venerdì 28 novembre 2014
ADDIO CUD, DAL 2015 CI SARA' LA CERTIFICAZIONE UNICA
giovedì 27 novembre 2014
SPORTELLO PENSIONI - EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI STABILITA' ELIMINA LE PENALIZZAZIONI SULLA PENSIONE DI ANZIANITA'
Eliminate le penalizzazioni introdotte con la legge Fornero sulle pensioni, per chi andava in pensione prima dei 62 anni pur avendo 42 anni e un mese di contributi per gli uomini, e 41 e un mese per le donne. E’ arrivato infatti dalla commissione Bilancio della Camera il via libera a un emendamento alla legge di stabilità, che avrà effetto sulle pensioni decorrenti dal 1 gennaio 2015 e si applicherà a quanti matureranno il requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017.
Si cancella, dunque con questa correzione, la “prestazione effettiva di lavoro” come base di calcolo per il requisito contributivo, al netto cioè di varie forme di permessi o sospensioni dal lavoro cumulate nell’arco dell’intera carriera. La cancellazione delle penalizzazioni (1% per il primi 2 anni e 2% per i successivi di anticipo sui 62) vale per le pensioni future e fino a fine 2017. La maggiore spesa prevista non dovrebbe superare i 5 milioni nel 2015 e i 15 milioni nel 2016.
Con la legge Fornero, i 40 anni di contributi (nel frattempo saliti a 42 e 1 mese per le riforme Sacconi e Tremonti), non erano più l'unico criterio in grado di permettere ad un lavoratore di accedere alla pensione, ma erano anche necessari i 62 anni di età anagrafica.
Con questo emendamento, di fatto si torna alla situazione pre - Fornero e quindi con 42 anni e 1 mese di contributi, si potrà andare liberamente in quiescenza, senza penalizzazioni, abolendo quindi il limite minimo di 62 anni di età, ripristinando di fatto la "pensione di anzianità" e facendo scomparire la "pensione di vecchiaia anticipata", che l'aveva sostituita.
CHIUSA L'OPA, INDESIT COMPANY VIA DALLA BORSA DI MILANO DOPO 27 ANNI
Indesit dice addio a piazza Affari, dopo 27 anni di presenza ininterrotta. Era infatti il 1987 e l 'allora Merloni Elettrodomestici era in forte ascesa, tanto che di li a poco comperò la rivale Indesit e Vittorio Merloni decise di quotare il suo gioiello alla borsa valori di Milano. Si è chiusa l’opa promossa da Whirpool Italia sul 29,99% del capitale Indesit. E’ stato apportato all’offerta – si legge in una nota – il 27,41% del capitale sociale del gruppo italiano, quota pari al 91,4% dell’offerta, per un controvalore complessivo di 344 milioni di euro. Whirpool sale così al 97,42% del gruppo marchigiano e, avendo superato la soglia del 95%, dovrà acquistare i 3 milioni di titoli ordinari di Indesit rimasti in circolazione per un investimento totale di ulteriori 32,3 milioni (pari a 11 euro per azione). Borsa italiana – informa la nota – disporrà che le azioni ordinarie di Indesit siano sospese dalla quotazione sul mercato telematico azionario nelle sedute dell’1 e 2 dicembre, per poi essere revocate il giorno successivo, 3 dicembre.
mercoledì 26 novembre 2014
ELEZIONI RSU INDESIT CARINARO, PRIMA LA FIM-CISL
La Fim - Cisl aveva vinto le elezioni lo scorso luglio nello stabilimento di Melano, le ultime svolte sotto la bandiera Indesit e la Fim Cisl è prima al rinnovo della RSU della Indesit di Caserta aggiudicandosi 7 delegati su 13, confermando ancora una volta la maggioranza assoluta nella RSU con oltre il 55% dei voti, prima tornata elettorale dopo l'acquisizione di Indesit da parte degli americani di Whirlpool. Gli eletti, sono stati: Giuseppe Tufano, Vincenzo Di Spirito, Raffele Di Costanzo, Salvatore Matrone, Giuseppe Cesaro, Biagio Liccardo nel collegio operai e Pasquale Iuliano in quello impiegatizio.
Per la segretaria nazionale della Fim Cisl Anna Trovò : “l’ elevato consenso registrato dalla Fim Cisl nel rinnovo delle Rsu alla Indesit di Caserta è la conferma della fiducia nei confronti dei nostri delegati e il segno del riconoscimento del lavoro fatto quotidianamente dalla Fim in fabbrica per difendere il lavoro, tutelare le persone, costruire i presupposti per il mantenimento di questa realtà industriale fondamentale per l’economia del territorio casertano. Ciò è tanto più importante in vista della progressiva integrazione delle attività industriali di Indesit e di Whirlpool”.
Per il segretario della Fim di Caserta Nicodemo Lanzetta: “il risultato ottenuto alla Indesit di Caserta è la conferma che i lavoratori alla fine riconoscono l’impegno e votato per chi, nel corso degli anni, gli è stato più vicino facendo solo sindacato e non politica”.
Per la segretaria nazionale della Fim Cisl Anna Trovò : “l’ elevato consenso registrato dalla Fim Cisl nel rinnovo delle Rsu alla Indesit di Caserta è la conferma della fiducia nei confronti dei nostri delegati e il segno del riconoscimento del lavoro fatto quotidianamente dalla Fim in fabbrica per difendere il lavoro, tutelare le persone, costruire i presupposti per il mantenimento di questa realtà industriale fondamentale per l’economia del territorio casertano. Ciò è tanto più importante in vista della progressiva integrazione delle attività industriali di Indesit e di Whirlpool”.
Per il segretario della Fim di Caserta Nicodemo Lanzetta: “il risultato ottenuto alla Indesit di Caserta è la conferma che i lavoratori alla fine riconoscono l’impegno e votato per chi, nel corso degli anni, gli è stato più vicino facendo solo sindacato e non politica”.
La vittoria della Fim è ancora più importante se si considera che essa avviene in un’azienda che ha subito un forte processo di ristrutturazione; in una tornata elettorale in cui la Fiom ha speso tutta la sua forza mettendo in campo la presenza in azienda del Segretario nazionale che segue il settore degli elettrodomestici e persino del suo leader Maurizio Landini
Ringraziamo tutti i lavoratori che hanno votato i nostri candidati e confermiamo il nostro impegno ad ogni livello affinché la grande opportunità della nascita di un grande gruppo industriale produttore di elettrodomestici determini migliori condizioni compressive preservando il patrimonio di esperienza, di capacità produttiva e di lavoro allocati in ognuna delle sedi aziendali e nel rispetto di tutti gli impegni già presi con i lavoratori.
