(Il primo opificio di Aristide Merloni) |
(L'ultimo frigorifero)
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Il 20 luglio del 1930, quindi ottantaquattro anni orsono, Aristide Merloni avviò a Fabriano una piccola attività per la produzione di bilance. L'idea di ''portare il lavoro a casa degli operai'' aveva spinto Aristide Merloni, ex emigrante, a tornare nelle Marche da Pinerolo, dove aveva lavorato alla fabbrica Buroni e Opessi, produttrice di bascule, stadere ed altri strumenti per pesare, prestandosi anche, per arrotondare lo stipendio, a lavori straordinari esterni, a favore di un tessuto di piccole officine subappaltatrici e assemblatrici. A Pinerolo Aristide, compì una rapida ascesa professionale e, nel 1925, divenne direttore dello stabilimento. Nel 1930 tornò appunto ad Albacina con la moglie e tre figli (Ester, 1922; Francesco, 1925 e Antonio, 1926; il quarto, Vittorio, nacque nel 1933) e con circa 12.000 lire di risparmi, con cui – unitamente al prestito iniziale di cinquemila lire di don Titta, parroco del paese – poté iniziare l’attività di produzione di bilance in una sorta di piccola rimessa, con cinque-sei dipendenti mal pagati e privi di tutele assicurative e sindacali. Nel 1933 nacque la Società anonima Merloni Aristide (SAMA), a struttura familiare: il padre, Antonio, si occupava delle paghe, del magazzino e dell’economato, il cognato fu impiegato come capo operaio e in azienda, per qualche lavoretto, presto circolarono anche i figli maggiori. Il periodo di maggior fulgore, venne denominato la "costellazione dell'Orsa Maggiore", con gli otto stabilimenti che , partendo dal nocciolo paterno e diversificando successivamente il prodotto, i Merloni avevano creato e potenziato nelle Marche, intorno alla centrale di Fabriano: Melano, Genga, Arcevia, Albacina, Borgo Tufico, Cerreto d'Esi, Matelica, nonchè Comunanza. Questi erano gli albori dell'inizio dello sviluppo del modello marchigiano e di una potenza economica senza eguali costellata di infiniti successi e di patimenti, come in questi ultimi anni, fino ad arrivare ai giorni nostri con la vendita agli americani della Indesit Company, di Vittorio Merloni.
Ma un'altra data simbolo, è il 21 luglio 2006, quando a Melano si chiuse un'epoca, durata oltre trenta anni, con la produzione dell'ultimo frigorifero, la cui realizzazione venne spostata in Polonia, a Lodz ed avviando la riconversione verso i prodotti della cottura, piani cottura, cucine libera installazione, maxi forno, dopo che nel sito oggetto della visita di Pertini prima e Giovanni Paolo II° poi, erano usciti milioni di frigoriferi. Sembra ieri, ma le vicissitudini di questo ultimo anno, fanno sembrare queste pagine, quasi di archeologia industriale, lontane secoli fa.
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