E' passato più di un mese dalla sentenza di secondo grado che, con l'annullamento della vendita della Ardo alla Jp Industries spa- Qs Group spa, dell'imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli, ha di fatto rimesso in discussione il rilancio di un'Azienda che con il suo progetto industriale dava un futuro a 700 lavoratori, nell'area fabrianese con gli stabilimenti di Santa Maria e Maragone e 350 in quelle umbra, con il sito di Gaifana.
Ad oggi, si legge nel comunicato congiunto di Fim, Fiom, Uilm di Marche ed Umbria, la sentenza e il silenzio assordante del Governo e delle Regioni Marche Umbria, ci fa comprendere come dei Lavoratori non interessi niente a nessuno.
Tentativi bizzarri di confronti informali, fra commissari, "funzionari" del MISE, banche, stanno producendo solo confusione atta a salvare il proprio operato, che nulla ha a vedere con la tenuta di un progetto industriale di un Imprenditore mandato allo sbaraglio, con il rischio, nonostante tutte le intenzioni, di rimanere ingabbiato nei meandri burocratici dei palazzi.
Da tempo, a vari livelli, FIM-FIOM-UILM di Ancona e Perugia, stanno chiedendo l'intervento di un soggetto autorevole (Governo) che governi questo processo aprendo immediatamente un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nel problema, per evitare che ognuno giochi la sua piccola partita di cabotaggio, tralasciando il vero interesse sociale che deve andare verso la salvaguardia del Lavoro e dei Lavoratori in modo da restituire alle famiglie la giusta dignità.
Sappiamo che il 5 giugno ci sarà presso il mise l'ennesimo incontro sul quale esprimiamo forti perplessità.
Pretendiamo che questa situazione si avvii verso una giusta positiva soluzione in tempi brevi, altrimenti useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per far valere le nostre ragioni.
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