Gli aumenti retributivi riguardano, il prossimo triennio, ossia quello di vigenza contrattuale, quello che comprende gli anni 2017, 2018 e 2019. L’inflazione sarà recuperata nelle retribuzioni dei metalmeccanici non più ex ante, ma ex post. In altri termini, a partire dal 1° giugno 2017, nelle buste paga dei lavoratori entrerà un aumento pari all’inflazione verificatasi nell’anno precedente, cioè nel 2016, misurata in base all’indice Ipca (Indice dei prezzi al consumo) e rapportata ai minimi tabellari.
Il salario minimo fissato dai vari livelli dell’inquadramento professionale crescerà, dunque, della stessa percentuale in cui, nell’anno precedente, è cresciuta l’inflazione. In questo passaggio risalta in modo evidente che i minimi contrattuali, e con essi il contratto nazionale, hanno mantenuto efficacia e senso di prospettiva. Inoltre, gli effetti dell’inflazione verranno rapportati ai salari contrattuali e non più ai salari di fatto. Il meccanismo del recupero dell’inflazione, così come definito nel 2017, sarà applicato anche al 2018 e al 2019, sempre alla scadenza di ogni mese di giugno.
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