Che al premier Renzi non fosse simpatica la previdenza complementare se ne era avuta la riprova con le norme contenute nella Legge di Stabilità e l'innalzamento della tassazione sui rendimenti, nonchè la possibilità di avere il Tfr in busta paga, ma il Disegno di legge sulla concorrenza, provvedimento approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri, ne è la conferma matematica. In poche parole si gestisce una materia talmente delicata come le pensioni dei lavoratori con un approccio pericolosamente disorganico e slegato da ogni logica.
La norma che prevede la piena 'portabilità' dei contributi confluenti nei fondi pensione prevista dall'articolo 15 del ddl concorrenza indebolirebbe ulteriormente la previdenza complementare.
Oggi ai Fondi pensione negoziali o chiusi, istituiti dalla contrattazione collettiva si aderisce, oltre che con la quota di Tfr e con il proprio versamento individuale, anche con un contributo a carico del datore di lavoro, che è parte integrante del 'costo' contrattuale. Questo, insieme ai molto più bassi costi di gestione e alla governance partecipata dei lavoratori, rende i Fondi negoziali diversi e molto più convenienti e trasparenti. Con la norma prevista nel ddl concorrenza sulla 'portabilità' dei fondi pensione il governo introduce l'obbligo del versamento del contributo del datore di lavoro (frutto sempre della contrattazione collettiva nazionale tra aziende e sindacato) anche per i casi di adesione ai Fondi promossi dalle Banche e per i casi di accensione di un Piano Individuale di Previdenza con una Compagnia di Assicurazione, nell'ottica di migliorare le condizioni di concorrenza del settore.
Se la norma venisse approvata in Parlamento, sarebbe un regalo a banche ed assicurazioni che la chiedevano da tempo, nonchè darebbe luogo, secondo Assofondipensione che rappresenta 34 fondi di categoria, con oltre due milioni di iscritti a una discriminazione dei fondi negoziali, innanzitutto perchè resterebbero comunque nell'impossibilità di ricevere iscrizioni provenienti da ambiti diversi da quello contrattualmente definito, a differenza dei soggetti di matrice assicurativa, che già oggi possono contare su un bacino di riferimento illimitato e sul supporto di una potente rete di vendita, che trasformerebbe i lavoratori ai fondi chiusi in una sorta di terreno di caccia preferenziale, invece di andare alla ricerca di nuove adesioni tra chi ancora non ha alcuna posizione previdenziale integrativa.
Inoltre questa formulazione, risulta essere incoerente con gli obiettivi fissati dal D.Lgs, 252 del 2005, in quanto non migliora le condizioni concorrenziali del settore, altresì creando uno squilibrio di posizioni relative tra i vari attori, contravvenendo ai principi generali in materia di efficacia soggettiva del contratto collettivo di lavoro.
E' ovvio che qualsiasi intento teso alla liberalizzazione del mercato dovrebbe rispettare due presupposti, la prova che esistano la distorsione della concorrenza e la simulazione dei benefici post-intervento sia a breve che a medio termine, in poche parole dimostrare le che le norme messe in campo siano a somma positiva e non a somma zero come in questo caso, visto che toglie a qualcuno, ciò che concede ad altri.
Inoltre questa formulazione, risulta essere incoerente con gli obiettivi fissati dal D.Lgs, 252 del 2005, in quanto non migliora le condizioni concorrenziali del settore, altresì creando uno squilibrio di posizioni relative tra i vari attori, contravvenendo ai principi generali in materia di efficacia soggettiva del contratto collettivo di lavoro.
E' ovvio che qualsiasi intento teso alla liberalizzazione del mercato dovrebbe rispettare due presupposti, la prova che esistano la distorsione della concorrenza e la simulazione dei benefici post-intervento sia a breve che a medio termine, in poche parole dimostrare le che le norme messe in campo siano a somma positiva e non a somma zero come in questo caso, visto che toglie a qualcuno, ciò che concede ad altri.
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