere un atteggiamento proattivo finalizzato alla programmazione delle modalità d’azione per il riposizionamento attivo.

Tenendo conto degli esiti delle attività prima descritte, gli operatori dei Centri per l’Impiego territorialmente competenti,  erogheranno sulla base di apposito Avviso pubblico in corso di emissione da parte della Regione Marche, a valere per l’intero territorio regionale, le ulteriori misure di politica attiva previste dal Programma FEG:
• Voucher formativo: Per dare seguito al percorso di orientamento professionale effettuato presso i Centri per l’Impiego, l’orientamento e la formazione della Regione Marche, è prevista la disponibilità di 911 voucher formativi del valore massimo di € 1.300,00 per affrontare il percorso formativo individuale concordato tra lavoratore e operatore che eroga i servizi. Il voucher potrà essere utilizzato in maniera flessibile, in base alle esigenze e alle caratteristiche della persona e dovrà essere strettamente collegato al percorso di reinserimento del lavoratore nel mercato del lavoro. Il voucher potrà essere individuale, cioè assegnato direttamente al lavoratore, ovvero, aziendale, cioè assegnato all’azienda che ha già assunto lavoratori del bacino di riferimento per percorsi di adattamento delle competenze al contesto produttivo specifico. La partecipazione ai percorsi formativi, attraverso lo strumento del voucher individuale o aziendale, presuppone l’utilizzo del Catalogo Regionale dell’offerta formativa a domanda individuale FORM.I.CA. unico e valido per tutto il territorio regionale e consultabile sul sito istituzionale della P.F. Formazione Professionale all’indirizzo: [ http://www.istruzioneformazionelavoro.marche.it/Lavoro/FEGMerloni.aspx/SistemaRegionaleFormazione/siform/index.asp ]http://www.istruzioneformazionelavoro.marche.it/SistemaRegionaleFormazione/siform/index.asp o attingendo dall’elenco delle iniziative formative libere autorizzate ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 16/1990 approvato da ciascuna provincia relativamente al territorio di propria competenza.
• Bonus assunzionali: Per ogni assunzione a tempo pieno e indeterminato di lavoratori in CIGS provenienti dalla A. Merloni in A.S. residenti nella Regione Marche è riconosciuto all’impresa un bonus assunzionale di € 5.000,00. Nel caso di assunzione a tempo indeterminato con contratto part time l’importo del contributo sarà proporzionalmente ridotto sulla base delle ore settimanali concordate. In caso di part time verticale, sarà considerata la media settimanale dell’orario concordato.
• Contributo per la mobilità formativa: Per consentire una agevole partecipazione ai corsi di formazione, è prevista, per massimo di 500 lavoratori provenienti da A. Merloni, un sostegno per le spese di trasporto da sostenere per raggiungere la sede dell’attività formativa. Il rimborso spetterà qualora le attività formative siano svolte a non meno di 25 km di distanza dal luogo di residenza del lavoratore interessato e ammonta ad un massimo di € 300,00 da erogare a fronte della presentazione dei giustificativi delle spese sostenute.
• Bonus per la mobilità territoriale: Per massimo 100 lavoratori in CIGS provenienti da A. Merloni che accetteranno proposte di lavoro o si ricollocheranno in aziende distanti più di 100 km dal luogo di residenza, è disponibile un sostegno dell’importo massimo pari a € 5.000,00 per supportare le spese di trasloco e trasferimento. Anche tale contributo sarà versato una tantum a fronte della presentazione dei giustificativi delle spese sostenute.Per quanto concerne invece l’erogazione dell’indennità per la ricerca attiva di una nuova occupazione, è previsto il coinvolgimento dell’INPS quale ente erogatore dell’Indennità di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria.

22/24 MAGGIO: XVIII CONGRESSO NAZIONALE FIM-CISL

mercoledì 24 aprile 2013

RECORD DI ORDINI PER IL BOND INDESIT

Indesit ha concluso con successo il lancio di un’emissione obbligazionaria a cinque anni a tasso fisso (scadenza 26 aprile 2018), per un ammontare complessivo di 300 milioni di euro. L’operazione, informa la società, ha fatto registrare una domanda pari a 2,75 miliardi di euro con un’elevata qualità e un’ampia diversificazione geografica degli investitori, secondo quanto riportato da Radiocor. La cedola annuale è stata fissata al 4,5%, il re-offer price a 99,453. Le obbligazioni saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo. Il collocamento, rivolto a investitori professionali, è stato organizzato e diretto da Banca Imi, Bnp Paribas, Citigroup, Hsbc e UniCredit in qualità di joint lead managers.
Il gruppo incassa 300 milioni dal mercato ordinario, ma riceve ordini per 2,75 miliardi di euro. A investire di più nell’azienda di Fabriano
L'Indesit Company, è tra i leader europei nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici. L’azienda di Fabriano – proprietaria dei marchi Hotpoint e Scholtès, fondata nel 1975 e quotata dal 1987 alla Borsa di Milano – ha ricevuto ordini per 2,75 miliardi di euro dal mercato finanziario; nonostante la forte domanda l’azienda non ha aumentato la tranche dell’offerta. “I proventi derivanti dall’operazione – si afferma in una nota Indesit – sono destinati a supportare l’attività corrente dell’azienda, nonché il rifinanziamento del’esposizione debitoria che andrà in scadenza naturale nel corso dei prossimi anni”.
A sottoscrivere il titolo, si precisa in un articolo de Il Sole 24 Ore - sono stati il 77% fund manager, 18% banche e il 2% assicurazioni. Tra gli investitori, il 33% è del Regno Unito, il 19% Germania, il 14% Italia, 11% Francia e Svizzera, 4% Spagna, Portogallo e Benelux.