Ringraziamo tutti i lavoratori che hanno votato i nostri candidati e confermiamo il nostro impegno ad ogni livello affinché la grande opportunità della nascita di un grande gruppo industriale produttore di elettrodomestici determini migliori condizioni compressive preservando il patrimonio di esperienza, di capacità produttiva e di lavoro allocati in ognuna delle sedi aziendali e nel rispetto di tutti gli impegni già presi con i lavoratori.
lunedì 24 novembre 2014
INDESIT, ADESIONI ALL'OPA DI WHIRLPOOL OLTRE IL 90%, ORA LO SQUEEZE OUT
Con riferimento all'offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria promossa da Whirlpool Italia Holdings S.r.l. (l'"Offerente"), ai sensi degli artt. 102 e 106, comma 1 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, come successivamente modificato ed integrato (il "TUF"), su 34.244.635 azioni ordinarie, aventi ciascuna valore nominale di Euro 0,90 e godimento regolare, emesse da Indesit Company S.p.A. ("Indesit" o l'"Emittente"), pari al 29,99% del capitale sociale di Indesit, comunicata al mercato in data 14 ottobre 2014 (l'"Offerta"), l'Offerente rende noto che in data 21 novembre si è concluso il periodo di adesione all'Offerta (il "Periodo di Adesione").
Sulla base dei risultati provvisori comunicati da Banca IMI S.p.A. in qualità di Intermediario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delle Adesioni, sono state portate in adesione all'Offerta 31.301.927 azioni ordinarie Indesit, pari al 27,42% circa del capitale sociale dell'Emittente e al 91.407% circa delle azioni ordinarie di Indesit oggetto dell'Offerta, per un controvalore complessivo di Euro 344.321.197,00.
Si segnala che nel corso del Periodo di Adesione l'Offerente non ha effettuato, né direttamente, né indirettamente, acquisti aventi ad oggetto le azioni ordinarie di Indesit al di fuori dell'Offerta.
Il corrispettivo dovuto ai titolari delle azioni ordinarie di Indesit portate in adesione all'Offerta, pari ad Euro 11 per azione, sarà pagato agli aderenti all'Offerta in data 28 novembre 2014, corrispondente al quinto giorno di borsa aperta successivo alla chiusura del Periodo di Adesione, a fronte del contestuale trasferimento del diritto di proprietà su tali azioni a favore dell'Offerente.
Tenuto conto delle 31.301.927 azioni ordinarie di Indesit portate in adesione all'Offerta (sulla base dei risultati provvisori di cui sopra), delle 68.924.071 azioni ordinarie di Indesit, rappresentative del 60,37% del capitale sociale di Indesit, già direttamente detenute dall'Offerente prima dell'inizio del Periodo di Adesione (e quindi ad oggi) e delle 11.008.260 azioni proprie dell'Emittente, pari al 9,64% del capitale sociale di Indesit, ad esito dell'Offerta l'Offerente verrà a detenere, direttamente o (per quanto riguarda le azioni proprie di Indesit) indirettamente, complessive 111.234.258 azioni ordinarie di Indesit, pari al 97,42% del capitale sociale dell'Emittente.
In considerazione dell'avvenuto raggiungimento da parte dell'Offerente, sulla base dei risultati provvisori di cui sopra e delle azioni ordinarie di Indesit ad oggi direttamente e indirettamente detenute dall'Offerente, di una partecipazione superiore al 95% del capitale sociale di Indesit, si rende noto che:
(i) ai sensi e per gli effetti dell'art. 40-bis, comma 1, lett. b), del Regolamento CONSOB n.11971 del 14 maggio 1999, come successivamente modificato ed integrato (il "Regolamento Emittenti"), la riapertura dei termini del Periodo di Adesione non avrà luogo;
(ii) ricorreranno i presupposti di legge per il diritto di acquisto, ai sensi dell'art. 111 del TUF (di cui l'Offerente ha dichiarato di volersi avvalere nel Documento di Offerta) e per l'obbligo di acquisto, ai sensi dell'art. 108, comma 1, del TUF, relativamente alle azioni ordinarie di Indesit non ancora portate in adesione all'Offerta e quindi 2.942.708 azioni ordinarie di Indesit, pari al 2,58% del capitale sociale dell'Emittente, al prezzo dovuto ai titolari delle azioni ordinarie di Indesit portate in adesione all'Offerta pari ad Euro 11 per azione.
Le indicazioni sulle modalità e termini con cui l'Offerente adempirà all'obbligo di acquisto ai sensi dell'art. 108, comma 1, del TUF ed eserciterà il diritto di acquisto ai sensi dell'art. 111 del TUF, saranno fornite nel comunicato contenente i risultati definitivi dell'Offerta. I risultati definitivi dell'Offerta saranno resi noti con apposito comunicato diffuso dall'Offerente entro il 27 novembre 2014 ai sensi dell'art. 41, comma 6, del Regolamento Emittenti.
Il documento di offerta, contenente la descrizione puntuale dei termini e delle condizioni dell'Offerta, approvato dalla CONSOB con delibera n. 19055 del 29 ottobre 2014 e pubblicato in data 30 ottobre 2014, è disponibile sui siti internet di Indesit e del Global Information Agent sodali-transactionse presso la sede legale dell'Offerente, dell'Intermediario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delle Adesioni e degli Intermediari Incaricati.
FIRMA PER DIFENDERE IL LAVORO DEI PATRONATI
In vista della discussione in aula del testo della Legge di Stabilità 2015 - l’arrivo alla Camera dei Deputati è previsto per il prossimo 24 novembre- prende corpo la mobilitazione dei patronati e delle organizzazioni dei lavoratori veneziane per modificarne la norma che prevede un drastico taglio (pari a oltre un terzo) delle risorse destinante all’attività di patronato.
I patronati CEPA (quelli collegati alle organizzazioni del lavoro, Inas Cisl, Inca Cgil, Ital Uil e Acli), rivendicano infatti il diritto per i cittadini di poter beneficiare gratuitamente della loro assistenza e tutela, una condizione che verrebbe di fatto cancellata dalla riduzione dei finanziamenti che- sottolineano- non è carico dello Stato ma di un fondo alimentato da una piccola quota (0,226) dei contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti ed autonomi, che si vorrebbe portare allo 0,148% (-34,5%) Una posizione condivisa in pieno dalle organizzazioni sindacali che, a sostegno delle loro posizioni, fanno richiamo al dettato costituzionale.
