I
sindacalisti sono lavoratori con diritti e doveri come tutti gli altri.
Sulla
pensione dei sindacalisti un po’ di chiarezza visto che girano
informazioni sulla stampa totalmente
distorte, probabilmente non a caso.
Peraltro
anche il presidente dell'Inps Boeri ha contribuito a tale disinformazione
pubblicando sul suo sito web lo schema della normativa, confondendo però
diversi aspetti e affermando erroneamente che ai sindacalisti si
applicherebbero norme speciali sulla contribuzione e la pensione.
Va invece ribadito che ai sindacalisti si applicano
le stesse norme che valgono per i
lavoratori del settore di provenienza.
Nel
nostro caso la pensione è calcolata, dal 1993, sulla media retributiva degli
ultimi 10 anni. Precedentemente al ‘93 era calcolata sulla media retributiva
degli ultimi 5 anni.
Dal
2011 la pensione viene calcolata sui contributi effettivamente versati.
Queste sono le norme che valgono per tutti i lavoratori, compresi
i sindacalisti.
Inoltre,
per sgombrare il campo da ulteriori bufale: i sindacalisti non percepiscono 2
pensioni, come ha ripetuto qualche giornale (che per queste fandonie nei mesi
passati è stato condannato per diffamazione (ignoranza o malafede?).
I sindacalisti percepiscono una pensione che, a parità di
retribuzione, è esattamente uguale a quella di qualsiasi altro lavoratore.
I sindacalisti sono
lavoratori in aspettativa non retribuita dalla propria azienda, che operano
nel sindacato. I contributi in parte sono accreditati figurativamente sulla
base della retribuzione teorica che si sarebbe percepita in azienda, secondo
quanto prevede lo Statuto dei diritti dei Lavoratori, e in parte sono pagati
dal sindacato (in quanto datore di lavoro) sulla retribuzione che eccede
quella base. La differenza può essere significativa se si tiene conto che
nella retribuzione base non maturano gli elementi di anzianità, gli scatti di
anzianità, i passaggi di categoria, i premi legati alla presenza al lavoro,
ecc., del normale percorso professionale.
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Il
risultato di tutto questo è che il sindacalista al momento di andare in
pensione percepirà la medesima pensione del lavoratore che lavora in azienda.
In caso contrario, con il riferimento alla retribuzione base dell'azienda al
momento dell'aspettativa sindacale (senza cioè il versamento aggiuntivo di
contributi) avrebbe una pensione ingiustamente e fortemente decurtata rispetto agli altri lavoratori.
La norma di legge intende quindi assicurare parità di
trattamento tra i lavoratori dello stesso settore.
Il
resto sono frottole, come l’esistenza delle sirene.
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