Conto alla rovescia sul caso Indesit Company. Secondo il cronoprogramma, infatti mancano appena una manciata di giorni alla presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto della holding dell'elettrodomestico di Fabriano, ma sia sui possibili acquirenti (quanti sono davvero e chi sono?) sia sull’attuale quotazione a piazza Affari (in due anni sostanzialmente raddoppiata, oltre la semplice speculazione da listino) si interrogano addetti ai lavori e analisti finanziari.
Una situazione complessa che fa salire la tensione e accresce la curiosità in vista del 27 giugno, termine entro il quale, dunque, dovranno arrivare le proposte alla Fineldo, la holding della famiglia Merloni che ha in pancia il 44% delle azioni Indesit. E probabilmente tra il 15 e 30 luglio, in pratica prima delle ferie d'estate si avrà il nome del partner-compratore, e si conoscerà il futuro di una delle ultime industrie familiari italiane, una di quelle che sono state protagoniste del boom economico italiano degli anni '50-'60. Sarà quindi una partnership strategica, una sinergia con un nuovo socio che possa dare maggior forza alla società o un definitivo passaggio di mano? Sta di fatto che questo continuo rincorrersi di ipotesi di alleanza o vendita, che ormai dura da oltre un anno, hanno premiato il titolo. Una svolta sulla company town di Fabriano che è sembrata piacere al mercato, con il risultato tangibile di far volare il titolo in Borsa.
Un fattore rilevante per determinare il valore dell’operazione è l’andamento del titolo in Borsa: l’attuale quotazione, renderebbe assai cara Indesit Company, forse poco conveniente perfino per un portafoglio ben dotato come quello dei big interessati all'operazione, in pole position, a tal proposito ci sarebbe Whirlpool, la cui offerta prevederebbe un misto carta-contanti All’inizio del 2012 il titolo era a 5,78 euro e l’incremento, che sfiora il+100% ,non troverebbe giustificazioni sul mercato. Come dire: oltre la «semplice» speculazione, per un titolo, che come fanno notare gli analisti performa addirittura meglio della Borsa di Milano, che oltretutto va discretamente bene.
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