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operativa con la firma avvenuta nei giorni scorsi al Ministro del Lavoro del
decreto attuativo della legge di Stabilità, la tassazione agevolata al 10% sui premi
di produttività fino a 2.000 euro.
Infatti,
dopo lo stop del 2015, la detassazione del salario di produttività e delle
somme frutto della partecipazione agli utili dell’impresa, che avranno
l’aliquota al 10%, favorendo così la contrattazione di secondo livello. A
beneficiarne sarà anche il welfare aziendale: chi, in alternativa al bonus in
denaro, preferirà convogliare il corrispettivo benefit ad esempio in voucher
per il nido, la baby sitter o la mensa avrà per questi la detassazione totale
(saranno esentasse).
Detassazione
premi di produttività: quanto si risparmia? Facendo un rapido calcolo per il
premio di 2.000 euro per il dipendente, l’impresa avrebbe dovuto aggiungere 560
euro di contributi previdenziali. Per quanto riguarda il lavoratore invece il
bonus sarebbe stato soggetto a tassazione ordinaria, (con aliquote del 23% fino
a 15 mila euro, del 27% dal 15 a 28 mila euro e del 38% da 28 fino a 55 mila
euro) il che significa veder sparire più di un terzo dell’importo complessivo.
Con la normale tassazione, infatti, il lavoratore su un premio di 2.000 euro
avrebbe incassato circa 1.288 euro (la cifra varia in base all’aliquota IRPEF
di riferimento). Con la detassazione al 10% invece la cifra sale a 1.635 euro
con un risparmio di circa 350 euro.
I
tetti per la detassazione del salario di secondo livello: la platea riguarda i
lavoratori dipendenti che hanno un reddito fino a 50.000 euro lordi annui; il
limite per la tassazione agevolata al 10% è di 2.000 euro lordi annui per i
premi di produttività; il limite sale a 2.500 euro nei casi di partecipazione
dei lavoratori agli utili dell’impresa.
Il
decreto, inoltre elenca 20 parametri possibili per misurare gli incrementi di
produttività. Eccoli: volume della produzione rispetto ai dipendenti; fatturato
per dipendente; margine operativo lordo; indici di soddisfazione del cliente;
diminuzione di riparazioni e rilavorazioni; riduzione degli scarti di
lavorazione; percentuale di rispetto dei tempi di consegna; rispetto delle
previsioni di avanzamento lavori; modifiche dell’organizzazione del lavoro;
lavoro agile; modifiche dei regimi di orario; rapporto tra costi effettivi e
costi previsti; riduzione dell’assenteismo; brevetti depositati; riduzione dei
tempi di sviluppo di nuovi prodotti; riduzione dei consumi energetici;
riduzione degli infortuni; riduzione dei tempi di lavorazione; riduzione dei
tempi di commessa. E’ lasciata una voce per l’individuazione di altri
parametri.
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