martedì 23 aprile 2013

I FONDI PENSIONE RESTANO IN CORSIA DI SORPASSO

Per il quinto trimestre consecutivo le casse di categoria battono il Tfr. Da gennaio a marzo hanno reso l'1,8% contro lo 0,6% della liquidazione. Cresce il vantaggio nel lungo periodo 
Per il quinto trimestre consecutivo le casse di categoria battono il Tfr. Da gennaio a marzo hanno reso l'1,8% contro lo 0,6% della liquidazione. Cresce il vantaggio nel lungo periodo
La pensione di scorta stacca la liquidazione. Nei primi tre mesi del 2013 si è attestato all'1,8% il rendimento medio offerto dai fondi pensione chiusi, aziendali o di categoria. Il Tfr nello stesso periodo ha reso invece lo 0,6%, al netto dell'aliquota dell'11%. La liquidazione mantenuta in azienda si rivaluta con un tasso dell'1,5%, più il 75% dell'inflazione.
La previdenza integrativa vince anche nel medio periodo: fra il primo gennaio 2000 e il 31 marzo scorso, infatti, tutti i tre fondi maggiori esistenti all'inizio del periodo considerato hanno battuto il 44,4% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con il 51,4%, seguito da Cometa (industria metalmeccanica e orafa) con il 46,7%, e Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 45%.
Mentre i contributi ai fondi pensione cominciano a maturare rendimenti sin dal momento del versamento, la rivalutazione del Tfr mantenuto in azienda riguarda solo l'importo maturato al 31 dicembre dell'anno precedente. Questo meccanismo determina una differenza di circa lo 0,2% a sfavore del Tfr.
In attivoNei primi tre mesi dell'anno la performance migliore è stata il 5,7% ottenuta dalla linea azionaria di Fondaereo (piloti e assistenti di volo), nato dalla fusione fra Fondav e Previvolo. Hanno chiuso in positivo quasi tutti i comparti d'investimento, con l'eccezione di alcuni monetari o garantiti, che in determinate ipotesi assicurano un rendimento minimo annuo o la restituzione dei contributi versati. E' il caso fra gli altri del monetario di Cometa, che ha perso lo 0,4%. «Siamo stati penalizzati dal rialzo degli spread registrato a febbraio dai Btp — spiega Maurizio Agazzi, direttore generale di Cometa —. Risultati positivi hanno caratterizzato invece gli altri tre comparti. E' importante che, una volta superata l'attuale fase di stallo politico, sia varato al più presto il nuovo decreto sugli investimenti dei fondi pensione, che allarga la gamma dei possibili impieghi, per esempio agli immobili e ai fondi chiusi».Per i gestori diventa del resto sempre più difficile offrire rendimenti interessanti contenendo i rischi, com'è necessario nel caso di un investimento previdenziale.
Gli esempiRendimenti a parte, un fattore gioca decisamente a favore della previdenza complementare rispetto al Tfr in azienda: il contributo aziendale, pari in media all'1,2-1,5% della retribuzione lorda, cui ha diritto solo chi aderisce. Lo dimostrano gli esempi, relativi a Cometa e Fonchim, di lavoratori che si sono iscritti, rispetto a loro colleghi con lo stesso stipendio che invece non lo hanno fatto. Al 31 marzo scorso, un metalmeccanico con uno stipendio di 23mila euro lordi che il primo gennaio 1997 ha aderito alla linea bilanciata di Cometa aveva maturato un montante di 30.632 euro, contro i 24.921 accantonati da un suo collega che ha mantenuto il Tfr in azienda. Nel caso di Fonchim, invece, con una retribuzione di 30mila euro un iscritto dal 14 marzo 1997 ha accantonato un montante di 77.411 euro, contro i 58.223 di un suo collega che invece ha lasciato la liquidazione in azienda. In tutti i casi sono state considerate le stesse voci (escluso appunto il contributo aziendale), in modo da rendere omogeneo il confronto. Quest'ultimo, peraltro, non tiene conto del trattamento fiscale, che per i fondi è più favorevole rispetto a quello che si applica al Tfr.

