Fisco forever, con buona pace per Renzi. Infatti, nel 2013, seppure nel permanere di un quadro di crescita molto limitata dei redditi nominali e di una riduzione di quelli reali (-0,74%), si è verificata una riduzione del peso dell'Irpef, di modo che il reddito nominale disponibile è cresciuto (0,97%) più del reddito complessivo (0,46%). La riduzione dell'imposta mediamente pagata dai lavoratori dipendenti e pensionati della banca dati Caf Cisl è stata del -2%, pari a circa 77 euro. E' questa la sintesi dell'analisi Cisl e Caf Cisl sulle dicihiarazioni dei reddii di lavoratori dipendenti e pensionati, presentatati nei giorni scorsi a Roma. Tre le voci che hanno contribuito a ridurre l'imposta netta nel 2013. In primo luogo, le detrazioni per familiari a carico, usufruite in particolar modo dai lavoratori dipendenti, che crescono sia per effetto delle modifiche legislative relative alle detrazioni per figli (la detrazione massima passa da 800 a 950 euro per figli di tre o più anni e da 900 a 1.220 euro per figli al di sotto di questa età), sia per l'aumento della platea dei beneficiari. In particolare, l'incremento registrato in alcune regioni meridionali (Calabria e Campania) è imputabile, non tanto all'aumento dei tassi di natalità, quanto al crescere del numero di persone fiscalmente a carico. Poi gli oneri detraibili al 19%, che continuano a ridurre in maniera importante l'imposta lorda, seppure ridotti a seguito delle modifiche legislative che hanno riguardato le spese per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni. Il dimezzamento del tetto di spesa detraibile, da 1.290,11 a 630 euro, ha comportato una forte contrazione della detrazione massima, da 245 a 120 euro.
Infine, le detrazioni per recupero edilizio sono state innalzate al 50% della spesa per tutto il 2013,a differenza del 2012 in cui questa quota era riservata solo alle spese effettuate nella seconda metà dell'anno (nella prima metà vigeva il 36%). Detrazioni per recupero del patrimonio edilizio e per risparmio energetico, negli anni scorsi particolarmente diffuse al Nord, iniziano a diffondersi anche nel resto del Paese. In particolare, in Sardegna e Basilicata, beneficiari di queste agevolazioni sono cresciuti del 50%i n appena quattro anni.
Sono cresciute però le addizionali (regionali e comunali, queste ultime soprattutto tra 2012 e 2013, in corrispondenza dell'abolizione dell'Imu sulla prima casa) ed è reintrodotta la tassazione sulle prime case (dall'Imu 2012 alla Tasi 2014) la quale, in alcuni casi, significa aumento rispetto al passato.
La Cisl ha in mente un fisco completamente differente e lancia la sua proposta: "Il federalismo fiscale - ha detto il segretario generale Cisl, Annamaria Furlan - non ha funzionato, Ad un aumento delle imposte erariali non è seguito un calo delle imposte locali. Colpite le case, prime e seconde, senza una progressività, e senza colpire i soggetti (10%) che detengono il 50% degli immobili. Veniamo alle rendite. E' vero che è stata innalzata la tassa a livellli più europei ma occorre mettere più ordine e cercare di colpire i patrimoni, le ricchezze e le transazioni finanziarie, che generano speculazione, con il coinvolgimento degli altri partmer europei".
"D'altronde - ha insistito Annamaria Furlan - l'Italia ha un debito pubblico record che corrisponde però ad un quarto della ricchezza nazionale prodotta. E' chiaro che i conti non tornano. Questo dato porta a rilanciare la battaglia storica della Cisl contro l'evazione fiscale: 150 mld di evasione irpef, 50 di iva, 50 di contributi previdenziali e 70 mld dalla corruzione. Una formula vincente potrebbe essere il contrasto di interessi, in cui ogni cittadino è incentivato a farsi fare scontrini e fatture pe poi detrarle dalla dichiarazione dei redditi. Allora la Cisl presenterà queste sue idee, in modo più articolato, neei luoghi di lavoro, tra la gente e dove si riunisce la gente, in modo che si formi un consenso dal basso".
Tornando all'analisi Cisl-Caf, si conferma che all'aumento delle imposte locali, non corrisponde una pari riduzione di quelle erariali (considerandole principali imposte statali, la pressione fiscale sulle famiglie è del 29,7% nel 2010 come nel 2014). Le imposte erariali tendono verso un cambio di composizione: dal reddito verso i consumi (l'incidenza dell'Irpef passa dal 20,35% al 19,3%, quella di Iva e accise dal 9% del 2010 al 10,1% del 2014). Di conseguenza la pressione fiscale sulle famiglie aumenta (dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014).
Infine, "il bonus ha determinato una redistribuzione - ha sottolineato il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli - a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito. Hanno beneficiato in qualche modo di questa misura ben 8,6 mln di famiglie italiane, un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro.
"In un orizzonte di medio termine (2010-14) - ha detto Petriccioli - il bonus e gli aumenti di detrazioni per familiari e per lavoro dipendente (oltre alle agevolazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico) intervenuti dal 2010 sono stati, nel complesso delle famiglie, più che compensati dall'aumento di Iva, accise e addizionali Irpef1. Solo le famiglie dei lavoratori dipendenti conservano, in media, un piccolo beneficio.
(17 novembre 2014)
FONTE: CONQUISTE DEL LAVORO
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