A pochi giorni dalla scadenza, fissata dal decreto "sblocca cantieri" per il prossimo 15 ottobre, scatta il rinvio a fine anno per l’Irpef sospesa per chi vive nell’area del Centro Italia colpita dagli eventi sismici del 2016 e 2017. L’emendamento è stato inserito all'interno del "decreto clima", approvato dal Consiglio dei Ministri.
A una manciata di giorni dalla scadenza, il 15 ottobre, scatta il rinvio a fine anno per l’Irpef sospesa per chi vive nell’area del Centro Italia colpita dagli eventi sismici del 2016 e 2017. I tributi sospesi con la cosiddetta “busta paga pesante” sono rinviati al 31 dicembre 2019. Sempre entro il 31 dicembre 2019, dovra’ essere versata la prima rata qualora il contribuente scelga di rateizzare il debito. La norma non si applica ai titolari di reddito d’impresa e di reddito di lavoro autonomo, ne’ agli esercenti attivita’ agricole. Il rinvio comporta, si legge nella relazione tecnica, “minori entrate per l’anno 2019 pari a -6,9 milioni di euro corrispondenti alle prime 7 rate che dovevano essere riscosse nel corrente anno”. La restituzione tecnicamente dovrebbe avvenire mediante il pagamento con il modello F24 fino a 120 rate, oppure ove il datore di lavoro dia disponibilità, mediante il sostituto d'imposta. Una decisione che potenzialmente interessa i cittadini di 128 comuni di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo facenti parte del "cratere sismico".Ad ogni modo, a fronte di una ricostruzione che stenta a partire a distanza di tre anni dall'evento calamitoso, rimangono sul tavolo altre questioni, come ad esempio una decurtazione delle somme da restituire, come ad esempio avvenne per il sisma del 1997 e sulla quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione di una visita nelle zone colpite, aveva promesso una valutazione. Altra questione, la stesura quanto prima un Decreto-Terremoto specifico e complessivo, che sostenga il rilancio sociale ed economico delle aree interne del Centro Italia.
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