FONTE: CORRIERE ECONOMIA

domenica 21 aprile 2013

MODELLO 730, PRIMA SCADENZA IL 30 APRILE

Non tutti i lavoratori sono obbligati. Ma per chi ha crediti col fisco il 730 è vantaggioso per ottenere i rimborsi velocemente. Ecco le date di presentazione
Per chi lo deve o lo vuole fare, il 730 può rappresentare una scelta di convenienza perché, se c'è un credito col fisco,  i soldi  del rimborso arriveranno nella busta paga  a partire da luglio, per i lavoratori dipendenti, o con la pensione, a partire da agosto o settembre.
Le scadenze
Salvo proroghe, le date da tenere presente per la presentazione del modello 730 sono:
• il 30 aprile: termine di consegna se viene presentato al datore di lavoro dal dipendente o all'ente previdenziale. Entro il 31 maggio l'azienda o l'ente devono restituire al contribuente una copia della dichiarazione elaborata e il prospetto di liquidazione modello 730-3, con l'indicazione delle trattenute o rimborsi che saranno effettuati;
• il 31 maggio: termine di consegna se viene presentato al Caf (centro di assistenza fiscale) o al professionista abilitato (commercialista ecc.). Il Caf o il professionista devono restituire al contribuente entro il 15 giugno la copia della dichiarazione elaborata e il prospetto di liquidazione.

sabato 20 aprile 2013

IMU VANTAGGIOSA PER I CARICHI DI FAMIGLIA

 L’imposta mette fuori dal reddito complessivo gli immobili, con l’effetto di far andare sotto la soglia dei carichi di famiglia (apportando quindi benefici ai familiari) contribuenti che lo scorso anno invece stavano sopra tale soglia. I vantaggi riguardano anche i calcoli delle effettive detrazioni.
Effetti imprevisti
L’avvento dell’Imu potrebbe rivelarsi dunque quale «contenitore» di un effetto particolare e magari benefico per diverse famiglie in sede di dichiarazione dei redditi. Sul tema la circolare n. 5 del 2013 è chiara: per gli immobili non locati, inclusi quelli destinati ad abitazione principale, sono neutralizzati gli effetti reddituali, atteso che l’Imu sostituisce a tutti gli effetti l’Irpef. La ricostruzione normativa è abbastanza pacifica sul punto. L’art. 8, comma 1, del dlgs n. 23 del 2011 stabilisce che l’Imu «sostituisce, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati_».Come evidenziato nel citato documento di prassi, in materia di imposte sui redditi, l’art. 3, comma 3, del Tuir stabilisce il principio generale secondo cui «Sono in ogni caso esclusi dalla base imponibile: a) i redditi esenti dall’imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o a imposta sostitutiva;». Dal che conclude l’amministrazione finanziaria che l’esclusione dalla base imponibile Irpef ha effetto non solo sulla determinazione del reddito complessivo, ma anche e soprattutto «sulla determinazione delle deduzioni e delle detrazioni rapportate al reddito complessivo, salvo che non sussista un’apposita disposizione che preveda l’obbligo di tenere conto del reddito escluso a determinati fini» (circostanza che ad esempio si è verificata in relazione all’applicazione della cedolare secca, laddove è stato il legislatore a prevedere in maniera esplicita che per il riconoscimento e l’attribuzione dei benefici fiscali si tiene conto anche del reddito di locazione sottoposto a tassazione agevolata).
Carichi di famiglia
Traducendo tale assunto in termini pratici, è soprattutto sui carichi di famiglia che le situazioni potrebbero essere mutate considerevolmente. È sufficiente pensare a tutte le dichiarazioni che lo scorso anno hanno visto non riconoscere i carichi di famiglia a soggetti i cui familiari avevano un reddito superiore a 2.841,00 euro a causa dell’impatto dei redditi dei fabbricati (in realtà lo stesso potrebbe essere accaduto anche relativamente al reddito dominicale, oggi sostituito dall’Imu, ancorché è presumibile che vi sia stato un effetto più contenuto). È noto, infatti, che fino a tutto il 2011 per i fabbricati non locati, la situazione reddituale era la seguente:
- nel caso dell’abitazione principale, la relativa rendita, rivalutata del 5%, concorreva alla formazione del reddito complessivo, per poi essere completamente dedotta ex articolo 10 del Tuir in sede di determinazione del reddito imponibile;
- per gli immobili tenuti a disposizione la rendita subiva un’ulteriore maggiorazione nella misura di un terzo e concorreva a formare il reddito complessivo, tranne in alcune ipotesi particolari (quale la concessione in comodato gratuito a familiari), laddove non si aveva la richiamata maggiorazione e direttamente la rendita rivalutata aveva effetto sul reddito complessivo.
L’esempio
In tutti i casi, impattando sul reddito complessivo il valore reddituale attribuito agli immobili, il limite di 2.841 euro poteva essere tranquillamente superato pur in assenza di altri redditi. Per esempio, nel caso di due coniugi di cui uno avente un reddito diverso di 2.000 euro e l’imputazione del reddito «prima casa» pari a 1.000 euro per la sua quota di proprietà, il reddito complessivo di quest’ultimo era di 3.000 euro (diventando poi reddito imponibile nella misura di 2.000 euro dopo la deduzione del reddito riferito all’abitazione principale): il superamento della soglia si 2.841 euro impediva al primo coniuge il riconoscimento del carico di famiglia. Ancora, si immagini il contribuente che ha ricevuto in eredità diversi immobili, tutti tenuti a disposizione e con un reddito complessivo del quadro RB dello scorso anno pari a 4.000 euro. Anche in questo caso nei confronti dei familiari non potevano essere riconosciuti carichi di famiglia. Nel 2013 tutto ciò cambia: i predetti soggetti possono essere considerati a carico nel rispetto degli altri requisiti dell’articolo 12 del Tuir. E i vantaggi sussistono non soltanto in termini di riconoscimento della detrazione, ma anche per quanto concerne la relativa attribuzione. Rimanendo al primo esempio del coniuge con reddito diverso e prima casa per complessivi 3.000 euro, se l’altro coniuge registra lo stesso reddito dello scorso anno, ipotizzato pari a 40.500 euro (di cui 1.000 riferiti alla sua quota di proprietà dell’abitazione principale), mentre nel 2011 non ha avuto benefici per i carichi di famiglia, per il 2012 non solo avrà il coniuge fiscalmente a carico, ma potrà calcolare la detrazione effettiva in riferimento ad un reddito complessivo di 39.500 euro, portando a casa, ex formula dell’articolo 12 del Tuir, un beneficio pari a 690 euro (che con l’impatto reddituale della prima casa, superandosi la fatidica quota di 40 mila euro, non sarebbero stati spettanti). In definitiva può dirsi che in limitati casi una parziale restituzione dell’Imu, seppure per vie indirette, arriverà.

