Il 1° Gennaio del 2017 è la data in cui l'indennità di mobilità viene definitivamente sostituita dalla Naspi (Nuovo Assicurazione Sociale Per l'Impiego).
Cosi, ad inizio dell'ormai imminente 2017 terminerà un ciclo di transizione che ha portato la Naspi, istituita dal Dlgs 22/15 attuativo del Jobs Act, per tutti gli eventi di disoccupazione, verificatisi dal 1° maggio 2015, ad essere l'unico strumento adibito come ammortizzatore sociale per tutti coloro che perderanno il proprio posto di lavoro con l'eliminazione dei vari strumenti che vi erano in precedenza, come l'Aspi e la mini-Aspi, introdotte nel 2012 dalla riforma Fornero (legge 92/12). Il nuovo ammortizzatore sociale per l'impiego avrà durata pari alla metà dei mesi che il lavoratore ha prestato durante gli ultimi 4 anni e non potrà essere erogato per più di 2 anni.
Per quanto riguarda invece il calcolo dei pagamenti, la somma dovuta all'ex lavoratore dovrebbe aggirarsi intorno al 75% di ciò che percepiva nella sua busta paga. Da notare che la cifra erogata non potrà essere superiore ai 1300 Euro mensili, e che a partire dal 3 mese l'assegno percepito verrà decurtato periodicamente del 3% del suo importo fino alla fine della sua durata, mentre con la mobilità l’importo percepito risulta essere pari a quello della cassa integrazione.
Un’ulteriore differenza nel passaggio dalla mobilità alla Naspi riguarderà anche la durata della prestazione. Mentre la mobilità può durare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 48 mesi, la durata massima della Naspi è di 24 mesi.
Tuttavia si ricorda che tutti i lavoratori che hanno iniziato a percepire l’indennità di mobilità nel 2016 o precedentemente, continueranno a percepire il sussidio di disoccupazione fino alla sua naturale scadenza.
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