Acciaio, automobili ed elettrodomestici sono stati i protagonisti del boom economico italiano e la spina dorsale degli anni d'oro della manifattura italiana. Ci sono state profonde trasformazioni in questi settori con il minimo comun denominatore, del passaggio di tutte le aziende di spicco in mano straniera. Il settore degli elettrodomestici ha visto un progresso tecnologico costante e l’ascesa di produttori cinesi, ma senza cambiamenti drastici nei prodotti di base. Al contrario, l’industria automobilistica ha subito una rivoluzione completa, con l’elettrificazione e la digitalizzazione che hanno ridisegnato l’intero settore. Entrambi i settori devono però affrontare pressioni simili: costi, sostenibilità, innovazione tecnologica e la necessità di adattarsi a preferenze dei consumatori in continuo cambiamento. Il futuro, ammesso che ve ne possa essere uno, di entrambe le industrie, che ormai sembra essere in direzione di una estinzione molto vicina, dipenderà dalla loro capacità di navigare queste sfide tostissime in questi periodi di crisi profondissima, mantenendo al contempo un equilibrio tra tradizione e innovazione. Sarà sufficiente? O peggio sarà ormai troppo tardi, dopo che la politica non è stata in grado di creare le basi e i presupposti per salvaguardare quei settori che sono stati i principali dell'industria tricolore, in grado di assicurare benessere e posti di lavoro
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