"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", così recitava il compianto John Belushi nel film Animal House. E anche i metalmeccanici delle Marche, oggi hanno mostrato i muscoli in maniera compatta. Sono state infatti oltre tremila le tute blu marchigiane scese in piazza a Senigallia per la manifestazione organizzata da FIM, FIOM e UILM a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, in contemporanea allo sciopero di 8 ore, proclamato a livello regionale. Oggi hanno manifestato anche i lavoratori e le lavoratrici delle regioni Umbria, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, mentre il 15 giugno, sarà la volta della Sicilia, Sardegna e Calabria. Anche dalla manifestazione conclusasi nella location della Rotonda di Senigallia, dove il serpentone delle tute blu è confluito, dopo il corteo che ha paralizzato il traffico senigalliese, proviene una forte sollecitazione a Federmeccanica e Assistal, affinché abbandonino le rigidità che le hanno accompagnate in questi ormai quasi sette mesi di negoziato e 17 incontri e ascoltino le ragioni dei lavoratori e le richieste sindacali, aprendo finalmente un confronto vero per innovare le relazioni industriali e realizzare un contratto per tutti i metalmeccanici. Il tavolo, come noto è incagliato sul nodo salario, ma non solo. Infatti le proposte di Federmeccanica e Assistal sulle retribuzioni, vedrebbero il congelamento dei minimi tabellari al 31 dicembre del 2015 e aumenti dal 2017 solo per chi è a paga sindacale nazionale, in pratica solo a chi si trova sotto questa soglia, escludendo di fatto, non soltanto coloro che godono di trattamenti individuali, ma anche tutti i lavoratori delle aziende dove vige un contratto aziendale. In pratica, a vedersi riconosciuto l'aumento, sarà, in tutta Italia, solo il 5% dei metalmeccanici. Oltre all'aspetto economico, a preoccupare è anche il modello che Federmeccanica, intende introdurre: in pratica si propone un sistema in cui la contrattazione aziendale, anziché essere integrativa della contrattazione nazionale, diventerebbe alternativa a essa, avviando un percorso il cui esito sarebbe, nei timori di FIM, FIOM e UILM, la progressiva cancellazione del contratto nazionale stesso.
L'adesione allo sciopero in provincia di Ancona supera l'85% medio, ecco il dettaglio: INDESIT/WHIRLPOOL 90%, ARISTON THERMO 90%, FABER 70%, ELICA 90%, CATERPILLAR 80%, CAB PLUS 90%, PIERALISI 50%, ASK 85%, AP 70%, FINCANTIERI 95%, CRN 95%, CEBI 75%, OMAS 70%, SKG 90%.
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