L’attività dei patronati è cresciuta in modo esponenziali negli ultimi anni a seguito della progressiva riduzione degli sportelli al pubblico dell’Inps e dalla introduzione della telematica nella gestione di tutte le pratiche previdenziali ed assistenziali. “La sinergia tra patronati ed enti socio-assistenziali dovrebbe essere presa ad esempio come modello di efficienza, riduzione dei costi e qualità del servizio al pubblico da proporre a tutta la pubblica amministrazione”.
L’obiettivo è duplice: informare i cittadini sugli effetti nefasti che comporta la norma della Legge di Stabilità 2015 dove si prevede un taglio drastico delle risorse destinati al funzionamento gratuito ed universale dei patronati e raccogliere firme sulla petizione nazionale in cui si chiede al governo di ritirare questa scelta. Si tratta di una vera e propria campagna di sensibilizzazione, organizzata in modo unitario dai patronati aderenti al CEPA, che ha preso il via dopo che le voci sul taglio delle risorse del Fondo Patronati si sono tramutate nella peggiore delle ipotesi: il testo di legge inviato alle Camere prevede un secco – 35% già a partire da quest’anno che in euro si traduce in meno 150 milioni, dei 430 previsti annualmente. Vale la pena ricordare che l'attività dei patronati, fa risparmiare ogni anno alla pubblica amministrazione qualcosa come 657 milioni di euro. Pr ogni euro, erogato ai patronati la P.A. risparmia 0,53 €. Al fatto che in pochi anni i patronati hanno raddoppiato utenti e attività, concorrono più cause. La prima è che l’Inps ha ridotto notevolmente l’apertura dei propri sportelli al pubblico e ha informatizzato tutte le procedure, compresa la raccolta delle domande. Lo ha fatto per contenere i costi e aumentare la sua efficienza. Le persone si sono quindi rivolte ai patronati, più di prima. Abbiamo stimato che nel 2013 l’insieme dei patronati (sono almeno una ventina quelli con una presenza significativa) hanno avuto 14 milioni di contatti che corrispondono ad almeno 7-8 milioni di cittadini. Nel caso dell’Inas siamo passati dal milione e 100 mila del 2008 ai 2,2 milioni del 2013: un raddoppio dei contatti. Aggiungiamo che la crisi e gli interventi di riforma hanno dato luogo a due fenomeni contrapposti: meno domande di pensione (ma tanta richieste di informazioni in più) e aumento vertiginoso delle pratiche di assistenza sociale per i disoccupati.
Evidentemente però questa crescita da fastidio a quei gruppi di interesse che puntano a fare pressione sull’opinione pubblica e sulla politica per ottenere un drastico taglio delle risorse destinate ai patronati. Certamente torneranno alla carica nei prossimi mesi, in prossimità delle manovre finanziarie del governo e dei provvedimenti della cd spending review.
Le argomentazioni di tali gruppo, sono infondate e gli obiettivi sono diversi da quelli dichiarati. Partiamo dalle argomentazioni. Dicono che i patronati sono i forzieri, il bancomat dei sindacati. Nulla di più lontano dalla realtà. Oggi i grandi patronati, come lo è l’Inas, fanno fronte al bisogno di assistenza delle persone grazie anche ad una rete di collaboratori messi a disposizione (compensi compresi) dai sindacati di riferimento. L’attività è stata raddoppiata grazie a loro, alla informatizzazione, ad una migliore organizzazione del lavoro e ad un forte aumento della produttività. Il finanziamento pubblico è già stato ridotto. L’obiettivo vero è quello di cancellare la gratuità di questi servizi, obbligare le persone a pagarsi l’assistenza e la tutela. Una ipotesi inaccettabile, proprio mentre il loro lavoro è visto in maniera positiva dai cittadini. Proprio per questo si vuole eliminarne la gratuità. Due anni fa un istituto di ricerca ha sondato l’opinione degli italiani sui patronati, Inas compreso. Il risultato ha sorpreso noi e pure i ricercatori: l’89% degli intervistati ha espresso un giudizio positivo se non lusinghiero sul modo con cui operiamo e non solo sulla gratuità ma anche, ad esempio, per il fatto che spesso, oltre che a fornire assistenza, i nostri operatori sono gli unici che ascoltano i loro problemi.
domenica 23 novembre 2014
ESTHER BERROZPE, GUIDERA' L'INTEGRAZIONE TRA WHIRLPOOL E INDESIT
Secondo quanto riportato dalla stampa, sarà una donna, la spagnola Esther Berrozpe, 45 anni presidente di Whirlpool per l'area Emea (oltre all'Europa, Africa e Medio oriente), a guidare l'integrazione tra Whirlpool e Indesit. La Berrozpe, laureata in Economia e Businness in Spagna, ha trascorso lunghi periodi per studio e lavoro in Italia, in Whirlpool dal 2000, è stata la prima donna nella storia del colosso americano degli elettrodomestici ad assumere la presidenza di Whirlpool Emea. Nominata recentemente membro del cda di Indesit, ha visitato Fabriano insieme al presidente Jeff Fettig nelle scorse settimane. Dopo la chiusura dell'Opa di venerdi, Whirlpool ha in mano il 97,42% del capitale dell'azienda di Fabriano venduta dalla famiglia Merloni, dopo anni di battaglie interne, e costata al gigante Usa degli elettrodomestici circa 1,1 miliardi di euro, di cui 758 pagati alla famiglia per il 60,4%, e il resto agli azionisti di minoranza. Ma già ora, grazie all'azienda italiana, Whirlpool, fatturato 18 miliardi di dollari, diventa la prima impresa del settore in Europa (Russia e Turchia comprese), con una quota del 18-19% e la prima al mondo con il 12,80% del mercato. La manager partirà comunque con un vantaggio di non poco conto, nell'ultimo triennio, l'acquisitrice Whirlpool Europe ha realizzato perdite per 98 milioni mentre l'acquisita Indesit ha realizzato profitti netti per 124 milioni. L'utile operativo degli americani è oggi allo 0,8%, quello di Indesit al 3,1%.
