domenica 15 giugno 2014

DOMANI 16 GIUGNO, INGORGO FISCALE, STRESS TEST PER LE FAMIGLIE E LE IMPRESE, MA NON PER TUTTI

Dal punto di vista meteorologico il caldo torrido dei giorni scorsi sembra avere avuto una attenuazione  temporanea, ma di sicuro domani 16 Giugno resterà comunque torrido per i contribuenti italiani e le imprese. La prima tappa di uno stress test domestico, di giugno e luglio, mesi nei quali sono previste ben 29 scadenze fiscali, che dovrebbe garantire allo Stato, un gettito di 75 miliardi di euro, quindi non proprio noccioline, soprattutto se non si inizia concretamente a mettere mano agli sprechi ed alle inefficienze, con l'inevitabile conseguenza di vedere le tasche degli italiani, ridotte come un bancomat, da cui prelevare al bisogno.
Il paradosso, sarà che l'appuntamento con il fisco, di domani può essere doppio o in alcuni casi,addirittura triplo, ma non per tutti. Dipende infatti esclusivamente dal comune di residenza. C'è da saldare il conto sulla Tasi e ci sono anche l'Imu sulle seconde case (per le abitazioni principali si paga solo se sono di lusso) e la Tari, che lo Stato vuole vedere versata in un'unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno a patto che il Comune abbia deciso le scadenze di pagamento. E sempre entro lunedì il contribuente deve consegnare il modello 730 relativo al 2013 e il 730-1 (scelta per la destinazione dell'otto e cinque per mille) al proprio Caf, commercialista o esperto contabile, con la dichiarazione dei redditi. la cui scadenza originaria era fine maggio, essendo prorogata proprio al 16 giugno, con la conseguenza di finire per imballare un motore già in sofferenza e vedere le sedi dei Caf sindacali, commercialisti, Comuni letteralmente presi d'assalto da cittadini, letteralmente smarriti di fronte a questa vera e propria babele normativa e fiscale. In alcune zone d'Italia, alcune sedi dei Caf terranno aperto anche oggi domenica, anche se il Governo (per bocca del viceministro Orlando) ha deciso che, per la Tasi, gli errori saranno perdonati. Nessuna sanzione in caso di errore, insomma.
Complici forse anche le continue cervellotiche "rivoluzioni" normative spesso di difficile comprensione, nel passaggio tra l'Ici e la Tasi, passando per l'Imu, il primato di tassa più odiata è saldamente detenuto proprio dalle tasse sulla casa.
Recentemente,la nuova classifica delle "imposte odiose" è stata stilata dalla Doxa. Gli italiani non smentiscono il loro "livore fiscale" ed indicano ai primi tre posti: tasse sulla casa (56%), tasse sulla benzina (36%) e quasi pari merito il canone Rai (35%). Con poco stacco seguono le tasse sull'energia elettrica, gas, telefonia, conti correnti bancari, (il 32% indica le utenze in generale), i ticket sanitari (25%), il bollo auto (21%). Il 16% invece odia le tasse di successione. Anche se ormai non ci sono più e si paga solo l'imposta catastale e di registro. Ma voci recenti parlano dell'intenzione del governo di rimettere mano alla "pratica" successioni. Non piace neanche l'imposta di bollo (9%), la tassa su passaporti e patenti (6%) che si contendono il nono posto a pari merito con la Tobin tax (la tassa sulle transazioni finanziarie). Chiudono il quadro la tassa sulle vincite di giochi e lotterie (5%) e quella sui tabacchi (4%). Non è tutto. Alla domanda su quale sia il livello fiscale ritenuto adeguato rispetto ai servizi ricevuti dallo Stato, 6 italiani su 10 dicono che sarebbe adeguato un livello più basso (inferiore al 30%) rispetto al livello medio registrato (45%).  

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