Indesit Company e sindacati non hanno ancora raggiunto un accordo nella trattativa sulla mobilità volontaria per un centinaio di dipendenti pensionabili in Italia, prevista dal piano di riorganizzazione aziendale. Questo è quanto emerso dopo l'incontro svoltosi a Roma. L'azienda, si è riservata di decidere sulle richieste di Fim, Fiom e Uilm per l'integrazione salariale a carico dell'azienda, ossia la copertura per gli anni della mobilità della quota parte dello stipendio lordo durante i periodi di mobilità, che accompagneranno il lavoratore che maturerà il trattamento pensionistico entro il periodo di mobilità, alla quiescenza. In pratica l'incentivo lordo, sarà determinato, così come del resto adottato per i lavoratori di None, Brembate e Refrontolo, dalla differenza tra la somma lorda mensilmente corrisposta dall'Inps a titolo di indennità di mobilità e una percentuale (per None l'87%) della normale retribuzione lorda, moltiplicata per i mesi di permanenza in lista di mobilità mancanti per la decorrenza della pensione, intendendosi come retribuzione lorda mensile la normale retribuzione annua lorda diviso 12 e con esclusione della parte variabile. Ancora da definire la data del prossimo incontro. Durante la trattativa dei mesi scorsi, secondo stime fornite dall'azienda i lavoratori pensionabili entro il 2018, potrebbero essere circa 300 unità delle quali gran parte nei siti casertani. Intanto nei prossimi giorni Fim Fiom e Uilm, invieranno una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere di riunire entro il mese di giugno, secondo quanto previsto dall'accordo del 3 dicembre 2013, il Comitato Tecnico Paritetico che ha il compito di monitorare semestralmente l'avanzamento del Piano di salvaguardia e razionalizzazione. Il Comitato, vale la pena ricordare, prevede la partecipazione del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, delle Regioni Campania e Marche, delle Provincie di Ancona, Ascoli e Caserta, dei Comuni di Fabriano, Comunanza, Carinaro e Teverola, da Fim, Fiom e Uilm e Ugl, dal coordinamento sindacale e dalla Confindustria di Ancona, Ascoli Piceno e Caserta.
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