VISITA DI GIOVANNI PAOLO II° A MELANO- 2 ^ PARTE

19.03.1991- GIOVANNI PAOLO II° ALLA MERLONI DI MELANO- 1^ PARTE


19 MARZO 1991, LA TELECRONACA TRASMESSA DALLA RAI DELLA VISITA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II° ALLO STABILIMENTO DELLA MERLONI ELETTRODOMESTICI DI MELANO.

venerdì 19 aprile 2013

14^ PENSIONATI INPS 2010, CHI DEVE RESTITUIRLA?

Quattordicesima Inps, quali pensionati devono restituirla

Sono quelli che nel 2010 non superavano gli 8.650 euro di reddito annuo e hanno così indebitamente ricevuto la quattordicesima mensilità. Restituzione della quattordicesima Inps in 36 rate dal mese di giugno prossimo

Quattordicesima  Inps, la mensilità aggiuntiva per alcuni pensionati, oggetto di restituzione secondo tempi e modalità definite dall’Istituto guidato da Antonio Mastrapasqua.

I controlli  sulle quattordicesime 2010L’Inps nel mese di febbraio scorso ha effettuato verifiche e controlli sulle quattordicesime erogate nel 2010 ai pensionati percettori di trattamento previdenziale non superiore a 8.504 euro, la fascia più debole insomma.  Se è risultato che tali soggetti non avevano diritto a percepire la quattordicesima, dovranno restituirla.
La quattordicesima mensilitàLa quattordicesima mensilità, è utile ricordalo, è un’integrazione annuale al trattamento previdenziale che non è soggetto a tassazione ed è attribuita a quei pensionati che ricevono una mensilità non superiore alle 700 euro e un’età pari o superiore ai 64 anni. Insomma una somma aggiuntiva a sostegno di quei soggetti svantaggiati. La quattordicesima Inps in sostanza spetta ai soggetti già titolari di pensione di invalidità civile, pensione sociale, assegno sociale, pensione di vecchiaia o invalidità, assegno straordinario di sostegno al reddito e rendita facoltativa di vecchiaia o di invalidità.
Quattordicesima Inps 2010, come restituirla? La restituzione avverrà già dal prossimo mese di giugno prossimo. Ma come avverrà questa restituzione? Sarà lo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale a provvedere al recupero di quanto indebitamente percepito dai pensionati nel 2012 in 36 rate. Può anche verificarsi la situazione contraria, ossia che il pensionato vanti un credito, sempre in relazione alla quattordicesima mensilità, nei confronti dell’Inps. In tal caso lo incasserà con la pensione di aprile.
 A essere interessati dalla restituzione in oggetto saranno all’incirca 200mila pensionati, secondo le stime fornite qualche mese da direttamente dal Presidente Inps Antonio Mastrapasqua che ha avuto modo di chiarire che “la quattordicesima è una bella iniziativa,  ma non può percepirla chi non ne ha diritto. 200.000 persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate, noi possiamo verificarle solo quando l’Agenzia delle Entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l’ accertamento viene fatto quando questa somma è già stata versata. I pensionati che hanno indebitamente percepito la 14 esima” – continua Mastrapasqua – “dovranno restituirla. L’Inps si incontrerà con i rappresentanti delle categorie per trovare il modo migliore di effettuare le trattenute cercando di salvaguardare le fasce più deboli”.
Queste le parole di Mastrapasqua all’annuncio del recupero da parte dell’Istituto delle quattordicesime indebitamente percepite. Nel frattempo si sono avute varie ipotesi di restituzione, mentre le prime lettere Inps giungevano ai pensionati interessati per avvertirli. Dai 24 mesi di rateazione iniziali, si è raggiungo l’accordo su un tempo di dilazione più lungo, 36 mesi, proprio per evitare di creare problemi a quella fascia di persone già svantaggiate.


mercoledì 17 aprile 2013

MUTUI PRIMA CASA, SBLOCCATO IL FONDO DI SOLIDARIETA'