sabato 22 novembre 2014
TASSE, LE PROPOSTE DELLA CISL PER UNA RIFORMA DEL SISTEMA FISCALE
Fisco forever, con buona pace per Renzi. Infatti, nel 2013, seppure nel permanere di un quadro di crescita molto limitata dei redditi nominali e di una riduzione di quelli reali (-0,74%), si è verificata una riduzione del peso dell'Irpef, di modo che il reddito nominale disponibile è cresciuto (0,97%) più del reddito complessivo (0,46%). La riduzione dell'imposta mediamente pagata dai lavoratori dipendenti e pensionati della banca dati Caf Cisl è stata del -2%, pari a circa 77 euro. E' questa la sintesi dell'analisi Cisl e Caf Cisl sulle dicihiarazioni dei reddii di lavoratori dipendenti e pensionati, presentatati nei giorni scorsi a Roma. Tre le voci che hanno contribuito a ridurre l'imposta netta nel 2013. In primo luogo, le detrazioni per familiari a carico, usufruite in particolar modo dai lavoratori dipendenti, che crescono sia per effetto delle modifiche legislative relative alle detrazioni per figli (la detrazione massima passa da 800 a 950 euro per figli di tre o più anni e da 900 a 1.220 euro per figli al di sotto di questa età), sia per l'aumento della platea dei beneficiari. In particolare, l'incremento registrato in alcune regioni meridionali (Calabria e Campania) è imputabile, non tanto all'aumento dei tassi di natalità, quanto al crescere del numero di persone fiscalmente a carico. Poi gli oneri detraibili al 19%, che continuano a ridurre in maniera importante l'imposta lorda, seppure ridotti a seguito delle modifiche legislative che hanno riguardato le spese per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni. Il dimezzamento del tetto di spesa detraibile, da 1.290,11 a 630 euro, ha comportato una forte contrazione della detrazione massima, da 245 a 120 euro.
Infine, le detrazioni per recupero edilizio sono state innalzate al 50% della spesa per tutto il 2013,a differenza del 2012 in cui questa quota era riservata solo alle spese effettuate nella seconda metà dell'anno (nella prima metà vigeva il 36%). Detrazioni per recupero del patrimonio edilizio e per risparmio energetico, negli anni scorsi particolarmente diffuse al Nord, iniziano a diffondersi anche nel resto del Paese. In particolare, in Sardegna e Basilicata, beneficiari di queste agevolazioni sono cresciuti del 50%i n appena quattro anni.
Sono cresciute però le addizionali (regionali e comunali, queste ultime soprattutto tra 2012 e 2013, in corrispondenza dell'abolizione dell'Imu sulla prima casa) ed è reintrodotta la tassazione sulle prime case (dall'Imu 2012 alla Tasi 2014) la quale, in alcuni casi, significa aumento rispetto al passato.
La Cisl ha in mente un fisco completamente differente e lancia la sua proposta: "Il federalismo fiscale - ha detto il segretario generale Cisl, Annamaria Furlan - non ha funzionato, Ad un aumento delle imposte erariali non è seguito un calo delle imposte locali. Colpite le case, prime e seconde, senza una progressività, e senza colpire i soggetti (10%) che detengono il 50% degli immobili. Veniamo alle rendite. E' vero che è stata innalzata la tassa a livellli più europei ma occorre mettere più ordine e cercare di colpire i patrimoni, le ricchezze e le transazioni finanziarie, che generano speculazione, con il coinvolgimento degli altri partmer europei".
"D'altronde - ha insistito Annamaria Furlan - l'Italia ha un debito pubblico record che corrisponde però ad un quarto della ricchezza nazionale prodotta. E' chiaro che i conti non tornano. Questo dato porta a rilanciare la battaglia storica della Cisl contro l'evazione fiscale: 150 mld di evasione irpef, 50 di iva, 50 di contributi previdenziali e 70 mld dalla corruzione. Una formula vincente potrebbe essere il contrasto di interessi, in cui ogni cittadino è incentivato a farsi fare scontrini e fatture pe poi detrarle dalla dichiarazione dei redditi. Allora la Cisl presenterà queste sue idee, in modo più articolato, neei luoghi di lavoro, tra la gente e dove si riunisce la gente, in modo che si formi un consenso dal basso".
Tornando all'analisi Cisl-Caf, si conferma che all'aumento delle imposte locali, non corrisponde una pari riduzione di quelle erariali (considerandole principali imposte statali, la pressione fiscale sulle famiglie è del 29,7% nel 2010 come nel 2014). Le imposte erariali tendono verso un cambio di composizione: dal reddito verso i consumi (l'incidenza dell'Irpef passa dal 20,35% al 19,3%, quella di Iva e accise dal 9% del 2010 al 10,1% del 2014). Di conseguenza la pressione fiscale sulle famiglie aumenta (dal 30,8% nel 2010 al 31,1% nel 2014).
Infine, "il bonus ha determinato una redistribuzione - ha sottolineato il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli - a favore delle famiglie dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito. Hanno beneficiato in qualche modo di questa misura ben 8,6 mln di famiglie italiane, un terzo del totale, per un importo medio di 683 euro.
"In un orizzonte di medio termine (2010-14) - ha detto Petriccioli - il bonus e gli aumenti di detrazioni per familiari e per lavoro dipendente (oltre alle agevolazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico) intervenuti dal 2010 sono stati, nel complesso delle famiglie, più che compensati dall'aumento di Iva, accise e addizionali Irpef1. Solo le famiglie dei lavoratori dipendenti conservano, in media, un piccolo beneficio.
(17 novembre 2014)
FONTE: CONQUISTE DEL LAVORO
venerdì 21 novembre 2014
WHIRLPOOL AL 97,42% DI INDESIT DOPO OPA CHIUSASI OGGI. SCATTA OBBLIGO ACQUISTO SUL RESIDUO
Whirlpool è salita al 97,42% di Indesit a seguito dell'Opa obbligatoria conclusa come previsto oggi pomeriggio e facendo scattare il diritto/obbligo di acquisto sul 2,58% restante.
Lo dice una nota ricordando che, prima dell'offerta, Whirlpool già deteneva il 60,37% di Indesit.
Il corrispettivo dell'Opa, pari a 11 euro per azione, sarà pagato il 28 novembre prossimo.
Termini e modalità di esercizio del diritto/obbligo di acquisto saranno comunicati con i risultati definitivi dell'offerta entro il 27 novembre.
Lo dice una nota ricordando che, prima dell'offerta, Whirlpool già deteneva il 60,37% di Indesit.
Il corrispettivo dell'Opa, pari a 11 euro per azione, sarà pagato il 28 novembre prossimo.
