mercoledì 14 maggio 2014

INDESIT, FUTURO MARCHIGIANO PER I LAVORATORI DI BREMBATE, NONE E REFRONTOLO?

A fine giugno, secondo quanto stabilito nell'accordo del 23 dicembre 2013, stipulato presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, per i lavoratori di Brembate, Refrontolo e None, chiusi negli scorsi anni, termina la Cassa integrazione in deroga, e si apriranno quindi le porte della mobilità, anche se comunque l'azienda lascia spazio a due alternative, prima del licenziamento unilaterale. Da una parte il ricollocamento nello stabilimento di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, non interessato dalla cassa integrazione straordinaria, a differenza degli altri stabilimenti del gruppo, dall'altra un incentivo all'esodo di 30 mila euro lordi. La vicenda Indesit, che si è aperta nel 2010 con l'annuncio della chiusura del sito di Brembate Sopra (avvenuta il 31 marzo 2011), sembra avviarsi verso la conclusione. Ieri, infatti, sindacati e azienda hanno firmato un accordo per definire la situazione dei dipendenti ancora in forza a Indesit. Nello stabilimento di Brembate, i lavoratori interessati sono 98, attualmente in Cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno prossimo, mentre gli altri hanno accettato l'incentivo all'esodo o si sono ricollocati anche attraverso i percorsi messi in campo dall'azienda. Invece negli stabilimenti di Refrontolo (Treviso) e None (Torino), si contano attualmente, rispettivamente 8 e 141 dipendenti in cassa. La possibilità di un trasferimento a Comunanza, già ventilata nei mesi scorsi, durante la vertenza Indesit, chiusasi a dicembre 2013, è disagevole per ovvi motivi di distanza. Per ovviare a tali  disagi, l'intesa siglata, che da seguito agli accordi di ristrutturazione del 2010 e 2012, prevede un aiuto economico: tra i 15 mila e i 20 mila euro, che si articolano in un contributo alla trasferta, al trasloco e al pagamento dell'affitto per due anni. Nel caso in cui, dopo un eventuale periodo di prova di tre mesi nel sito di Comunanza (dove si producono lavatrici a carica dall'alto e dove sono occupate circa 600 persone), il lavoratore non accetti il trasferimento in via definitiva, ha ancora la possibilità di optare per l'incentivo all'esodo, che in questo caso scende a 25 mila euro. L'azienda, inoltre, si impegna a chiedere una proroga della Cassa in deroga, nel caso in cui questo ammortizzatore sociale venga rifinanziato dal governo. Per quanto riguarda i lavoratori dello stabilimento di Brembate Sopra, nel sito ormai ex Indesit è subentrata - a condizioni agevolate - la Effegi, che produce imballaggi industriali. Tra i punti dell'intesa sottoscritta tra le due società c'era anche l'impegno, da parte di Effegi, a riassorbire 50 operai del colosso degli elettrodomestici. Ad oggi, però, l'azienda ne ha assunti solo 11: è in ritardo di quattro mesi rispetto ai 19 che avrebbe dovuto assumere entro fine 2013. I 20 rimanenti dovrebbero invece essere stabilizzati quest'anno.

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