mercoledì 9 luglio 2014

VERTENZA INDESIT- RASSEGNA STAMPA 8 LUGLIO 2014

ORMAI DA TEMPO, LA VERTENZA SULLA VENDITA DI INDESIT OCCUPA QUASI QUOTIDIANAMENTE LE PAGINE DEI GIORNALI LOCALI E NAZIONALI, ANCHE SE IN REALTA' TUTTO RUOTA SULLE MEDESIME NOTIZIE, OGNI GIORNO SPACCIATE PER QUELLE "RIVELATORIE", FERMO RESTANDO IL FATTO POI DI ESSERE SMENTITE DA QUELLE DEL GIORNO DOPO..... MA FORSE QUESTA E'  DEFINITIVAMENTE LA VOLTA BUONA....

I Merloni vogliono Whirlpool per il matrimonio con Indesit “Garantisce le radici italiane”

La famiglia Merloni nei giorni scorsi ha ricevuto dall’advisor Goldman Sachs le offerte vincolanti per la vendita del suo pacchetto di controllo di Indesit Company. E anche se la scelta del futuro proprietario del colosso di Fabriano non è stata ancora definita, l’orientamento della dinasty che governa il leader nazionale degli elettrodomestici è quello di andare avanti nella definizione di un accordo con l’americana Whirlpool.
Le tre offerte vincolanti ricevute per il pacchetto di maggioranza relativa di Indesit sono diverse sia per quanto riguarda la componente economica, sia per quanto riguarda i contenuti industriali e le ricadute occupazionali del futuro gruppo che nascerebbe dall’integrazione con un partner estero. Ma nella difficoltà di scegliere tra proposte non omogenee quale sarà il partner migliore per Indesit, pare che i Merloni abbiano riconosciuto di comune accordo che l’offerta di Whirlpool è la più interessante, anche se non la più alta in valore assoluto. A riprova della volontà di dare un segnale chiaro che la famiglia fondatrice mette al primo posto l’interesse dell’azienda, pare che anche gli altri rami della dinasty marchigiana che esulano dai figli di Vittorio Merloni, vale dire quei pacchetti che fanno capo alla sorella Ester Merloni e alla nipote Claudia Merloni, sarebbero orientati a aderire a un progetto industriale che mette l’interesse di Indesit al primo posto. E così, in attesa di conoscere i dettagli legali, le varie ricadute industriali e tutta una serie di cavilli burocratici non facili da sciogliere, l’advisor Goldman Sachs e lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli e Partners che assistono la famiglia, starebbero andando avanti nelle discussioni con il gruppo Usa degli elettrodomestici.
Dal matrimonio tra Indesit e Whirlpool nascerebbe il primo colosso europeo in termini di volumi, con un fatturato di circa 5 miliardi di euro all’anno. Insieme le due aziende supererebbero di circa un punto quanto a quote di mercato anche l’eterna rivale tedesca Bosch-Siemens, e lascerebbero nell’angolo gli svedesi di Electrolux, che peraltro erano tra i pretendenti per il gruppo di Fabriano. La proposta dei cinesi di Sichuan, seppure più generosa in termini economici, sarebbe invece stata accantonata perché offrirebbe minori garanzie sui tempi di esecuzione anche perché è soggetta a tutta una serie di autorizzazioni legate al controllo pubblico del gruppo di elettrodomestici.
Whirlpool fin da subito è stato un partner molto determinato nel portare a termine l’operazione che permetterà all’azienda di colmare un buco importante nel suo posizionamento mondiale. Ma il colosso Usa ha anche mosso i primi passi con le istituzioni locali e non solo, in modo da non urtare le sensibilità di un’azienda che è molto importante per il territorio e che è reduce da una dura trattativa sindacale. Nell’ambito dell’offerta, secondo quanto risulta ai ben informati, la società Usa vorrebbe mantenere un forte presidio italiano, tanto da riconoscere alla famiglia Merloni un ruolo nel futuro gruppo che nascerà dall’integrazione, in modo da tenere viva l’eredità di Vittorio Merloni. Proprio il presidente onorario della società meno di dieci anni fa aveva intrapreso un negoziato per celebrare un matrimonio tra la sua azienda e la rivale Whirlpool. Il figlio del fondatore Aristide Merloni che aveva fatto grande il gruppo di elettrodomestici nato intorno alla Ariston, rilevando prima l’italiana Indesit, poi la russa Stinol e infine l’inglese Gda-Hotpoint, tra il 2006 e il 2007 aveva intavolato una lunga trattativa con gli americani in base al quale la famiglia Merloni sarebbe diventata il primo azionista del colosso che sarebbe nato dalla fusione, ma poi all’ultimo momento Vittorio aveva deciso di non andare avanti con l’operazione.            

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