Termini e modalità di esercizio del diritto/obbligo di acquisto saranno comunicati con i risultati definitivi dell'offerta entro il 27 novembre.
giovedì 20 novembre 2014
A BOLOGNA INCONTRO TRA I DELEGATI DELLA FIM DI WHIRLPOOL E INDESIT
PER VEDERE LE FOTO DELL'EVENTO PUOI FARLO CLICCANDO SUL SUCCESSIVO LINK
https://drive.google.com/folderview?id=0BxBm3GuA69CdZUZUS3ljcDVGRXM&usp=sharing
mercoledì 19 novembre 2014
FONDO METASALUTE, NOVITA' INTERESSANTI DAL PIANO SANITARIO 2015
In allegato trovate il nuovo piano sanitario di MétaSalute in vigore dal 1° Gennaio 2015.
Si conferma la bontà del prodotto che a partire dal 2015, quando la contribuzione aumenterà a 72 € annui così come previsto dal Ccnl 5 dicembre 2012, vede il miglioramento delle prestazioni già esistenti e l'introduzione di nuove coperture assistenziali. Il piano sanitario verrà inviato a tutti i lavoratori che sono già iscritti a metaSalute a cura del fondo stesso.
Per leggere il documento cliccate sul link qui sotto.
https://drive.google.com/file/d/0BxBm3GuA69CdSlVvZ3kxa0o5UUU/view?usp=sharing
lunedì 17 novembre 2014
DICHIARAZIONE ISEE, IL NUOVO MODULO OPERATIVO DAL 1° GENNAIO 2015
Ecco il nuovo modello ISEE 2015, l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, con le relative istruzioni per la compilazione, tra le novità la possibilità di presentare una dichiarazione semplificata, il "modello MINI
Come aveva annunciato qualche giorno fa il Ministero del Lavoro, oggi è il giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione del nuovo modello di dichiarazione necessario per ottenere l'Isee, insieme alle relative istruzioni per la compilazione, firmato lo scorso 7 novembre. La pubblicazione di oggi permetterà di rendere pienamente operativa la riforma dell'Isee, a partire dal 1° gennaio. La normativa, infatti, prevede l'utilizzo delle nuove regole a partire dai trenta giorni successivi all'entrata in vigore del decreto (cioè, complessivamente, il 45esimo giorno dopo la pubblicazione).La decisione di posticipare l'entrata in vigore delle nuove regole all'inizio del 2015 era stata presa per venire incontro alle richieste degli enti erogatori, in particolare i Comuni, che con l'ultima tornata di elezioni amministrative hanno visto rinnovarsi oltre metà delle giunte. In questo modo si è dato il tempo di aggiornare le regole vigenti per l'erogazione delle prestazioni sociali, quando opportuno, ai cambiamenti operati con la riforma.
Le principali novità del nuovo modello di dichiarazione (DSU, dichiarazione sostitutiva unica) riguardano:
la possibilità di presentare una dichiarazione semplificata - il "modello MINI" - che riguarderà la gran parte delle situazioni ordinarie;
per le altre situazioni, una dichiarazione fatta a "moduli", ciascuno specifico di una particolare prestazione o condizione del beneficiario (es, richiesta di prestazioni socio-sanitarie con un nucleo ristretto per facilitare la persona con disabilità ovvero prestazioni universitarie quando lo studente non è nel nucleo familiare di origine, ecc.).
la possibilità di presentare una dichiarazione semplificata - il "modello MINI" - che riguarderà la gran parte delle situazioni ordinarie;
per le altre situazioni, una dichiarazione fatta a "moduli", ciascuno specifico di una particolare prestazione o condizione del beneficiario (es, richiesta di prestazioni socio-sanitarie con un nucleo ristretto per facilitare la persona con disabilità ovvero prestazioni universitarie quando lo studente non è nel nucleo familiare di origine, ecc.).
Si ricorda che con le nuove regole sarà possibile aggiornare la propria situazione economica quando si perde il lavoro (più in generale quando il reddito diminuisce di almeno il 25%) senza aspettare che il peggioramento delle condizioni venga prima registrato dalle dichiarazioni fiscali; si potrà in questi casi presentare una dichiarazione particolare per ottenere l'ISEE corrente".
Infine si ricorda che molte informazioni non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione (es. il reddito complessivo o altre informazioni già presenti negli archivi dell'INPS o dell'Agenzia delle entrate), ma direttamente recuperate negli archivi.
sabato 15 novembre 2014
ULTIMA SETTIMANA, SALVO PROROGHE PER L'OPA DI WHIRLPOOL ITALIA HOLDINGS SU INDESIT COMPANY
Prosegue l’offerta pubblica di acquisto lanciata da Whirlpool Italia Holdings su Indesit. Dal 3 novembre scorso data dello start dell'Opa, sono state consegnate 2.888.604 azioni, pari all’8,435% dell’ammontare dei titoli oggetto dell'offerta pari a 34.244.635 azioni ordinarie di Indesit Company S.p.A., aventi ciascuna valore nominale di 0,90 Euro e godimento regolare.
Come noto, si chiuderà alle ore 17,30 (ora italiana) del 21 novembre, salvo proroghe, il periodo di adesione all'opa obbligatoria promossa da Whirlpool Italia Holdings sul 29,99% del capitale di Indesit Company. Il 21 novembre 2014 rappresenta, quindi, l’ultimo giorno utile per aderire all’offerta.
Il corrispettivo in contanti sarà pagato agli aderenti all’Offerta il quinto giorno di borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione, ossia il 28 novembre 2014, salvo proroghe. Nelle Marche gli azionisti privati sono 462 secondo i dati dei libri dei soci del 31 dicembre 2012
Il corrispettivo in contanti sarà pagato agli aderenti all’Offerta il quinto giorno di borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione, ossia il 28 novembre 2014, salvo proroghe. Nelle Marche gli azionisti privati sono 462 secondo i dati dei libri dei soci del 31 dicembre 2012
DAL 1° GENNAIO 2015 PARTE LA NUOVA TESSERA CISL CARD
La CISL consegna a tutti i suoi associati la nuova tessera Card con funzioni di pagamento. La tessera CISL Card, oltre ad essere il segno distintivo dell’adesione degli associati alla nostra organizzazione, è anche una carta prepagata ricaricabile che consentirà a tutti gli iscritti di poter beneficiare di tutti i servizi della CISL e di esclusivi sconti sugli acquisti.
