Nell'incontro tenutosi oggi a Mestre (Ve) il management di
Electrolux ha avanzato alle organizzazioni sindacali le richieste riguardanti
il contenimento del costo del lavoro, la cui soddisfazione, a parere della
multinazionale svedese, rappresenta la condizione necessaria ma non
sufficiente, per realizzare gli investimenti su prodotti, processo e
innovazione che consentirebbero l'ottenimento di standard competitivi
sufficienti per confrontarsi con i competitors. Aggiungendo però, che questo non
sarebbe sufficiente per confermare tutte le fabbriche italiane in quanto, vale
solo per tre di queste, quelle di: Solaro, dove si producono lavastoviglie, di
Forlì dove si producono forni e piani cottura e di Susegana, dove si fanno i
frigoriferi. Ma non basterebbe per giustificare il mantenimento dell' impianto
di Porcia, quello nel quale si producono lavatrici e dove Electrolux immagina
sia ineluttabile la chiusura. Ci hanno proposto programmi del tutto virtuali,
con budget produttivi in crescita poco credibili e non specifici, che hanno
gambe molto fragili, considerato lo stato del settore e le previsioni degli
altri produttori. Inoltre anche gli impegni ad investire sul nuovo frigorifero
“Cairo 3”
destinato alla fabbrica veneta di Susegana, sono venuti meno e ciò, in
prospettiva, pone un grande punto interrogativo anche su questo impianto. Per la Fim Cisl , il confronto
sindacale non può essere la sede nella quale si prende atto della crisi e dei
problemi e ci si arrende alla concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro.
Siamo pronti a confrontarci sui temi dell'efficienza produttiva, dell'
organizzazione del lavoro, delle turnistiche e del trattamento economico, come
peraltro abbiamo già fatto anche nel passato recente col gruppo Electrolux. Ma
questo non basta, per noi non è concepibile considerare ineluttabile, come fa
Electrolux, la chiusura della fabbrica di Porcia. Rifiutiamo questa ipotesi
alla quale ci opponiamo fermamente, Electrolux deve modificare assolutamente i
suoi progetti, non ci arrenderemo e lo glielo chiederemo anche con la
mobilitazione nei prossimi giorni in tutte le fabbriche. Serve un forte ed
immediato intervento istituzionale a tutti i livelli. E’ necessario! Il Paese
non può assistere inerme a pezzi d’industria, di lavoro e di reddito per i
lavoratori e per il territorio che se ne vanno. Servono immediatamente risposte
efficaci e rapide il Governo intervenga. Dichiarazione di Anna Trovò, segretario nazionale Fim-Cisl. Roma, 27 gennaio 2014 Ufficio Stampa
Fim Cisl
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