sabato 1 febbraio 2020

VERTENZA WHIRLPOOL - AL VERTICE DELLA TENSIONE

Sembrava, o meglio si sperava di essere giunti all’ultimo miglio di una maratona estenuante e dura e dopo otto mesi e otto incontri ufficiali e altri tecnici, riuscire a trovare un senso compiuto alla vertenza Whirlpool, il cui epicentro sono le sorti future dello stabilimento campano di Napoli, che produce come noto lavatrici. La presenza dei segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, Bentivogli, Re David e Palombella era sintomatica della feralità del momento. E invece l’incontro si è rivelato essere un’altra tappa di questa via crucis piena di spine. Due opzioni alla vigilia, due mantra per le controparti, quell’industriale sostenuta dal sindacato, ossia la continuità produttiva delle lavatrici sotto la bandiera Whirlpool e quella dell’azienda declinata purtroppo in maniera chiara da sempre, sin dal lontano 31 maggio e già da allora sembrata non negoziabile, del disimpegno dal sito mediante la cessione a un soggetto terzo, Prs, poiché la sua attività non è più sostenibile economicamente e lo stabilimento campano perde 20 milioni l’anno. Soluzione mai fino in fondo convincente per i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
Whirlpool, per bocca di La Morgia, amministratore delegato del gruppo per la penisola ha confermato che l’Italia resta strategica per il gruppo, con 5 mila dipendenti in tutto il Paese, dismetterà la produzione di lavatrici di alta gamma del sito di Napoli il 31 ottobre prossimo, invece del preannunciato 31 marzo. Sette mesi di tempo che i sindacati ottengono al tavolo di confronto anche grazie a una linea dura loro e dello stesso ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli che sospende il confronto accusando i vertici della multinazionale di comportamenti "inaccettabili" anche se sarà lo stesso ministro a spiegare poi ai sindacati la necessità di una mediazione e il limite stesso all’azione di governo: "Se un’azienda decide di non continuare la produzione per insostenibilità economica non esistono attualmente strumenti normativi coercitivi che possano impedirle di chiudere un’attività", dice in maniera accalorata a Fim Fiom Uilm e Uglm.
Nella gestione confusa del dossier Whirlpool da parte del Ministero dello sviluppo economico, Il governo alla ricerca di soluzioni alternative ha dato mandato a Invitalia di verificare l’effettiva insostenibilità delle lavatrici a Napoli, mediante l’accesso ai dati aziendali. In seguito individuare soluzioni industriali alternative al disimpegno dichiarato dal plant campano, che consentano di rilanciare il sito e portare appunto, entro luglio, alla presentazione da parte di un nuovo soggetto industriale di un nuovo piano sostenibile nel lungo periodo con cui salvaguardare il know how e le capacita professionali dei lavoratori. La ricerca sarà rivolta ad aziende e gruppi sia nazionali sia internazionali, non necessariamente attivi nel settore dell’elettrodomestico.
Ma che la tensione e la rabbia tra i lavoratori sia arrivata comprensibilmente a un punto di guardia, lo dimostra anche la reazione al termine dell’incontro quando un piccolo gruppo di operai Whirlpool ha aggredito i segretari di Fim Fiom e Uilm.
"Per noi l’azienda ha sbagliato strategia industriale, prodotti e investimenti. Ha confermato che questi errori porteranno ingiustamente al ridimensionamento del Gruppo. Entro metà febbraio bisogna riaprire il confronto ma su basi nuove e utili ad assicurare un ripensamento di Whirlpool sugli errori che sta facendo nel nostro paese. Servono garanzie per Napoli e per tutto il Gruppo – dice la Fim-Cisl ”.

Fiom, Fim e Uilm hanno intanto dichiarano 16 ore di sciopero per tutto il Gruppo Whirlpool, le prime 8 ore con articolazione territoriale con presidi davanti agli stabilimenti, le altre 8 in occasione della mobilitazione nazionale che verrà definita nelle prossime settimane.

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