giovedì 13 novembre 2014
INIZIA IL NEW DEAL DELLA FIM-CISL, MARCO BENTIVOGLI ELETTO SEGRETARIO NAZIONALE
(Marco Bentivogli, Guanito Morici e il segretario nazionale della Fim-Cisl dell'epoca Giorgio Caprioli , nel congresso della Fim di Ancona del 2001) |
Inizia il new deal, il nuovo corse della Fim-Cisl, infatti Marco Bentivogli, oggi è stato eletto alla guida della categoria metalmeccanici della Cisl. Lo ha eletto il Consiglio Generale dei metalmeccanici della Cisl, riunitosi a Roma, in sostituzione di Giuseppe Farina passato nei giorni scorsi alla Segreteria Confederale Cisl, guidata da Annamaria Furlan, e che lo ha indicato come suo successore. Bentivogli con i suoi 44 anni, dei quali otto spesi come segretario generale della Fim - Marche, spiega la Cisl, rappresenta "una vera svolta generazionale e la sua scelta accelera il processo di riorganizzazione e rinnovamento in coerenza con la miglior storia dell'organizzazione, ma anche con la necessità della svolta radicale di cui il sindacalismo nazionale ha bisogno". "Sull’indicazione del segretario uscente Farina, la Fim ha espresso consenso quasi unanime per Marco Bentivogli eletto nuovo segretario generale con 134 voti su 143 votanti" e le schede bianche sono state 9.
mercoledì 12 novembre 2014
DOMANI CAMBIO AL VERTICE DELLA FIM-CISL, MARCO BENTIVOGLI SUBENTRA A BEPPE FARINA
Marco Bentivogli sarà il nuovo segretario generale della Fim. L'elezione avverrà al termine del Consiglio Generale di domani, 13 novembre.
Bentivogli, 44 anni, prenderà il posto di Giuseppe Farina, 60 anni, approdato alla segreteria confederale della Cisl di Anna Maria Furlan. Farina ha ricoperto l'incarico di segretario generale dei metalmeccanici della Cisl dal 2008, quando subentrò a Giorgio Caprioli. Figlio d'arte, è figlio di Franco Bentivogli, segretario della stessa Fim- Cisl negli anni Settanta, è sostenitore di una riforma radicale delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, di una organizzazione 2.0, come ha spiegato più volte, che coniughi "i valori migliori e la tecnologia".
“Bisogna cambiare i riti, le forme, le modalità del sindacato. Ma cambiare passo sul serio - dice Bentivogli- rispetto a un modello organizzativo che è la brutta copia di quello degli anni Settanta e che per questo lascia troppi buchi nella capacità di rappresentare tutto il mondo del lavoro. Oggi solo un giovane su 10 lavoratori è iscritto al sindacato confederale, è un dato che ci impone di ripartire da loro”.
Bentivogli, protagonista delle grandi vertenze sindacali, è l’immagine di una Cisl che guarda al futuro. Tecnologie, organizzazione, comunicazione, formazione, giovani. Con in testa idee nuove e con il cuore tra i lavoratori. Non ci faremo fregare, tutti che chiedono al sindacato di cambiare e tutti innamorati dei sindacalisti simbolici della bolla spazio temporale di Crozza. Fa troppo comodo un sindacato che candida i lavoratori alle eroiche sconfitte, noi vogliamo fare vincere il lavoro e i lavoratori.
Bentivogli, 44 anni, prenderà il posto di Giuseppe Farina, 60 anni, approdato alla segreteria confederale della Cisl di Anna Maria Furlan. Farina ha ricoperto l'incarico di segretario generale dei metalmeccanici della Cisl dal 2008, quando subentrò a Giorgio Caprioli. Figlio d'arte, è figlio di Franco Bentivogli, segretario della stessa Fim- Cisl negli anni Settanta, è sostenitore di una riforma radicale delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, di una organizzazione 2.0, come ha spiegato più volte, che coniughi "i valori migliori e la tecnologia".
“Bisogna cambiare i riti, le forme, le modalità del sindacato. Ma cambiare passo sul serio - dice Bentivogli- rispetto a un modello organizzativo che è la brutta copia di quello degli anni Settanta e che per questo lascia troppi buchi nella capacità di rappresentare tutto il mondo del lavoro. Oggi solo un giovane su 10 lavoratori è iscritto al sindacato confederale, è un dato che ci impone di ripartire da loro”.
Bentivogli, protagonista delle grandi vertenze sindacali, è l’immagine di una Cisl che guarda al futuro. Tecnologie, organizzazione, comunicazione, formazione, giovani. Con in testa idee nuove e con il cuore tra i lavoratori. Non ci faremo fregare, tutti che chiedono al sindacato di cambiare e tutti innamorati dei sindacalisti simbolici della bolla spazio temporale di Crozza. Fa troppo comodo un sindacato che candida i lavoratori alle eroiche sconfitte, noi vogliamo fare vincere il lavoro e i lavoratori.
martedì 11 novembre 2014
PROSEGUE L'OPA OBBLIGATORIA DI WHIRLPOOL SU INDESIT
E' scattata una settimana fa e prosegue l'Opa, l'offerta pubblica di acquisto lanciata da Whirlpool Italia Holdings su Indesit e fino ad ora sono state consegnate 1.639.415 azioni, pari al 4,787% dell’ammontare dei titoli oggetto dell'offerta. Ultimo giorno utile per aderire il 21 novembre 2014, alle 17,30 ora italiana, si concluderà il periodo di adesione all'opa obbligatoria promossa da Whirlpool Italia Holdings sul 29,99% del capitale di Indesit Company. L'offerta ha per oggetto 34.244.635 azioni ordinarie di Indesit Company S.P.A., aventi ciascuna valore nominale di 0,90 euro e godimento regolare. Dal 14 ottobre 2014, a seguito del completamento dell'acquisizione delle quote in mano a Fineldo e ai Merloni, Whirlpool Italia Holdings detiene il 66,8% dei diritti di voto di Indesit Company. Ai rimanenti azionisti e' stato offerto il corrispettivo in contanti per azione pari a 11 euro, che equivale a un premio del 17% circa rispetto all'andamento medio ponderato del titolo nell'ultimo anno precedente all'annuncio della stipula dei contratti per l'acquisizione della maggioranza in Indesit Company da parte di Whirlpool Corporation. Il corrispettivo in contanti sara' pagato agli aderenti all'offerta il quinto giorno di borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione, ossia il 28 novembre, salvo proroghe.
lunedì 10 novembre 2014
FONDO COMETA: RENDIMENTI MESE DI OTTOBRE 2014
Complici l'andamento altalenante dello spread ed i rally borsistici di Milano, leggera flessione per i comparti del fondo di previdenza complementare dei metalmeccanici, eccezion fatta per quello reddito, che fa registrare un seppur lieve apprezzamento, mentre quello crescita mette in archivio il secondo calo consecutivo, dopo il grande balzo di agosto.
domenica 9 novembre 2014
sabato 8 novembre 2014
venerdì 7 novembre 2014
ELEZIONI FONDO COMETA, DICHIARAZIONE DI ANNA TROVO'
Si è conclusa ieri la fase elettorale per il rinnovo dell'assemblea dei delegati di Cometa iniziato nello scorso mese di luglio.
