venerdì 14 agosto 2015

LA SECONDLIFE DI MELANO 2.0

“Il domani non muore mai”. Prendendo in prestito il titolo di uno dei film della celeberrima saga di James Bond, si potrebbe descrivere così la storia dello stabilimento di Melano Marischio. Quello stabilimento che nei progetti dell'ex a.d. Marco Milani, il 4 giugno 2013 era destinato alla chiusura, poi evitata con la lotta. Un anno dopo, sotto gli americani di Whirlpool, all'interno del piano integrazione Italia, che definisce il programma di fusione ed integrazione dell'ex azienda di Vittorio Merloni, con il colosso Usa, Melano, diventa secondo la mission produttiva assegnatagli, ''il più grande, ed unico stabilimento della holding "extralarge" americana, della zona Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) per la produzione di piani cottura''. Ma già ai tempi della produzione dei frigoriferi, Melano sembrava essere stato destinato alla chiusura, penalizzato, per quella tipologia di prodotto dalle ridotte dimensioni, che ne impedivano il raggiungimento del "break even point", il punto di pareggio di un milione di pezzi l'anno, condizione necessaria per avere margini di profittabilità. Ma quella era un'altra storia, così come quelle successive della riconversione del 2006 nei piani cottura elettrici di Thionville, poi sostituiti da quelli a gas, alle cucine di Refrontolo e ai maxiforni. La scelta di Melano da parte di Whirlpool, è stata dettata da motivi di carattere industriale, come la pianta quadrata dell'immobile, dal punto di vista dell'architettura industriale, la presenza di un adiacente magazzino centralizzato, collegato alla fabbrica da un tunnel aereo, dismesso dall'uscita dei frigoriferi e che verrà riattivato.
La Melano 2.0, vedrà concentrarsi gradualmente, a partire dal secondo semestre di quest'anno le produzioni oggi distribuite tra i siti italiani di Cassinetta e Carinaro e all'estero, attualmente in Polonia a Lodz e Wroclaw. Parallelamente alla concentrazione delle produzioni, avverrà l'integrazione delle piattaforme con lo scopo di migliorare la competitività della gamma facendo leva sulle best practices esistenti delle due gamme oggi esistenti, nonchè lo sviluppo di tutte le estetiche per i diversi marchi del gruppo. Nel 2017, verrà lanciata una nuova piattaforma a induzione nel segmento value e l'anno successivo verrà completato il rinnovo della gamma induzione con il rifacimento del segmento premium. Inoltre è stata confermata la produzione dei piani speciali, mentre verranno rilocate all'estero le produzioni delle cucine speciali semiprofessionali e dei maxiforni.
Grazie ai corposi investimenti previsti, 25 milioni di euro, di processo e di riassetto industriale, spalmati nel quadriennio 2015-2018, nascerà non una "fabbrica cacciavite", ossia dedita semplicemente all'assemblaggio di particolari provenienti da fornitori, ma una struttura "verticalmente integrata" per quello che riguarda la produzione dei piani cottura, ossia si partirà dal foglio di lamiera fino al prodotto imballato che uscirà per essere commercializzato. In pratica tutti i processi primari: stampaggio lamiera, smalteria, serigrafia, incollaggio vetri saranno inseriti nel nuovo layout di Melano, disegnato in accordo con le filosofie lean al fine di evitare sprechi, massimizzare la sicurezza e assicurare la qualità. La creazione della megafabbrica per la produzione dei piani cottura, la cui base di partenza è stimata a volumi consolidati 2014 in 2,350 milioni di pezzi, vedrà inoltre l'assorbimento del personale attualmente operante ad Albacina. Le attività produttive di quest'ultima cesseranno presumibilmente entro il 30 giugno del 2016, con il completamento del trasferimento del personale a Melano. E sicuramente il lavoro più impegnativo, comincerà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi con l'integrazione del personale dei due siti, con le loro professionalità, specificità e quant'altro, tutto patrimonio da non dissipare, anzi da valorizzare. 

Nessun commento:

Posta un commento