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che sblocca il Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui prima casa
E’ stato pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale» dello scorso  12 aprile il regolamento ministeriale che recepisce le modifiche attuate attraverso la riforma Fornero relative al Fondo di solidarietà per i mutui per la prima casa. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dal 27 aprile prossimo. Si sblocca così, forse in via definitiva, la questione della sospensione delle rate del mutuo prima casa in caso di particolari difficoltà economiche. La riattivazione del Fondo rappresenta un passo in avanti importante per tutte quelle famiglie che hanno problemi con i pagamenti.
 

domenica 14 aprile 2013
















E' COMINCIATA QUESTA SETTIMANA  E PROSEGUIRA' PER I MESI DI APRILE E MAGGIO LA CONSUETA CAMPAGNA FISCALE DELLO STABILIMENTO DI MELANO- MARISCHIO.
LE DELEGATE ADDETTE,  SARANNO PRESENTI TUTTI I MARTEDI' ED I GIOVEDI' PRESO LA SALETTA RSU  DALLE ORE 11,00 ALLE ORE 14,30 PER RACCOGLIERE TUTTA LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER LA COMPILAZIONE DEL MODELLO 730/ 2013.
PER IL MESE DI APRILE, IN CONCOMITANZA CON LA CIGO ED IL PONTE DI FINE MESE,  IL PRESIDIO DEDICATO ALLA RACCOLTA,  SARA' PRESENTE NELLE SEGUENTI GIORNATE:
MARTEDI' 16 E 23
GIOVEDI' 18


venerdì 12 aprile 2013

AUMENTANO I CERTIFICATI DI MALATTIA, 5 MILIONI IN 2 MESI

Sono più di 5 milioni i certificati di malattia dei dipendenti pubblici e privati inviati online all'Inps nei primi due mesi del 2013. Per l'esattezza 5 milioni 334 mila. Un dato in crescita (+207 mila) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (gennaio-febbraio 2012) dove il numero totale dei certificati di malattia ha toccato quota 5 milioni 127 mila. E' quanto emerge dall'analisi delle tabelle del ministero per la Pubblica amministrazione e semplificazione - su fonte Inps - sul flusso dei certificati di malattia trasmessi con il sistema telematico.
Un aumento lieve, quindi, ma di grande attualità dopo che l'Inps ha emesso una circolare in cui viene chiesto ai medici di ridurre i giorni di malattia dei lavoratori del 3%. Le tabelle pubblicate sul sito del ministero prendono in esame il flusso dei certificati dall'attivazione del sistema di trasmissione online (aprile 2010) fino a febbraio 2013. Complessivamente, sono stati inviati all'Inps oltre 46 milioni di certificati.
Nel dettaglio, sono stati trasmessi all'Inps 2,6 milioni nel 2010 (periodo in cui il sistema telematico non era ancora entrato a regime); 18,2 milioni nel 2011; 20 milioni nel 2012; 5,3 milioni nei primi due mesi del 2013. Febbraio, complice probabilmente il periodo di picco dell'influenza stagionale, è certamente il mese in cui si registrano più assenze per malattia dei lavoratori: 2,1 mln a febbraio 2011; 2,7 mln a febbraio 2012; 2,7 mln a febbraio 2013.
Analizzando a livello regionale i dati relativi ai primi due mesi del 2013, si nota che la Lombardia è la regione che registra il maggior numero di certificati di malattia trasmessi: oltre 1 milione. Segue il Lazio (660 mila); l'Emilia Romagna (498 mila); il Veneto (428 mila); la Sicilia (406 mila); il Piemonte (403 mila); la Campania (394 mila); la Toscana (315 mila); la Puglia (247 mila); la Calabria (182 mila); la Liguria (143 mila); le Marche (116 mila); il Friuli Venezia Giulia (112 mila); la Sardegna (104 mila); l'Abruzzo (96 mila); l'Umbria (62 mila); Provincia autonoma di Trento (59 mila); Provincia autonoma di Bolzano (44 mila); la Basilicata (30 mila); il Molise (14 mila); la Valle d'Aosta (11 mila). Di questi 5,3 milioni di certificati, 411 mila sono di dipendenti pubblici; 216 mila di lavoratori privati non Inps e 4,7 milioni di lavoratori del settore privato che fanno capo all'Istituto nazionale di previdenza sociale.

RICHIESTA DI INCONTRO COORDINAMENTO NAZIONALE- INDESIT COMPANY

LE SEGRETERIE NAZIONALI DI FIM-CISL, FIOM-CGIL E UILM-UIL, NELLE PERSONE  DI ANNA TROVO', ALESSANDRO PAGANO E GIANLUCA FICCO,  HANNO RICHIESTO NEI GIORNI SCORSI  ALLA INDESIT COMPANY, UN INCONTRO CON IL COORDINAMENTO NAZIONALE DI GRUPPO AL FINE DI VERIFICARE I RISULTATI CONSEGUITI ATTRAVERSO IL PIANO ITALIA E VALUTARE LE PROSPETTIVE DEL GRUPPO STESSO NEL NOSTRO PAESE.

lunedì 8 aprile 2013

CONOSCERE METASALUTE



UN INTERESSANTE VIDEO ESPLICATIVO SUL FONDO DI PREVIDENZA INTEGRATIVA DEI METALMECCANICI CHE HA VISTO LO START-UP A GENNAIO 2013.