Per quanto riguarda i rappresentanti dei lavoratori iscritti la partecipazione al voto è stata molto bassa; i votanti sono sono stati 72.047 su 417.000 aventi diritto al voto.
La lista Fim ha ricevuto 16.376 voti, la lista Fiom 41.331 voti, la lista Uilm 8.700 voti, la lista Fismic 2.910 voti, la lista Ugil 2.360 voti.
La composizione dell'Assemblea Cometa per la parte lavoratori pertanto sarà la seguente
Fiom 26 delegati, Fim 10 delegati, Uilm 5 delegati, Fismic 2 delegati, Ugil 2 delegati.
Gli eletti Fim sono:
Tracchia Antonio (Sevel spa), Gosparini Adriano (Nuovo Pignone srl), Guerzoni Roberto (C.R.F SOC Consort per azioni), De Santis Danilo (Selex ES Spa), Caregaro Massimo (Ferroli Spa), De Francesco Giuseppe (AnsaldoBreda Spa), Oberti Mariosergio (Dalmine Spa), Stefanelli Stefano (Saeco International Group Spa), Cotelli Claudio Ivano (Fabbrica D’Armi Pietro Beretta Spa), D’Accardi Christian (Indesit Company Spa)
Per quanto riguarda i rappresentanti dei lavoratori iscritti la partecipazione al voto è stata molto bassa; i votanti sono sono stati 72.047 su 417.000 aventi diritto al voto.
La lista Fim ha ricevuto 16.376 voti, la lista Fiom 41.331 voti, la lista Uilm 8.700 voti, la lista Fismic 2.910 voti, la lista Ugil 2.360 voti.
La composizione dell'Assemblea Cometa per la parte lavoratori pertanto sarà la seguente
Fiom 26 delegati, Fim 10 delegati, Uilm 5 delegati, Fismic 2 delegati, Ugil 2 delegati.
Gli eletti Fim sono:
Tracchia Antonio (Sevel spa), Gosparini Adriano (Nuovo Pignone srl), Guerzoni Roberto (C.R.F SOC Consort per azioni), De Santis Danilo (Selex ES Spa), Caregaro Massimo (Ferroli Spa), De Francesco Giuseppe (AnsaldoBreda Spa), Oberti Mariosergio (Dalmine Spa), Stefanelli Stefano (Saeco International Group Spa), Cotelli Claudio Ivano (Fabbrica D’Armi Pietro Beretta Spa), D’Accardi Christian (Indesit Company Spa)
“Ringraziamo i lavoratori e le lavoratrici iscritti a Cometa che hanno scelto la nostra lista e i nostri candidati dandoci fiducia e confermiamo il nostro impegno, mai interrotto dalla istituzione del fondo di previdenza complementare del settore, sia attraverso le scelte contrattuali, sia attraverso la buona gestione di Cometa, affinché il nostro fondo continui ad essere un essenziale strumento di tutela, per il futuro previdenziale dei metalmeccanici”.
mercoledì 5 novembre 2014
lunedì 3 novembre 2014
I FONDI PENSIONE BATTONO 6 A 1 IL TFR MA IL GOVERNO RENZI RISCHIA DI AFFONDARE IL SISTEMA
Nei primi nove mesi dell’anno si è attestato al 6% il rendimento medio offerto dai fondi pensione negoziali, aziendali o di categoria. I migliori rendimenti sono stati ottenuti dai comparti più aggressivi, tutti in doppia cifra. Il Tfr (il 6,91% della retribuzione lorda) nello stesso periodo ha reso invece l’1%, al netto dell’aliquota dell’ 11%: la liquidazione mantenuta in azienda si rivaluta con un tasso dell’1,5%, più il 75% dell’indice del costo della vita. La deflazione che caratterizza il nostro paese ha portato a un risultato cui non si assisteva da molti anni a questa parte: la rivalutazione del Tfr è stata ottenuta solo grazie alla quota fissa (appunto l’1,5%), rapportata ai primi nove mesi dell’anno.
Malgrado il ritocco (scattato il 24 giugno scorso) nella tassazione sulle performance, passata dall’11% all’ 11,5%, la previdenza integrativa conferma insomma il suo andamento positivo. E anche nel medio termine vince alla grande sul Tfr: fra il primo gennaio 2000 e il 30 settembre scorso, tutti i tre fondi chiusi maggiori esistenti all’inizio del periodo considerato hanno battuto nettamente il 47,5% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con il 68,1%, seguito da Cometa (industria metalmeccanica e orafa) con il 61,5% e da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 59,5%.
Se i rendimenti ottenuti sono di tutto rispetto, però, la previdenza complementare stenta a decollare, anche a causa della crisi economica. In base ai dati della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione, guidata da Rino Tarelli), al 30 giugno scorso gli aderenti erano 6,386 milioni (di cui 4,446 milioni dipendenti privati), grosso modo un lavoratore su quattro.
Ma all'orizzonte si sta prospettando una sorpresa negativa, un vero e proprio siluro lanciato dal governo Renzi verso il sistema previdenziale e che rischia di farlo affondare o quanto meno minarne le fondamenta. Evidentemente i consiglieri economici del premier non conoscono il senso del termine: "tasso di sostituzione", ossia quanto sarà la pensione che si percepirà rispetto all'ultimo stipendio. Ebbene le pensioni del futuro scenderanno dal 75-80% attuale dell'ultimo stipendio a cifre attorno al 50 - 55% e la necessità delle pensioni integrative per non fare la fame da vecchi, risulta essere un imperativo categorico per assicurarsi una quiescenza decente, piuttosto che avere pochi spiccioli da spendere oggi, magari per pagarci le bollette piuttosto che rilanciare i consumi....
La bozza della legge di Stabilità prevede, però, due misure che rischiano di compromettere lo sviluppo di un sistema che per milioni di lavoratori sarà sempre più necessario: la prima è la possibilità, anche per gli iscritti ai fondi pensione, di ottenere in busta paga per tre anni l’accantonamento futuro del Tfr, che rappresenta la principale fonte di contribuzione. La seconda è un balzo in avanti (dall’attuale 11,5% al 20%) della tassazione sui rendimenti annuali degli strumenti previdenziali. L'operazione per trasferire il Tfr in busta paga - così come riferisce la bozza del governo - partirà dal primo marzo 2015 e sarà attuata fino al 30 giugno 2018 in via sperimentale. I lavoratori dipendenti del settore privato potranno quindi ricevere il contributo del trattamento di fine rapporto insieme al proprio stipendio. I beneficiari saranno coloro che, prima di tutto lo richiederanno,ma che dovranno avere un rapporto di lavoro da almeno sei mesi presso lo stesso datore. Inoltre la parte integrativa della retribuzione sarà tassata e non imponibile a fini previdenziali. La richiesta volontaria è irrevocabile fino al 30 giugno 2018.
