Sì svolgerà domani lunedì 6 giugno a Roma, presso il centro congressi Cavour l'incontro tra Whirlpool e coordinamento delle Rsu e segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm. Sul piatto, nel processo d’integrazione tra Whirlpool e Indesit, l'avvio della discussione per la stesura di un unico contratto integrativo aziendale, e la ridefinizione dei seggi del coordinamento nazionale delle RSU, così come accaduto qualche mese fa per il WEEC (WHIRLPOOL EUROPE EMPLOYEE COMMITTEE), il nuovo organismo transnazionale di rappresentanza dei lavoratori, nato dalla fusione del CAI Indesit e del CAE Whirlpool.
Intanto manca meno di un mese al primo step dell’Italy Master Plan 2015 - 2018, l’accordo anti-crisi prodotto da Whirlpool Europe dopo l’acquisizione di Indesit avvenuta nel 2014. Infatti, il prossimo 30 giugno, si chiuderà la prima finestra della griglia degli incentivi previsti dal piano di outplacement, siglato al Mise il 2 luglio 2015 e poi in seguito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Infatti, dal 1° luglio 2016, il protocollo d’intesa redatto dopo una lunga e faticosa trattativa, ricca anche di momenti di tensione, per sfoltire gli organici alla luce degli esuberi dichiarati nel perimetro Italia dalla multinazionale americana del bianco, di cui 280 nel polo di Melalba, prevede che l’incentivo all’uscita scenda, fino al 30 giugno 2017 dai 50mila euro lordi iniziali a 40mila euro lordi, per chi tecnicamente non si opponga al licenziamento, secondo quanto previsto dalla legge 223 luglio 1991 e sia collocato entro la fine del 2016 in mobilità o in Naspi a partire dal prossimo 1°gennaio 2017. Fino ad oggi le conciliazioni in ambiente protetto, ossia alla presenza di rappresentanti sindacali, di Confindustria e dell’azienda, sono state circa una settantina per quello che riguarda il personale di fabbrica. Ossia coloro che oltre a percepire la buonuscita, utilizzando gli strumenti volontaristici concordati e interrompere il loro rapporto con l’azienda, si sono anche traguardati, nell’arco temporale di utilizzo degli ammortizzatori sociali alla maturazione dell’assegno pensionistico.
Ma il 30 giugno, dovrebbe essere anche la data di cessazione della produzione di forni da parte dello stabilimento di Albacina e la migrazione del personale nel plant di Melano, che come noto, diventerà hub zona Emea di Whirlpool per la produzione dei piani cottura, un sito integrato verticalmente. E il time-lapse, della "model factory" Melano, racconta di una fabbrica che quotidianamente, in questo primo semestre dl 2016, vede la propria, inesorabile trasformazione fisica. E con la chiusura di Albacina, scomparirà un'icona storica dell’epopea merloniana e dell’economia fabrianese e non solo. Uno dei tasselli dell’Orsa Maggiore, così erano definiti, per la loro disposizione geografica i sette stabilimenti, insieme a Fabriano, Matelica, Genga, Sassoferrato, Cerreto e Borgo Tufico, all’interno dei quali nacque la mitica figura del “metal mezzadro”, icona di un nuovo modello di sviluppo industriale, in una terra con prospettive precarie diventava un bacino ricco d’industrie e d’indotto produttivo. Un’industria fatta di rapporti sani tra impresa, lavoratore e ambiente. Ma questa è un'altra storia.
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