mercoledì 31 luglio 2019

VERTENZA WHIRLPOOL, TAVOLO TECNICO FISSATO PER AGOSTO

Alla fine saranno due le opzioni sulle quali il tavolo tecnico di Whirlpool, convocato nelle prossime ore, approfondirà per valutare la fattibilità in termini di costi e sostenibilità produttiva nel medio e lungo periodo e in grado di fornire le garanzie occupazionali per i lavoratori del sito di Napoli, tali da evitarne la chiusura e puntare sul suo rilancio. La prima soluzione, la preferita dai rappresentanti sindacali, prevedrebbe il rilancio delle lavatrici premium alto di gamma, che già adesso si producono in Campania, attraverso nuovi investimenti, anche se questa scelta secondo quanto spiegato da Whirlpool, sarebbe quella meno conveniente, perché continuerebbe a produrre perdite. L’altra su cui si lavorerà, la quinta delle cinque strade indicate da Luigi La Morgia, country manager per l’Italia del colosso di Benton Harbor, è quella che prevede un radicale cambio di missione dello stabilimento, in grado di dare, un futuro sostenibile al sito nel medio e lungo periodo, dando secondo i vertici della Whirlpool la garanzia della salvezza degli oltre 400 posti di lavoro. Alla nuova missione corrisponderebbe un cambio di produzione sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro, con il supporto di una terza parte, al di fuori del settore del bianco. Nel mezzo gli altri scenari futuribili delle altre possibilità illustrate come quella dei trasferimenti di produzione da siti italiani, categoricamente esclusa da parte sindacale o il reshoring di lavatrici da altri plant della zona EMEA al di fuori della penisola, con eventuali ripercussioni negative sugli altri stabilimenti e sulla profittabilità dell’azienda nella Regione EMEA, oppure la quarta soluzione quella del mantenimento della produzione di lavatrici da parte di un nuovo player industriale, un cavaliere bianco, come si definisce in gergo, soluzione alla quale Whirlpool sarebbe aperta se si dovesse eventualmente riscontrare un interesse dal mercato e a determinate condizioni. Ma anche quest’opzione è al momento risultata essere del tutto ipotetica, in quanto l’azienda ha ammesso di non aver ricevuto alcuna manifestazione d’interesse. Queste soluzioni, però, a detta della stessa azienda sarebbero in grado di garantire solo parzialmente i posti di lavoro, dimostrandosi quindi non sostenibili nel medio-lungo termine e non in grado di garantire la tutela dei livelli occupazionali. Da parte governativa, invece il vicepremier Di Maio ha detto al tavolo: "Siamo pronti a supportare l'azienda nell'individuare un'alternativa alla vendita". Lo strumento consisterebbe in una norma da approvare nei prossimi giorni che permetterebbe a Whirlpool di avere una decontribuzione e quindi un abbassamento del costo del lavoro, per 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, non pagando tasse su contratti di solidarietà, dopo che lo stesso Di Maio, nelle scorse settimane, aveva addirittura al contrario minacciato di chiedere la restituzione dei soldi pubblici già goduti dal gruppo americano degli elettrodomestici. Questa scelta sembrerebbe sposarsi con la prima ipotesi e come ha detto di Maio, magari riportare qualche produzione dall’estero, non sarebbe ipotesi da scartare. Questa in pratica la sintesi del quinto incontro, il quarto in sede ministeriale, in agenda da settimane, rinviato due volte per esigenze diverse da parte ministeriale e aziendale, di un confronto iniziato lo scorso 31 maggio per cercare di trovare soluzioni alternative al disimpegno di Whirlpool da Napoli, che va avanti ormai da settimane.
Positiva l’apertura dell’azienda sulla possibilità di continuare a produrre lavatrici di alto di gamma a Napoli. Per la Fim Cisl bisogna lavorare su questa possibilità ragionando anche sul possibile spostamento di una parte delle produzioni dall’estero, senza incidere sull’occupazione degli altri siti, in virtù anche delle aperture su sovvenzioni governativa che va comunque tenuta dentro il piano industriale sottoscritto il 25 ottobre scorso e solo a fronte di un impegno concreto dell’azienda a mantenere e consolidare l’occupazione nel nostro Paese.
Escludiamo tutte le altre possibilità, dalla vendita, alla reindustrializzazione che non darebbero prospettive al sito Partenopeo e creerebbero una situazione d’incertezza sul futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. 

martedì 30 luglio 2019

COMBATTERE IL CALDO, SI PUO' INSTALLANDO UN CONDIZIONATORE E BENEFICIANDO DELLO SCONTO FISCALE

"Antò, fa caldo", diceva la protagonista di un celebre spot pubblicitario, diventato un vero e proprio tormentone all'inizio del ventunesimo secolo o giù di li. E anche questa estate, come del resto le altre del passato, che se tendiamo a dimenticarcene, è infiammata dalla calura estiva, con temperature pure troppo alte. Allora dopo aver ripassato le buone regole per difendersi dalla canicola, grazie anche all'ennesimo servizio dei vari telegiornali, se ciò non bastasse, non resta che ricorrere all'installazione di un condizionatore, beneficiando anche di un congruo risparmio fiscale, il che non dispiace affatto. Appunto, chi decide di installare un condizionatore può recuperare dal 50% al 65% della spesa sostenuta anche senza altri lavori di ristrutturazione.
Attenzione ai requisiti e ai documenti necessari per beneficiare dell'incentivo fiscale, a partire dal modello scelto. Occorre acquisire la documentazione (fornita dall'installatore o dal produttore) che certifichi la rispondenza tecnica dell'impianto di condizionamento agli standard minimi di risparmio energetico e determini quindi se si rientra nell' ecobonus con la detrazione del 65% o nella detrazione del 50%.
Il pagamento dovrà avvenire con bonifico bancario o postale che riporti codice fiscale dell'acquirente e partita iva del venditore e come causale  i riferimenti alla normativa - pagamento fattura n xx del giorno/mese/anno.
Entro 90 giorni dal termine dei lavori andrà inoltre fatta la comunicazione on line sul sito ENEA.
Chi rientra nella detrazione del 50%, tenga presente che questo intervento consente di accedere anche al Bonus Mobili, la detrazione del 50% per le spese di acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (di classe non inferiore alla A+ o A per i forni) fino a un importo massimo di 10.000 euro.
Inoltre recentemente, più precisamente dallo scorso 30 giugno 2019, data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Crescita, c'è una opzione in più: i contribuenti beneficiari della detrazione per questi interventi possono scegliere di cedere il credito ai fornitori, che applicheranno quindi uno sconto direttamente al momento del pagamento. Alternativamente, ldetrazione IRPEF pari al 50-65% della spesa si otterrà  mediante la dichiarazione dichiarazione dei redditi come di consueto, ripartita in 10 rate annuali di pari importo. 

martedì 9 luglio 2019

FONDO COMETA: VALORE QUOTA MESE DI GIUGNO 2019


Dopo la flessione del mese scorso, derivante dalla debolezza dei mercati azionari che aveva inciso negativamente sulle performance dei comparti di Cometa, il fondo di previdenza complementare dei metalmeccanici italiani,il mese di giugno invece fa registrare un rimbalzo positivo, con il comparto Crescita che torna a sfondare la quota dei 20 euro, così come accaduto ad aprile, mentre l'asset Reddito, oltrepassa la barriera dei 19 euro. (s.b.)