domenica 7 aprile 2013

PACE FATTA IN CASA MERLONI

Marco Milani sarà Presidente e AD, mentre Andrea Merloni, figlio e delfino di Vittorio e attuale presidente, fa un passo indietro e assume la presidenza della cassaforte di famiglia, Fineldo, che controlla il 41% di Indesit Company. All'attuale amministratore delegato la guida della società operativa.
SARA BENNEWITZ
(ANDREA MERLONI)
Pace fatta in casa Merloni, all’insegna della continuità, ma con un passo indietro della famiglia. Andrea Merloni, delfino di Vittorio e attuale presidente della Indesit Company, ha lasciato la guida del gruppo a Marco Milani, da anni amministratore delegato della società, mentre per lui si è ritagliato il ruolo di presidente di Fineldo la cassaforte della famiglia che governa sul 41% del gruppo di elettrodomestici.
La famiglia allenta la presa sulla governance del gruppo che in Europa ha il 12% del mercato degli elettrodomestici. Si ricompone così lo scontro tra Andrea Merloni, la sorella Maria Paola e il fratello Aristide. Tutti hanno riconosciuto in Milani il manager su cui puntare all’insegna della continuità aziendale. La soluzione preferita è stata di non affidare la presidenza a un nuovo manager esterno all’azienda. Milani potrebbe ora riprendere, dopo aver gestito l’integrazione della russa Stinol e dell’inglese Hotpoint l'espansione del gruppo. Nel mirino il Nord Africa.
La famiglia Merloni si era di fatto spaccata in due sul futuro del gruppo, da gestire dopo la pensione forzata di Vittorio Merloni. Un parte della dinasty marchigiana avrebbe voluto cedere il controllo a un gruppo internazionale, mentre Andrea preferiva crescere per linee esterne sulla falsa riga di quanto fatto dal padre Vittorio, che nel 1975 fondò la Merloni Elettrodomestici partendo dalla Ariston creata dal nonno Aristide. Del resto il presidente onorario del gruppo di Fabriano, che ora soffre di gravi problemi di salute, aveva scelto Andrea come suo vice. Negli ultimi tempi la sorella Maria Paola, che di Indesit è un consigliere, avrebbe avuto non pochi contrasti con il fratello minore, chiedendo ad Andrea di fare un passo indietro.  Di fronte alla dura posizione di Maria Paola, Aristide, gemello di Andrea, aveva appoggiato la sorella mentre la madre Franca si era schierata al fianco di Andrea e la primogenita Antonella era rimasta super partes.

FONTE: LA REPUBBLICA.IT

PRIMA SCADENZA PER METASALUTE, ENTRO IL PROSSIMO 20 APRILE

Entro il prossimo 20 aprile i datori di lavoro interessati dovranno provvedere al versamento del contributo carico dipendente e carico azienda al fondo MètaSalute.
Metasalute è il Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti, costituito con atto pubblico il 21 novembre 2011 in attuazione di quanto previsto dal CCNL 15 ottobre 2009 e dall’Accordo Istitutivo del 10 novembre 2011. I datori di lavoro verseranno i contributi del primo trimestre solo per i lavoratori che si sono iscritti al Fondo entro il 28 febbraio 2013. I dipendenti che si sono iscritti dopo tale data e entro il 31 marzo 2013 potranno aderire al Fondo solo a partire dal 1 aprile 2013 e fruiranno delle prestazioni dal 1 luglio 2013. Le adesioni che perverranno successivamente alla data del 31 marzo 2013 decorreranno,come previsto dal Regolamento, a partire dal primo giorno dei mesi di luglio2013, ottobre 2013 e gennaio 2014.
La quota a carico dei lavoratori è pari ad 1 euro al mese, da trattenere in busta paga. Le aziende che non hanno trattenuto la quota mensile di 1 euro dalla busta paga dei lavoratori iscritti nei mesi di gennaio e febbraio potranno farlo in un’unica soluzione nel mese di marzo in base a quanto concordato dalle parti istitutive. Ricordiamo, inoltre, che il contributo di 2 euro mensili a carico del datore di lavoro è soggetto al contributo di solidarietà pari al 10%, da versare all’INPS.
Il contributo del datore di lavoro è dovuto per i lavoratori non in prova e iscritti al fondo con le seguenti caratteristiche:
•• Contratto di lavoro a tempo indeterminato
•• Contratto di apprendistato
•• Contratto di lavoro part-time con oraria almeno pari al 50% del normale orario di lavoro
•• Contratto di lavoro a tempo determinato con durata residua pari ad almeno 12 mesi al momento della richiesta di adesione.
I lavoratori part-time con un orario di lavoro inferiore al 50% del normale orario di lavoro, potranno iscriversi al fondo, ma la contribuzione sarà interamente a loro carico.
Nel caso in cui si realizzi l’ipotesi di assenza del pagamento della retribuzione diretta, quella erogata mensilmente a fronte della relativa prestazione lavorativa, il contributo complessivo sara a totale carico del lavoratore. Esso verrà anticipato dal datore di lavoro, ma successivamente compensato da una pari trattenuta sugli importi erogati da istituti previdenziali e assistenziali e in caso di incapienza da altre spettanze di tipo economico.
L’adesione e il pagamento della contribuzione e le prestazioni cessano l’ultimo giorno del mese in cui cessa il rapporto di lavoro.

sabato 6 aprile 2013

GUIDA E ISTRUZIONI PER LA RICHIESTA, ATTIVAZIONE E CONVERSIONE PIN ONLINE INPS

Come richiedere e convertire il Pin in Dispositivo? Cittadini, Lavoratori e Pensionati:
Il Pin Inps, è un codice personale segreto che consente di consultare, previo accesso ai servizi telematici dal sito INPS, all’estratto conto contributivo, ai servizi online di Equitalia, al sistema per l’invio di domande di pensione, alle prestazioni a sostegno del reddito, al Cud previdenziale, ai moduli online, ai servizi per i rapporti di lavoro domestico, ecc.
 
