lunedì 7 settembre 2015

SULLE PENSIONI SERVE EQUITÀ E TRASPARENZA NON BUFALE CONTRO IL SINDACATO

I sindacalisti sono lavoratori con diritti e doveri come tutti gli altri.

Sulla pensione dei sindacalisti un po’ di chiarezza visto che girano informazioni  sulla stampa totalmente distorte, probabilmente non a caso.
Peraltro anche il presidente dell'Inps Boeri ha contribuito a tale disinformazione pubblicando sul suo sito web lo schema della normativa, confondendo però diversi aspetti e affermando erroneamente che ai sindacalisti si applicherebbero norme speciali sulla contribuzione e la pensione.

Va invece ribadito che ai sindacalisti si applicano le stesse norme che valgono per i lavoratori del settore di provenienza.
Nel nostro caso la pensione è calcolata, dal 1993, sulla media retributiva degli ultimi 10 anni. Precedentemente al ‘93 era calcolata sulla media retributiva degli ultimi 5 anni.
Dal 2011 la pensione viene calcolata sui contributi effettivamente versati.
Queste sono le norme che valgono per tutti i lavoratori, compresi i sindacalisti.
Inoltre, per sgombrare il campo da ulteriori bufale: i sindacalisti non percepiscono 2 pensioni, come ha ripetuto qualche giornale (che per queste fandonie nei mesi passati è stato condannato per diffamazione (ignoranza o malafede?).
I sindacalisti percepiscono una pensione che, a parità di retribuzione, è esattamente uguale a quella di qualsiasi altro lavoratore.
I sindacalisti sono lavoratori in aspettativa non retribuita dalla propria azienda, che operano nel sindacato. I contributi in parte sono accreditati figurativamente sulla base della retribuzione teorica che si sarebbe percepita in azienda, secondo quanto prevede lo Statuto dei diritti dei Lavoratori, e in parte sono pagati dal sindacato (in quanto datore di lavoro) sulla retribuzione che eccede quella base. La differenza può essere significativa se si tiene conto che nella retribuzione base non maturano gli elementi di anzianità, gli scatti di anzianità, i passaggi di categoria, i premi legati alla presenza al lavoro, ecc., del normale percorso professionale.

Il risultato di tutto questo è che il sindacalista al momento di andare in pensione percepirà la medesima pensione del lavoratore che lavora in azienda. In caso contrario, con il riferimento alla retribuzione base dell'azienda al momento dell'aspettativa sindacale (senza cioè il versamento aggiuntivo di contributi) avrebbe una pensione ingiustamente e fortemente decurtata  rispetto agli altri lavoratori.
La norma di legge intende quindi assicurare parità di trattamento tra i lavoratori dello stesso settore.

Il resto sono frottole, come l’esistenza delle sirene.

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