Se saranno confermate, e la bozza del governo non subirà modifiche in Parlamento da qui a dicembre, queste due misure rappresenteranno una pesante ipoteca sullo sviluppo del settore. Un brusco stop allo sviluppo della previdenza complementare, inoltre, avrebbe un altro, pesante effetto collaterale. «I rendimenti positivi sono stati ottenuti grazie a scelte gestionali molto prudenziali, che hanno privilegiato soprattutto i titoli di Stato dell’area dell’euro. I fondi pensione hanno aumentato gli investimenti nell’economia italiana, in particolare nelle piccole e medie imprese; un rallentamento nella crescita dei patrimoni rischia di rallentare questo processo».
Malgrado il ritocco (scattato il 24 giugno scorso) nella tassazione sulle performance, passata dall’11% all’ 11,5%, la previdenza integrativa conferma insomma il suo andamento positivo. E anche nel medio termine vince alla grande sul Tfr: fra il primo gennaio 2000 e il 30 settembre scorso, tutti i tre fondi chiusi maggiori esistenti all’inizio del periodo considerato hanno battuto nettamente il 47,5% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con il 68,1%, seguito da Cometa (industria metalmeccanica e orafa) con il 61,5% e da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 59,5%.
Se i rendimenti ottenuti sono di tutto rispetto, però, la previdenza complementare stenta a decollare, anche a causa della crisi economica. In base ai dati della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione, guidata da Rino Tarelli), al 30 giugno scorso gli aderenti erano 6,386 milioni (di cui 4,446 milioni dipendenti privati), grosso modo un lavoratore su quattro.
Ma all'orizzonte si sta prospettando una sorpresa negativa, un vero e proprio siluro lanciato dal governo Renzi verso il sistema previdenziale e che rischia di farlo affondare o quanto meno minarne le fondamenta. Evidentemente i consiglieri economici del premier non conoscono il senso del termine: "tasso di sostituzione", ossia quanto sarà la pensione che si percepirà rispetto all'ultimo stipendio. Ebbene le pensioni del futuro scenderanno dal 75-80% attuale dell'ultimo stipendio a cifre attorno al 50 - 55% e la necessità delle pensioni integrative per non fare la fame da vecchi, risulta essere un imperativo categorico per assicurarsi una quiescenza decente, piuttosto che avere pochi spiccioli da spendere oggi, magari per pagarci le bollette piuttosto che rilanciare i consumi....
La bozza della legge di Stabilità prevede, però, due misure che rischiano di compromettere lo sviluppo di un sistema che per milioni di lavoratori sarà sempre più necessario: la prima è la possibilità, anche per gli iscritti ai fondi pensione, di ottenere in busta paga per tre anni l’accantonamento futuro del Tfr, che rappresenta la principale fonte di contribuzione. La seconda è un balzo in avanti (dall’attuale 11,5% al 20%) della tassazione sui rendimenti annuali degli strumenti previdenziali. L'operazione per trasferire il Tfr in busta paga - così come riferisce la bozza del governo - partirà dal primo marzo 2015 e sarà attuata fino al 30 giugno 2018 in via sperimentale. I lavoratori dipendenti del settore privato potranno quindi ricevere il contributo del trattamento di fine rapporto insieme al proprio stipendio. I beneficiari saranno coloro che, prima di tutto lo richiederanno,ma che dovranno avere un rapporto di lavoro da almeno sei mesi presso lo stesso datore. Inoltre la parte integrativa della retribuzione sarà tassata e non imponibile a fini previdenziali. La richiesta volontaria è irrevocabile fino al 30 giugno 2018.
Se saranno confermate, e la bozza del governo non subirà modifiche in Parlamento da qui a dicembre, queste due misure rappresenteranno una pesante ipoteca sullo sviluppo del settore. Un brusco stop allo sviluppo della previdenza complementare, inoltre, avrebbe un altro, pesante effetto collaterale. «I rendimenti positivi sono stati ottenuti grazie a scelte gestionali molto prudenziali, che hanno privilegiato soprattutto i titoli di Stato dell’area dell’euro. I fondi pensione hanno aumentato gli investimenti nell’economia italiana, in particolare nelle piccole e medie imprese; un rallentamento nella crescita dei patrimoni rischia di rallentare questo processo».
domenica 2 novembre 2014
STRUMENTI PER CAPIRE - TRATTAMENTO ECONOMICO FESTIVITA' DEL 4 NOVEMBRE - UNA GIORNATA RETRIBUITA IN PIU'
Il Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate è una festività della Repubblica Italiana, che ricorre il 4 novembre di ogni anno, in ricordo del 4 novembre 1918, celebrandosi l'anniversario della fine della prima guerra mondiale per l'Italia e continua a essere considerato giorno non festivo, dalla legge 54/77 che lo ha soppresso dalle giornate festive, per il quale però spetta comunque ai lavoratori dipendenti la prestazione economica prevista per le festività cadenti di domenica, infatti la sua celebrazione ha luogo nella prima domenica di novembre, e come sopra detto il lavoratore beneficerà del trattamento previsto per le festività che coincidono con la domenica.
La maggioranza dei Ccnl ha previsto la corresponsione ai dipendenti di un trattamento economico aggiuntivo corrispondente:
- nel sistema di paga mensilizzato: ad 1/26 della paga mensile (Cass., sez. lav. n. 14643/2006). ;
- nel sistema di paga orario: il trattamento retributivo corrispondente ad 1/6 dell’orario settimanale (Cass., sez. lav. n. 10309/ 2002).;
- una giornata aggiuntiva, la cui retribuzione è pari a 6,66 ore, pari alla risultante di 173 (le ore medie pagate mensilmente) diviso 26 (che sono le giornate medie considerate al mese).
Una curiosità, nel 2011, in occasione della neo istituita festa del 150° anniversario dell'Unità d'Italia del 17 marzo, la festività venne utilizzata per compensarne gli effetti economici e la retribuzione venne anticipata ai lavoratori da novembre a marzo.
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