1) Richiedere la Prima Parte di PIN:Per richiedere il Pin all’Inps, occorre aprire la pagina web Richiesta Pin INPS e andare su "Richiedi Pin", a questo punto si apre una nuova finestra dove viene richiesto di inserire il proprio CODICE FISCALE e RESIDENZA. Dopo la verifica del codice fiscale da parte del sistema, si apre la pagina riservata alla compilazione dei dati relativi alla persona che sta effettuando la richiesta, ossia:
•Cognome e Nome
•Data di Nascita, Provincia e Comune di Nascita, Sesso
•Residenza, Indirizzo e Cap, Comune e Provincia di Residenza
•Telefono Abitazione, Cellulare, Indirizzo Email, Indirizzo PEC
Una volta inseriti tutti i dati, a conferma dell’avvenuto inserimento comparirà la seguente scritta:
"La sua richiesta è stata presa in carico, a breve riceverà la prima parte di PIN ad uno dei contatti da Lei specificato (mail o cellulare); la seconda parte le sarà spedito all’indirizzo di residenza comunicato".

2) Ricevere la Prima Parte del PIN:Entro 48 ore successive alla richiesta, l’INPS provvede a contattare telefonicamente l’utente che ha richiesto il pin per confermare i dati precedentemente inseriti. Avvenuta la conferma, l’Inps procede poi ad inviare tramite posta, la seconda parte del pin presso l’indirizzo di residenza specificato nella richiesta online.

3) Attivare il PIN con la Tessera Sanitaria:Una volta ricevuta via posta anche la seconda parte del PIN, per accedere ai servizi telematici dell’Istituto, occorre seguire la procedura di attivazione del proprio PIN, per cui aprire la pagine web: https://serviziweb2.inps.it/RichiestaPin/jsp/menu.jspwww.inps.it e spostarsi nell’area "Gestisci il tuo Pin" prendere la Tessera Sanitaria e andare su "Attiva PIN". A questo punto, il sistema apre in automatico una pagina dove compare la seguente scritta:
"Ora, per poter utilizzare i servizi attivi sul sito Inps - tra cui l’estratto conto previdenziale e il Cud previdenziale - prendi la tua tessera sanitaria e il tuo codice fiscale e segui le indicazioni qui di seguito, iniziando a compilare la maschera in questa pagina".
Importante: Per gli utenti che non dispongono la tessera Sanitaria è necessario contattare il Contact Center (803164).

4) Ricevere la Seconda Parte del PIN:Inserire poi nella pagina, il Codice Fiscale, Numero e Scadenza della propria Tessera Sanitaria e Prima Parte del PIN e proseguire su "Avanti". A questo punto si apre una nuova pagina contenente i propri dati anagrafici precaricati. Nella sezione contatti, comparirà il messaggio:
"Al fine di richiedere di completare l’attivazione del PIN e comunicarLe la seconda parte dello stesso la preghiamo di indicare i suoi contatti:"
Inserire poi almeno due contatti: numero di cellulare e uno a scelta tra:
•indirizzo mail
•indirizzo PEC
•indirizzo PEC cittadino
•numero di telefono dell’abitazione
•numero di telefono dell’ufficio
•numero di Fax
importante: L’inserimento di almeno 2 contatti è necessario in caso di smarrimento del PIN, qualora si dovesse procedere alla richiesta automatica di ripristino del PIN.
Una volta completata la procedura, appare il messaggio: "Il suo PIN è stato attivato. La seconda parte del PIN le è stata inviata via SMS sul suo cellulare" oppure via email o Pec se si è scelta questa opzione.
Una volta in possesso del PIN completo, è possibile accedere ai servizi. Al primo accesso online,è necessario seguire immediatamente e automaticamente la "procedura di variazione PIN", che serve a generare un Pin personale ex novo per garantire la massima sicurezza dei dati.
 
