La vicenda che ruota intorno alla vendita in toto o parziale o alla partnership della Indesit Company, sembra essere arrivata all'ultimo chilometro. Ed in vista della bandiera a scacchi a giocarsi la "mano" della Indesit, così come in un arrivo di una gara ciclistica, sembrano essere rimasti solo tre pretendenti, la statunitense Whirlpool, la svedese Electrolux e la cinese Sichuan Changong Electric co con la controllata Meiling, di proprietà del governo di Pechino e terzo player cinese, a meno del colpo di reni finale di qualche outsider, rimasto coperto e sotto traccia sino ad ora, come la tedesca Bosch-Siemens, l'altra cinese Haier ed i turchi dell'Arcelik, che dopo le velleità iniziali, sembrano essere staccati. Il termine per la ricezione delle offerte vincolanti era stato fissato per lo scorso 27 giugno, ma è slittato a domani 30 giugno. In verità sulla Indesit Company, la maggiore industria di elettrodomestici tricolore, controllata dalla holding Fineldo, diretta emanazione della famiglia Merloni, c'è appeso da parecchio tempo, oltre un anno, il cartello vendesi e la possibilità di passare sotto insegne straniere sembra ormai un destino ineluttabile, da consumarsi entro poche settimane. Il tempo necessario per decidere il futuro della famiglia Merloni e il destino di una storica industria italiana, come detto da parecchio tempo entrata nel radar di una possibile vendita.
Qualunque piega prenderà la vicenda Indesit, condita anche da frizioni nella famiglia, che hanno portato ad un passo indietro di Andrea, gemelli di Aristide, figlio e delfino di Vittorio, dimessosi da presidente in favore di Milani, sarà destinata comunque a cambiare i rapporti di forza del mercato degli elettrodomestici nel vecchio continente, ed il tempo sembra stringere, anche perché il mercato del bianco è sempre più difficile ed il valore dell'azienda che stando all’attuale quotazione renderebbe assai cara Indesit, forse poco conveniente perfino per un portafoglio come quello del big Usa o cinese, all’inizio del 2012 il titolo era a 5,78 euro e l’incremento, che sfiora il +100%, potrebbe scendere. Americano, cinese, svedese o chissà quale altra lingua parlerà la Indesit del futuro. Altri caposaldo da considerare, sono la "salvaguardia occupazionale" dei lavoratori in Italia nei siti di Fabriano, Comunanza e Caserta, blindata con l'accordo quinquennale varato al Mise lo scorso dicembre, nonché la tutela del valore sociale delle attività industriali, soprattutto nell'entroterra montano e la filiera produttiva, nel caso in cui si possa generare una presunta sovrapposizione di prodotti di gamma media, e la sovraccapacità produttiva generate nel caso di alleanza con Whirlpool che ha dei plant in Italia.
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