giovedì 4 agosto 2016

SULL’IMPORTANZA DI ADERIRE ALLA PREVIDENZA INTEGRATIVA PER ALLEGGERIRE IL GAP PREVIDENZIALE

Sono arrivate e stanno arrivando le “buste arancioni” dell’Inps, che ci renderanno, anche seppur in maniera approssimativa coscienti del nostro futuro pensionistico. Le riforme sulle pensioni che si sono succedute nell’ultimo quarto di secolo, hanno generato una forte riduzione delle prestazioni pensionistiche garantite dall’Inps e come noto purtroppo un forte incremento dei requisiti per l’accesso al pensionamento. In pratica l’epoca in cui il primo pilastro previdenziale garantiva le pensioni. sulla base di un meccanismo di calcolo, quello retributivo, che vedeva il rapporto della pensione con l’ultimo stipendio percepito abbastanza alto è ormai superata dal sistema contributivo, entrato in vigore in maniera graduale dal 1995. Questo meccanismo ha fatto si che la pensione odierna, non sia più frutto dell’anzianità lavorativa ma funzione dei contributi versati durante tutto l’arco della propria carriera lavorativa e come se non bastasse influenzati dall’andamento del Pil nazionale e dall’allungarsi dell’aspettativa di vita, senza dimenticare l’effetto inflattivo.
Con la busta arancione, in maniera comunque sempre approssimativa, verremmo a conoscere il tasso di sostituzione, in pratica quanto ci mancherà in percentuale nella prima rata annua della nostra pensione, una volta raggiunta l’età della quiescenza, rispetto al nostro ultimo stipendio da lavoratori attivi. Un fattore importante da conoscere, perché potremo capire se la nostra pensione potrà garantirci un adeguato tenore di vita.
La previdenza complementare, per noi metalmeccanici costituita dal fondo Cometa, rappresenta quindi una strada in concreto irrinunciabile per tutti quelli che vogliono mantenere invariato il proprio tenore di vita, quando smetteranno di lavorare. Ed è molto importante aderire prima possibile alla previdenza complementare, per avere il tempo di costruirsi, anno dopo anno, una pensione integrativa d’importo adeguato a compensare il GAP previdenziale derivante dal sistema pensionistico obbligatorio.
La previdenza complementare si aggiunge quindi a quella obbligatoria, ma non la sostituisce. È fondata su un sistema di finanziamento a capitalizzazione: per ogni iscritto è creato un conto individuale, nel quale affluiscono i versamenti contributivi, che sono investiti nel mercato finanziario.
All’iscritto, al momento del pensionamento, sarà liquidata una rendita o l’intero capitale.
La previdenza complementare conviene a tutti, anche ai giovani.
Gli interessati non sono solo i giovani, ma anche tutti coloro la cui pensione sarà più bassa, perché sarà calcolata applicando un sistema misto:
• calcolo con il metodo retributivo per i contributi versati fino al 1995;
• calcolo con il sistema contributivo per i contributi versati dal 1° gennaio 1996.
Tutti possono aderire alle forme di previdenza complementare, anche se disoccupati o fiscalmente a carico di un familiare che aderisce già a un fondo pensione.
Numerosi sono i vantaggi.
Il primo vantaggio è la possibilità di integrare i trattamenti pensionistici del sistema obbligatorio con la rendita vitalizia che il fondo pensione erogherà al momento del pensionamento. Il secondo vantaggio è che l’azienda versa un contributo, stabilito dal contratto collettivo, al fondo scelto dal lavoratore. Il terzo vantaggio è quello fiscale: i contributi (sia quello del datore di lavoro che quello del lavoratore) versati al fondo pensione possono essere dedotti dal reddito imponibile fiscale. Inoltre, dal 1° gennaio 2007, è prevista anche una tassazione delle prestazioni molto vantaggiosa.
Tutti i lavoratori possono aderire in qualsiasi momento a un fondo pensione contrattuale, dove previsto. Molti studi dicono che, per ogni anno di rinvio dell’adesione, il lavoratore perde una parte, anche consistente, della rendita finale.

Ma ahimè, manca ancora la cultura, in grado di far comprendere la necessità  e la consapevolezza delle scelte relative al risparmio previdenziale.

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