5) Convertire il PIN On Line in Dispositivo:La conversione del PIN ON LIne in PIN DISPOSITIVO è indispensabile per poter procedere all’invio dei moduli online, per richiedere il riconoscimento di specifiche prestazioni sociali, per pagare i contributi etc..
Per procedere alla conversione PIN, è necessario compilare direttamente online, il Modulo di richiesta che va salvato, stampato e inviato utilizzando i seguenti canali di trasmissione:
•Via telematica online: il modulo di richiesta conversione PIN DISPOSITIVO, una volta compilato va scansionato insieme al documento di riconoscimento, in un unico file della grandezza massima di 1Mb. E’ possibile procedere al ridimensionamento di file con programmi di compressione (.zip, .rar ecc.) oppure un unico file .pdf o .tif. Una volta inviato il file, l’utente riceve previa verifica, la conferma della conversione del PIN in DISPOSITIVO mediante l’invio di una email o SMS.
•Via fax al numero 800 803 164: inviare il modulo di richiesta firmato e la copia del documento di riconoscimento. Dopo la verifica dei documenti inviati si procederà alla conversione del PIN in PIN DISPOSITIVO. La conferma della conversione arriverà per email o SMS.
•Direttamente alla sede Inps di appartenenza: presentare personalmente agli uffici INPS di competenza territoriale, il modulo firmato e una copia del documento. L’operatore provvederà alla conversione del PIN.

venerdì 5 aprile 2013

FISCO TIME: LE ALIQUOTE IRPEF

Il sistema di imposizione fiscale italiano, prevedee cinque scaglioni di reddito e altrettante aliquote di tassazione progressive.
Le paventate ipotesi di ritoccare le cifre che scandiscono l'Irpef, l'imposta sui redditi delle persone fisiche, con la riduzione delle aliquote stesse, sono rimaste sul tavolo e attualmente quindi l'imposta si applica al pari degli anni precedenti
Le aliquote Irpef (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche, come detto) rimangono invariate. Quindi gli scaglioni di reddito e le relative percentuali d'imposta in vigore sono ancora quelle introdotte dalla legge finanziaria per il 2007, che ha rimodulato il carico fiscale.
L'Irpef è una tassa progressiva la cui percentuale (aliquota) di prelievo aumenta all'aumentare dei redditi percepiti in base alle cinque fasce reddituali denominate scaglioni.

Ecco,quindi, le aliquote attualmente in vigore:
Reddito imponibile Aliquota Irpef (lorda)
• fino a 15.000 euro:      23% 23% del reddito
• da 15.001 a 28.000 euro: 27% 3.450 + 27% sulla parte oltre i 15.000 euro
• da 28.001 a 55.000 euro: 38% 6.960 + 38% sulla parte oltre i 28.000 euro
• da 55.001 a 75.000 euro: 41% 17.220 + 41% sulla parte oltre i 55.000 euro
• oltre 75.000 euro:       43% 25.420 + 43% sulla parte oltre i 75.000 euro

martedì 2 aprile 2013

FISCO TIME: MODELLO 730, I VANTAGGI E LE SCADENZE

Non tutti i lavoratori sono obbligati alla presentazione. Ma per chi ha crediti col fisco, il 730 è vantaggioso per ottenere i rimborsi velocemente. Ecco le date di presentazione
Il 730 è una dichiarazione per molti ma non per tutti: i vantaggi sono riservati ai lavoratori dipendenti e ai parasubordinati (lavoratori a progetto, Cococo), ai pensionati, ai soci di cooperative e ad altre ristrette categorie.
Dipendenti, parasubordinati e pensionati hanno già ricevuto dal proprio datore o ente previdenziale il Cud 2013, ovvero la certificazione dei redditi corrisposti nel 2012. Se non ci sono altri redditi da dichiarare né spese da detrarre (nel primo caso è un obbligo, nel secondo una facoltà) il contribuente non è tenuto a fare altro, cioè non è obbligato a presentare il 730 o altra dichiarazione. Non è considerato un reddito da dichiarare la prima casa di proprietà.
Crediti e debiti in busta paga
Per chi lo deve o lo vuole fare, il 730 può rappresentare una scelta di convenienza perché, se c'è un credito col fisco, non è necessario aspettare i tempi biblici dei rimborsi: i soldi arriveranno nella busta paga  a partire da luglio, per i lavoratori dipendenti, o con la pensione, a partire da agosto o settembre.
Le scadenze
Salvo proroghe, le date da tenere presente per la presentazione del modello 730 sono:
• il 30 aprile: termine di consegna se viene presentato al datore di lavoro o all'ente previdenziale. Entro il 31 maggio l'azienda o l'ente devono restituire al contribuente una copia della dichiarazione elaborata e il prospetto di liquidazione modello 730-3, con l'indicazione delle trattenute o rimborsi che saranno effettuati;
• il 31 maggio: termine di consegna se viene presentato al Caf (centro di assistenza fiscale) o al professionista abilitato (commercialista ecc.).

MISURE ANTCRISI REGIONE MARCHE: CONTRIBUTO PER DIRITTO ALLO STUDIO

MISURE ANTICRISI REGIONE MARCHE: ESENZIONE DAI TICKET PER I LAVORATORI E FAMILIARI COLPITI DALLA CRISI

MISURE ANTICRISI REGIONE MARCHE: CONTRIBUTI ALLE IMPRESE PER LA STIPULA DI CONTRATTI DI SOLIDARIETA' DIFENSIVI

INPS Circolare n. 48: Voucher di 300 euro per servizi di baby-sitting

L’articolo 4, comma 24, lettera b) della legge n. 92/2012 introduce in via sperimentale, per il triennio 2013 – 2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del periodo del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, voucher di 300 euro per l’acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, da utilizzare negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi.
L'Inps con la circolare n° 48 del 28 marzo 2013, norma questa possibilità.

PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO ATTUATIVO SULLA DETASSAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO